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Il segmento testuale sciste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 21Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 182

Brano: Rimini

le aggressioni delle squadre fasciste a Case del popolo, sedi dei sindacati e singoli antifascisti. Il movimento operaio riminese e le sue organizzazioni non riuscirono né a rispondere all'attacco né a difendersi. Il P.S.I. cedette sotto i colpi dell’avversario.

Fu in questa fase calda che lo sparuto e per molti versi isolato gruppo che aveva costituito il Partito comunista emerse come protagonista e organizzatore delle forze popolari antifasciste. Fu con i militanti del P.C. d’I., organizzatisi anche in squadre di combattimento, che i fascisti più volte si scontrarono, in quei mesi si era anche costituito un gruppo di Arditi del popolo (v.) comandati dall’anarchico Ciro Musiani (18891975), con i quali i comunisti in varie occasioni collaborarono per far fronte alle violenze dei fascisti. Fu questo l’ultimo, piccolo baluardo contro la vittoria completa dei fascisti nell’estate del 1922, ma fu comunque un seme importante lanciato per il futuro. Da quella battaglia emerse la generazione che lottò poi contro il fascismo per l'intero vente[...]

[...]i quali i comunisti in varie occasioni collaborarono per far fronte alle violenze dei fascisti. Fu questo l’ultimo, piccolo baluardo contro la vittoria completa dei fascisti nell’estate del 1922, ma fu comunque un seme importante lanciato per il futuro. Da quella battaglia emerse la generazione che lottò poi contro il fascismo per l'intero ventennio, in Italia e all’estero, e che infine condusse la vittoriosa lotta di resistenza alle forze nazifasciste.

Il primo segretario del Partito comunista a Rimini fu Antonio Mondini, sostituito all’inizio del 1922 da Palmo Gabellini, cui si affiancarono Nullo Gatta e Sante Levrini. Responsabili delle squadre di difesa antifascista furono Roberto Carrara (19041977), Bruno Busignani e Guglielmo Marconi (19031968).

Nel 1923 decine di comunisti furono arrestati in tutta la provincia di Forlì (in totale 98) sotto l’accusa di « complotto con bande armate contro i poteri dello Stato ». A Rimini venne arrestato l’intero gruppo dirigente comunista: Mondini, Gatta, Carrara, Marconi, Busignani, Levrini, pi[...]

[...]nnio i riminesi confinati saranno una cinquantina.

Per sfuggire alla persecuzione fasci

sta, anche nel Riminese decine di militanti antifascisti furono costretti a espatriare. Una ricerca condotta sui fascicoli del Casellario Politico Centrale di Roma ha permesso di individuare almeno 76 casi di “fuorusciti” per motivi politici, che aM’estero continuarono in gran parte a svolgere attività politica e a dirigere organizzazioni italiane antifasciste. Fra questi emigrati politici furono anche 10 combattenti repubblicani in Spagna: Aldino Amati, Edoardo Astolfi, Primo Bilancioni (caduto in combattimento il 12.2.1937), Primo Della Cava, Giuseppe Loretti, Guglielmo Marconi, Ruggero Petrucci, Adolfo Saponi, i fratelli Ferruccio e Mario Girolometti.

La presenza antifascista nel Circondario durante il ventennio fu segnata dall’azione episodica e saltuaria di militanti comunisti: episodi minori, ma nondimeno importanti perché crearono le basi di quei successivi collegamenti di massa che avrebbero permesso l'affermarsi della lotta di liberazio[...]

[...]popolazione sfollata, circa 7.000 Repubblica di San Marino, circa 8.000 comuni provincia et Montefeltro et rimanente territorio rurale di questo Comune ». La fuga dei pochi rimasti continuò anche nei mesi successivi: nell'estate 1944 a Rimini erano rimasti solo fascisti e nazisti.

Questi pochi dati descrittivi della situazione della città sono indispensabili per capire come e in mezzo a quali difficoltà si dovettero organizzare le forze antifasciste e il movimento di resistenza.

