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tipologia: Analitici; Id: 1543118


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Miscellaneo
Titolo Vezio Crisafulli, Liberalismo e democrazia
Responsabilità
Vezio Crisafulli+++
  • Crisafulli, Vezio ; ente ; ente
  autore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
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LA RINASCITA


Liberalisifio e eocrazia
Il tema del rapporto tra liberalismo e democrazia è stato affacciato, in occasione della avvenuta fusione del Partito Iiberale con la Democrazia liberale, ora nell'intento di sottolineare la sostanziale affinità, ora invece di sottolineare l'intima diversità.
E' certo coihunque che i due termini soro diventati ormai quasi equivalenti e come tali vengono promiscuamente adoperati nella propaganda, sui giornali, in discorsi da comizio, ecc. Ed è sintomatico che lo stesso Croce, che ben conosce le differenze teoriche e storiche tra i due concetti, abbia recentissimamen le ammesso che « demoerazia » possa considerarsi sinonimo di « liberalismo ». Ciò non toglie peraltro che sia questa una improprietà di linguaggio: la quale, se si spiega in parte con la considerazione che la maggior parte degli Stati moderni (Inghilterra, Stati Uniti, Francia prima del 1940, ecc.) sono organizzati in forme democratiche intorno a principi liberali, risale anche, per molti inesperti di storia politica, ad una confusione di concetti indubbiamente noeivi a quella limpidezza di visione dei problemi del tempo nostro ed a quella chiarezza di orientamento, che sono, oggi, più che mai necessarie ad ogni italiano per avviarsi ad una feconda e duratura opera di ricostruzione del paese. La quale deve essére il frutto dell'attività di ciascuno di noi e non comporta evasioni e sterili agnosticismi da parte di chicchessia.
In realtà le cose stanno ben diversamente da quel che potrebbe apparire a prima vista; in realtà i concetti di liberalismo e democrazia presentano questa paradossale caratteristica: di essere, cioè, logicamente complementari, in
non vi è oggi per noi altra posizione possibile se non quella di non fare la voce grossa e di non farci nessuna illusione. La sola cosa che abbiamo diritto di pretendere è che, una volta che abbiam dato la prova di non essere più fascisti e di voler distruggere sul serio il fascismo, ci sia concesso di governarci da noi. Per il resto, il meglio è di capire che abbiamo davanti a noi un periodo, — di cui è difficile determinare ora la lunghezza, — in cui la miglior cosa che possiamo fare è di contare ,essenzialmente sulle nostre risorse e di amministrarle con estrema parsimonia e con vero spirito di solidarietà nazionale, allo scopo di ricavare da esse il massimo beneficio per i singoli e per la collettivitd. Questo, oggi, non sta ancora avvenendo. Si meditano, in termini di fantasia e non di realtà, i grandi problemi internazionali, e intanto, poi-chè si aspetta la manna dal cielo, non si fa quello che si potrebbe fare per alimentare il paese in un modo un po' più razionale, per combattere gli speculatori ignobili e non lasciare che il popolo muoia di fame. Il problema deve essere affrontato dall'altro capo: —bisogna incominciare a fare, e fare seriamente, quello che il popolo esige e di cui il popolo ha bisogno e che possiamo fare con le nostre stesse forze. II resto, se verrà, sarà tanto di guadagnato.
quanto il liberalismo postula la democrazia e quasi si può dire la contenga tutta quanta in germe nei suoi principii originari, e ad un tempo storicamente contraddittori, in quanto proprio con l'avvento della democrazia ha inizio quella erisi del liberalismo, che è giunta in questo secolo alle sue ultime conclusioni.
E' utile soffermarsi brevemente a chiarire questo apparente paradosso.
