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Il segmento testuale neofuturismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 3Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 551

Brano: [...] dimostrato che il suo specifico snobismo e la sua aristocratica raffinatezza erano estranei a quella gestione politica (infatti storicamente contano di più il Club del tennis di Milano e qualche casa privata, che non uno dei rari edifici pubblici costruiti da loro in quegli anni).

Il « neof uturismo »

Un altro movimento si presentò, ma alla fine degli anni Venti, come « unico » interprete della ideologia fascista nel campo artistico, il « neofuturismo ».

L'antico movimento di avanguardia di Marinetti (v. Futurismo) cercò allora di catalizzare attorno a sé nuovi giovani, utilizzando il prestigio politico fascista di alcuni suoi lontani protagonisti (mentre nell’immediato dopoguerra si erano tentati in Italia improbabili rapporti tra futurismo e bolscevismo, così come si voleva sperimentare nelI’UjR.S.S. intorno agli inizi degli anni Venti). L autorevolezza di Marinetti presso tutte le gerarchie fasciste permise una sorta di rinascita virtuale del movimento futurista: incarichi di decorazioni e di grafica di propaganda, attività editorial[...]

[...]vismo, così come si voleva sperimentare nelI’UjR.S.S. intorno agli inizi degli anni Venti). L autorevolezza di Marinetti presso tutte le gerarchie fasciste permise una sorta di rinascita virtuale del movimento futurista: incarichi di decorazioni e di grafica di propaganda, attività editoriali, garanzia di presenza del « settore futurista » in ogni manifestazione artistica ufficiale: furono queste le forme di una effimera ripresa del futurismo (« neofuturismo ») in Italia.

Ma in questo piccolo gruppo non vi erano architetti di qualche valore: né il richiamo al « mito » di Antonio Sant’Elia (18881916) né il velleitario potere sbandierato per raggruppare nuovi accoliti furono infatti sufficienti per costituire un vero gruppo operativo, così il « neofuturismo » cercò di presentare, come propri adepti, tecnici di una più generica « modernità » costruttiva (come l'ing. Fiorini„ grazie alle immagini dei suoi grattacieli di tensistruttura), ovvero avallò il dilettantismo spregiudicato di qualche giovane pittore nella sperimentazione progettuale architettonica (Tullio Crali). Nei fatti, ii « neofuturismo » non ebbe alcuna presenza nella realtà urbanistica ed edilizia del tempo, direttamente (mentre forse la sua influenza « figurativa », più globale e di massa, fu assai più con

sistente di quanto è stato riconosciuto dallo stato attuale degli studi).

Il « movimento moderno »

Il « movimento moderno » in architettura si consolidò in Italia agli inizi degli anni Trenta intorno alla rivista Casabella, grazie alle attività dei suoi due direttori: Edoardo Persico (19001936) e Giuseppe Pagano Pogatschnig (v.). li rigore eticomorale del primo, che si tradusse ben presto in originali forme di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 550

Brano: [...]n Ojetti) di un semplice

« ritorno » a un'inaccettabile « età dell’oro » del classicismo accademico.

Il « neoclassicismo » milanese

Qui interessa fondamentalmente quel rapporto politicacultura (architettura) che (nel caso di Piacentini) sembra necessario ritrovare, più che direttamente nella sua attività personale, all’interno del più generale contesto che interessa altri movimenti, altri protagonisti.

Il « novecento » milanese, il « neofuturismo », il « movimentò moderno » in architettura nelle sue espressioni italiane, la « volgare » modernità della « quantità » della pratica edilizia del regime fascista: sembrano questi i riferimenti di indagine necessari anche per valutare la presenza autorevole, ma non carismatica e prevalente, di Piacentini in quella realtà.

II movimento del « novecento » milanese (che interessò tutte le attività figurative) agli inizi degli anni Venti era indubbiamente parte della più generale adesione al « rappel à l’ordre » (richiamo al l’ordine) che i movimenti artistici europei lanciarono dopo la crisi d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine neofuturismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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