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Il segmento testuale valligiani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 38Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 529

Brano: [...]lti dal dolore, ripa* rarono ad Arzignano, ad Altissimo e in altre località. Anche Crespadoro rimase deserta. Per ostacolare l’ulteriore sviluppo del rastrellamento, nella notte del 7 luglio i partigiani fecero saltare alcuni ponti lungo la strada ChiampoCrespadoro. Alla sera dell’8 luglio un soldato tedesco, reduce da una rappresaglia a Crespadoro, fu ucciso da patrioti a Marana. L’indomani il villaggio venne bombardato con i cannoni e numerosi valligiani perirono sotto le granate, il 10.7.1944 — mentre il rastrellamento era ancora in corso — un distaccamento partigiano, con audace colpo di mano, senza colpo ferire riuscì a liberare nel comune di Chiampo 30 renitenti alla leva che erano stati catturati dalla Guardia repubblicana. Ma da Ferrazza a Campodalbero non una casa fu salva. Le vittime di quelle feroci rappresaglie furono 48, di cui 21 a Crespadoro (Girolamo Bause, Romano Cocco, Antonio Colombara,

529



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 622

Brano: [...]catenarono un nuovo e più massiccio rastrellamento sulla montagna lecchese, che si concluse con la temporanea dissoluzione della 55a « Rossélli », dopo una resistenza durata tutto ottobre e novembre. La lotta impegnò oltre 10.000 uomini, tra militi della Guardia nazionale repubblicana, fascisti della X Mas,

S.S. italiane e Alpenjaeger. Ritirandosi verso il Bergamasco, la Valtellina e la Svizzera, i partigiani lasciarono 130 morti, e oltre 500 valligiani furono deportati. Nella sola Valsassina furono distrutte circa 700 baite, case e rifugi.

Nel Comasco, dopo un fallito attacco partigiano contro Lenno avente l’obiettivo di catturare il ministro repubblichino deH’Interno BuffariniGuidi, e nel corso del quale caddero il comunista Alfonso Lissi e il capitano Ugo Ricci, i fascisti impiegarono oltre 2.000 uomini in un rastrellamento della zona. Questa operazione portò, all'altezza di Dongo, alla cattura del Comando della 52a Brigata: il commissario politico, il comunista Enrico Caronti, fu sottoposto a sevizie e infine ucciso davanti al cimiter[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 401

Brano: [...]e le tradizioni risorgimentali: il 24.5.1848, soffocata l’insurrezione antiaustriaca in Udine, il generale Nugent volle inviare 200 soldati contro il Cadore attraverso il Fornese, ma qui gli austriaci vennero fermati e ricacciati al cosiddetto Passo della Morte da un centinaio di cadorini e fornesi al comando di Pier Fortunato Calvi. A un secondo attacco, compiuto dagli austriaci l’1 giugno con circa 3.000 soldati, resistettero valorosamente 200 valligiani, ma l’indomani gli imperiali occuparono il villaggio, dandosi per quattro giorni a un barbaro saccheggio.

Nella Resistenza

Durante la Guerra di liberazione la zona ospitò uno dei presìdi partigiani della Carnia (v.) e fu ripetutamente teatro di rappresaglie.

In seguito all’attacco portato contro una colonna fascista il 24.5. 1944 in località Rioverde, e dopo che il 25 maggio era scaduto il bando per la consegna del bestiame che i fornesi si erano rifiutati di dare aH’ammasso, il comandante del’ presidio tedesco Rainer ordinò un’azione punitiva contro la popolazione di Forni di Sotto.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 487

Brano: [...]per le armi.

Alcuni reparti della divisione si spinsero a nord verso l’alta Valsugana, alle spalle dell'altipiano di Asiago, e operarono fra Grigno, Borgo e Pergine; in questa ultima località Mirko attaccò con il suo distaccamento una colonna tedesca, distruggendo 7 automezzi e uccidendo 12 soldati nemici.

