Brano: [...]nito Mussolini, per cui si ebbero faziose lotte tra i gerarchi fascisti locali (detti ironicamente ras per equipararli ai bellicosi principi e capi abissini, coi quali l'Italia aveva avuto a che fare nelle sue guerre coloniali).

Il dissidentismo fascista sorse per

lo scatenarsi di contrasti, arrivismi e ambizioni personali tra i vari ras locali, ognuno dei quali vantava sugli altri la propria anzianità e i particolari meriti acquisiti come sansepolcrista (se aveva partecipato alla prima riunione di costituzione dei fasci in piazza S. Sepolcro a Milano), o come squadrista (se aveva preso parte attiva a spedizioni punitive contro gli avversari politici), o antemarcia (se era entrato nel fascio prima della marcia su Roma del 28.10.1922). Si videro così i « fascisti della prima ora » scagliarsi contro gli ultimi arrivati e considerati profittatori della « vittoria », i « normalizzatori » attaccare gli « intransigenti » rimasti troppo fedeli alle maniere forti e al « santo manganello », quando ormai il fascismo aveva tutto il potere. Ma alla base [...]

Brano: [...]trazioni sopraindicate che negli anni della dittatura avevano dato prova di faziosità fascista, di inettitudine e di quel malcostume che il regime aveva introdotto e alimentato nelle pubbliche amministrazioni. Qualora poi si fossero riscontrati estremi di reato, l'epurato avrebbe dovuto essere denunciato all'autorità giudiziaria competente.

Inoltre avrebbero dovuto essere epurati tutti coloro che avevano rivestito le qualifiche di squadrista, sansepolcrista, fascista antemarcia, marcia su Roma o sciarpa littorio,

o avevano servito come ufficiali della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Nei casi di indebito avanzamento di carriera o di preferenza goduta nei pubblici concorsi grazie alla presentazione di titoli fascisti, la legge prevedeva in luogo dell’epurazione, la retrocessione del grado e la restituzione dell’epurato ai ruoli di provenienza. Avrebbero dovuto infine essere epurati tutti quei funzionari dello Stato che dopo T8.9.1943 avevano

seguito al Nord il governo repubblichino o gli avevano comunque prestato collaborazion[...]

Brano: [...]ve disposizioni contenevano formulazioni ambigue che potevano facilmente prestarsi a interpretazioni soggettive e di comodo, quindi ad applicazioni estreme, di esagerato rigore come pure di eccessiva tolleranza.

Ad esempio, non risultava facile stabilire chi avesse « attivamente partecipato alla vita politica del fascismo * (art. 12), o avesse dato « prova di faziosità fascista » (art. 13); o chi, pur essendo stato squadrista, marcia su Roma, sansepolcrista, sciarpa littorio, ecc., avesse o meno dato prova « di settarietà e di intemperanza fascista » (art. 14).

Queste e altre formulazioni si prestavano a essere interpretate nei modi più elastici daile Commissioni di primo grado o in sede di ricorso. Inoltre la preoccupazione del legislatore di fare giustizia e non vendetta, per tutelare scrupolosamente i diritti democratici di ogni cittadino, aveva imposto l'adozione di una serie di garanzie, protezioni, assoluzioni per meriti successivamente acquisiti, da costituire altrettante comode scappatoie. Per non dire vere e proprie beffe, in quanto [...]

Brano: [...]e, e fallito nel contempo l’accordo con i tedeschi di cui il generale Ruggero si era assunta la pesante responsabilità mentre rifiutava di distribuire le armi alla Guardia nazionale, i partiti antifascisti decisero di organizzare autonomamente la risposta popolare all’occupazione militare nazista e alla ricomparsa dei fascisti. Questi ultimi si presentavano ora sotto spoglie « repubblicane », anzi rivendicando le origini radicali, il programma « sansepolcrista » del 1919 in funzione antimonarchica e persino anticapitalistica.

L’11 settembre le sparute pattuglie fasciste sopravvissute alle poche settimane di libertà e capeggiate da Aldo Resega avevano rioccupato la sede della Federazione milanese, proclamando ricostituito il Partito fascista. Negli stessi giorni nascevano le prime forme di resistenza organizzata. Uno dei primi animatori della lotta armata a Milano fu Francesco Scotti, comunista e già volontario garibaldino in Spagna, cui si affiancò Egisto Rubini. Rappresentavano la Direzione del Partito comunista a Milano in quel momento Luigi L[...]