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tipologia: Analitici; Id: 1465507


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Giovanni Lombardi, Firenze tre anni dopo. Soltanto progetti contro l'«alluvione di domani»
Responsabilità
Lombardi, Giovanni+++
  autore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
FIRENZE — Case puntellate in Borg.o Allegri, nel rione di S. Croce, a tre anni dall'alluvione
Una tragedia che nelle cause e negli effetti resiste al tempo
Firenze tre anni dopo
Soltanto progetti contro
1'«alluvione di domani»
Dalle cronache del Villani allo « Stato nell'ac qua n - Semplici palliativi laddove sarebbero
occorsi interventi organici - Una denuncia ferma alla Procura - Inadeguate proposte della
commissione ministeriale - Iniziative di massa e convegni - Una mostra in piazza Signoria
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Dalla nostra redazione
FIRENZE, 3
Le tragedie resistono al-
l' usura del tempo, special• mente quando le cause ohe le hanno determinate continuano a pesare come un incubo sulle popolazioni e sull'econo- mia di intere città, e si intrecciano con le conseguenze, ancora vive e presenti, dei danni provocati. Allora la cronaca amara di uno squarcio inquietante di vita pubblica si traduce nella storia di responsabilità lontane e recenti, in atri e movimenti di volontà politica diretti ad imporre una svolta, ad inf ran. gere il muro di immobilismo burocratico che vanifica il rapporto fra lo stato e il cittadino.
Una fila
di disastri
Cosi è Firenze a tre anni da quel drammatico 4 novembre allorché l'alba livida offri agli occhi esterrefatti dei fiorentini e, poi, degli sbigottiti visitatori, l'immane disastro che l'aveva colpita nelle vite umane, negli averi, nei tesori d'arte, nelle case, nelle botteghe, nelle aziende. Ricordiamo, insieme al caparbio impegno di r.:nt : [ersi ai i:iva, u — esempio ai alta coscienza civile -- i fischi che accolsero il capo dello Stato. dello «Mato nell'acqua» — come si disse allora, — i farfuglia-menti dei vari ministri, le promesse non mantenute nello sfondo di gravi responsabilità delle autorità prepo. ste ai servizi di difesa civile nei confronti delle quali giace presso la Procura generale della repubblica, solitamente cosí, zelante, una circostanziata denuncia. La denuncia è ferma nel cassetti, così come ferme sono rimaste le misure necessarie per apportare modifiche sostanziali alla organizzazione e alla struttura urbana della città e per assicurare un avvenire tranquil. lo a migliaia di famiglie, di operatori economici, di lavoratori.
Qual è, la situazione a tre anni di distanza dalla terribile alluvione del 1966? La mi-gkire risposta l'hanno data in questi giorni i rappresentanti degli enti locali alla commissione senatoriale Inca• ricata di condurre un'indagine conoscitiva nelle zone alluvionate. Da essa risulta che l'alluvione di ieri, pub esse- re l'alluvione di oggi e, se non si cambia, quella di domani.
La lunga fila dei disastri provocati dall'Arno (54 volte in 600 anni) se appariva — come racconta la cronaca del Villani — tristissima iattura
nel ('tiler 1rn,i, io del 1333.
a causa della a Mala prove!. denza del comune M. diventa intollerabile oggi dal momento che esistono le condizioni per un intervento organico in un settore cha mostrs una delle più gravi torme di dilapidazione del pubblico denaro.
Invece ai è intervenuti con semplici palliativi, ai sono s!-otesnati i lungarno, sl sono ricoperti gli argini pin colpiti, operando col criterio del semplice ripristino, del vivere alla giornata, anziché secondo la innovazioni suggerite da una visione organica ed aggiornata della regimazione, dell'assetto del territorio: nel quadro, cioè, di un nuovo in-airizzo della politica del suolo
e delle acque come richiesto da numerosi convegni e manifestazioni pubbliche. Cosi mentre molte abitazioni e locali pubblici lesionati sono ancora inutilizzabili (si tratta di oltre 3 mila abitazioni) mentre il rione di S. Croce — dove sono visibili tuttora le lunghe file delle case puntellate — è progressivamente svuotato da un esodo crescente verso altre zone, la ricostruzione delle opere di difesa idraulica, è ancora da completare e siamo tuttora alla fase delle idee, delle ipotesi
e nel migliore dei casi, dei progetti che dovranno passare successivamente al vaglio degli snervanti iter della burocrazia ministeriale.
