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tipologia: Analitici; Id: 1472869


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Titolo Ai giovani
Rubrica od altra struttura ricorsiva
[editoriale] [Rinascita - mensile]+++  
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Ai giovani
E certamente stato uno dei più gravi errori del regime che ha fatto seguito al 25 luglio, — e sia esso pure un regime transitorio e voglia il Cielo che lo sia ! — quello di aver trascurato, anzi, ignorato il problema dei giovani. Diciamo di più : il problema dei giovani non è stato soltanto ignorato, ma s'è fatta apertamente professione di ignorarlo, come se questa dovesse essere una condizione del ritorno alla libertà. Abbiamo risentito pro-
fessori e i maestri pieni di presunzione ri-
petere la vecchia predica, che non esiste un problema politico e nazionale della gioventù, e che i giovani pensino a imparare e aprirsi la strada dell'esistenza per conto loro, come è stato sempre da che mondo è mondo.
Qualcuno — che non solo non è giovane, :na certamente non lo è stato mai—ha avuto la senile grettezza di rinfacciare ai giovani italiani persino che nel recente passato fossero stati messi a loro disposizione non so quali edifici come luogo di loro ritrovo, avendo cura di ben precisare che questo non dovrà ripetersi più, perche i comodi edifici dovranno essere impiegati a scopi ben più seri e soprattutto concessi a chi abbia i soldi per pagare l' affitto ! Noi non facciamo questione, oggi, nella miseria generale, di edifici, ma a suo tempo sosterremo che alle libere organizzazioni dei giovani dovranno tornare tutti quegli edifici che a sede di organizzazioni giovanili erano stati adibiti, e possano i giovani italiani, strappati da quelle pietre i simboli del regime della schiavitù e d'ella catastrofe nazionale, far vibrare fra di esse uno spirito nuovo !
Oggi non si tratta di cose; si tratta bensi di un problema profonda di orientamento di generazioni, da cui dipende la sorte del nostro paese.
Noi non troviamo nulla di strano nel fatto che masse di giovani,—soprattutto nelle regioni che non lianno subito la scuola terribile dell'invasione tedesca e non hanno concretamente veduto i fascisti adempiere la funzione infame di traditori e carnefici della nazione,—siano ancora oggi esitanti, incerti del loro cammino, restii. Non ultimo tra i motivi che determinano questa loro posizione è senza dubbio il sentirsi in un modo o nel-l' altro considerati da molti come particolarmente responsabili del fascismo. Ma è troppo comodo dare ai giovani le colpe che essi non hanno. Il fascismo fu il governo tirannico e antinazionale degli avidi gruppi privilegiati e della plutocrazia del nostro paese, ed e fare ai giovani un' offesa sanguinosa considerarli come autori e sostegno di questo regime, di cui essi furono, piuttosto, le vittime e lo zimbello. Che se poi si vuole ' scendere sul terreno degli orientamenti ideologici e individuare, ove lo si ritenga possibile, la colpa delle generazioni, bisogna se mai rivolgere la critica e l'accusa a quella generazione, particolarmente di intellettuali, che ancora prima della precedente guerra mondiale, dopo avere strepitato attorno a un rinnovamento della cultura e della vita italiana, capitolò di fronte alle correnti reazionarie e corruttrici che allora presero il sopravvento, si imbrancò con esse, non seppe distinguere tra lo spirito nazionale e l' avidità brigantesca delle cricche plutocratiche imperialiste e fini per abbassarsi alla funzione di serva della tirannide in camicia nera. E la radice di questa degenerazione è da ricercare in tutto un orientamento ideologico reazionario che risale molto in alto, che ha radici profonde nella nostra storia e contro il quale soltanto la classe. operaia aveva iniziato la latta e dovrà condurla a termine creando attorno a se una unione di förze democratiche e progressive.
