Brano: [...]arsi su posizioni riformiste, per le quali il rapporto con le altre forze della sinistra era evidentemente un elemento condizionante.
È un fatto che, nato II Lavoratore, organo del socialismo trevigiano, il 12.8.1899, nel numero del 23 settembre di quell'anno si legge addirittura un articolo tutto sommato di difesa della partecipazione del riformista Millerand al governo francese, articolo che la dice lunga sulla linea politica dei socialisti trevigiani in quel momento.
Socialisti e cattolici
Dominata dalla figura di Cleanto Boscolo, vero padre e nume tutelare del primo socialismo trevigiano, fino alla svolta rappresentata dall’impresa di Tripoli e dal congresso di Reggio Emilia, la vita della Sezione socialista, della rappresentanza consiliare e degli ancora sparsi organismi sindacali che si riconoscevano negli ideali socialisti, fu piuttosto presa dal gusto delle cose concrete, dei problemi reali, della soluzione giorno per giorno di quanto veniva proposto da una realtà locale non sempre accattivante, anziché dal dibattito ideologico[...]
[...]ealtà locale non sempre accattivante, anziché dal dibattito ideologico e dalle contrapposizioni di corrente pur vive sul piano nazionale. Ad esempio, non si registrò in città la presenza di sindacalisti rivoluzionari, così come mancò nel dibattito di partito ogni accenno a essi e alle diatribe che portarono alla loro espulsione, quindi alla nascita dell'U.S.L Un tratto caratteristico che sembrò assorbire quasi del tutto le energie dei socialisti trevigiani fu l'acceso anticlericalismo, accompagnato spesso da un’acre polemica antireligiosa intesa a vincere, come si può facilmente desumere dalla lettura del “Lavoratore”, quella che si riteneva essere una persistente forma di superstizione legata a medioevali residui di ignoranza, in nome di una visione scientistica e positivistica della realtà, di cui il marxismo si pensava fosse il coronamento ed il finale inveramento. Sia chiaro che ciò rientrava in un momento polemico vivace anche sul piano nazionale e legato a una visione del socialismo come nuova fede e soluzione globale dei problemi della v[...]
[...]iamato un organizzatore capace ed introdotto nel mondo del lavoro quale Giuseppe Corazzin con il preciso intento, come scriverà Silvio Tramonta, « di creare un gruppo di giovani preti e laici, propagandisti delle idee cattoliche, per arrestare il diffondersi di quelle socialiste e repubblicane ».
Allo stesso programma appartenne anche la formazione, nel 1910, del Sindacato veneto dei lavoratori della terra, nel quale così larga parte ebbero i trevigiani, dal Corazzin a Cappellotto; un sindacato che rispose sì alla logica della coordinazione delle leghe bianche, ma anche alla logica della contrapposizione frontale al ritmo di diffusione, sul territorio, della propaganda e delle organizzazioni socialiste.
La battaglia anticlericale fu particolarmente accesa a Treviso ed essa non si limitò alla polemica verbale, ma in alcune circostanze trascese nello scontro fisico, al punto di preoccupare le autorità e i più responsabili tra i dirigenti delle due parti in lotta. Sicché, su sollecitazione e con la mediazione del Prefetto, il 23.5.1910 si gi[...]