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tipologia: Analitici; Id: 1472485


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo (9 Domande sul romanzo) Giorgio Bassani
Responsabilità
Bassani, Giorgio+++
  • ente ; ente
  autore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
GIORGIO BASSANI
í
Non credo alla crisi del romanzo (italiano). Altrimenti, come potrei pensare di scriverne io stesso? Sto tentando di scriverne uno, infatti: forse non riuscirò a realizzarlo come vorrei, forse non riuscirò nemmeno a portarlo a termine. Eppure, quando mi sarò reso conto, ancora una volta, della mia impotenza, mi guarderò bene dal cadere nell'errore di mosti, sempre pronti a imbastire sulle proprie debolezze e deficienze delle teorie generali. Penso a Pavese, alla sua insofferenza di dieci anni fa nel sentire queste stesse cam- pane a morto. Penso anche all'esempio di Stevenson. Stevenson era Stevenson, d'accordo: ma bisognerà pur imitare la sua fede,. ripartire ogni volta, come lui, gettando tutta la posta sul tavolo, avendo per mèta il capolavoro! In caso contrario, che senso avrebbe tenere la penna in mano ?
E non credo neppure alla crisi delle arti (sempre in Italia, si. capisce: ma basta). A costo di apparire poco elegante, affermo anzi. che ogni anno, nel nostro Paese, viene prodotto un certo numero di poesie, quadri, sculture, romanzi, racconti, ecc., non indegni del. nostro passato.
2
Musil o Hemingway? Chissà. Chi può dirlo? In Italia, comunque, dubito che possa nascere nulla di veramente utile, oggi.
9 DOMANDE SUL ROMANZO 3
nel campo della narrativa, al di fuori della letteratura. Alcuni miei amici, per altro finissimi letterati, sono di avviso contrario. Io, per. me, persisto a non dar molto credito, qui da noi, agli ex camionisti, o ex sguatteri, o ex ciclisti, o ex aviatori, ecc. ecc. audacemente indottisi (da soli, o istigati da terzi) a scrivere racconti e romanzi di vaga eco hemingwayana, come se Hemingway,. dal canto suo, a parte le personali pose da protagonista, da u duro » romantico-decadente, non fosse poi un letterato di prima forza, con tutte le carte in regola. Fra due o trecento anni, quando la lingua italiana sarà diventata veramente nazionale, e non sarà indispensabile far studiare ai ragazzi il latino, che resta l'unico connettivo, a tutt'oggi, del caos linguistico nazionale, allora, anche in Italia, tutto sarà possibile. Nell'attesa, il romanzo saggistico, letterario (è stato evocato Musil, ma bastava Manzoni), ha tutta l'aria di essere quello che meglio fa al caso nostro.
3
Nell'immediato anteguerra, Carlo Cassola scrisse due piccoli libri di racconti (La visita, Alla periferia) che anticipano curiosamente la visività da obbiettivo fotografico di Butor, Robbe-Grillet, Nathalie Sarraute. Anche i racconti di Bilenchi, della stessa epoca, sono prevalentemente visivi. Ma a quel tempo, in Italia, c'era il fascismo, la dittatura. La retorica più smaccata, più indecorosa, impregnava ogni manifestazione pubblica e privata, pratica o intellettuale. In quelle condizioni, l'assenza dell'arte, la sua purezza, ebbero una precisa giustificazione, e rappresentarono effettivamente una protesta dell'intelligenza e del gusto contro la noiosa e offensiva volgarità delle sfere ufficiali. Ora, io sono lontanissimo dal proporre l'equazione fascismo-gollismo. Eppure... Ad ogni modo, non mi pare azzardato prevedere che la fortuna, in Italia, di manierismi narrativi del genere di quelli di Butor, Robbe-Grillet, Nathalie Sarraute, dipenderà in gran parte dalla sorte che sarà riservata alla nostra democrazia. L'impassibilità mortuaria del Voyeur e della jalousie evoca direttamente la dittatura del grande capitale indu-
4 GIORGIO BASSANI
striale, il « moderno » qualunquismo neopositivista (E la conseguente messa al bando dei comunisti).
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È un'ipotesi, un sogno, una chimera. Ciò non toglie che molti nostri critici di sinistra ne parlino come di qualcosa veramente esistente o realizzabile; e che continuino a confrontare ogni romanzo che vien fuori con questo ideale, platonico (anche se marxistico) nulla.
