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tipologia: Analitici; Id: 1543120


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Milovan Ginas (dello Stato Maggiore dell'Esercito di Liberazione jugoslavo), Il Maresciallo Tito
Riferimento diretto ad opera
[relazione complessa] [strutturato]Milovan Ginas, membro dello Stato Maggiore dell'Esercito Jugoslavo+++   in onore di+++   Maresciallo Tito {Tito, Josip Broz}+++  
Responsabilità
Milovan Ginas+++
  • Ginas, Milovan
  autore+++    dello Stato maggiore dell'Esercito Jugoslavo 
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
LA RINASCITA 9
II Maresciallo Tito
Nel corso della dura lotta per la loro esistenza nazionale, che conducono i popoli della Jugoslavia, è sorta dalle unità partigiane l'Armata popolare liberatrice jugoslava. Essa è stata formata dal popolo, dal lavoro e dalla fatica comuni di tutti i suoi combattenti. Tutti, dal semplice soldato al eapitano supremo, hanno dato ad essa tutto ciò che potevano. L'esistenza stessa di questo esercito, dai primi suoi passi sino ad oggi, è legata al nome del suo organizzatore e dirigente — il maresciallo Jossip Bros — Tito.
I popoli della Jugoslavia nel passato ebbero ognuno i suoi grandi uomini. Per la prima volta nella storia essi hanno in Tito un capo la cui autorità è rieonosciuta da tutti, dai serbi, dai croati, dai macedoni, dagli sloveni e dai montenegrini. Questo perchè Tito è il capo di quella lotta per la loro esistenza nazionale e per il loro avvenire, in cui, per la prima volta nella loro storia, tutti questi popoli si sono uniti. Nella persona di Tito il talento dell'uomo politico si unisce alle doti brillanti del capo militare. Era neeessaria infatti una profonda, penetrante comprensione della situazione politica, erano necessarie notevoli capacità militari, per poter eondurre una guerra così complicata come quella della Jugoslavia contro la Germania hitleriana, non solo resistendo alla pressione nemica, ma riportando segnalate vittorie. Soltanto un uomo animato da un grande e generoso ideale d'amor patrio é di devozione al popolo. soltanto un uomo di enorme energia e di volontà ferrea, pieno di decisione e di coraggio, poteva formare e dirigere l'Armata jugoslava e conquistarsi il rispetto e l'amore dei popoli della Jugoslavia. E tale è il Maresciallo Tito.
Chi conosce la storia gloriosa della lotta secolare degli slavi del sud, — dall'epoca delle Crociate fino. agli anni oscuri dell'attacco hitleriano contro l'Europa, — chi conosce la storia di questi popoli, uniti dal sangue e dal destino e che da tempo immemorabile tendono all'unità, all'indipendenza e alla parità di diritti, sa eome i nemici secolari degli slavi del sud sfruttarono le rivalità nazionali per asservirli ed opprimerli. Ed è alla luce di questa esperienza storica che si comprende la grande importanza dell'unità di questi popoli forgiata nella lotta contro Hitler e che si comprende quindi anche la funzione del Maresciallo Tito.
E' quindi chiaro che è un errore pensare a Tito, — così come non di rado si fa all'estero, — semplicemente come a un capo ardito e eapace di partigiani e di masse in rivolta, 'o semplicemente come all'uomo che ha saputo dominare una situazione politica intricata, o infine come a un fenomeno occasionale o transitorio, a un essere portato alla superficie dalla tempesta della guerra e destinato a sparire senza tracce quando la tempesta sarà passata.
Nella sua vita privata Jossip Bros-Tito è, come tutti gli uomini grandi, semplice e modesto. Egli è pieno di quello spirito scherzevole che. rende più facile la vita nei momenti più difficili. E' un amieo e un compagno mirabile.