Le popolazioni delle zone di valle si sentono indifese pro. prio perché nessun provvedimento organico e stato adottato per un intervento radicale a monte dei centri abitati. Tùtti sappiamo che il carattere torrentizio dei fiumi
e dei corsi d'acqua minori in Toscana è una conseguenza del disordine nell'agricoltura
e nella montagna con gravi implicazioni ai fini del rinvigorimento della falda treaties e dell'apprivvigionamento per uso idro-potabile. La stessa disciplina dei prelievi di materiale inerte (sabbia e ghiaia) non risponde ad alcuna linea logica ed avvien ein una sarabanda di autorizzazioni e divieti emessi contraddittoriamente dagli stessi organi ministeriali in palese conflitto con altri organismi periferici. Vale la pena di ricordare che l'ENEL — dal quale dipendono le dighe di Levane e I,s Penna -- procede secondo un proprio piano meramente aziendale e ff-naliarato alla ricerca di energia, prescindendo dall'interesse generale; cost ootne si ignorano le soluzioni previste dal piano regolatore generale degli acquedotti.
Un batlamme di competenze dunque. all'insegna della provvisorietà, e della pretesa (inaccettabile) di distinguere tra opere ad effetto Immediato (e transeunte) e oliere ad effetto ritardato (sistemazioni idraulico-agrarie ed idraulico-forestall).
Se M valutano le soluzioni presentate dalla commissione interministeriale -- presieduta da De Marchi -- e dalla relazione Suina, in ordine al problema dell'Arno, ci si rende conto che esse sono ispirate dalla preoccupazione preminente di difendere Pi. renze da eventuali alluvioni, anziché affrontare íl problema alla luce della utilizzazione razionale delle risorse idriche (usi multipli) con interventi a monte del serbatoi per il consolidamento dal suolo, con massicci rimboschl-menti e con la presenta dell'uomo e della sua operosità nella campagna e In manta-
Un tale discon'ro p
ne. cotne le presuppone
precise
oó ba, s sinprimo luteo ttics m precisa volontà politica ancorata saldr►nente, agli interessi generali della comunità e delle popolazioni. Ecco ailo-ra l'esigenza di alcuni provvedimenti indifferibili quali la plubblicizzazione di tutte le acque di superficie, la revisione delle autorizzaziont e dei disciplinari di concessione, la riforma del testo unico sulle acque e gli impianti idrogeologici, la dichiarazione di pubblica utilità delle opere relative alla stabilizzazione del suolo e della difesa idraulica, la necessità cii affidare un ruolo primario alle Regioni alle Province e ai Comuni, la valorizzazione delle risorse idriche per un uso coordinato e razionate (potabile, irriguo, industriale e igienico-sanitario) misure di riforma agraria per assicurare — insieme a migliori condizioni di vita — la stabilità dei nuclei familiare nella agricoltura e in montagna, la riforma urbanistica per un assetto del territorio svincolato e contrapposto agli interessi privati, la instaurazione infine, di un sistema di controllo automatico delle piene.
I fiorentini sanno di queste inadempienze, sentono la colpevole assenza del governo, dagli organi centrali e periferici e protestano con l'amara ironia che li distingue accompagnata da una presa di coscienza sempre più diffusa che, pur partendo dalla motivazione drammaticamente presente dell'alluvione, risale alle radici più protondr della società e delle sue contraddizioni. Proprio in questi giorni i rappresentanti dei diecimila operatori economici alluvionati, stanno battendosi alle porte degli uffici ministeriali per ottenere un differimento (di almeno 5 anni) della restituzione dei mutui contratti all'indomani del disastro al tasso del 3`;',-). Anche in questo caso la sordità governativa è stata totale e in tre anni i fallimenti, le chiusure di negozi, i cambiamenti di gestione hanno triplicato le medie del periodo precedente, provocando un vero
e proprio sconquasso in una economia gib di per sè fra. gile e frammentaria,
Colpevole
incuria
ßll abitanti delle zone alla periferia — che furono i protagonisti di quella fioritura di vitalità democratica che trovò espressione nella formula originale ed unitaria dei consigli di quartiere — stanno dando vita a forti movimenti dl protesta, come a Ro-vezzano, Gavinana, Santa Croce. I mille abitanti di uri quartiere fiorentino torternen. te colpito dall'alluvione, porteranno domani una mostra in Piazza Signoria per denunciare la colpevole incuria delle autorità governative e comunali a diatansa dl tre anni dal tragico 1996. A livello degli enfi! locali diretti dalle fora• di sinistra, gli Impegni sono multiformi: il prossimo novembre saranno presentate dall'assessorato alla agriooltura della A:nsninistra- zione provinciale di Firenze, le risultanze e le finalità di una indagine dettagliata su tutto il territorio, intesa a dimostrare la possibilità di costruire un sistemo di piccoli invasi nel quadro delle esigenze della sistemazione idraulica e di quelle agro-economiche. Vi parteciperanno pubblici amministratori, organizzazioni delle categorie lavoratrici e professionali, tecnici ed esperti.
