Brano: [...]ciate oltre 500 opere dei grandi maestri moderni, come Picasso, Mirò, Klee, Léger, Kokoschka e così via.
Dietro siffatta posizione era tutto
10 stato d’animo di uno psicopatico pieno di frustrazioni, imbottito di disordinate letture giovanili mal digerite e ormai privo di qualsiasi remora culturale, al punto di commuoversi fino alle lacrime nell’autodefinirsi pubblicamente « grande architetto ». Tutta l'acredine di un provinciale malato di provincialismo contro la grande città, Vienna, ove aveva subito tante umiliazioni e al cui cosmopolitismo imputava tutti i mali della società e la degenerazione della cultura e delle arti; tutta la frustrazione di pittore mancato, incapace di andare oltre la puntigliosità fotografica e cartolinesca dei suoi acquerelli e perciò portato a valorizzare se stesso proclamando unica, vera arte pittorica moderna quella ispirata al manierismo degli olandesi del XVII secolo o dei tiroiobavaresi del XIX e vagheggiando
11 ritorno, in nome del sangue e del suolo, ad una intatta ruralità culturale quale depositaria de[...]
[...]elli dei grandi italiani del Rinascimento ad essi ispiratisi, la politica culturale nazista doveva informarsi. E fu buona sorte per l'umanità se, talvolta, il senso pratico prevalse sul fanatismo portando alla massiccia vendita di opere “degenerate” in grandi aste internazionali come quelle del 1939 e del 1941 a Lucerna, indette dal governo tedesco al fine di raccogliere valuta pregiata.
La rapina nazista in Europa
Una volta sfogato il suo provincialismo con la distruzione dell’arte “degenerata” o con la sua alienazione per moneta, dal 1938 il Terzo Reich passò alla annessione manu militari di tutti i capolavori dell'arte classica reperibili in Europa, in modo che nessun Paese potesse possedere un patrimonio artistico più grande e più prezioso di quello tedesco; esempio non nuovo, certo,
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