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tipologia: Analitici; Id: 1464927


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Unità Nazionale
Rubrica od altra struttura ricorsiva
[editoriale] [Rinascita - mensile]+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
ANNO I - N. 3. Mens,Ie - 3.' greppo - Sped. in abboa. postale Agosto - .ettemhre 1944

LA INASC ITA
Unità nazionale
Non è da oggi che noi comunisti facciamo una politica di unità nazionale. Nè vogliamo riferirci soltanto all'elemento unitario e nazionale, animatore del pensiero e dell'azione politica di Antonio Gramsci, che ci guidò per due decenni in tutto il nostro lavoro. Nel corso di questi due decenni, di fronte a un paese oppresso e sconvolto da una fosca tirannide corruttrice e a un'opinione pubblica avvelenata da una sistematica propaganda di menzogne, il fermento purificatore e rinnovatore della nostra lotta non poteva non manifestarsi nelle forme polemiche più aspre, come negazione intransigente che investiva non solo l'aperto nemico, ma l'incerto, il dubbioso, il confusionario, il vile. Noi siamo stati lo strumento tagliente che penetra nella piaga, il fuoco che cauterizza, l'audacia che strappa le maschere, il grido che chiama a raccolta i coraggiosi, che scuote la gioventù e orienta le folle per le inevitabili battaglie contro l'oppressione politica e sociale. Sia- mo stati l'avanguardia che spezza gli ostacoli e apre il cammino. E' probabile, dunque, che in tutto questo lungo periodo il valore dell'gzione nostra core preparazione e premessa di una nuova e più alta unità di tutte le forze del popolo, non potesse essere compreso da tutti; nè vale la pena, oggi, di riaprire polemiche su cui si può dire che il giudizio definitivo è stato espresso dalla storia, e si manifesta attraverso la nostra stessa esistenza, la nostra forza, l'adesione che ci danno le masse-lavoratrici. Vogliamo dunque ri• ferirci oggi concretamente, quando parliamo della nostra politica di unità nazionale, alla posizione politica che il nostro partito assunse e propose a tutti gli altri partiti antifascisti dal momento in cui incominciò e essere chiaro per tutti che il fascismo, attraverso le sue avventure di guerra, portava l'Italia alla rovina. A tutti coloro che comprendevano questa prospettiva inevitabile, qualunque fosse la loro appartenenza sociale, la loro fede politica o religiosa, proponemmo di unirsi, ponendo come sola condizione la lotta comune per salvare il paese dalla catastrofe attraver so l'abbattimento del regime fascista, la distruzione radicale del fascismo e la restaurazione di tutte le libertà popolari. Quando si potrà fare la storia completa ed esatta del movimento di partiti e di popolo che attraverso una serie di contatti e assaggi preliminari, attraverso prove e sacrifici durissimi, da un lato mise capo prima alle manifestazioni e agli scioperi che precedettero il 25 luglio e poi al grandioso attuale movimento armato di partigiani, dall'altro lato dette vita e forma organizzata al Fronte di liberazione nazionale, — quañdo si potrà fare la storia corn-pleta ed esatta di questo movimento, si arriverà alla conclusione che il nostro partito è stato in esso la forza più decisamente nazionale e più conseguentemente unitaria. Non riuscirà quindi a nessuno, nè in questo momento nè domani, di strapparci dalle mani questa bandiera.
La nostra politica di unità nazionale parte prima di tutto dalla coscienza precisa della catastrofe a cui è stata portata l'Italia. Noi non ci facciamo nessuna illusione di nessun genere. Non solo vediamo la entità paurosa delle distruzioni che ne circondano, non solo conosciamo la miseria spaventosa del popolo e le prime note di vera disperazione che salgono dal cuore delle masse lavoratrici, ma sappiamo che nemmeno oggi non possiamo ancora dire che non siano più in giuoco l'indipendenza e l'unità stessa del nostro paese. Esse sono e saranno salve soltanto nella misura in cui riusciremo a mantenere, sopra una base democratica e antifascista, la unità di tutte le forze veramente e sinceramente nazionali.
In secondo luogo noi siamo unitari e nazionali perché esprimiamo nella nostra politica quotidiana la volonta della classe operaia e delle masse lavoratrici che tutti i problemi urgenti del paese vengano affrontati e risolti tenendo conto esclusivamente dell'interesse generale della collettività di cui facciamo parte e che si chiama l'Italia, e non dell'in-resse egoistico, ristretto, antinazionale, di questo o quel gruppo di grossi possidenti. di questa o quella casta di privilegiati e di parassiti.
La classe operaia italiana sa che non è oggi suo compito lottare per l'instaurazione immediata di un regime socialista Essa non
2 LA RINASCITA
dà l'ostracismo a nessun gruppo sociale e a nessun partito, purchè sinceramente e conseguentemente antifascista e democratico. Essa ha però davanti a sè alcuni obiettivi per cui sa di dover impegnare tutte le sue forze. Essi sono: la cacciata dei tedeschi dal nord, la bolo sconfitta definitiva e lo sterminio dei traditori fascisti; la distruzione del fascismo e la fondazione di un regime democratico progressivo, cioè la creazione di condizioni economiche e politiche tali per cui il fascismo non possa risorgere mai più; e infine, la soluzione urgente dei problemi della guerra e della ricostruzione del paese in uno spirito di solidarietà nazionale e nell'interesse di tutto íl popolo. Il complesso di questi problemi e delle loro soluzioni offre le grandi linee dei programma di quello che noi chiamiamo
