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Il segmento testuale sicilianista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 368

Brano: Palermo

tivi di linea fondamentali alle successive rivoluzioni del '48 e '60. Il fallimento di quell'esperienza servì intanto a un primo tracollo del mito sicilianista di una « nazione siciliana » separata dal Regno delle due Sicilie, e se esasperò la insofferenza antiborbonica dei gruppi dirigenti legati a quella tradizione conservatrice di cui era un frutto (sia pure con mediazioni innovatrici) la Costituzione siciliana del 1812, obbligò tuttavia a una riflessione critica che si proiettava già fuori dalle angustie insulari, collocando finalmente la « questione siciliana » in quella più complessa e realistica di uno Stato italiano.

Il ’48 palermitano (pur se condizionato da una certa componente separatista) rappresentò così un notevole salto di qualità [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 108

Brano: Trapani

vo ericino si ebbe intorno al 19091910, quando la concorrenza delle cooperative “cattoliche” organizzate dagli stessi agrari della zona e soprattutto l’esodo di massa dalle campagne, determinato dall'emigrazione nelle Americhe, esaurì la spinta propulsiva contadina, facendo confluire quell’originale movimento nell’alveo del riformismo elettoralistico e sicilianista.

Dopoguerra e fascismo

L’esperienza acquisita nella pratica cooperativa e i risultati positivi raggiunti nell'organizzazione sindacale consentirono ai socialisti di conquistare nel primo dopoguerra gran parte delle amministrazioni comunali: anzitutto Monte San Giuliano (Erice), nel cui vasto territorio (oltre 300 kmq di superficie agraria) si era avuta l’intensa stagione delle lotte contadine e si era diffuso il movimento delle affittanze collettive; e poi Paceco, Mazara, Castelvetrano, Partanna e Santa Ninfa, dove l’affermazione delle liste socialiste venne come sicuro approdo elettora[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 475

Brano: [...]presenza di governi stranieri, non era quindi la tradizione del popolo, bensì quella dell’aristocrazia: i valori di “sicilianità” ai quali gli aristocratici si appellavano erano di fatto quelli del sistema feudale, sul quale essi continuavano a reggersi come classe.

Certo, interpretare il “sicilianismo” come ideologia espressa esclusivamente dalle classi dominanti può essere deviante; sta di fatto però che non esiste in Sicilia una ideologia “sicilianista” delle classi subalterne, la quale si differenzi dalle problematiche di quelle stesse classi riscontrabili in altre aree geografiche della Penisola e dell’Europa. Del resto, anche il separatismo basco o quello irlandese si manifestano in situazioni completamenté diverse, anche se hanno in comune il fatto di esplodere come fenomeni periferici dello Stato o presentano analogie con situazioni africane o asiatiche. Ma la fondamentale differenza del separatismo siciliano rispetto ad altri sta forse nel suo carattere episodico e improvviso, tanto facile a nascere quanto a smorzarsi. In realtà, esso[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 22

Brano: [...]rigenti dei rispettivi paesi, andava ricercata la ragione della vittoria del fascismo in Italia e del nazismo in Germania. Vacirca sosteneva quindi che le stesse classi dirigenti italiane, o per lo meno importanti settori di esse, mal sopportavano il regime mussoliniano.

Certamente incideva su tali opinioni l'esperienza della società siciliana, delle ambiguità dimostrate dalle classi dirigenti isolane di fronte al fascismo, della opposizione “sicilianista” che si era sviluppata. Una conseguenza di questa maturazione fu la tematica regionalista e, con essa, la convinzione che il rilancio dell'iniziativa antifascista poteva essere attuato in Italia attraverso il raggiungimento dell’unità su base territoriale (e regionale) di gruppi sociali differenti fra loro ma ugualmente ostili al regime. Su questa ipotesi Vacirca si trovava d’accordo con Giuseppe Lupis, da sempre su posizioni moderate.

Nel 1936 Vacirca e Lupis (a sua

volta arrivato in America dopo numerose peregrinazioni in Europa), d’accordo con Carlo Rosselli progettarono un piano di [...]

[...]altri, gruppi fortemente orientati in senso regionalistico.

Gruppi clandestini

A capo di questi gruppi erano due intellettuali che avevano partecipato alle lotte contadine del primo dopoguerra: l’avvocato Raffaele Di Martino (18861964), ex dirigente del Movimento Combattenti, e l’avvocato Anni bai e Milito (18791962), socialista. I due saranno poi, nel 1944, dirigenti del Movimento per l’indipendenza della Sicilia.

Ma la scelta in senso sicilianista, vissuta come aspirazione a fondare una politica autonoma dei ceti medi isolani in alternativa al fascismo, rappresentava anche una censura rispetto alle lotte contadine.

A testimoniare sulle lotte che i contadini e i braccianti avevano condotto solo pochi anni prima, a Ragusa erano rimasti in pochi: l’operaio comunista Paolo Cafà (1912), il sarto anarchico Giorgio Nabita (18761938), Carmelo Nifosi (19061962), Guglielmo Rosa (18891958), e infine l’avvocato Giovanni Cartia (18941959), ex combattente e socialista che si adoperava nei tribunali in difesa di qualche antifascista; con quest’ult[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 442

Brano: [...]democratica di Varvaro.

Il Blocco del popolo, che a Partinico raccoglieva socialisti e comunisti, subì infatti un crollo notevole anche rispetto alle precedenti comunali del 27.10.1946, durante le quali l’astensionismo separatista aveva causato la mancanza di affluenza alle urne del 65% degli elettori. C’era, occorre dire, in quella situazione una mancanza complessiva di prospettiva politica credibile, fortemente condizionata da una ideologia sicilianista che, nel Varvaro, si legava all’antico costituzionalismo federalista siciliano senza però riuscire a impostare una propria linea realistica di fronte alla disgregazione dello Stato nazionale: fatto che determinava una assoluta incapacità di vedere oltre

10 spazio geografico insulare.

In quella situazione di vuoto avvenne la tradizionale ricomposizione del Blocco agrario e reazionario che utilizzò il banditismo, prima militarizzato nell'E.V.I.S., come strumento di repressione contro le sedi contadine.

11 22.6.1947 il bandito Salvatore Giuliano assaltava le sedi del P.C.I. e delle Came[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sicilianista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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