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tipologia: Analitici; Id: 1472280


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte seconda: Una lettera spedita da Pasquale Tanteddu bandito n. 1 in Orgosolo
Responsabilità
Cagnetta, Franco+++
  autore+++    
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Nome da authority file (CPF e personaggi)
Tanteddu, Pasquale+++   Titolo:testimone+++   
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
UNA LE"1'1ERA SPEDITA DA PASQUALE TANTEDDU BANDITO N. 1 DI ORGOSOLO
Pasquale Tanteddu è nato in Orgosolo il 3 novembre 1926 da Antonio e da Francesca Rana.
E alla macchia da 5 anni.
La Corte di Assise di Cagliari con sentenza 2 luglio 1953, dopo il citato clamoroso processo, lo ha condannato a 2 ergastoli per le stragi di Monte Maore (Villagrande) e « sa verula » (Nuoro) sotto imputazione di 6 omicidi in persona di carabinieri, 9 tentati omicidi in persona di carabinieri, 2 grassazioni, associazione a delinquere ecc. La condanna lo ha colpito soltanto in base al riconoscimento effettuato da Sebastiano Mereu, reo confesso di quei delitti, attraverso una vecchia fotografia presa in gruppo 10 anni fa. Nel corso del processo Sebastiano Mereu, ritenuto confidente di polizia, era caduto in molte contraddizioni avendo sottoscritto nel verbale dei carabinieri che Tanteddu era il primo del gruppo e nel verbale del giudice istruttore che era il secondo; successivamente aveva sostenuto di avere visto due diverse fotografie, mentre
acclusa agli atti processuali risultava una sola fotografia, che è la sola
in possesso degli archivi della polizia. Queste contraddizioni non furono
prese però in considerazione nel giudizio.
Tanteddu ha ricorso in Appello e spetta pertanto ai giudici decidere se egli é colpevole o innocente — come egli si dichiara e come, con poche eccezioni, ritiene tutto il paese di Orgosolo. Qui Tanteddu é un bandito molto popolare, perché, in generale, dicono che, a differenza per esempio di Salvatore Giuliano, egli non si é mai macchiato di delitti contro i « poveri », né si é reso mai servo dei cc signori ».
La polizia e certa stampa (che ha inventato persino certe interviste con lui — come Tanteddu dichiara) gli hanno invece creato fama di essere il più grande bandito di Sardegna, il più pericoloso e sanguinario bandito di tutt'Italia. Numerosi altri delitti, omicidi ecc. gli sono stati imputati. La corte di Assise di Sassari l'anno scorso lo ha assolto con formula dubitativa dalla imputazione di omicidio in persona di Nicolò, Giovanni e Antonio Taras, ritenuti confidenti di polizia.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 209
Pesa attualmente sulla sua testa una taglia di 5 milioni.
Questa sua lettera di autodifesa mi é pervenuta 1'8 agosto 1954, del
tutto inaspettata, all'indirizzo: Franco Cagnetta, Rivista Nuovi Argo-
menti, via 2 Macelli 47, Roma.
Pubblico qui, e senza commento, questo importante documento.
Caro Cagnetta,
Informatomi del tuo soggiorno ad Orgosolo per denunciare alla Opinione pubblica tramite la stampa la nostra tragica situazione, non essendo possibile farmi intervistare personalmente da te, per evitare qualche spiata o simili grattacapi, mi faccio scrivere da altri, non sapendo purtroppo neppur firmare, e ti indirizzo la presente Lettera, al fine di chiarire tutte le menzogne che ripetutamente vengono inserite nelle colonne di giornali, che mai ho visto un solo giornalista, buffoni!, e che circolano nella bocca di tanti sfaccendati che cianciano approfittando della mia triste condizione di fuorilegge analfabeta. Anzi tutto voglio che tu dia bella forma letteraria e corretta ai fatti che mi appresso di sottolineare.
Voglio partire dalle prime persecuzioni. La prima volta venni accusato di rissa, avevo 16 anni ed ero servo pastore. Mentre eravamo nell'ovile un compagno non so per quale pretesa abusando delle forze mi trascinò alle gambe in mezzo la stanza: essendomi trovato col coltello in mano al fine di impaurirlo e lasciarmi andare, mossi la mano e, come s'è spostato, la punta del coltello gli bucò la schiena. Venni arrestato, ed assolto dopo sei mesi di carcere dal Tribunale dei minorenni di Cagliari.
Nel 945 fui accusato di un furto di cavalli da un altro ragazzo che dopo le torture subite dai carabinieri fu costretto a fare il mio nome e di un altro compagno.
Nel 947 mentre nella Corte di Nuoro assistevo un dibattimento mi vidi preso all'improvviso a spintoni da un carabiniere, col supposito che facevo bordello. Cercai di insistere, dicendo che ero abbastanza calmo, vistomi insistere il carabiniere si avventò addosso. Nel respingerlo egli fu visto precipitando da una ringhiera. Fui acciuffato allora da un nugolo di poliziotti che mi tradussero alle carceri. Accusato di reato di oltraggio e violenza, dopo quattro mesi di carceri fui condannato a 14 mesi di reclusione.