Tito ama rimanere a lungo assorto, sprofondato nei suoi pensieri. Allora sappiamo che egli medita un piano di azione, che cerca la soluzione di un problema complicato. Attorno a sè egli diffonde un senso di sicurezza e di fiducia, che si estende non solo a coloro ehe lo circondano, ma a tutto il suo esercito. Questa sicurezza e fiducia sgorga in lui dalla profonda convinzione della giustezza della sua causa e dalla sua linea politica, confermata dall'esperienza e da tutto il corso della lotta contro gli invasori, per l'eguaglianza e la fratellanza dei popoli della Jugoslavia.
Come capo militare, Tito non conosce e non tollera schemi. La pratica vivente della guerra è la sua legge.
Ricordo che nella primavera del 1943 le nostre unità, prive di qualsiasi materiale del Genio, dovevano attraversare la Drina, fiume rapido e impetuoso, ben difeso dalle truppe fasciste italiane e dai cetnici di Michailovic. Alcuni nostri specialisti dubitavano della possi-blità di attraversare la Drina in quelle condizioni. Tito invece era sicuro che potevamo e dovevamo attraversarla. Egli meditò a lungo prima di prendere una decisione, ma presa la aecisione diede prova di una volontà tale da
10 LA RINASCITA
spezzare ogni ostacolo. Alla nostra domanda se saremmo riusciti a forzare il fiume rispose:
— Di solito gli specialisti conoscono bene il loro mestiere, ma essi non sempre tengon conto di tutto. Essi dimenticano che non vi sono limiti alla volontà umana e alla iniziativa creatrice delle masse. Questa volontà e questa iniziativa esistano nei nostri combattenti e comandanti. Perciò passeremo.
E così avvenne. I ponti furono costruiti letteralmente con nulla; ma il fiume fu passato e il nemico sconfitto.
La quarta offensiva hitleriana contro l'Esercito popolare jugoslavo si proponeva obiettivi molto ampi. Essa tendeva ad accerchiare e distruggere questo Esercito. Già eravamo accerchiati, — come, del resto, noi siamo sempre, —e il nemico iniziò la sua offensiva. Il piano di Tito fu semplice ed eccellente. Egli cercò dove era il punto debole del cerchio nemico, ed ivi lo spezzò. Quindi ordinò di far saltare i ponti attraverso la Neretva, attraverso i quali avremmo dovuto ritirarci, per far credere ai tedeschi che ci trovassimo ancora entro il cerchio.
In pari tempo cambiò il fronte delle sue truppe, attaccò i tedeschi e passò la Neretva in un altro punto, su ponti di legno improvvisati, portando con sè persino quattromila feriti. I tedeschi avevano preparato quattro divisioni per schiacciarci sulla Neretva. Queste quattro divisioni, col loro enorme materiale e con le loro ricche provviste di munizioni e di viveri, si trovarono davanti a un vuoto. Esse non riuscirono nemmeno a passar la Neretva per inseguirci e dovettero ritirarsi.
Oggi Tito lavora alla organizzazione del nostro nuovo Stato, ehe si crea nel corso della lotta di liberazione nazionale ed è cementato dal sangue dei figli migliori del nostro popolo. Noi avremo questo nuovo Stato. La dura storia dei popoli della Jugoslavia, l'esperienza della più dura tra le guerre della loro storia ci ha insegnato che solo nell'unità, fratellanza e uguaglianza di questi popoli è la garanzia della loro indipendenza, della loro libertà, del loro progresso. Noi sappiamo che è arrivato il momento storico in cui la vita di questi popoli confluirà finalmente in un solo grande fiume. In questo momento decisivo per il nostro destino la storia ci ha dato Jossip Bros - Tito, l'uomo che ha compreso a perfezione l'importanza e il senso della nostra evoluzione storica e incarna gli ideali di libertà e di fratellanza dei nostri popoli.
Di lui canta il nostro poeta nazionale Rado-van Zogovic:
,Tito è sorto dall'odio e dalle pene
D'un popolo titano.
La lotta è la madre sua.
Tito siam tutti noi.
E' l'esercito — è il paese,
Sono le selve e le montagne nostre.
