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tipologia: Analitici; Id: 1472839


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Tipologia Periodico
Titolo Ercoli [Palmiro Togliatti], Classe operaia e partecipazione al governo
Responsabilità
Ercoli+++
  • Togliatti, Palmiro ; Correnti, Mario ; ente ; ente
  autore+++    
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Trascrizione Non markup - automatica:
LA RINASCITA 3

Classe operaia e
partecipazione al governo
Nell' Italia d'un tempo, cosiddetta democratica e liberale, precedente alla usurpazione fascista del potere, intorno el problema della eventuale partecipazione al governo di rappresentanti del partito socialista, si discusse e lottò per decenni. La posizione dell' ala marxista del movimento operaio fu sempre, in proposito, chiarissima. Ogni partecipazione al potere venne considerata inammissibile ; ogni proposta di accettare gli inviti a collaborare al governo, proveniente da gruppi e uomini politici borghesi, giustamente denunciata come tentativo di asservire il movimento operaio a finalità e interessi contrastanti con i suoi propri. Su questa posizione si mantenne la grande maggioranza delle massela-voratrici in modo incrollabile, tanto che tutti gli esponenti del movimento socialista i quali vollero deviare per altro càmmino furono respinti dalle masse stesse e dalle loro organizzazioni come traditori.
Oggi, dopo il crollo del fascismo, l' ingresso nel governo non solo di rappresentanti socialisti, ma comunisti, è stato deciso in pochi giorni, e i partiti che lo hanno deciso non solo non hanno visto diminuita la loro autorità fra le masse lavoratrici, ma hanno raccolto il consenso generale, e vedono crescere la loro autorità e il loro prestigio di giorno in giorno. Regna fra gli operai e fra tutti gli elementi d'avanguardia la convinzione ,profonda che la partecipazione al governo dei partiti proletari era una necessità imperiosa, e questo vuol dire che la massa stessa del popolo intuisce, anche se non sarebbe capace di esprimerla chiaramente, la profonda differenza che passa tra la situazione odierna del nostro paese e quella del primo periodo di sviluppo e affermazione del movimento socialista, quando la partecipazione al potere fu considerata inammissibile da tutta la parte sana e vitale di questo movimento.
La situazione del nostro paese è determinata oggi da due elementi. Il primo è la guerra di liberazione nazionale contro i tedeschi; l'altro è la necessità di far seguire al crollo del regime fascista, che si produsse in quel modo che tutti sanno, la distruzione effettiva e completa di tutti i residui di questo regime.
La classe operaia, — è bene ripeterlo, quantunque mi sembri che nessuno lo metta in dubbio, oggi, tra di noi, — non è contro tutte le guerre. Essa lotta risolutamente contro le guerre ingiuste, s il cui scopo è di assoggettare altri paesi, altri popoli »; ma sostiene le guerre giuste, le guerre di liberazione, il cui scopo è a la difesa del popolo contro le aggressioni esterne e i tentativi di assoggettarlo ,. La guerra del popolo italiano contro gli invasori hitleriani e contro i traditori fascisti è, fra tutte, la più giusta. Essa è tale perchè 1' Italia fu presa alla gola e aggredita a tradimento quando, spossata da otto anni di brigantaggio internazionale fascista, aveva chiaramente espresso la sua volontà di cercare nella uscita dalla guerra un inizio di rinnovamento. Essa è tale perchè l' invasione h;tle-riana, oltre ad avere offeso i sentimenti più elementari della giustizia e della dignità umana, pone in giuoco la nostra libertà, indipendenza e unità come nazione. Essa è tale, infine, perchè combattiamo contro Hitler, il nemico di ogni libertà, di ogni civiltà, di ogni progresso politico e sociale, l'uomo che è sceso in campo, a capo delle forze del militarismo e dell' imperialismo tedesco, per annientare le libertà di tutti i popoli, ma prima di tutto quelle della classe operaia e dei lavoratori.
Noi non siamo mai stati, in tema di questione nazionale, degli anarchici, anche se in un momento determinato, nel precedente dopoguerra, lasciandoci trascinare dalla reazione alle esasperazioni dello sciovinismo imperialista, commettemmo talvolta l'errore gravissimo di lasciar credere che lo fossimo. La classe operaia non può essere indifferente ai destini del proprio paese, e ciò non soltanto perchè sa di essere l'erede predestinata dei gruppi che oggi lo governano. All'operaio non è indifferente che il suo paese perda la sua indipendenza e la sua unità, perchè sa che in questo caso diverrebbero estremamente più gravi le condizioni della sua emancipazione, ed egli sarebbe, in sostanza, due volte schiavo. La formazione di nazioni e di Stati nazionali fu, nella storia d' Europa e del mondo, un elemento di progresso, legato allo sviluppo e all'affermazione della borghesia come classe dirigente. Nella lotta per la formazione e per la indipendensa degli Stati nazionali gli operai in Francia, in Germania, in Italia, appoggiarono i gruppi progressivi della, borghesia di ogni paese, Ma nel periodo storico attuale le caste capitalistiche più reazionarie hanno tradito l' interesse della nazione, sia, come in Italia, rinnegando tutte le tradizioni nazionali e portando il paese alla catastrofe per realizzare imprese di rapina nel loro esclusivo interesse egoistico, sia, come in Spagna o in Francia, schierandosi dalla parte di un invasore straniero al quale le univa, contro la nazione, una solidarietà reazionaria criminosa. Mussolini, come sempre, ha voluto avere anche in questo campo un primato. Prima ha gettato l' Italia nell'abisso, e poi l'ha vilmente tradita, mettendosi al servizio diretto dei suoi aggressori.
