Brano: Valsesia
Cenni storici
Verso il 1300 le popolazioni della Valsesia, stanche delle continue occupazioni e angherie, costituirono la Comunità generale dei liberi comuni valsesiani. Attratto da quel clima di libertà, l'eretico fra' Dolcino, capo della setta apostolica e valsesiano di origine, che si batteva per un programma di giustizia sociale e contro la corruzione dilagante fra l’alto clero, si trasferì in Valsesia, asserragliandosi con 4.000 seguaci sul monte San Bernardo di Trivero presso Biella. Dopo un anno e mezzo di assedio il frate ribelle dovette arrendersi per fame alle truppe dei vescovi di Novara e Vercelli. Catturato, fu bruciato sul rogo a Vercelli. Nonostante quella sconfitta, le lotte dei valsesiani contro la tirannia durarono ancora per secoli, praticamente fino all’epoca della rivoluzione francese.
Lotte dei movimento operaio
Il rapido svilupp[...]
[...]nate da una aggressiva squadraccia fascista, autodenominatasi “i lupi della Valsesia” e capeggiata da un certo ragioniere Gallarotti di Quarona. Dopo l’avvento della dittatura numerosi lavoratori continuarono a lottare, come sarà testimoniato dai deferimenti al Tribunale speciale, dagli invii al confino, dalle diffide e dalle ammonizioni, mentre gran numero di antifascisti sarà costretto a emigrare.
L’episodio più importante dell’antifascismo valsesiano fu l'ondata di arresti operata dall’Ovra nell’estate del 1938: furono arrestate oltre 20 persone, alcune delle quali vennero deferite al Tribunale speciale o inviate al confino. Tra i condannati si ricordano: Pietro Vigna (v.), Attilio Rota (v.), Giuseppe Bussa, Vincenzo Francione, Luigi Bertona, Car
lo Calatroni e Michele Previati. Furono invece inviati al confino Antonio Canna, Giuseppe Bolla, Gaetano Falotico, Gino Lombardi e Angelo Araldi. Tutti questi antifascisti facevano parte di due gruppi clandestini collegati tra loro, uno dei quali era anche collegato con il gruppo socialista “E[...]
[...]o e altri.
Guerra di liberazione
Come risulta dalla relazione del comandante militare Eraldo Gastone (v.) e del commissario di guerra Cino Moscatelli (v.) per la proposta di concessione di Medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana alla Valsesia, la lotta di liberazione ebbe qui un avvio di massa immediatamente all'indomani dell’armistizio annunciato alla radio dal maresciallo Badoglio.
Il 9.9.1943 sorse infatti il “Centro Valsesiano di Resistenza”, composto da rappresentanti di tutte le forze politiche. Programma del Centro: raccogliere e organizzare gli sbandati, assisterli e metterli in grado di affrontare la lotta; sostituirsi alle autorità fasciste nella direzione della vita civile.
L’attività del Centro, diventato poi C.L.N., fu fin dai primi giorni frenetica per l’organizzazione dei primi gruppi di partigiani, per assistere circa 2.500 soldati sbandati e rendere loro possibile il ritorno ai luoghi d’origine, per aiutare circa 100 perseguitati razziali e oltre 500 ex prigionieri alleati che intendevano raggiunger[...]