Fra le molte altre azioni di questa unità, composta di elementi selezionati (nella quasi totalità giovani montanari, operai e contadini valligiani) spicca l’assalto alla caserma degli allievi della G.N.R. di Tonezza: con grande decisione, una quarantina di uomini al comando di Turco attaccò circa 200 fascisti, mettendone ben presto fuori combattimento alcune decine e costringendo gli altri a sgombrare definitivamente l’altipiano.

Divisione «■ Pino »

Comandata da Marte e composta da circa 500 effettivi e 300 « territoriali » (patrioti militanti nelle S.A.P.), aveva le sue basi nella parte occidentale dell'altipiano di Asiago, a contatto con la « Sette Comuni » e la Divisione « Ortigara », formazioni non garibaldine. La « Pino » ope[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 761

Brano: [...]ne della vai d’Àupa e della frazione di Stavoli si sviluppò la lotta armata. Qui operarono la Divisione Garibaldi « Carnia » e la 5a Divisione « Osoppo », nelle quali confluirono anche reparti di carabinieri e guardie di Finanza precedentemente posti a difesa del confine.

Per assicurarsi le comunicazioni con l’Austria, i tedeschi insediarono a Moggio unità della Wehrmacht e di S.S. alpine addestrate per la repressione antipartigiana. Numerosi valligiani sospetti di collaborare con i patrioti furono arrestati e deportati. Nei giorni della Liberazione i partigiani riuscirono a salvare dalla distruzione il locale cartificio e la centrale elettrica. I tedeschi furono costretti ad arrendersi alle forze del C.V.L..

F.Vi.

Moggiona

Frazione di Poppi nel Casentino (Arezzo), durante la Guerra di liberazione fu teatro di una efferata strage nazista.

L'11.9.1944, di fronte alla ritirata tedesca, erano rimasti nel villaggio soltanto 15 abitanti tra donne, bambini e vecchi. Tutte queste persone vennero catturate e condotte in una cantina, dove[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 827

Brano: [...]rtirolo

Impervia zona dell’alta vai Camonica (v.), nel corso della Guerra di liberazione fu teatro di vari combattimenti tra formazioni delle Fiamme Verdi (v.) e nazifascisti.

Fin dal settembre 1943 si erano costituiti nella valle nuclei di militari sbandati (in gran parte alpini) e di vecchi antifascisti locali. Tra i promotori della Resistenza armata vi erano sacerdoti come don Carlo Comensoli, don Giovanni Spiranti, don Mario Marniga, e valligiani come Remo Gulberti, Luigi Romei li (Bigio) e Antonio Schivardi (che verrà ucciso dai fascisti nel corso di un’azione di guerriglia il 13.8.1944). Costoro si diedero a una tenace azione di propaganda, incoraggiando i più attivi a compiere azioni di sabotaggio alle vie di comunicazione e alle linee elettriche.

Dal settembre 1944 i partigiani dell’alta valle furono inquadrati nella Brigata « Antonio Schivardi », appartenente alla Divisione Fiamme Verdi « Tito Speri ».

Battaglie e rastrellamenti

Nel novembre 1944, dati i rigori dell'inverno e prevedendo che la valle Camonica sarebbe stat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 461

Brano: [...]ll’ultimo scorcio di luglio, non un solo partigiano era caduto in mano al nemico. La Brigata aveva subito una quindicina di perdite, tra morti e feriti. Nel corso delle operazioni era stata individuata sol

tanto una sua base logistica, a Campofontana, dal Battaglione allievi ufficiali della G.N.R. di stanza a Boscochiesanuova, che aveva sequestrato alcune decine di fucili. Le valli invece erano state sconvolte ed erano morti una settantina di valligiani, alcuni sotto i colpi dell’artiglieria e tutti gli altri assassinati a freddo dai rastrellatori.