Dopo I'8.9.1943 venne costituito a Rimini un organismo di coordinamento denominato Comitato nazionale del fronte antifascista, nel quale erano presenti comunisti, socialisti, repubblicani e democristiani. Ma questo comitato fu altrettanto rapi

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 375

Brano: Brigate « Giustizia e Liberty

occupata da ingenti forze nazifasciste e la liberazione di tutti i prigionieri politici, fra cui 4 condannati a morte; il ruolo avuto dalia Divisione « Aosta » nella difesa e nella salvezza degli impianti idroelettrici della valle omonima. Infine la presa della cittadella di Alessandria, ove la Divisione « Marengo » costrinse alla resa un forte nucleo nemico, dopo avergli inflitto gravi perdite; il combattimento sostenuto a Cisterna d’Asti, dal 6 all’8.3.1945, da unità della « Renzo Cattaneo », appoggiate da reparti delle formazioni « Giustizia e Libertà», « Autonome », e «Garibaldi » del MonregaleseLanghe (combattimento in cui fo[...]

[...]trici della valle omonima. Infine la presa della cittadella di Alessandria, ove la Divisione « Marengo » costrinse alla resa un forte nucleo nemico, dopo avergli inflitto gravi perdite; il combattimento sostenuto a Cisterna d’Asti, dal 6 all’8.3.1945, da unità della « Renzo Cattaneo », appoggiate da reparti delle formazioni « Giustizia e Libertà», « Autonome », e «Garibaldi » del MonregaleseLanghe (combattimento in cui forti aliquote di truppe fasciste in rastrellamento subirono uno dei più gravi rovesci della guerra partigiana e furono volte in fuga dagli assalti dei volontari). A due riprese, nel

la stessa giornata, i partigiani del Battaglione « Cartello », al comando di Augusto Conti (Augusto), costrinsero, con la violenza degli attacchi a corpo a corpo, le forze repubblichine a ripiegare. Fondamentale fu poi l’apporto delle forze cittadine delle « Matteotti » all’attività della Resistenza in Milano e Torino, e alla liberazione delle due città; così come altre unità delle formazioni presero parte alla conquista dei maggiori centri de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 815

Brano: [...]zazione comunista clandestina della Venezia Giulia, diretta nel 1932 da Natale Coìarich, nel settembre 1933 fu condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione.

Pusterla, Anita

Dina. N. a Como il 6.4.1903; impiegata.

Militante della Federazione giovanile socialista, nel 1921 aderì al Partito comunista. « Corriera segreta » del partito e incaricata del Soccorso rosso per la zona di Milano, dopo il varo delle leggi ecce» zionali fasciste continuò a lavorare nella organizzazione clandestina e nella primavera 1927 venne arrestata.

Deferita al Tribunale speciale insieme ai dirigenti comunisti Antonio Gramsci, Mauro Scoccimarro, Umberto Terracini e numerosi altri, nel cosiddetto « processone » (N.), il 4.6.1928 fu condannata a 9 anni e 8 mesi di reclusione.

Nella sentenza del Tribunale speciale, l'attività di Anita Pusterla venne così descritta: « Nel 1926 si trasferì da Como a Milano e funzionò quale viaggiatrice incaricata del collegamento tra la centrale e la federazione, venendo perciò retribuita con Lire 750 mensili. N[...]

[...]25.7.1943 contribuì alla ricostruzione dell 'organizzazione comunista in condizioni di semiclandestinità.

Nella Resistenza

Dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre, fu tra i promotori dell’imponente manifestazione popolare svoltasi il giorno 9 a Ferrara, per la pace e contro l’occupazione tedesca. Nei mesi che seguirono lavorò a organizzare la resistenza armata e le lotte sociali delle categorie lavoratrici contro le autorità nazifasciste e contro il padronato collaborazionista.

Per sottrarlo alle ricerche poliziesche, fu inviato dal P.C.I. a operare nel Modenese e nel Reggiano. Agli inizi del 1945 tornò in provincia di Ferrara, nel Bondesano. Dirigente del C.L.N. di Bondeno (v.), fu uno dei principali organizzatori della manifestazione popolare che si svolse il 18 febbraio, nella piazza antistante il municipio. Tornato poi nel Reggiano, partecipò attivamente alla fase preparatoria dell’insurrezione a Reggio Emilia.

Subito dopo la liberazione di Ferrara (22.4.1945) fu designato segretario della Camera del lavoro di quest[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 296

Brano: [...]ruzione alcuni importanti impianti industriali: ciò che avvenne a Montecchio Precalcino per la polveriera, a Lugo per le Cartiere Burgo, a Bassano per le Smalterie Venete.

