Brano: [...] esse. E gli spiriti più onesti si mettono alla ricerca delle cause di questa sconfitta. Una vasta opera di autocritica si inizia. I più decisi in quest'opera sono i giovani. ...Questa gioventù intellettuale, cresciuta anch’essa sotto l'influenza crociana della filosofia idealista, priva di educazione marxista, anche a causa della povertà del marxismo italiano, e toccata anche da un poco di pragmatismo, di volontarismo (l’influenza del movimento vociano e del sorelismo) aveva accettato il carattere morale della lotta antifascista, vedendo — però — nella " questione morale " non una semplice determinazione delle singole responsabilità dei capi fascisti in questo o in quell’assassinio, ma tutto il problema della ” liberazione ” del popolo italiano, della sua cosciente partecipazione alla vita politica. La vittoria della battaglia antifascista voleva dire per questi giovani la liberazione del proletariato dalle ideologie riformiste e corporativiste; l’entrata delle grandi masse contadine sulla scena politica e la loro partecipazione attiva e au[...]
[...]oro partecipazione attiva e autonoma nella vita nazionale: l’abbandono da parte della piccola borghesia del vecchio abito spirituale, fatto di ipocrisia, di scetticismo, di meschino egoismo personale. In queste loro aspirazioni essi volevano riattaccarsi, compendiandoli e superandoli in un’unica nuova esperienza politica, ai movimenti liberali dell’anteguerra: al sindacalismo antiriformista e meridionale; al
l'Unità di Salvemini; al movimento vociano. ...Nel seno dell’Aventino avevano rappresentato una forza di propulsione e di critica. Logicamente, dunque, a sconfitta certa, esse dovevano essere le prime a darsi ad una opera di revisione, condotta freddamente, senza sentimentalismi, senza pietà per i ” vecchi ”. Quest’opera di critica è riassunta nel nome e nell’opera di Piero Gobetti. Rivoluzione Liberale rappresentò, per lutti i giovani antifascisti italiani, settima
na per settimana, la voce di una critica che spezzava i legami del passato, e indicava la grande forza del domani: quella del proletariato. Gobetti non era comunista e [...]