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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 691

Brano: [...]gni risma, ma si trattò di un gruppo modesto. Al suo sorgere, il movimento fascista non incontrò resistenze negli esponenti liberali e radicali, e scarsa opposizione trovò anche da parte dei dirigenti del Partito popolare. Tra i più qualificati liberali e radicali si ricordano: l’on. Francesco loele di Rossano, che fu poi nominato senatore del regime; l’on. Berardelli, socialista riformista; l’on. Stanislao Amato, radicale; l’on. Tommaso Arnone, nittiano, poi nominato senatore del regime e podestà di Cosenza; e infine l’altro nittiano Italo Carlo Falbo, che andò in America a dirigere Il Progresso ItaloAmericano. I radicali L. Fera, ex ministro della Giu

stizia; P. Serra, ex sottosegretario nel governo^Facta, nonché i deputati MiceliPicardi e Sensi si appartarono invece dalla vita politica.

Il movimento antifascista cosentino può essere ricondotto a tre filoni principali: quello socialista (a cui si aggiunsero i comunisti, dopo la scissione del 1921), legato a Pietro Mancini, a Federico Adami (operaio tipografo, libraio e segretario della Camera del lavoro) e ai fratelli avvocati Luigi e Muzio Graziani; quello massone[...]

[...]rio nel governo^Facta, nonché i deputati MiceliPicardi e Sensi si appartarono invece dalla vita politica.

Il movimento antifascista cosentino può essere ricondotto a tre filoni principali: quello socialista (a cui si aggiunsero i comunisti, dopo la scissione del 1921), legato a Pietro Mancini, a Federico Adami (operaio tipografo, libraio e segretario della Camera del lavoro) e ai fratelli avvocati Luigi e Muzio Graziani; quello massoneradicalenittiano, che faceva capo al medico Giuseppe Santoro, all'avvocato Samuele Tocci e al dottore Ludovico Serra, e infine quello sorto in seguito, attorno ai confinati politici inviati nella zona dopo le leggi eccezionali.

Il Partito comunista (che, specie per merito dell’on. Fausto Gullo, aveva acquistato prestigio e s’era dato una propria struttura per opera di Luigi Prato e di Fortunato La Camera) e le organizzazioni sindacali opposero viva resistenza allo squadrismo. Non mancarono le violenze e i conflitti.

Negli anni 192122, i fascisti uccisero a Cosenza lo studente Fausto De Luca e il murator[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 128

Brano: [...]zionalismo (v.) e al suo trasformarsi nel fascismo nascente e al parallelo ingresso in campo del nuovo e potente centro di iniziativa, l’Internazionale comunista che aveva alle spalle lo Stato sovietico, non esitò a proporre ai partiti socialisti delle democrazie europee la necessità di assumere responsabilità di governo in alleanza con forze di democrazia borghese. Il che voleva dire, in Italia, cercare l'intesa con i giolittiani, con il gruppo nittiano che era stato riorganizzato da Giovanni Amendola e con lo stes

Neiresilio

A Parigi diresse La Libertà, l’organo della Concentrazione antifascista (v.) nella quale si realizzò — in ritardo e parzialmente — il suo disegno di collaborazione politica: ne facevano parte i due partiti socialisti, il Partito repubblicano, gruppi democratici progressisti e laici e la C.G.L., mancavano i popolari e i comunisti.

La Concentrazione fu una specie di laboratorio dalla vita assai travagliata. Nel luglio del 1930 Treves partecipò al congresso di unificazione del P.S.I. di Nenni con il proprio partit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 736

Brano: [...]iti di sinistra e tuttavia interessati a una drastica e provvisoria epurazione degli elementi più violentemente compromessi con il regime fascista, sia pure per motivi di ordine pubblico e di ripresa degli approvvigionamenti alimentari, per tutta la fine del 1943 e fino al Congresso di Bari dei C.L.N.. del gennaio 1944, nella provincia ebbe modo di farsi valere (sollecitato dagli Alleati che nominarono sindaco di Potenza Vito Reale, già deputato nittiano dal 1919 al 1924 e sottosegretario agli Interni nel governo di Brindisi) quel personale politico prefascista che non aveva vissuto le vicende che avevano portato alla costituzione e alla ricostruzione dei partiti antifascisti all’estero o nell’attività interna clandestina. Ma già sul finire del 1944 la mediazione di questi personaggi si appalesava inadeguata rispetto ai livelli dello scontro di classe, quando ancora le lotte stavano sotto il segno di un difficile dispiegarsi, ad opera dei partiti di sinistra, delle organizzazioni bracciantili e delle leghe.

Le lotte per la terra

Nell’au[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 733

Brano: [...]
Nel 1924, durante la crisi Matteotti, l’opposizione al fascismo manifestò rigore e coraggio, coagulando forze politiche e intellettuali intorno ai democratici nittiani: telegrammi di protesta furono inviati al governo, assemblee si tennero anche da parte dei dispersi gruppi socialisti e si cercò di organizzare nel capoluogo un tentativo di manifestazione pubblica di massa.

Dal 3 luglio al 5.12.1924 Giuseppe Chiummiento, direttore dell’organo nittiano « La Basilicata », argomentò e sostenne questa opposizione pubblicando 15 lettere aperte al « magnifico dùce ». L’intento era chiaro: da una parte mostrare i pesanti compromessi della pretesa rivoluzione fascista con la struttura economica e di potere dominante, dal l’altra denunciare il carattere interno alle istituzioni stesse della svolta fascista. La forza del fascismo, tuttavia, era stata quella di avere introdotto nella vita politica la violenza sistematica e organizzata; sicché, di fronte a tanto, era inutile aggirarsi in cavilli costituzionali e in speranze di ripristino della legalit[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 15

Brano: [...], con una crescente disoccupazione che colpiva soprattutto i metallurgici, i marittimi e i lavoratori non qualificati. Ne derivarono agitazioni e lotte operaie spesso disperate, protrattesi fino all’estate del 1922. Allo sciopero politico del 1 agosto, pro

clamato dall’Alleanza del Lavoro (v.), non aderirono d'altra parte tranvieri, ferrovieri e postelegrafonici.

I fascisti assaltarono l’abitazione di Francesco Saverio Nitti, impedirono al nittiano Visco di tenere un comizio a Giugliano e I’11 luglio occuparono il municipio di Torre Annunziata.

Nondimeno i liberali sostenevano che bisognava essere « fiduciosi » perché, una volta al potere, il fascismo avrebbe dovuto scendere a patti e cambiare metodo. Essi si dichiaravano convinti che il Mezzogiorno, così come aveva conosciuto il bolscevismo, non avrebbe lasciato passare il fascismo. Tale opinione fu espressa anche da Giovanni Amendola, in un discorso tenuto a Sala Consilina, in provincia di Salerno, nell’ottobre 1922. Pochi giorni dopo, la sede de « Il Mondo » in via Santa Brigida, [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine nittiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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