II fatto che non soltanto nelle regioni occupate del nostro paese, ma in Francia, in Jugoslavia e negli altri paesi invasi e soggiogati da Hitler, sono i lavoratori, gli operai, e in prima linea gli operai d'avanguardia, che combattono in prima fila per la difesa della nazione e per la sua libertà, ha dunque un profondo valore politico e storico, che darà
4 LA RINASCITA
una nuova impronta alla vita dell' Europa di domani. E inevitabile che là dove le caste reazionarie fasciste o semifasciste hanno abbandonato e tradito quelle posizioni nazionali che i gruppi dirigenti di borghesia progressiva tennero nel passato, ivi la classe operaia tenda a mettersi a capo di tutte le forze del popolo nella difesa degli interessi e della libertà della nazione. Tutto ciò che vi è stato di progressivo nello sviluppo della civiltà umana noi vogliamo infatti conservarlo e difenderlo, respingendo decisamente ogni rigurgito di barbarie e in pari tempo infondendo a tutta la vita sociale uno spirito e un Rontenuto nuovi, in cui si compendiano le nostre aspirazioni di libertà e di giustizia.
Quindi nessuno può stupirsi che proprio noi comunisti, prendiamo il posto d'avanguardia nella lotta per l' unità di tutte le forze nazionali nella guerra contro l' invasore hitleriano. Sappiamo che questa unità è condizione della vittoria; che senza di essa la libertà ,e l'indipendenza del paese, e la sua stessa unità territoriale, possono essere seriamente compromesse e che quindi corriamo tutti il rischio di venire respinti addietro, verso la servitù e le sofferenze; sappiamo che senza l'unità reale di tutte le forze nazionali per schiacciare Hitler e Mussolini non ci è possibile fare uno sforzo di guerra serio, non ci è possibile alimentare e organizzare le schiere dei nostri partigiani eroici nelle regioni occupate, e nelle regioni già libere fare tutto ciò che la guerra richiede. Spetta dunque a noi, che vogliamo la vittoria completa su Hitler e su Mussolini nel tempo più breve, ricordare a tutti che l'unità è necessaria, •e fare o promuovere tutto ciò che occorre per realizzarla, mantenerla , consolidarla.
Ma la guerra contro l' invasore tedesco ha per noi, come ha in altri paesi d'Europa (in Francia, ad esempio) anche un altro carattere. Essa è guerra per la distruzione completa di tutti i residui del regime fascista, responsabile della catastrofe del paese, traditore della nazione, e nemico acerrimo della classe operaia, dei lavoratori e di ogni sorta di progresso economico, politico, sociale.
Il crollo del fascismo è avvenuto in circostanze speciali, che richiederanno da parte nostra uno studio accurato. Hanno potentemente influito nel determinare questo crollo la resistenza e l'azione or-gaQizzata degli operai d'avanguardia e di tutto il movimento antifascista, gli scioperi e le manifestazioni della primavera del 1943, la sorda ribellione di ufficiali e di soldati a una politica di guerra antinazionale e catastrofica. D'altra parte, però, è certo che fortissimi gruppi reazionari, legati al fascismo e suoi complici diretti dall' inizio alla fine, hanno partecipato all' azione che portò al colpo di Stato del 25 luglio con l'obiettivo preciso e cosciente di impedire che l'edificio della tirannide fascista ve-pisse distrutto dalle fondamenta e che l' Italia si mettesse, per volere di popolo, sulla via di un completo rinnovamento democratico e percorresse questa via con rapidità. Si potrebbe dunque dire che il fascismo è crollato, ma è lungi ì1ail' essere scomparso, perchè i suoi residui, mentre nel nord e nel centro sono diventati strumento abietto dell' invasore tedesco, anche nelle regioni già libere continuano a occupare posizioni importanti nell'apparato politico, economico, militare e in tutta la vita del paese, oppure stanno in agguato, pronti a farsi avanti in modo aggressivo, sotto le maschere più diverse, non appena ritengano giunto il momento favorevole.
Il compito che si pone al proletariato e a tutte le altre forze progressive del paese nel momento presente è quello di distruggere tutti questi residui, e quindi chiudere definitivamente per l'Italia il vergognoso periodo fascista e aprire la strada all'avvento di un regime democratico e progressivo, nel quale il popolo possa decidere da sè dei suoi destini. Noi non crediamo che questo compito sia facile ; non crediamo ch'esso si possa esaurire itì un breve periodo di tempo ; riteniamo, anzi, ch'esso riempirà di sè una tappa importantissima della vita e della storia del paese. Il fascismo è stato una cosa troppo seria , ha significato una degenerazione troppo profonda, ed ha portato l' Italia a una catastrofe troppo grave perchè si possa pensare di potersene liberare con un volger di mano. Sino a cho non saremo riusciti a tagliare e distruggere le radici da cui esso è sorto, non potremo dire di aver assolto il nostro compito.