Espiata la pena lavoravo in casa con un branco di pecore di nostra proprietà e curavo l'inaffiatura di qualche orto col mio fratello più grande Pietro. Lui aveva fatto il Partigiano, aveva capito la vera situazione dello sfruttamento e oppressione dei ricchi contro a noi, poveri. Ed il fatto di esser tali fece andare in bestia i proprietari, come le spie, del paese. E nel 1949 siamo stati ricercati solo per questo io e mio fratello al confino di
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polizia. Abbiamo cercato di sfuggire perché sapevamo di essere innocenti. Ma vistici uccel di bosco i mariscialli, spalleggiati dai ricchi, cercarono di imputarci ogni reato che allora succedeva. Il più fedele « beneamino » fu il marisciallo Loddo, che ad Orgosolo per due o tre anni ebbe pieni poteri di fare il santo Inquisitore, confinando tutti quelli che manifestavano di sottrarsi al suo giogo e minacciando il confino ai pregiudicati senza carattere e pagandoli per collaborare con loro. Fecero tante montature criminali fino a giungere alla famosa strage di « sa verula » dove perdettero la vita tutti quei poveri carabinieri che forse ignoravano i folli piani dei mariscialli Loddo, Ricciu e Serra, i capi Inquisitori del Nuorese. E come per ogni altra strage vennero accusati i fratelli Tanteddu. Ed anche se tutti gli altri capi di accusa attribuitimi dai Loddo in N°. di una diecina mi furono liberati dai giudizii, per quest'ultima, in base ad un accusatore il più infame che la storia della Sardegna ricordi, il famigerato Mereu Sebastiano, degno servo dei mariscialli assetati di ingiustizia e disordini, fui colpito all'ergastolo per ricevere il premio della « benemerita » dal sicario siciliano Mario Scelba (come lo ha dato ai Luca, dopo che hanno ucciso a tradimento il loro caro amico e massacratore dei lavoratori, Salvatore Giuliano). Questo infame confidente, che riuscì di incriminare tanti onesti cittadini, disse di avermi riconosciuto di una foto che avevo fatto in gruppo quando ero ragazzo, e in una occasione che ero malato di febbre perniciosa deperito al punto che nessun orgolese riusciva a conoscermi. Mi meraviglio come i Giudici abbiano voluto dare credito a un elemento così sfondato, e spero che si possa fare giustizia nell'Appello.
Sia per « sa verula » che per « Villagrande », perché sono Innocente e non voglio scontare colpe infamemente attribuitemi.
Ed è proprio dall'agire sporco del metodo vile e criminoso dei carabinieri che il paese vive in un conflitto muto e terroristico. E per ogni delitto cercano di fare il mio nome.
Infatti la così detta Polizia, che non sta facendo altro che «sporchi-zia » cerca di braccarmi con tutti i mezzi. E non potendo prendere a me se la prende con i miei Parenti. Forse credono che dopo avere arrestato mio Fratello, un ragazzo incensurato dedito alla custodia del gregge, la mia Sorella, che dopo la morte della mia povera Madre rimase sola in casa, e il mio povero Babbo, un uomo vecchio e paralitico, che io possa essere indotto a presentarmi.
O pure se fossi e che non lo sono — un criminale, vedendo tanta
ingiustizia diventassi un agnello.
La prova che non sono assassino è data dal fatto che se lo fossi, per ciò che mi viene fatto dovrei uccidere ogni giorno almeno dièci poliziotti, o sia di quella ridicola marmaglia che Scelba ha mandato nelle nostre campagne, che chiedono bonifica, tecnico, trattore e non poliziotti, mitrie e
INCHIESTA SU ORGOSOLO 211
spie. Che se non sari) proprio destinato a morire non mi prenderanno mai, neanche se ne mettono diecimila.
Abborrisco la vita del latitante, ma per la galera preferisco cento volte la morte. Soffro molto alla testa se mi chiudono, e allora certo morirei.
L'unico mio desiderio è di vedere abolito il confino, le taglie, la disoccupazione, lo sfruttamento dei lavoratori e vedere cosí il nostro martoriato paese in vita di pace serena e di civile Progresso!
Pasquale Tanteddu
:~:.
 
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Titolo e Responsabilità+++   completata+++   Elio Varriale x IdMiS  protocollo temporale visibile soltanto all'operatore 
Citati: Nomi AuthorityFile e personaggi [solo prima occorrenza della nome]+++   in corso+++   Elio Varriale x IdMiS  protocollo temporale visibile soltanto all'operatore 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32268+++
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Testata/Serie/Edizione Nuovi Argomenti | Prima serie diretta da Alberto Moravia e Alberto Carocci | Edizione unica
Riferimento ISBD Nuovi argomenti : Rivista bimestrale. - N.1 (1953)-. - Roma [distribuzione Torino] : [s.n., distribuzione Einaudi], 1953-. - v. ; 23 cm (( La periodicità è variata più volte: la prima serie esce con periodicità irregolare, dal 1976 trimestrale. La prima serie si conclude con il n.69/71 (Luglio-Dicembre 1964 ma pubblicato nel marzo 1965), nel 1966 inizia la nuova serie che termina con il n.67 68 (1980), nel 1982 la terza serie che termina con il n.50 (apr. giu. 1994) ed inizia la quarta serie con il n.1 ... {Nuovi argomenti [rivista, 1953-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1954 Mese: 9 Giorno: 1
Numero 10
Titolo KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10


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