Il 14 novembre si terrà un convegno nazionale dei comuni, province ed altri enti montani, indetto dalla Lega per le autonomie ed i poteri locali allo scopo di proporre soluzioni per 4 territori montani. Nel mese di dicembre avrà luogo un convegno per la sistemazione idrogeologica del bacino dell'Arno promosso dalle amministrazioni provinciali e comunali toscane interessate. Infine, il 15 novembre, avrà luogo la seconda assemblea nazionale delle Regioni, delle Province e dei Comuni alluvionati.
Giovanni Lombardi
II 15 novembre a Firenze
Assemblea nazionale
sui problemi
delle zone alluvionate
Una dichiarazione del presidente dell'amministrazione provinciale Elio Gabbuggiani
II 15 novembre avrà luogo a Firenze la seconda assemblea nazionale delle Regioni, delle Province e dei Comuni alluvionati per fare il punto nella attuale grave situazione e per rinnovare la richiesta al governo dl convocare una conferenza nazionale sulla difesa del suolo e la regimazione delle acque. A proposito di quests iniziativa il presidente della provincia. Elio Gabbuggiani, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione:
L'assemblea -- che ai terrà sotto il patrocinio dell'ANCI del-l'UCEM e dell'I7PI — hb lo scopo di trarre un bilancio del lavoro svolto e di puntualizzare la situazione quale oggi si presenta a otto mesi di distanza dal primo incontro fiorentino che tra l'altro precisò in un documento, dopo un ampio e appassionato dibattito, alcune richieste ed esigenze fondamentali per un avvio a soluzione dei problemi che stanno alla base delle ricorrenti catastrofi che funestano il nostro paese. Ease al con-cretizzano in alcuni punti che costituiscono tuttora la piattaforma su cui si svolgerà il dibattito all'assemblea del 15 novembre:
— CONVOCAZIONE, da parte del governo, della conferenza nazionale per la difesa del suolo e la regimazione delle acque;
— UNA LEGGI, ORGANICA per la montagna e l'utilizzazione, senza altra remora o indugio, dei fondi destinati alla difesa del suolo disponibili nei bilanci dei vari dicasteri, oltre a rapide procedure di approvazione e di esecuzione del programmi di ricostruzione dei centri danneggiati;
-- ADEGUAMENTO del livello dei servizi degli uffici centrali
e periferici dello stato con personale specializzato, consentendo inoltre l'inserimento di questo anche negli organici degli anti locali;
- INSERIMENTO, con adeguata priorità, del problema del suolo nel preannunciato quaderno delle opzioni che saranno alla base del secondo piano quinquennale per lo sviluppo economico;
— ISTITUZIONE di un unico centro responsabile per la si-atemaaione e difesa del suolo e per la regimazione delle acque con la plena ed effettiva partecipazione degli anti locali delle
none interessate;
— PREDISPOSIZIONE di un adeguato servizio dl difesa civile fondato sulla determinante partecipazione degli enti locali, ai quali dovranno essere forniti adeguati mai • strumenti operativi.
Poiché -- com'è facile costatare — i problemi che costituirono oggetto di esame nell'assemblea del 22 marco, pur e sendo in coreo studi e indagini da parte della commissione De Marchi e di una commissione senatoriale, rimangono drstnmati-cammer►te aperti, il comitato di coordinamento ritiene neossaario che i rappresentanti della comunità locali tornino di nuovo ad incontrarsi, insieme ai rappresentanti delle orgsnisaasioni sin-daoall di categoria, per discutere • decidere -- dopo gli fnoon-tri avuti oca Is presidestss delle due ars • ad s poi psr-
lan tentari, con la presidenze del c onsigno e il did la.
vori pubblici — le inisiativ più opportune atte a sollecitare
`gli !ntai 'enti rganici inni s stpensabill! ppermtedd itllaacs difesa del suolo a.
 
Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 8970+++
+MAP IN RIQUADRO ANTEPRIMA


Area unica
Testata/Serie/Edizione l'Unità | Nuova Serie(PCI) | Nazionale
Riferimento ISBD l'Unità : quotidiano degli operai e dei contadini. - A. 1, n. 1 (12 feb. 1924)-28 lug. 2000n. s.!, a. 78, n. 1 (28 mar 2001)-. - Milano : s. n., 1924!-. - Ill. ; 59 cm (( Il complemento del titolo varia in: organo del Partito Comunista d'Italia dal 12 agosto 1924. Nel periodo clandestino con periodicità settimanale ed irregolare al precedente complemento si aggiungono altri alternati tra cui: Giornale dei lavoratori italiani, nel 1942 Organo centrale del Partito Comunista d'Italia, dal luglio 1943 Organ... {L'Unità [quotidiano, 1924-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 11 Giorno: 4
Numero 0
Titolo KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1969 - - novembre - 4


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