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Il segmento testuale zifasciste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 7Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 59

Brano: [...]particolare nel settembre (con l’unica eccezione del capitano Luigi Bertozzi (Giberto) come capo di stato maggiore) e nel novembre di quell'anno, al momento della trasformazione della brigata in divisione, la 12a « Nedo ».

Luglioagosto 1944

Formatasi in uno dei periodi di maggiore sviluppo del movimento di resistenza (al quale fece riscontro, nell’evolversi delle vicende belliche, il ritiro dalla zona di una parte consistente delle forze nazifasciste), la Brigata «Nedo» si

trovò ad affrontare un duplice ordine di problemi che ne ritardarono di qualche mese il lavoro organizzativo interno: la « Zona libera », creatasi in alcune vallate del Biellese orientale in seguito* allo spostamento dei reparti fascisti e tedeschi, pose ai partigiani impegni di nuovo genere, civile ed economico, nei rapporti con la popolazione del luogo; nello stesso tempo, il contrattacco che il nemico non tardò a muovere tenne costantemente sotto pressione, nei mesi di luglio e agosto, le formazioni garibaldine ancora in attesa di una definitiva riorganizzazione. [...]

[...].), dal 2 alI’8 luglio, l’attacco portato dai nazifascisti alla vai Sesia e, sul fianco destro delle forze di Moscatelli, alla vai Sessera; poi subire il rastrellamento che ingenti reparti fascisti, condotti da ufficiali tedeschi, mossero direttamente, a partire dal 19 luglio, alle montagne del Biellese orientale.

Nello scontro di Monte Barone (v.) gli uomini della « Nedo », circondati dalle truppe nemiche, riuscirono a filtrare tra le file nazifasciste e giungere a valle, lamentando due sole perdite.

(« Nulla è caduto nelle mani del nemico » si legge nel comunicato del 25 luglio).

In agosto, riottenuto il controllo della zona, i comandi nazifascisti insistettero, con una serie di operazioni rapide e continue, nel tentativo di disperdere jl movimento partigiano: sono di questo periodo, in risposta agli attacchi dei ribelli,

Addestramento di reclute partigiane della Divisione « Nedo »



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 399

Brano: [...]rtigiani erano un centinaio, ma soltanto una cinquantina dotati di armi. I tedeschi, appoggiati da truppe di cosacchi e di fascisti, toccavano il migliaio e disponevano di armi pesanti. Un colpo di mortaio segnò l’inizio della battaglia, tra le sette e le otto del mattino. Bella la giornata, il sole illuminava già I fianchi della montagna. Al ritmo sordo del colpi di mortaio si unì il crepitio delle mitragliatrici e della fucileria. Le colonne nazifasciste avanzavano su varie direttrici in direzione di Buglio. I cosacchi per primi entrarono in paese, sparando all’impazzata anche dove nessuno si parava davanti a loro. Dietro venivano i tedeschi e poi i fascisti. La lotta fu breve, ma furibonda; contro la superiorità del numero e delle armi non era sufficiente il coraggio dei partigiani. Questi, dopo mezz’ora dall'inizio della battaglia, furono costretti a battere in ritirata, mentre le prime colonne di fumo si alzavano dalle case incendiate. Buglio era a ferro e a fuoco ».

I partigiani fucilati

« Il buon Clemente Valeni, benché Io avessero[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 91

Brano: [...] e allievo ufficiale all’Accademia militare di Modena. L’8.9.1943, allievo presso la Scuola di applicazione di Parma, dopo un coraggioso tentativo di opposizione ai tedeschi fu catturato e rinchiuso nella Cittadella. Riuscito successivamente a evadere, raggiunse il fratello in vai Strona e qui combattè nella formazione partigiana comandata dal capitano Filippo Beltrami (v.).

Il 13.2.1944, a Megolo, in un conflitto contro preponderanti forze nazifasciste che avevano accerchiato il Comando partigiano, Antonio Di Dio cadde, falciato da una raffica di mitragliatrice, assieme al suo comandante e ad altri 11 compagni. Alla sua memoria l’Università di Pavia ha conferito nel 1946 la laurea « ad honorem ».