MILOVAN GINAS
dello Stato Maggiore dell'Esercito
di liberazione iugoslavo
In ultima istanza„
...Secondo la concezione materialistica della storia il fattore che in ultima istanza è determinante nella storia è la produzione e la riproduzione della vita reale. Di più non fu mai affermato nè da Marx nè da me. Se ora qualcuno travisa le cose affermando che il fattore economico sarebbe l'unico fattore determinante, egli trasforma quella proposizione in una frase vuota, astratta, assurda. La situazione economica è la base, ma i diversi momenti della soprastruttura, — le forme politiche della lotta di classe e i suoi risultati, le Costituzioni promulgate dalla classe vittoriosa dopo aver vinto la battaglia, ecc., le forme giuridiche, e persino i riflessi di tutte queste lotti: reali nei cervello di coloro che vi partecipano, le teorie politiche, giuridiche, filosofiche, le concezioni religiose e la loro evoluzione ulteriore sino a costituire un sistema di dogmi, — esercitano pure la loro influenza sul corso delle lotte storiche e in molti casi ne determinano la forma in modo preponderante. Vi è azione e reazione reciproca di tutti questi fattori, ed è attraverso di esse che il movimento economico finisce per affermarsi come elemento necessario in mezzo alla massa infinita di cose accidentali (cioè di cose e di avvenimenti il cui legame intimo reciproco è così lontano o così difficile a dimostrarsi, che possiamo considerarlo come non esistente, che possiamo trascurarlo).
Noi facciamo noi stessi la nostra storia, ma innanzi tutto dietro premesse e in condizioni ben determinate. Tra di esse decidono, in ultima analisi, quelle economiche. Ma anche le condizioni politiche ecc., anzi, persino la tradizione che ossessiona i cervelli degli uomini, esercitano una funzione, anche se non decisiva. Lo Stato prussiano è sorto e si è sviluppato per la azione di cause storiche, e in ultima istanza di cause economiche. Sarebbe però difficile affermare senza pedanteria che tra i molti staterelli della Germania settentrionale precisamente il Brandenburgo fosse destinato per necessità economica, e non anche per altri fattori (soprattutto per il fatto di aver a che fare, per il possesso della Prussia, con la Polonia e quindi con le relazioni politiche internazionali, le quali del resto
sono decisive anche nella formazione del potere della Casa d'Austria), a diventare la. grande potenza in cui
si è incarnata la differenza economica, linguistica e,
dopo la Riforma, anche la differenza religiosa tra il Nord e il Sud. Si riuscirà ben difficilmente, se non ci
si vuol rendere ridicoli, a spiegare con motivi .econo-
mici l'esistenza di ogni staterello tedesco del passato e del presente, oppure l'origine del mutamento di suo-
ni nella lingua dell'alta Germania, mutamento di suoni che ha allargato la linea di demarcazione geografica formata dalle montagne, dai Sudeti sino al Taunus, sino a farne una vera spaccatura che attraversa tutta la Germania.
In secondo luogo però la storia si fa in modo tale che il risultato finale balza sempre fuori dai conjiitti di molte volontà singole, di cui ciascuna viene determinata da una folla di condizioni speciali d'esistenza. Esistono dunque innumerevoli forze che s'incrociano; esiste un numero infinito di parallelogrammi di forze, da cui esce una risultante, l'avvenimento storico, che può essere considerato a sua volta come il prodotto di una forza che agisce come un tutto, in modo incosciente e cieco. Perchè ciò che ogni singolo vuole viene impedito da .ogni altro singolo, e ciò che ne risulta è qualcosa che nessuno ha voluto.
Ma per il fatto che le singole volontà, — ognuna delle quali vuole quello che la spingono a volere la sua costituzione fisica e le circostanze esterne e in ultima istanza le circostanze economiche (o sue proprie personali, o_generali e sociali), — non raggiungono quello che vogliono, ma si fondono in una media generale, in una risultante comune, per questo non si può concludere che esse debbano essere fatte uguali a zero. Al contrario, ognuna contribuisce alla risultante ed è quindi compresa in essa.
FEDERICO ENGELS
Lettera a Giuseppe Bloch
del 21 settembre 1890
ff
A
 
Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30908+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 8
Numero 3
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto


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