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tipologia: Analitici; Id: 1472846


Area del titolo e responsabilità
Tipologia da controllare
Titolo Guido Dorso (lettera di) e redazione (risposta di), Per il risanamento politico del Mezzogiorno
Riferimento diretto ad opera
Guido Dorso {Dorso, Guido}+++   lettera di e risposta di+++   Direttore di Rinascita {Togliatti, Palmiro}+++  
Responsabilità
Guido Dorso+++
  • Dorso, Guido
  lettera di+++    
redazione di Rinascita+++
  • redazione di Rinascita
  curatore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
Per il risanamento politico
del Mezzogiorno
Il direttore della nostra rivista ha ricevuto da Guido Dorso la lettera seguente :
Avellino, 20 maggio 1944
Le sono assai grato per avermi offerto l'occasione di entrare in corrispondenza con Lei, e spero di poter riuscire a condensare in una lettera il mio punto di vista sull' attuale situazione politics del Mezzogiorno, per quanto essa sia tanto fluida e complessa da ribellarsi ad ogni tentativo di schematizzazione.
Debbo necessariamente prescindere dal ripetere l' analisi storica del problema ed ammettere che anche Lei sia d' accordo nel ritenere che la questione meridionale abbia carattere istituzionale e costituisca un peculiare aspetto della questione istituzionale generale.
Debbo anche ammettere che Ella sia d'accordo con me sulla dottrina storica della scopertura del regime anche nel Mezzogiorno in conseguenza dell'azione fascista, scopertura che non si sustanzia in una definitiva srnnfitta del trasformiamo, ma in una serie di fenomeni meccanici che hanno reso stentato, se non impossibile, il suo funzionamento.
Certamente oggi il personalismo meridionale non è vera- mente morto e non si scorge ancora quell'ondata di eversione capace di alimentare le fiamme di un incendio ideale.
Tute altro I Il trasformismo cova sotto le ceneri e le deficienze ataviche sono in agguato per riattizzarlo. Ma il meccanismo è notevolmente arrugginito e non funziona più come
prima: soprattutto i fattori che una volta costituivano un vantaggio, sembrano oggi essersi trasformati in svantaggi. Infatti a chi approfondisca l'argomento deve apparire evidente che è più facile far funzionare un onesto sistema politico che una adulterazione trasformistica, poiché queste ha bisogno di una organizzazione statica e non ha l'elasticità sufficiente per seguire in velocità l'andamenso dei periodi rivoluzionari.
In buona sostanza un efficiente sistema personalistico ha il costante bisogno d'illudere gli elettori che la compagine elettorale non subisce alcuna violenza, e che perciò i rappresentanti sono veramente gli eletti del paese. Donde la necessità che tutta l'evoluzione politica proceda a velocità minima, in maniera da permettere ai dirigenti di seguirla agevolmente, quasi fosse una naturale evoluzione di pensiero. In tal modo, mentre gli elettori non arrivano mai ad accorgersi di essere oggetto di un continuo e mai arrestato processo di compromesso, gli eletti non perdono il contatto con i vari governi che si succedono al centro. L' ideale del trasformiamo meridionale è stato, perciò, e continua ad essere la dittatura parlamentare giolittiana, sia perche la sua stabilità era quasi assolute, sia perché non richiedeva quei 'sacrifici di prestigio personale, che l'inconseguente regime fascista impose poi ai suoi adepti.
Ma il personalismo meridionale si è logorato attraverso venti anni di fascismo, e non e stato privo di conseguenze il fatto -che Benito Mu9solini si sia divertito a mandare nelle province meridionali segretari federali forestieri ripescati in tutti gli angoli d'Italia. A furia di battere, la sua principale molla si è spezzata, ed il popolo, mentre si è abituato a vedere i suoi leaders più famosi andare mendichi per le strade in cerca di quella protezione che prima erano usi accordare, ha avuto pia di una occasione per deridere e disprezzare i nuovi capi fascisti, dei quali la nullità e sicumera politica gli ha ispirato soltanto lo schifo.
