Brano: [...]presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri (16), ma la documentazione che abbiamo potuto utilizzare e che abbiamo prodotto nel corso del nostro lavoro dimostra che questi dissidi erano nei desideri delle destre, ma non furono mai una realtà; se Nitti ebbe screzi con Badoglio e con Caviglia, non ne ebbe mai con Tittoni né con Scialoja. Anche le dimissioni di Tittoni non furono deter
(16) Cfr. per esempio l'articolo L'ostaggio bolscevico nell'Idea Nazionale del 22 ottobre 1919.
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minate da un contrasto o da una differenza di vedute con Nitti,. bensì dalla coscienza, che si forme) nell'uomo politico di Manziana, che la propria sostituzione alla Consulta avrebbe reso possibile una ripresa delle trattative su basi nuove, poiché i negoziati che egli aveva condotto erano giunti a un punto morto; ed anche dalla sua volontà di non « bruciarsi » in accordi diplomatici che era facile prevedere non avrebbero trovato lieta accoglienza presso le destre. A nostro giudizio, Tittoni ebbe il torto di non rendersi conto, tra ottobre e [...]
[...]on c'è da scegliere fra due o più confini. Qui il confine è uno ». Ora, questa osservazione del generale francese, che non poteva essere a conoscenza se non di Badoglio (tanto che VANNA VAILATI la riferisce nel Badoglio racconta, Torino, Ilte, 1955, scritto sulla base di colloqui avuti col vecchio maresciallo d'Italia), la troviamo già riferita dal giornale dei nazionalisti human La Vedetta d'Italia (12 maggio 1920) e da Robetro Forges Davanzati nell'idea Nazionale (16 maggio 1920).
Tuttavia, nei mesi durante i quali fu Commissario straordinario militare nella Venezia Giulia, Badoglio, se non rinnegò l'antica amicizia per D'Annunzio, nutri verso di lui sentimenti di diffidenza per il suo incoraggiamento al pronunciamento militare, dei quali vale come testimonianza tutta la sua corrispondenza con Nitti. In particolare, nel colloquio che ebbe il 5 dicembre 1919 a Udine con Preziosi e Sinigaglia, Badoglio disse: « Non parliamo nemmeno delle controproposte di D'Annunzio: figuratevi se è mai possibile che io accetti di dichiarare benemeriti della [...]
[...]sapeva che avrebbe dato del filo da torcere. La grossa bomba che gli scoppiò tra le mani, l'impresa fiumana di D'Annunzio, riassumeva tutti gli elementi, tutti i motivi del combattentismo professionale, dell'arditismo sistematico, del nazionalismo, del militarismo, del sovversivismo di destra.
Nel fronteggiarla, Nitti ebbe all'inizio qualche oscillazione. Il carattere solo apparentemente fermo ma in realtà generico dei primi
(29) Pregiudiziale nell'Idea Nazionale del 24 giugno 1919.
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ordini inviati ai comandanti militari nella Venezia Giulia rivela infatti, a nostro giudizio, una sostanziale incertezza sulla migliore via da intraprendere per battere il movimento; analoga indicazione offre la accentuata differenza di tono fra la dichiarazione alla Camera del 13 settembre e quella di tre giorni dopo; e bisogna riconoscere che la linea ben presto stabilita di fronte ai « legionari » fu il risultato più delle osservazioni fatte sul luogo e delle indicazioni mandate da Badoglio che delle inclinazioni di Nitti. Comunque, il presi[...]