Fra il 23 e il 24 aprile iniziò l’attacco risolutivo contro i presidi fascisti dell’Altopiano e i reparti isolati della pianura: nei giorni successivi caddero l’una dopo l’altra in mano dei partigiani dell'« Ortigara » molte delle possibili oasi di difesa delle truppe nazifasciste, come Fara, Calvene, Rubbio, Valrovina, Campese, Strigno, Foza. Vista in tal modo bloccata la strada della vai Sugana, il nemico fu costretto a dirottare le proprie forze in ritirata verso Feltro e Belluno, mentre alcuni reparti dell’« Ortigara » si aggregavano all’avanguardia angloamericana per affiancarla nell’azione su Bassano. II 29 aprile la città fu liberata anche grazie ai partigiani della « Giovane Italia » che avevano validamente operato a sostegno delle truppe alleate, sgomberando il terreno da ogni centro di difesa nemica. Durante le vittoriose giornate di aprile, la Divisione « Or[...]

[...]lla resistenza nel Veneto, Vicenza, Neri Pozza, 1974; U. Dinelli, La guerra partigiana nel Veneto, Venezia, Marsilio, 1976.

G. Gras.

Ortignano Raggiolo

Comune sparso di 1.400 abitanti in provincia di Arezzo, nel Casentino, durante la Guerra di liberazione fu teatro di un’intensa attività partigiana. Posto sulle falde del Pratomagno, nella zona operativa delle formazioni fiorentine e aretine, pagò con numerose e feroci rappresaglie nazifasciste il generoso appoggio assicurato dalla sua

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 321

Brano: Leone, Giovanni

la Guerra di liberazione, tra i primi organizzatori della lotta partigiana nelle Marche.

Commissario politico del Distaccamento « Lupi della Montagna » della Divisione Garibaldi « Marche », dall’aprile 1944 operò nelle zone di Serra San Quirico e di Jesi, spingendosi nella fascia appenninica dell’Anconetano per attaccare di SOrpresa presidi e colonne nazifasciste.

Catturato il 4.7.1944 nel corso di un rastrellamento e riconosciuto da un soldato tedesco che egli aveva generosamente salvato dalla fucilazione, venne rinchiuso nell’edificio delle Poste di Moie e selvaggiamente torturato per 10 giorni. Alla fine, già agonizzante per le torture subite, fu fucilato insieme al partigiano Augusto Chiori.

Leone, Francesco

N. a Sào Paolo (Brasile) il 13.3. 1900, residente a Vercelli; perito industriale, giornalista.

Militante dal 1916 tra i giovani socialisti, fin dagli anni della scuola fu un attivo dirigente della gioventù rivoluzionaria nel Bielle[...]

[...]nalista.

Militante dal 1916 tra i giovani socialisti, fin dagli anni della scuola fu un attivo dirigente della gioventù rivoluzionaria nel Biellese e nel Vercellese. Militante comunista dalla fondazione del Partito, diresse il settimanale II Bolscevico (v.) di Novara e, nel 1924, La Voce della Gioventù a Milano.

Dal 1921 fu alla testa degli Arditi del popolo (v.) a Vercelli, distinguendosi per la sua audacia nell’affrontare le squadracce fasciste. Nell’agosto 1922 partecipò alla difesa di Novara assalita in forze dalle camicie nere.

Emigrazione e carcere

Salito il fascismo al potere, fu costretto ad emigrare per sfuggire alle rappresaglie. A Parigi si adattò a lavorare come sterratore. Tornò poi a Milano e si impiegò come carpentiere edile.

Successivamente inviato dal suo partito in U. R. S. S., frequentò per due anni l’Accademia militare Frunze a Leningrado. Tornato in Italia, dal 1926 entrò a far parte dell'apparato clandestino del P.C.I., ispettore per la Lombardia e l’Emilia, nonché redattore de l’Unità clandestina a Mila[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 470

Brano: Carta del Lavoro

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no d’opera doveva essere assunta dando la precedenza agli iscritti al fascio e ai sindacati fascisti, ciò che significava affidare il controllo diretto sul collocamento alle organizzazioni fasciste che così potevano diventare, come divennero, organi di pressione poliziesca contro tutti i lavoratori, e specialmente contro quelli non fascisti.

Dopo la sua promulgazione, il testo della Carta del Lavoro venne qua e là modificato, con emendamenti che vennero comunicati alla stampa quasi si trattasse di semplici correzioni tecniche. In realtà alcuni emendamenti avevano un valore sostanziale, come quello relativo al primo periodo della tredicesima Dichiarazione che, formulato in un primo tempo nel modo seguente: « Le conseguenze della crisi di produzione e dei fenomeni monetari devono esser[...]