Ora si vorrebbe tornare daccapo e rivarare una docile classe trasformistica che si contenti soltanto del dominio sui Comuni e sugli Enti locali, e lasci agli immutati padroni dello Stato il compito di tracciare 'le nuove direttive politiche che mantengano immutato il loro effettivo dominio. Ma i trasformisti classici, quelli, cioè, che non facevano trapelare la sostanza del giuoco, sono semidistrutti, ed anche quei pochi, che sono sopravvissuti alla catastrofe, non sanno più da qual punto ricominciare.
Soprattutto hanno paura di sbagliare, e questa paura attanaglia le loro menti ed i loro cuori. Sostanzialmente essi non nutrono più fiducia nell'oligarchia, che li abbandonò nel 1922 nelle mani inesperte di Benito Mussolini, e temono di arrivare troppo tardi.. o troppo presto l
Ve ne sono alcuni che portano ancora nell'anima la ferita non cicatrizzata di quel tragico 1925, quando la loro fede nel regime fu amaramente delusa dall'ultimo colpo di Stato, che frantumò nelle mani di tutti le speranze dell'avvenire. E poi non hanno discepoli ed il segreto dei loro successi è destinato a discendere con loro nella tomba. Per quanto ce ne siano parecchi ancora in vita — ed e, dal punto, di vista nazionale, una vera disgrazia! — la gioventù non comprende più il delicato meccanismo di cui si servivano, e nega ogni valore al virtuosismo di cui per tanto tempo si compiacquero. La stessa gioventù trasformista è oggi più semplicista e ai avvale di schemi mentali più elementari. Le basta iscriversi ad un partito che sembra possa vincere, e non pensa alla raffinatezza di tenersi fuori da tutti i gruppi politici per tentare di trovarsi al traguardo insieme al vincitore.
Il capolavoro meridionale, il vecchio deputato giolittiano, calandrino, sonniniano e mussoliniano, sempre pronto a giustificate, in nome dei supremi ideali nazionali, tutte le politiche, è oggi all' estremo delle forze, e non bisogna dargli l'appiglio per riaversi.
E vero che la politica interna dell'A.M.G. sembra sia stata
LA RINASCITA 15
svolta apposta per incoraggiare una ripresa trasformistica, ma a chi esamini attentamente la ragione intima delle cose, non potrà non apparire che sostanzialmente essa ne agevola l'esaurimento, poichè il rapido susseguirsi dei comandanti militari locali finisce per accentuare l'insicurezza dell'avvenire. È perciò che molti ex deputati meridionali che ritengono di avere vista più lunga, rifuggono da ogni collaborazione, e riservano le loro forze per un avvenire che sperano più fortunato.
In sbstanza l'attuale politica antifascista e le incertezze dell'avvenire ostacolano quel passaggio in blocco dei trasformisti che -costituiva la caratteristica principale del sistema, e non è .dato vedere in quale momento del futuro diagramma evolutivo della politica nazionale potrà verificarsi la condizione necessaria perché la saldatura personalistica possa avvenire. È, invece, probabile che, divisi nei singoli apprezzamenti temporali, i trasformisti esauriscano le loro residue possibilità o in errati interventi oppure in patimentiverrete astensioni.
Ora, se questa disamina e esatta, è fin troppo chiaro che, da parte dei politici, interessati allesaurimenio del fenomeno, non si debbano commettere errori, che, sgombrando il terreno dagli ostacoli meccanici, agevolino la ripresa del sistema. Perciò l'idea di rimettere a galla i vecchi deputati trasformisti, con una nomina dall'alto di tipo fascista, è addirittura deleteria, poiché il potere, o anche la parvenza del potere, è sufficiente ad essi per rivalutarsi agli occhi delle masse e ricostruire le piccole clientele travolte dall'urto rivoluzionario.
E questo profilo meccanico non avrebbe dovuto sfuggire ai partiti componenti il Ministero Nazionale, proprio nella foro qualità di futuri eredi del patrimonio dei seguaci del vecchio trasformismo.
Infatti basterebbe tener lontani dal 'potere ancora per qualche anno le vecchie carcasse politiche meridionali, per costringere le nostre masse ad inquodiarsi nei partiti a base nazionale. e determinare le condizioni prime per lo sviluppo della lotta' politica moderna anche nel Mezzogiorno.