Tra i morti, si ricorda un contadino ottantenne, crocifisso l'8 luglio sul suo carico di fieno, lungo la strada FerrazzaCrespadoro. In quel medesimo giorno, una giovane donna fu uccisa insieme al bambino che invano aveva cercato di salvare. Il giorno successivo, il parroco di S. Pietro in Mussolino fu pugnalato e gettato morente nella sua chiesa, data alle fiamme. Oltre a ciò, vennero deportati una cinquantina di abitanti e buona parte del bestiame fu razziata. Malghe, contrade, borgate e alcun[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 465

Brano: [...]te da Valdagno e Chiampo, isolarono le colline del Faldo e cominciarono a setacciarle fittamente. Nella trappola si trovarono i partigiani del « Danton », quelli di un battaglione che stava formandosi al comando di Giorgio, e buona parte della Brigata Garibaldi « Stella ».

22 partigiani, tra cui Giorgio, caddero negli scontri lungo i sentieri e nei boschi tra Nogarole e Altissimo; 4 garibaldini, fatti prigionieri, furono trucidati insieme a 5 valligiani sulle alture sovrastanti la Piana di Valdagno.

Durante la notte i partigiani del « Danton », abbandonata la zona a piccoli gruppi, risalirono alla contrada Cracchi, nell’alta valle deli'Alpone, dove aveva sede il Comando della « Pasubio ». Il mattino dopo giunse la notizia che all’imboccatura di ognuna delle valli « partigiane » stavano raccogliendosi forti concentramenti di mezzi e truppe, mentre tutti i passi e le creste sovrastanti le testate delle valli dominate dai monti del Carega, Cima Posta e Pasubio erano già stati occupati da reparti tedeschi.

II nemico aveva potuto portarsi r[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 466

Brano: [...] =3; 1 al Gruppo comando = 1; 1 al servizio informazioni = 1; 3 alla riserva = 3; totale = 8.

Visto: Damker maggiore di gendarmeria. Firmato: Giesel primo tenente di compì, della Polizia di sicurezza e comandante di compagnia.

Gli ordini contenuti nel Piano di operazioni furono scrupolosamente rispettati dai rastrellatori. Duemila edifici (malghe, magazzini, stalle, case di civile abitazione, chiese) vennero rasi al suolo. Millecinquecento valligiani rimasero in quei giorni senza tetto.

Durante il rastrellamento di luglio erano stati totalmente o parzialmente distrutti in valle del Chiampo le contrade Conte di Marana, Lovari, Grobba, Cocco, Bertoldi, Lasta, Sartori, Molino di Altissimo, Banci, Bordelin di Sopra e Bordelin di Sotto, nonché i centri di Ferrazza, Crespadoro, San Pietro in Mussolino, San Pietro Vecchio, in valle d’AIpone e nella valle del Progno la stessa sorte era toccata alle contrade Pezzati, Montanari, Brusaferri, Lusi e Ragano.

Con il rastrellamento di settembre venne conclusa l’opera nelle località sopra citate e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 662

Brano: [...].9.1943, venne comunque a trovarsi in ottobre nella zona di Bedonia (Parma) e intorno a lui, attratti dalla sua spiccata personalità, si unirono una decina di giovani operai e studenti parmigiani, decisi a combattere contro i tedeschi.

In gennaio il gruppo si trasferì sul monte Nero in territorio di Ferriere (Piacenza) e costituì una banda divisa in 3 squadre. Alla fine deN’inverno la banda aveva raggiunto i 30 effettivi, per la maggior parte valligiani dell’alta vai di Nure. Il 17.5.1944 la formazione occupò l’abitato di Ferriere, liberandolo dal piccolo presidio repubblicano, e nel giugno occupò il limitrofo comune di Farini d’OImo, spingendosi poi fino al ponte detto della Carnia in territorio di Bettola (Piacenza), capoluogo della vallata fortemente presidiato dai nazifascisti.

Nel corso del combattimento per l’occupazione di Farini d’OImo cadde Ferdinando Guerci (v.), il cui nome di battaglia Caio sarà poi assunto dalla formazione.

Liberata a fine luglio anche Bettola, vi fu proclamata una « libera repubblica » che durò fino al 2.[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine valligiani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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