[...]llettivo di lavoro.

Cartignano

Comune di 450 abitanti della valle Maira, in provincia di Cuneo, centrò dei primi nuclei partigiani della zona, Cartignano fu sede del Comitato di liberazione della valle costituito dopo la creazione della «zona libera» (giugno 1944), quando le formazioni « Giustizia e libertà » e « Garibaldi » liberarono il suo territorio dai nazifascisti.

Il 30.7.1944, durante un rastrellamento condotto dalle unità nazifasciste per rioccupare la valle, Cartignano venne data per rappresaglia alle fiamme, ciò che causò la perdi

ta di ogni bene a 132 famiglie del piccolo centro.

M.Gi.

Caruso, Filippo

Medaglia d’oro al valor militare. N. a Casole Bruzio (Cosenza) nel 1884. Appartenente a famiglia di forti tradizioni risorgimentali, compiuti gli studi classici si diede alla carriera militare. Combattente nella guerra italoturca (191112), poi nella prima guerra mondiale, trasferito nell’Arma dei carabinieri, promosso capitano, combattè nella 26a Divisione. Dal settembre 1933 al gennaio 1935 fu addetto all’ispe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 29

Brano: Rapallo, Trattato di

sciste e torturato, ma riuscì a fuggire pochi giorni prima della Liberazione.

Con le prime elezioni amministrative del dopoguerra venne eletto sindaco di Sarzana, carica che mantenne dall’aprile 1946 al giugno 1971. Successivamente è stato eletto presidente dell’A.N.P.I. di Sarzana, nonché della locale Associazione mutilati e invalidi e del Circolo culturale “Carlo Marx”, organizzato dai giovani militanti antifascisti del ’68.

Rankovic, Aleksandar

Marko. N. il 28.9.1909 presso Obrenovac (Serbia), m. a Dubrovnik il 19.8.1983; operaio.

Membro della Gioventù comunista dal 1924 e del Partito[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 466

Brano: [...]i interi comuni di Altissimo, Vestenanuova e Vestenavecchia, Bolca e San Bortolo delle Montagne vennero così rasi al suolo, come lo erano stati gli altri nel mese di luglio. Dopo il grande rastrellamento, nelle valli coperte di cenere cominciarono a operare reparti della Feldgendarmerie e di collaborazionisti tartari e cosacchi, muniti di cani, alla caccia di partigiani nascosti nelle macchie e negli anfratti. Intanto il grosso delle forze nazifasciste si spostava a nordest, raggiungeva l'Altopiano dei Sette Comuni e il Grappa, che in agosto era stato investito a sua volta da un altro grande rastrellamento. Dopo le stragi del Grappa (v.), l’ondata si spostò nel Bellunese e, via via, fino alla Carnia, per concludersi alle soglie dell’inverno con la fondazione, intorno ad Ampezzo e Tarvisio, della effimera Repubblica dei cosacchi, la Kosakenland dei traditori russi al seguito dell'esercito tedesco.

Lo smembramento

Nella zona della « Pasubio » andarono lentamente riannodandosi le fila tra i partigiani. Alla fine del settembre 1944, intor[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 545

Brano: [...]re L'Europa verso la catastrofe (Milano, 1948), che raccoglie i verbali dei principali colloqui dello stesso C. con statisti e politici italiani e stranieri.

Ciano d’Enza

Comune, di circa 4.000 abitanti (di cui 1.300 nel capoluogo) in provincia di Reggio Emilia, durante la Guerra di liberazione fu sede di un presidio fascista e di un reparto specializzato nella lotta antipartigiana. Il paese costituiva un’importante base delle truppe nazifasciste operanti nella valle dell’Enza. I patrioti catturati venivano sottoposti alle più crudeli torture, tanto che Ciano d’Enza si acquistò, in quel periodo, la sinistra nomèa di « cimitero dei partigiani ».

La base e la sua organizzazione spionistica furono liquidate dai partigiani di Parma e di Reggio Emilia che il 10.4.1945 liberarono il paese, salvando i numerosi prigionieri ancora languenti nelle carceri. Ciò avvenne dopo una giornata di combattimento, al termine della quale i tedeschi si ritirarono lasciando sul terreno morti e feriti. Tra i partigiani caddero Bruno Bocconi, alla cui memor[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sciste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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