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popolazione (urbana. Ma questa ag ricol tura, considerata tra le più arretrate di Europa già prima della guerra, con il conflitto mondiale e con la guerra civile era scesa nel 1921 a una produzione lorda di circa il 60% rispetto a quella del 1913. L’industria, d'altro canto, era stata in gran parte distrutta dagli eventi bellici e dagli eserciti controrivoluzionari in ritirata: rispetto al 1913, nei territori dell’ex impero tzarista controllati dai bolscevichi, la produzione di nafta era ridotta al 40,90%, quella del carbone al 33,2%, l’energia elettrica al 26,7%. La produzione di carta era scesa al 31,7%, il burro al 24,0%, le macchine utensili al 20%, i tessuti al 20%, le calzature all’11,3%, l’acciaio al 5,2%, j laminati al 4,7%, lo zucchero al 3,8%, il cemento al 4,2%, i minerali di ferro al 2,1%, e così via. Inoltre la Russia tzarista non possedeva alcun impianto atto a produrre trattori, automobili, fertilizzanti chimici, aeroplani.

In tali condizioni era giocoforza amministrare e distribuire le poche risorse disponibili secondo criteri centralizzati e stabilendo un ordine prioritario dei bisogni. Doveva essere abolita l’economia di mercato e tutte le attività economiche dovevano essere nazionalizzate. A ogni cittadino doveva essere assicurata una ragione alimentare minima (paiok), appena sufficiente per sopravvivere, mentre ai contadini venivano requisiti l’intero prodotto eccedente allo stretto fabbisogno familiare e[...]