Il liberalismo, dicevo, postula logicamente la democrazia. Infatti, non appena la libertà si sgancia dall'idea medioevale del privilegio — tante singole libertà, dunque, spettanti a singole persone in virtù di un titolo particolare —per affermarsi nella sua universale validità, come principio fondamentale di struttura dell'organizzazione statale ed attributo, riconosciuto e garantito dalle leggi, di tutti indistintamente I cittadini come tali, già si pongono all'atto stesso le premesse della democrazia. intesa come governo di tutti da parte di tutti quindi come diritto di ogni cittadino a partecipare direttamen - te o indirettamente, al governo dello Stato. Progressivo allargamento del suffragio fino a giungere alla formula del suffragio universale; crescente prevalenza delle assemblee rappresentative sull'esecutivo, fino a giungere (come in talune Costituzioni successive alla prima guerra mondiale) alla nomina dei ministri da parte delle Camere; introduzione in sempre maggior misura del referendum, sboccandosi (come negli Stati Uniti) in forme plebiscitarie di elezione del capo dello Stato: eceo le tappe successive (non tutte, ma le più significative) ovunque storicamente accertabili dello svolgimento in senso demoeratico del liberalismo.
Ma la democrazia, ho aggiunto, si presenta storicamente in antitesi con il liberalismo originario. Già una prima riprova di fatto se ne ha nella repugnanza di taluni teorici liberali per certe forme di democrazia estrema, per la cosiddetta « tirannia della maggioranza D; negli sforzi di molti pensatori liberali di circoscrivere il fenomeno liberale nelle formule di un garantismo legalistico, di porre limiti e contrappesi all affermarsi delle maggioranze, di ricorrere addirittura — come nella fase recentissima — ad espedienti protezionistici (il cosiddetto « liberalismo protetto »), che sono in contrasto con il. vero significato essenziale dell'ideologia liberale. La riprova più flagrante è offerta pero dalla crisi delle vecchie istituzioni liberali e della stessa ideologia liberale di fronte all'affacciarsi imperioso delle grandi masse popolari, portate dall'attuazione pratica degli ordinamenti democratici alla ribalta della vita politica ed affermanti nuove esigenze di giustizia sostanziale e di piu concreta e dunque più vera 'libertà. E' inutile negarlo. L'osservazione storica dimostra all'evidenza che il sistema liberale ha funzionato ottimamente e senza bisogno di arcigne protezioni legislative eontro partiti e movimenti ritenuti in partenza illiberali, finchè la base del sistema è rimasta relativamente ristretta e sufficientemente omogenea, ossia in certo sen-
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8 LA RINASCITA
so aristocratica, ma è entrato quasi dovunque in crisi dacchè, con l'accettazione integrale del principio democratico, la base è venuta enormemente allargandosi (suffragio universale) ponendosi così nuovi problemi, sconosciuti o del tutto secondari agli inizi del liberalismo.
Ma quali sono le ragioni profonde di questa posizione stranamente contraddittoria che, malgrado la loro comune origine ideale, vengono poi storicamente ad assumere liberalismo e democrazia?
La risposta a questa domanda può darsi soltanto quando ci si ponga da un punto • di vista che trascenda, superandole, le singole posizioni storiehe del liberalismo e del democraticismo borghese. Il liberalismo aveva posto la libertà come principio fondamentale di vita dello Stato; la democrazia aveva cercato di tradurre in atto il più ampiamente possibile questo principio, facendo centro nel motivo dell'eguaglianza dei
cittadini» ed operando in estensione con il dare crescente diffusione alla libertà e particolarmente alla libertà attiva o politica. Ma quanto più la libertà si diffondeva in tutti gli strati della popolaizone, tanto più essa doveva fatalmente rivelarsi illusoria per coloro — ed erano la stragrande maggioranza — ai quali le condizioni materiali del loro lavoro, l'urgenza del bisogno economico, l'impossibilità di gareggiare ad armi pari con i privilegiati dalla sorte, toglievano in pratica l'effettiva possibilità di un concreto e consapevole esercizio di quelle libertà, che pur erano solennemente proclamate nelle leggi fondamentali e nelle svariate « dichiarazioni dei diritti s. Di qüi la delusione; di qui la critica socialista contro la « democrazia borghese » (che non vuol dire affatto contro la democrazia tout court); di qui le ricorrenti crisi costituzionali, le agitazioni popolari e d'altro lato i ritorni reazionari in funzione difensiva ed offensiva, Je sfasature sempre più frequenti tra Parlamenti e popoli ed i contrasti tra paese legale e paese reale; di qui, in una parola, la crisi dello Stato moderno nella sua forma tipica democratico-liberale.