Disgraziatamente, però, molti dei partiti, che ora sono al governo, sono già intinti di personalismo, e, pur di aumentare il loro seguito, tendono ad abbandonarsi alla vecchia prassi trasformistica. Occorre, quindi, vigilare, e, con perfetta conoscenza di causa, opporsi alla rimozione degli ostacoli meccanici che impediscono la ripresa del processo...
Se questi concetti fossero stati presenti... non ci troveremmo ora al terribile bivio di dover studiare i mezzi per impedire la resurrezione dei vecchi deputati meridionali attraverso liste• tuto della Consulta... Scarfoglio — che non ha la testa tra le nuvole come i moderni democrati — ha sostenuto che le ultime elezioni libere furono quelle del 1921, e ciò perche, nel 1924, la maggioranza dei deputati costituzionali meridionali fu accolta nel listone fascista,
Occorre, quindi, reagire energicamente a questa manovra e mantenere ferma la base delle elezioni del 1924, che ci consente di escludere dal mandato il 900/° di questi spregevoli competitori.
Ciò fatto, però, non siamo ancora in porto, poiché la maggior parte degli attuali democratici-liberali proviene dal gruppo Amendola e per_ essi la pregiudiziale antifascista diventa inefficace. Inoltre vi sono ancora degli isolate. ohe costituiscono la vera quintessenza del trasformismo, e che riuscirono eletti in listarelle secondarie senza definizione politica. Questi sono i più pericolosi, ma per essi, forse, potrebbe bastare l' esclusione degli eletti in lista non a carattere nazioiiale.
Io non ho i risultati delle elezioni del 1924, e, perciò, non posso concretare le idee, ma credo opportuno accennare al metodo da seguire perche ogni passo sia calcolato allo scovo di eliminare le infiltrazioni trasformistiche.
Chi dovrà provvedere alla formazione definitiva della legge non potrà fare a meno di nno strumento così prezioso.
• Per il partito ameaddlino e per quello nittiano, per esempio, si potrebbe sostenere che. essendo gli uomini più rappresen-
tativi di essi passati al Partito d'Azione, in tanto rie può essere consentita la nomina, in quanto si trovino già inquadrati nella nuova formazione.
Così per il Partito comunista, :ioeialista massimalista, socialista riformista e repubblicano, che tuttora esistono o hanno dato luogo alla formazione di nuovi partiti.
Ma a me sembra che le garanzie fondamentali debbano essere due : a) affidare la scelta ad un Comitato di Ministri ove sia sicura la maggioranza antitrasformista; b) prelevare gli eletti in massima parte dai Comitati del Fronte Nazionale, che è la formazione politica più recente ed aderente alla reeltà.
Qui, però, ricominciano le dolenti note, poichè anche i Comitati sono inquinati di trasformismo e pieni di cavalli di Troia.
Prima di approvare la legge, bisognerebbe ricostruire la Giunta Esecutiva (perche è stata sciolta ?) e darle il potere di rivedere tutte le situazioni locali. Sciogliere senza pietà tutte le sezioni aderenti inquinate e ricostituirle su basi più sicure.
Avellino, per esempio, costituisce lo scandalo del Mezzogiorno, perche i due vecchi deputati trasformisti sono riusciti ad inquinare perfino il partito socialista, ed hanno avuto la baldanza di far procedere alla costituzione di un secondo Comitato del Fronte, attraverso il quale muovono la più aspra guerra al partito comunista ed al partito d'azione, che sono gli unici immuni dalla lue.
Memorandum, appelli alle Direzioni de. partiti interessati ed alla Giunta Esecutiva sono rimasti senza esito ed inoltre le autorità alleate, ignare del pericolo e raggirate dagli interpreti locali e dal prefetto, aumentano la confusione,
Naturalmente i due deputati locali non sono iscritti a nessun partito, nemmeno a quello democratico-liberale!...