Antonio Di Dio

Di Donato, Antonio

N. a Cerignola (Foggia) il 7.9.1896; impiegato. Nel 1926, proveniente dalle file del movimento sidacalista rivoluzionario, si iscrisse al Partito comunista.

Attivo antifascista, nel 1937 fu deferito al Tribunale speciale con la accusa di essere in contatto con Giuseppe Di Vittorio e di aver organizzato [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 416

Brano: [...]isogni e con l’esigenza dell’azione ai fini della liberazione. Esemplare, nel duro inverno 19441945, lo scritto apparso sul numero del gennaio 1945 in risposta a speculazioni propagandistiche dei fascisti: « Non si tratta di prendersela col bottegaio, come vorrebbero i provocatori: i magazzini tedeschi e fascisti, i grandi depositi sono colmi di ogni ben di Dio. La lotta compatta di tutto il popolo contro la fame, le deportazioni e le violenze nazifasciste, il vuotamento degli ammassi che servono ad alimentare la loro guerra di sterminio, è un aspetto importantissimo della lotta di liberazione nazionale e serve a preservare la salute e la vita del popolo combattente [...]. Non vi è altra via, oggi per vivere ».

E nel numero successivo (marzo 1945) si affermava che occorreva « garantire il pane al popolo » subito e per il futuro e che quindi bisognava « seminare » per il raccolto che sarebbe maturato per l’Italia liberata. Seminare « a qualunque costo », contro il volere dei fascisti e dei tedeschi i quali vi si opponevano proprio perché non [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 782

Brano: [...]rittivo, cfr.: C. Cass. 26.10.1948 (in «Rivista penale», 1949, II, p. 66); C. Cass. 3.2.1950 (in « Rivista penale », 1950, II, p. 516); C. Cass. 15.1.1951 (in «Giustizia penale », 1951, II, p. 623) ecc..

Analogamente restrittiva fu l'interpretazione degli « atti diretti a frustrare l'attività bellica delle truppe tedesche o di chi ad esse prestava aiuto ». I giudici spesso richiesero che la « frustrazione » si fosse verificata, che le forze nazifasciste avessero subito un danno di tale rilevanza da rimanere interdetta la loro attività militare in una zona sufficientemente vasta. Non si teneva così in nessun conto il dato letterale della norma che voleva soltanto degli « atti diretti

a... », compiuti « anche isolatamente come militare, come civile... ». Fu la stessa Cassazione a temperare, in qualche caso, gli eccessi di zelo dei tribunali:

« La ristretta interpretazione del verbo "frustrare” basata sul significato etimologico della parola, così come ha ritenuto il Tribunale, porterebbe alla inapplicabilità, nella quasi totalità dei cas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 672

Brano: [...]
Il comandante partigiano Gismondo Veroni in un ritratto del pittore sovietico Zukov

Verretto, Scontro di

Fin dall’8.3.1944, a Castelletto di Branduzzo (Pavia) un gruppo di partigiani aveva dato vita a quella che sarebbe diventata la 115a Brigata “Gramigna” della pianura pavese. Organizzatori della formazione erano Carlo Boldizzoni, Ermanno Gabetta (v.) e Roberto Vicini.

Dopo il rastrellamento attuato nel novembre 1944 da grosse unità nazifasciste nell’Oltrepò Pavese (v.), tra il 4 e il 6 dicembre furono catturati, sottoposti a tremende torture e trucidati a Castelletto i partigiani Franco Bernini, Candido Savi, Sandro Casarini, Battista Longhi, Celso Civardi e Giuseppe Barbieri. Proseguendo nella durissima azione repressiva, all’alba del 2 gennaio le Brigate nere di Pavia circondarono, nella campagna tra Verretto e Lungavilla, una casupola isolata dove avevano trovato momentaneo rifugio Ermanno Gabetta, Giovanni Mussi ni, Ferruccio Lui ni e Pietro Rota. Respingendo ogni sollecitazione ad arrendersi, i quattro partigiani si accinsero a[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine zifasciste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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