Brano: Rimini
le aggressioni delle squadre fasciste a Case del popolo, sedi dei sindacati e singoli antifascisti. Il movimento operaio riminese e le sue organizzazioni non riuscirono né a rispondere all'attacco né a difendersi. Il P.S.I. cedette sotto i colpi dell’avversario.
Fu in questa fase calda che lo sparuto e per molti versi isolato gruppo che aveva costituito il Partito comunista emerse come protagonista e organizzatore delle forze popolari antifasciste. Fu con i militanti del P.C. d’I., organizzatisi anche in squadre di combattimento, che i fascisti più volte si scontrarono, in quei mesi si era anche costituito un gruppo di Arditi del popolo (v.) comandati dall’anarchico Ciro Musiani (18891975), con i quali i comunisti in varie occasioni collaborarono per far fronte alle violenze dei fascisti. Fu questo l’ultimo, piccolo baluardo contro la vittoria completa dei fascisti nell’estate del 1922, ma fu comunque un seme importante lanciato per il futuro. Da quella battaglia emerse la generazione che lottò poi contro il fascismo per l'intero vente[...]
[...]i quali i comunisti in varie occasioni collaborarono per far fronte alle violenze dei fascisti. Fu questo l’ultimo, piccolo baluardo contro la vittoria completa dei fascisti nell’estate del 1922, ma fu comunque un seme importante lanciato per il futuro. Da quella battaglia emerse la generazione che lottò poi contro il fascismo per l'intero ventennio, in Italia e all’estero, e che infine condusse la vittoriosa lotta di resistenza alle forze nazifasciste.
Il primo segretario del Partito comunista a Rimini fu Antonio Mondini, sostituito all’inizio del 1922 da Palmo Gabellini, cui si affiancarono Nullo Gatta e Sante Levrini. Responsabili delle squadre di difesa antifascista furono Roberto Carrara (19041977), Bruno Busignani e Guglielmo Marconi (19031968).
Nel 1923 decine di comunisti furono arrestati in tutta la provincia di Forlì (in totale 98) sotto l’accusa di « complotto con bande armate contro i poteri dello Stato ». A Rimini venne arrestato l’intero gruppo dirigente comunista: Mondini, Gatta, Carrara, Marconi, Busignani, Levrini, pi[...]
[...]nnio i riminesi confinati saranno una cinquantina.
Per sfuggire alla persecuzione fasci
sta, anche nel Riminese decine di militanti antifascisti furono costretti a espatriare. Una ricerca condotta sui fascicoli del Casellario Politico Centrale di Roma ha permesso di individuare almeno 76 casi di “fuorusciti” per motivi politici, che aM’estero continuarono in gran parte a svolgere attività politica e a dirigere organizzazioni italiane antifasciste. Fra questi emigrati politici furono anche 10 combattenti repubblicani in Spagna: Aldino Amati, Edoardo Astolfi, Primo Bilancioni (caduto in combattimento il 12.2.1937), Primo Della Cava, Giuseppe Loretti, Guglielmo Marconi, Ruggero Petrucci, Adolfo Saponi, i fratelli Ferruccio e Mario Girolometti.
La presenza antifascista nel Circondario durante il ventennio fu segnata dall’azione episodica e saltuaria di militanti comunisti: episodi minori, ma nondimeno importanti perché crearono le basi di quei successivi collegamenti di massa che avrebbero permesso l'affermarsi della lotta di liberazio[...]
[...]popolazione sfollata, circa 7.000 Repubblica di San Marino, circa 8.000 comuni provincia et Montefeltro et rimanente territorio rurale di questo Comune ». La fuga dei pochi rimasti continuò anche nei mesi successivi: nell'estate 1944 a Rimini erano rimasti solo fascisti e nazisti.
Questi pochi dati descrittivi della situazione della città sono indispensabili per capire come e in mezzo a quali difficoltà si dovettero organizzare le forze antifasciste e il movimento di resistenza.
Dopo I'8.9.1943 venne costituito a Rimini un organismo di coordinamento denominato Comitato nazionale del fronte antifascista, nel quale erano presenti comunisti, socialisti, repubblicani e democristiani. Ma questo comitato fu altrettanto rapi
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