Ma che cosa dire quando ai assiste allo spettacolo scoraggiante dell'indifferenza più assoluta da parte degli organi dirigenti, che, pur avvertiti tempestivamente, continuano a di-sinteressarsì degli appelli e delle invocazioni 1
Io voglio sperare che quesra mia comunicazione possa provocare qualche utile risultato e che il Suo intervento presso le direzioni dei partiti, il Ministero (anch'esso avvertito) e le autorità alleate, possa, per lo meno, arrestare la minaccia, ed evitare la distruzione del nostro lavoro, che poteva promettere qualche frutto; ma debbo francamente dirle che sono disanimato e non spero nel miracolo. Tutto, forse, congiura per un decisivo ritorno del passato, e mi pare di assolvere ancora una volta la mia funzione d'inascoltata Cassandra.
Vorrei infondere nei miei interlocutori e nei miei corrispondenti il tumulto delle. mie idee, ed il dolore che le intride, ma, molto spesso, scorgo negli occhi degli ascoltatori un lampo di scetticismo che mi gela l'anima.
Evidentemente è destino che dovrà passare anche quest'unica occasione storica, e tra l'interessata ignoranza anglosassone e lo scetticismo italiano, debba tramontare la possibilità di avviare anche il mio paese sui binari della lotta politica moderna...
Suo dev.mo GUIDO Dosso
La questione concreta sulla quale Guido Dorso si sofferma nell'ultima parte della sua lettera, — cioè il modo di composizione dei Corpo consultivo annunciato dall'attuale governo nazionale, — non ha, secondo noi, tutta l'importanza che il Dorso vorrebbe attribuirle. Si tratta, infatti, di una misura di carattere transitorio e, inoltre, tutte le dichiarazioni fatte a proposito del modo come il governo procederebbe alla composizione della Consulta sono premature e inesatte. Siamo invece pienamente d'accordo con Guido Dorso circa la necessità che l'attuale situazione transitoria del nostro paese' non possa e non debba venire sfruttata per agevolare la resurrezione del sistema ch'egli chiama del e tra-
sformismo ,, e che noi preferiamo chiamare della decomposizione politica dell'Italia meridionale. Purtroppo il pericolo esiste, ed è anche, soprattutto in certe province, moltti grave. I partiti nazionali di massa, occupati alla soluzione delle questioni più
•gravi della nostra vita politica, non hanno sempre il tempo e la possibilità di .seguire con attenzione tutto ciò che' avviene alla periferia. Il metodo che risolverebbe radicalmente, se non tutte le questioni, per lo meno quella di spazzar via subito buona parte del vecchio personale politico corrotto e corruttore, — il metodo, vogliamo dire, delle elezioni, non tutti sono d'accordo nell'applicarlo, come forse sarebbe possibile, immediatamente. D'altra parte è un fatto che in seno al movimento di liberazione nazionale sta penetrando il cavallo di Troia della vecchia corruzione e decomposizione politica. Come reagire e come uscire vittoriosi da una battaglia di risanamento politico che è vitale per 1' avvenire d' Italia? Noi vediamo, in 'sostanza, una soluzione sola, che consiste bell'accoppiare all'intervento dall'alto per dare scacco alla rinascita delle vecchie cricche reazionarie, l'azione indefessa dal basso per dare uno sviluppo nuovo, travolgente, grandioso, in tutto il Mezzogiorno, ai grandi partiti nazionali antifascisti di massa. Come in tutta l'Italia, così nel Mezzogiorno, anzi, nel Mezzogiorno forse più che in tutto il resto d'Italia, oggi le masse popolari attendono e cercano, con una fiducia che ha del messianico, la guida di nuovi partiti e di uomini nuovi. Incominciamo dunque coll'organizzare solidamente queste masse, tanto in formazioni politiche quanto in formazioni economiche più larghe (sindacati, leghe di contadini, ecc.), e appoggiandoci su questa forza, diamo battaglia per la rinascita politica dell'Italia meridionale, attraverso la distruzione immediata — per incominciare, — di ogni residuo di fascismo più o meno mascherato. Il risultato non potrà mancare, soprattutto se anche ai ( cavalli di Troia , di cui sopra si faceva cenno verrà opposto sempre un fronte unito e compatto di forze democratiche e antifasciste.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30832+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 6
Numero 1
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno


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