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Non é simpatico polemizzare con le domande. Tuttavia, una volta tanto, mi sia consentito chiedere: « Perché questa domanda ? » Siamo nel 1959, ben avanti nel secolo, abbastanza adulti, direi. E ancora a doverci baloccare con questi falsi problemi ? Ancora a dover scegliere tra la via di Svevo e quella di Tomasi di Lampedusa, tra quella di Cassola e quella di Gadda o della Banti, tra quella di Moravia e quella di Soldati ? Quando invece si sa che tutte le strade vanno bene, o male: e che l'unica cosa necessaria a un romanzo perché funzioni — l'unica che l'acqua del suo linguaggio deve lasciar trasparire — é la ragione per la quale esso é stato scritto, la sua necessità ?
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I romanzi e i racconti di Carlo Emilio Gadda, i due romanzi di Pier Paolo Pasolini hanno dimostrato chiaramente, mi sembra, che l'uso del dialetto é più che legittimo. E perché non dovrebbe esserlo, del resto ? Esistono vocaboli nobili o ignobili ? Se avessimo da fare qualche riserva circa la dignità del dialetto, dovremmo poi farne anche a proposito degli stracci, dei legni bruciati, delle lamiere dei quadri di Burri, e dire che quei quadri non sono delle pitture, perché la pittura si fa solo con colori, preferibilmente a olio. Certo col solo dialetto non si può esprimere tutto, oggi. Goldoni e Porta (a Roma, e più tardi, Gioacchino Belli già meno) erano ancora in grado, scrivendo in dialetto, di esprimere tutta la realtà veneta e lombarda dei loro tempi. Ma da quei grandi poeti ci dividono secoli, ormai. E i dialetti italiani, anche i maggiori,
9 DOMANDE SUL ROMANZO 5
tendono sempre più a essere le voci della provincia, ghetti linguistici sempre più angusti e limitati.
7
Anche questa domanda mi meraviglia un poco. Non è bastato il Gattopardo a dimostrare che un romanzo nazionale storico é pienamente possibile? So bene che la storia del Risorgimento italiano è, in genere, ritenuta troppo poco <c importante » da alcuni scrittori italiani smaniosi di apparire moderni, internazionali, e tradotti in inglese e in francese. So bene che perfino il ventennio fascista, che é storia di ieri, comincia, agli stessi, a puzzare di bega locale. Ma d'altra parte, per poco che si creda alla lingua letteraria italiana come a un organismo vivente, in faticoso processo di sviluppo, come prescindere dall'età del Risorgimento e da quella del ventennio fascista: dal terreno misto e contradditorio, insomma, in cui affondano le nostre giovani radici? E poi: non sarà magari attraverso un ripensamento storico della nostra realtà nazionale che sarà possibile uscire dalle secche crepuscolari e sentimentali del neorealismo postbellico ?
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Sono tanti, tra morti e viventi, tra italiani e stranieri, che per rispondere adeguatamente a questa domanda dovrei fare un elenco troppo lungo e quindi immodesto. Come scrittore, ho sempre guardato più all'800 che al '900; e fra i grandi romanzieri di questo secolo, a quelli, come Proust, James, Conrad, Svevo, Joyce (il Joyce dei Dubliners) e Thomas Mann, ad esempio, che derivano direttamente dal secolo scorso. Personalmente, non ho ambizioni letterarie di tipo balzachiano. Non mi importa nulla dare un quadro generale della nostra società. Vorrei poter scrivere qualcosa che si avvicinasse al lirismo e alla tensione narrativa dei Malavoglia, di Senilità, e soprattutto della Lettera Scarlatta di Hawthorne: libro che non posso rileggere, ogni volta; senza provare la più violenta commozione.
GIORGIO BASSANI
 
Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32293+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Nuovi Argomenti | Prima serie diretta da Alberto Moravia e Alberto Carocci | Edizione unica
Riferimento ISBD Nuovi argomenti : Rivista bimestrale. - N.1 (1953)-. - Roma [distribuzione Torino] : [s.n., distribuzione Einaudi], 1953-. - v. ; 23 cm (( La periodicità è variata più volte: la prima serie esce con periodicità irregolare, dal 1976 trimestrale. La prima serie si conclude con il n.69/71 (Luglio-Dicembre 1964 ma pubblicato nel marzo 1965), nel 1966 inizia la nuova serie che termina con il n.67 68 (1980), nel 1982 la terza serie che termina con il n.50 (apr. giu. 1994) ed inizia la quarta serie con il n.1 ... {Nuovi argomenti [rivista, 1953-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1959 Mese: 5 Giorno: 1
Numero 38
Titolo KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38


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