L' esperienza di alcuni mesi ha però già dimostrato che se nel momento attuale le forze democratiche e antifasciste avessero persistito, col pretesto di pregiudiziali diverse, nel rimaner fuori del potere, non soltanto la distruzione vera del fascismo non sarebbe stata nè iniziata nè condotta a termine, ma il fascismo stesso avrebbe a poco a poco rialzato la testa e ripreso terreno.
Il governo nel quale sono oggi entrati i rappresentanti dei partiti operai, mentre da un lato è un primo passo verso la creazione di un vero governo italiano di guerra fondato sulla unità di tutte le forze disposte alla lotta per la liberazione dall'invasione tedesca, dall' altro lato è un tentativo per affidare la direzione del paese a una formazione politica antifascista, cioè a un blocco di partiti i quali tendono tutti a eliminare e distruggere per sempre il fascismo e, quindi, a creare le condizioni per la rinascita e la ricostruzione del paese in un regime di libertà, di civiltà e di progresso. Teoricamente, ciò che noi abbiamo fatto entrando nel governo corrisponde in parte, nella particolare situazione in cui ci troviamo noi oggi, -a ciò che Lenin proponeva di fare nel 1905, quando sosteneva la necessità della partecipazióne socialdemocratica a un governo < allo scopo di lottare a fondo contro
tutti i tentativi controrivoluzionari e di difendere gli interessi autonomi della classe operaia s. Come L enin allora, noi vogliamo battere la ( controrivoluzione s, cioè il fascismo, non solo c dal basso s, dal di fuori, ma anche c dall' alto s, dal seno del governo. Ciò che noi facciamo è, nelle condizioni di guerra, di catastrofe nazionale e di pericolo di rinascita fascista, un' applicazione originale e nostra di quella proposta di creare dei governi di un fronte nazionale antifascista che venne avanzata nelle file del movimento comunista sin dal 1935 e che trovò la prima realizzazione nel corso della guerra di Spagna, dove servì ad assicurare, in condizioni difficilissime, l' eroica resistenza dçl popolo spagnuolo per quasi tre anni al tentativo fascista di distruggere la sua libertà.
Mentre il vecchio riformismo socialdemocratico
e sciovinista andava al potere oppure chiedeva di andarvi per servire l' imperialismo e preparare o condurre guerre di espansione e rapina, contrarie agli interessi del popolo, - noi partecipiamo al governo, dopo il crollo dell' imperialismo italiano, per condurre una guerra giusta e santa, nell'interesse vitale del popolo e di tutto il paese.
Mentre la partecipazione al potere dell'ala riformista e opportunista della socialdemocrazia venne realizzata per impedire che il movimento operaio
e popolare distruggesse i focolai della reazione, e quindi aprì la strada al fascismo, — noi partecipiamo al governo per esigere e attuare, in un blocco di partiti antifascisti, la distruzione completa del fascismo.
Mentre i socialdemocratici al potere diressero il fuoco contro ii.movimento d'avanguardia degli operai, — noi dirigiamo il fuoco contro le forze più nere della reazione, •contro Hitler e Mussolini.
Mentre l'avvento al potere dei socialdemocratici significò in tutti i paesi un approfondimento della scissione in seno alla classe operaia e alle forze democratiche e progressive, — la nostra partecipazione avviene sulla base dell' unità della classe operaia e di tutte, le forze democratiche e antifasciste nel nostro paese.
Mentre la politica dei capi socialdemocratici opportunisti al potere si risolse nella difesa di interessi
e posizioni dei gruppi reazionari della società e'quin-di sbarrò la strada al progresso ecbnomico, politico
e sociale, — noi, partecipando al potere e battendo i gruppi reazionari e fascisti, impieghiamo l'arme stessa della partecipazione non solo per soddisfare le giuste rivendicazioni dei lavoratori ma per assicurare che il loro movimento democratico e progressivo non debba mai più essere stroncato da una ondata di reazione e di barbarie. Noi assicuriamo al popolo la libertà di esprimere liberamente domani, in un'Assemblea costituente, la sua volontà sovrana su tutte le questioni della ricostruzione del paese, di cui avviciniamo il momento della liberazione definitiva.
La nostra azione governativa si svolge sotto gli occhi della classe operaia e del popolo, a; quale. abbiamo detto apertamente gli scopi per i quali continuiamo la nostra lotta implacabile, in tutti i campi della vita nazionale, alla testa di un movimento di masse proletario, popolare e antifascista che si sta rafforzando ed estendendo di giorno in giorno, che ha nei Comitati di Liberazione una forma di organizzazione ormai riconosciuta da tutto il paese, e che procederà sicuro, spezzando tutti gli ostacoli, verso la realizzazione di tutto il suo programma.
ERCOLI
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30832+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 6
Numero 1
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 1 - giugno


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