Brano: [...] del Comando generale dell'E.L.A.S., costituito il 2.5.1943 e con sede a Carpenisio (Tessaglia).

Consistenza e organizzazione

L’esercito partigiano raggiunse presto una grande forza. Al momento

della liberazione (ottobre 1944) esso comprendeva: 10 divisioni; 1 brigata indipendente, di stanza nelle isole; 1 brigata di cavalleria; il I Corpo d'Armata di Atene e Pireo. Contava complessivamente 133.000 uomini, di cui 75.000 regolari, 50.000 riservisti, 6.000 uomini della Guardia politica nazionale (E.P.), unità della marina partigiana (E.L.A.N.) e reparti dell’organizzazione giovanile (v. E.P.O.N.).

L’E.L.A.S. potè provvedersi di quanto gli era necessario, grazie alle armi e alle vettovaglie tolte al nemico e agli aiuti della popolazione dalla quale riceveva un appoggio totale. Da parte degli alleati furono forniti complessivamente: 10 mortai, 30 mitragliatrici pesanti, 100 mitragliatrici leggere, 300 armi automatiche, 3.000 fucili, uno scarso quantitativo di munizioni, 146.000 sterline d’oro, 820 tonnellate di alimentari, 22.000 paia d[...]

Brano: [...]ta, per affrontare l’imponente barriera dei forti francesi l’esercito italiano poteva contare su batterie costituite da pezzi per lo più residuati della prima guerra mondiale, con scarso munizionamento o addirittura neppure in grado di aprire il fuoco, per mancanza di tavole di tiro aggiornate.

D’altra parte nemmeno le truppe francesi, che ascendevano a circa 200.000 uomini, brillavano per efficienza, costituite com’erano per oltre la metà da riservisti.

La battaglia

Alla dichiarazione di guerra contro Francia e Inghilterra, fatta da Mussolini il 10.6.1940, seguirono sul Fronte Occidentale 10 giorni di calma quasi assoluta; nonostante che il duce insistesse in continuazione per dare inizio all’offensiva, gli Alti Comandi riuscirono a procrastinarla, data l’evidente situazione di inferiorità delle truppe italiane.

Dopo l’incontro avvenuto a Monaco il 18 giugno tra Mussolini e Hitler per decidere le sorti della Francia ormai prostrata dall’invasione tedesca, il duce ritornò in Italia deciso a conquistarsi in fretta e furia, con alcune[...]

Brano: [...]cito. Una situazione generale largamente conosciuta: gli operai di Barcellona, interrogati nel 1909 in merito alla provenienza delle bombe che esplodevano continuamente, rispondevano: « Ma lo sanno tutti! Sono fabbricate dai gesuiti », esplicitando la stretta connessione fra Chiesa e Stato.

Il clima era comunque tale che quando, di fronte a una ennesima sconfitta militare in Marocco, il governo richiamò alle armi proprio (ed esclusivamente) i riservisti catalani per sostituire una “colonna” quasi completamente distrutta a Melilla, l'intera Catalogna insorse: nella semana tràgica del 1909 (2631 luglio) furono 175 (secondo altre fonti: 82) gli operai fucilati nelle strade dall'esercito (erano stati incendiati 34 conventi e 22 chiese; d'altra parte era opinione diffusa che fossero i gesuiti i proprietari delle miniere e che, per colpa loro, si dovesse andare a combattere in Marocco). Altre esecuzioni seguirono, fra cui quella di Francisco Ferrer (v.), indicato quale ispiratore morale della rivolta. Ma l’insurrezione era stata completamente spon[...]

Brano: Sudafrica

mila uomini, compresi 100.000 membri di commandos e 100.000 poliziotti (50% di riservisti); inoltre dispone di un sistema penale e carcerario che sostiene la base sociale europea (5 milioni di individui) del razzismonazismo sudafricano.

Dal 1963, oltre 50 prigionieri politici sono “deceduti” in carcere e, fra questi, Steve Biko, leader del movimento Coscienza nera. In applicazione della legge antiterrorismo del 1967, durante l’insurrezione esplosa nel 1976 a Soweto, ben 269.000 africani furono arrestati per infrazione dei cosiddetti “permessi di circolazione” (la prima Pass Laws risale all'inizio del secolo XIX, dovuta ai governatori inglesi Caledon e Somerset). La popolazione [...]