Lo studio attento degli orientamenti che incominciarono ad affiorare negli ultimi dieci anni, pure fra le tenebre del fascismo, in mezzo alle nuove generazioni, ci rivela in-
vece una tendenza alla critica e alla impostazione di problemi, che è molto più interessante delle sterili lamentele ed elucubrazioni degli adoratori d'un passato che non fu fascista, ma dal quale il fascismo sorse per storica necessità. Si trovano in questi giovani, nei loro scritti, spesso estremamente incerti, nelle loro piccole riviste perseguitate, spunti ideologici nuovi, una nuova coscienza in embrione dei problemi sociali, uno spirito nazionale inquieto del futuro, una curiosità vivissima delle grandi e nuove conquiste e realizzazioni sociali e politiche progressive, cose tutte che rivelano insoddisfazione, fermento, ricerca e preannunciano senza dubbio un rinnovamento.
All'ordine del giorno è oggi in Italia un arrovesciamento di generazioni. ed è nell'interesse di tutti che esso diventi consapevole e si compia rapidamente, in modo tale che faccia dei giovani, nel loro assieme, una forza avanzata nella lotta per distruggere il fascismo, per strapparne tutte le radici e spingere decisamente il nostro paese sulla via del progresso. Non è per nulla che a Roma, nelle province centrali e in tutto il nord sono i giovani che hanno costituito e costituiscono il nerbo della resistenza nazionale agli invasori tedeschi, sono i giovani che hanno preso le armi, che si sono sacrificati, che hanno versato e versano il loro sangue. Guai a nui se a questo impulso eroico che si è manifestato sul terreno dell'azione armata per la liberazione della patria non sapessimo far corrispondere un impulso di rinnovamento in tutti i campi della vita nazionale. I giovani avrebbero ragione di rivolgersi contro di noi, e un'altra volta li vedremmo finire miseramente preda della menzogna imperialistica e fascista, strumento di nuove fatali avventure reazionarie.
Noi abbiamo fiducia nelle giovani generazioni italiane. L'esperienza tragica che tutto il paese ha compiuto e sta compiendo, non può non essere particolarmente feconda di insegnamenti proprio per quelli tra gli italiani che avevano in buona fede prestato orecchio alle demagogiche menzogne fasciste. I giovani non si lasceranno ingannare un'altra volta e l'amarezza profonda che il turpe inganno fascista ha lasciato in loro li rende particolarmente adatti a quella lotta intransigente contro tutti i residui del passato in cui sta la nostra salvezza. Per questo noi riconosciamo che spetta alle giovani generazioni una funzione particolare nel grande quadro della vita italiana, e da questo riconoscimento generale sapremo ricavare tutte le
necessarie conseguenze, nel campo politico, dell'organizzazione, della cultura. L'ingresso. tumultuoso dei giovani, come forza autonoma, nella vita politica e culturale, è per noi una garanzia che non potrà aver successo nessuno dei piani che possano venir tramati nell'ombra, di respingerci, crollato il fascismo, a un passato di ingiustizia sociale e di reazione politica mascherato di frasi, che ai giovani soprattutto non può che ripugnare. Spetta ai giovani, e prima di tutto a quelli che già hanno dimostrato di saper riscattare con la devozione, col sangue e col sacrificio le vergogne di tutta la nazione, esigere che l'Italia venga non soltanto liberata al più presto per lo sforzo concorde dei suoi figli migliori, ma ricostruita in modo tale che le apra tutte le vie dell'avvenire e non consenta mai più nè decadenza nè crolli. Spetta ai giovani far prevalere le esigenze di solidarietà nazionale, di giustizia economica, di avvento di nuove forze popolari sulla scena politica, di distruzione di ogni vecchio privilegio reazionario, di riorganizzazione profonda di tutta la nostra esistenza, la cui soddisfazione è condizione della nostra risurrezione. Spetta ai giovani abbattere i vecchi idoli della politica e della cultura, che tuttora fanno ostacolo al nostro progresso, perche ci impediscono di scorgere la realtà in tutti i suoi aspetti e di adeguare ad essa pienamente la nostra azione.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30892+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 7
Numero 2
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio


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