E' un fatto che le posizioni ideologiche del socialismo marxistico non rappresentano tanto, came a tutta prima potrebbe sembrare ove ci si fermi alla lettera dei testi, una antitesi della democrazia, ma costituiscono invece le conseguenze estreme, rigorosamente dedotte dalle premesse democratiche: e proprio per questo, si oppongono polemicamente alla democrazia capitalistica, della quale denunciamo le intime eontraddizioni e la congenita insufficienza. An-21, puo ben dirsi, spingendosi più lontano su questo piano, che socialismo e comunismo sono gia impliciti, embrionalmente, nella stessa ideologia liberale, della quale pure rappresentano una critica radieale. O. per esprimersi eon maggior esattezza: che socialismo e comunismo presuppongono, concettualmente e storicamente, il liberalismo; solo che, prendendone alla lettera le suggestive formulazioni di principio, interpretandone in profondità il contenuto umano fondamentale, ne traggono conclusioni, teoriche e pratiche, che, — al pari della democrazia, ed in misura assai maggiore e con più vivace intensità di accenti — finiscono per contraddire nettamente quel sistema di convinzioni e di istituti giuridici ed economici, nel quale sotto la spinta di determinati interessi e in genere sulla base di certe date condizioni di fatto, l'idea liberale è stata calata agli albori dello Stato moderno.
Ecco perchè comunisti e socialisti possono oggi, dopo venti anni di eclissi della libertà e della democrazia, parlare di libertà e di demoerazia con non minor diritto di chiunque altro ed ecco perchè se si vuole davvero instaurare in Italia una democrazia vitale, è necessario evitare con la massima cura i ritorni indietro e sforzarsi di . eliminare, o almeno di ridurre, le più gravi contraddizioni interne della democrazia liberale d'anteguerra.
VEZIO. CRISAFULLI
La fiera dei bugiardi
Flora...
Secondo Flora, nella rivista « Aretusa », Mussolini, che « guardava rapito al comunismo russo », rubò al comunismo russo il saluto romano, la funzione del partito nella vita dello Stato, le adunate, le parate, l'opera della maternitd, il• dopolavoro, ecc. Ogni parola, una bugia. In Russia la gente si saluta, come in tutto il mondo, stringendosi la mano o togliendosi il cappello; non vi sono nè adunate nè parate che assomiglino nemmeno da lontano a quelle fasciste; il partito è una organizzazione volontaria e de.nocratica (con elezioni libere e segrete di tutte le cariche dall'alto al basso), e tosi via. Quanto al « rapimento » di Mussolini per ii comunismo, stia a darne prova l'aggressione vigliacca del 21 giugno 1941, punto d'approdo di una politica rabbiosamente anticomunista di vent'anni. Flora, dunque, mente. E mente, tanto per poter mantenere in piedi qualcosa della sconcia propaganda anticomunista del fascismo, proprio in uno scritto in cui vorrebbe dar prova della indipendenza sua e degli scrittori del suo tipo dalla influenza fascista.
. e faina
Armando Zanetti, a stia volta, neil'« Opinione a, non sapendo che cosa obiettare alla nostra politica di unità nazionale antifascista, scopre che l'Unione Sovietica è un paese dal livello economico troppo basso. La cosa non ha niente a che fare, s'intende, con la nostra politica; ma anche Zanetti mente. In Russia, durante tutta la guerra, per esempio, la razione di pane è sempre stata di 800 grammi per gli operai e 400 per i non operai. E la razione complessiva d'un giorno, comprese le mense obbligatorie in ogni azienda, è certamente superiore a quella di una settimana di un cittadino italiano. E come farebbe un paese economicamente arretrato, del resto, ad avere l'esercito meglio armato del mondo?
Il fascismo ha avvelenato l'Italia con la menzogna. Questi x intellettuali » e. questi reazionari vogliono continuare per la stessa strada. E' ora di liberarsi da questa flora — e da questa fauna!
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30908+++
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Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 8
Numero 3
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto


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