Brano: Rexismo
Rexismo
Movimento politico belga di estrema destra, le cui caratteristiche permettono di annoverarlo fra le organizzazioni di tipo fascista proliferate in Europa fra le due guerre mondiali. Tuttavia, a differenza del fascismo in Italia e del nazionalsocialismo in Germania (esempi ai quali si ispirò la formazione belga), il rexismo non riuscì mai a raggiungere il potere, nemmeno durante l'occupazione tedesca (v. Belgio) .
Origini
Il movimento sorse per iniziativa di un gruppo di uomini di provenienza e cultura cattolica, staccatisi dai movimenti ufficiali e arroccati nella casa editrice Rex (per Christus Rex), fondata da monsignor Picard a Lovanio nel 1931. Questa impresa editoriale, cui facevano capo gruppi cattolici di orientamento progressista e particolarmente sensibili ai problemi sociali, rappresentò in Belgio il punto di riferimento più importante per l’ala rinnovatrice del partito cattolico e per l'Azione [...]
[...]er del movimento rexista, fece le sue prime esperienze pubblicistiche e giornalistiche in questa casa editrice e qui strinse i primi legami politici, spostandosi però poi sempre più verso concezioni politiche autoritarie e di destra, fino a giungere, con il suo gruppo, alla rottura con la chiesa cattolica.
Nato intorno al 1935, in un primo tempo notevolmente influenzato dalVAction frangaise (v.) e dal suo maggiore ideologo Charles Maurras, il rexismo si accostò in un primo tempo al fascismo italiano e più tardi fu completamente influenzato dal nazismo.
Il linguaggio della propaganda rexista denuncia chiaramente quali fossero le fonti di ispirazione, i metodi e la pratica, gli orientamenti del movimento: « Rovesciare
il regime tarato, vuoto di ideali, e [...] imporre al più presto al paese la sua (della nuova generazione, naturalmente rexista, n.d.r.) onestà e intransigenza ». « Forgiare uno Stato nuovo indispensabile alla rivoluzione delle anime ». « Assicurare la pace sociale attraverso la solidarietà di tutte le classi, la pace li[...]
[...] classi, la pace linguistica, attraverso lo sboccio delle sue culture (fiamminga e vallone), e la pace religiosa».
Anche gli slogans denotano chiaramente i modelli ispiratori: « Rex vaincra! » e « Rex ou Moscou! ».
La novità politica rappresentatà dal movimento, i suoi riferimenti al modello fascista vincente in Europa, l’anticomunismo viscerale e il disegno autoritario che veniva delineato come soluzione della crisi economica portarono il rexismo a un successo elettorale l’11.5.1936, quando ottenne 1*11% dei voti e portò
21 deputati al Parlamento, con una presenza estesa all'intero territorio nazionale, anche se non eclissò la forza del Vlaamsch Nationaal Verbond (Lega nazionale fiamminga), altra formazione di destra ma di carattere regionale. Il peso maggiore del rexismo si fece sentire a Bruxelles e in Vallonia, mentre in Fiandra si mantenne in posizioni di inferiorità rispetto alla V.N.V. che raccolse regionalmente il 13% dei voti (7% su scala nazionale). Rexismo e V.N.V. differivano nei loro obiettivi politici solo in quanto si ispiravano a due differenti nazionalismi regionali che, d'altra parte, continueranno a mantenersi in Belgio, tanto da sfociare periodicamente in crisi acute, persino in violenti scontri di piazza. Il rexismo non ebbe però la capacità di consolidare il successo del 1936: già nelle elezioni di Bruxelles, l'11.4.1937, alle quali Degrelle si presentò candidato, raccolse soltanto 70.000 voti contro i 275.000 confluiti su Paul Van Zeeland. Una sconfitta peraltro relativa, data la giovane esperienza del movimento, e principalmente dovuta al fatto che il cardinale Van Roy, primate cattolico del Belgio, aveva nel frattempo sconfessato il Degrelle.
Il 1936 fu comunque l’anno di maggior successo del partito rexista che, dopo la sconfitta del ’37, non riuscì più a influenzare nella stessa misura le masse.[...]
[...] negozianti, impiegati, piccoli imprenditori, intellettuali e un certo numero di piccoli proprietari agricoli, ma pochissimi operai. Una base quindi non dissimile da quella paradigmatica dei movimenti fascisti, senza particolari caratteristiche o tratti di originalità, nemmeno in fatto di orientamenti ideologici o di elaborazione ideale. Nazionalista, ma senza troppe accentuazioni patriottiche, dato il carattere composito della nazione belga, il rexismo non cercò neppure di avviare un discorso per superare la divisione tra fiamminghi e valloni, per tentare una cucitura fra le comunità linguistiche francese e fiamminga. Né sul piano
sociale ebbe un’ideologia autonoma e peculiare rispetto agli altri fascismi: mirò alla « conciliazione delle classi », ritenendo che i conflitti economici e sociali si sarebbero risolti con l’instaurazione di un regime corporativo in Belgio. Mirava, semmai, a una conquista delle masse diffondendo una serie di postulati che non si discostavano poi molto dai temi fondamentali della dottrina sociale cattolica né d[...]