fronte nazionale », ed è lottando per la realizzazione di questo programma che la classe operaia adempie là propria funzione.
E' evidente, quindi, che sarebbe assurdo pretendere che la nostra politica di unità frazionale significasse rinuncia alla vigilanza continua e alla lotta per la realizzazione del programma da cui dipende la salvezza del nostro paese, — lotta, intendiamo, non soltanto contro il nemico aperto, cioè contro il tedesco invasore e il fascista ai suoi servizi, ma lotta altresì contro tutti quegli uomini, quei gruppi, quelle posizioni, quelle correnti che, legati alla difesa di interessi privilegiati, non sono capaci di elevarsi alla comprensione dell'interesse generale del paese. Nelle regioni occupate del Settentrione è certo che non si sarebbe mai arrivati alla situazione odierna di vera e generale insurrezione armata di intiere regioni contro f tedeschi se le avanguardie dei lavoratori più combattivi non soltanto avessero per prime impugnato le armi, ma se i loro rappresentanti nei Comitati di liberazione non avessero a passo a passo spezzato le incomprensioni, le diffidenze, le resistenze di uomini e di partiti più solleciti della loro tranquillità momentanea o di un interesse particolare che dell'interesse e dell'onore della nazione. Lo stesso avviene ed è inevitabile avvenga nelle regioni già libere, quando dalle astratte dichiarazioni unitarie, antifasciste e patriottiche si scende ai fatti concreti, e si incomincia a esigere che sul serio vengano eliminati dalla vita pubblica e puniti gli autori della catastrofe del paese e coloro che ne hanno tratto profitto, che sul serio si pensi al di sopra di ogni cosa a far la guerra per schiacciare i tedeschi, che sul serio si restituiscano al popolo tutti i diritti che gli sono stati strappati, che sul serio ci si avvii a un regime di democrazia, che sul serio si tenga conto, al di sopra di ogni altra cosa, dei bisogni e degli interessi dei lavoratori, stragrande maggioranza, anima e nerbo della nazione. Il rimescolio che oggi avviene in determinati partiti politici, le polemiche attorno al governo, alla sua composizione, al suo programa, alla sua at tività, e in particolare le campagne che vengono condotte contro gli elementi plu decisi
e attivi del fronte nazionale, hanno tutte le loro origini in questo contrasto tra le parole
e i fatti, tra ciò che oggi tutti sanno di dover dire se vogliono potersi decentemente presentare alle masse del popolo, e ció che determinati gruppi politici e sociali non voaiiono a nessun costo che venga fatto, perche ciò segnerebbe la fine, o almeno l'inizio della fine delle loro posizioni di privilegio
A tutto questo noi reagiamo e non possiamo reagire che in un solo modo: mantenendo inflessibili la nostra esigenza che in tutti i campi della vita nazionale venga fatta una politica di guerra e una politica decisamente antifascista e democratica senza riserve e, nello stesso tempo, non attenuando in nessun modo il carattere unitario e nazionale di tutta la nostra azione, cioè continuando a batterci per la unità di tutte le forze sinceramente nazionali nella lotta per la liberazione, la re • denzione, la rinascita del popolo italiano.
Troppo farebbe comodo, ai gruppi che non !!anno ancora rinunciato a far risorgere dalle rovine del fascismo un'Italia reazionaria e antipopolare, che l'avanguardia della classe operaia e delle grandi masse lavoratrici si lasciasse oggi spingere in una posizione di esasperato settarismo, rinunciasse alla sua funzione unitaria e nazionale, e separata dalle grandi masse del popolo impegnasse le sue forze in non sappiamo quali stolide avventure. I figli migliori della classe operaia combattono oggi con le armi in pugno contro i• tedeschi. Organizzati in solide e numerose formazioni militari, soggetti a una disciplina che essi stessi si sono data, essi hanno liberato e tengono nelle loro mani zone intie-re del territorio nazionale, dove fanno sventolare, in attesa dell'avanzata dei vittoriosi eserciti Alleati, la bandiera dell'antifascismo
e della libertà. L'azione loro è monito ed esempio per tutta l'Italia, ed è ad essa che noi ci ispiriamo. A coloro che ricalcando le orme del fascismo diciannovista osano coprire la difesa dei loro privilegi o di quelli dei loro padroni con le campagne per dimostrare che le masse operaie e lavoratrici, con la loro esigenza di totale distruzione del fascismo
e con le loro rivendicazioni di giustizia sociale sarebbero un elemento perturbatore della pubblica quiete, noi additiamo l'eroismo della nostra classe operaia nel Settentrione e diciamo che esso è fino ad ora, insieme colf azione purtroppo ancora liri..tata dei nostri soldati e marinai, il contributo più valido che sia stato dato alla nostra .rbera-zione e resurrezione. Per questo la classe operaia e i suoi partiti hanno il diritto di tenere alta nelle loro mani la bandiera de11'unità nazionale antifascista, e attorno a questa bandiera rimarranno uniti tutti i sani elementi della nazione.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30908+++
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Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 8
Numero 3
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 3 - agosto


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