Brano: Liberia
Il presidente liberiano Charles D. King
beria « l’era nuova »: l’immissione, nel gruppo dirigente, di lavoratori neri provenienti dagli U.S.A.
Il movimento di Marcus Garvey
Fin dall’immediato dopoguerra era sorto negli Stati Uniti il primo movimento di massa dei neri, ancora di impronta piccoloborghese e guidato dall’avventuriero Marcus Garvey. Agitando la parola d’ordine « Back to Africa » (ritorniamo all’Africa) Garvey riuscì a raccogliere molti fondi e arrivò ad autonominarsi capo di un futuro « grande Stato negro africano ».
Pur diffidando di Garvey, il presidente liberiano accettò di mettere a dispo[...]
[...]i U.S.A.
Il movimento di Marcus Garvey
Fin dall’immediato dopoguerra era sorto negli Stati Uniti il primo movimento di massa dei neri, ancora di impronta piccoloborghese e guidato dall’avventuriero Marcus Garvey. Agitando la parola d’ordine « Back to Africa » (ritorniamo all’Africa) Garvey riuscì a raccogliere molti fondi e arrivò ad autonominarsi capo di un futuro « grande Stato negro africano ».
Pur diffidando di Garvey, il presidente liberiano accettò di mettere a disposizione le terre per ospitarvi i futuri immigrati, ma quando nel 1924 le prime navi salparono per Monrovia, il governo statunitense intervenne per stroncare un’iniziativa la quale minacciava di privare gli U.S.A. di mano d’opera di colore a basso costo proprio in un momento in cui faceva comodo. Le navi cariche di immigrati dovettero perciò invertire la rotta e l’intero progetto sfumò. Successivamente Garvey fu arrestato e incarcerato sotto l’accusa di operazioni fraudolente e il suo movimento si spense.
La concessione Firestone
Allorché nel 1922 la Gran Bretag[...]
[...]ccusa di operazioni fraudolente e il suo movimento si spense.
La concessione Firestone
Allorché nel 1922 la Gran Bretagna, che deteneva il monopolio mondiale della produzione di caucciù, decise un forte rialzo nel prezzo di questo prodotto, il capitale finanziario americano mosse alla ricerca di terreni adatti a creare nuove piantagioni di caucciù e, a questo fine, nel 1925 il finanziere Firestone fece sondaggi in Liberia.
Il presidente liberiano King, pressa
to da una parte dalle mire territoriali inglesi e francesi, e dall’altra dalle sempre disastrose condizioni economiche del suo paese, finì per accettare le proposte statunitensi: in cambio di un prestito di 5 milioni di dollari diede a Firestone la concessione di 400.000 ha dei migliori terreni liberiani per 99 anni, al prezzo irrisorio di 6 centesimi di dollaro l’ettaro.
Cacciati dalle loro terre, i contadini liberiani vennero così costretti a lavorare nelle piantagioni di caucciù più o meno come schiavi. Nello stesso tempo, per la costruzione delle opere civili richieste [...]
[...]ste statunitensi: in cambio di un prestito di 5 milioni di dollari diede a Firestone la concessione di 400.000 ha dei migliori terreni liberiani per 99 anni, al prezzo irrisorio di 6 centesimi di dollaro l’ettaro.
Cacciati dalle loro terre, i contadini liberiani vennero così costretti a lavorare nelle piantagioni di caucciù più o meno come schiavi. Nello stesso tempo, per la costruzione delle opere civili richieste dalla Firestone, il governo liberiano istituì un servizio di lavoro obbligatorio non retribuito per l’altra parte della popolazione.
Lo scandalo dello « schiavismo »
La grande crisi economica mondiale, se frenò lo sviluppo delle piantagioni di caucciù, rovinò completamente tutti i piccoli coltivatori liberiani di caffè e di altri prodotti tropicali, fornendo così alla Firestone altre masse di mano d’opera a basso costo. Nel 1930, quando il paese venne a trovarsi di nuovo in disastrose condizioni economiche (gli interessi passivi dovuti per il prestito alla Firestone assorbivano da soli metà del bilancio statale), gli Stati [...]
[...]e di altri prodotti tropicali, fornendo così alla Firestone altre masse di mano d’opera a basso costo. Nel 1930, quando il paese venne a trovarsi di nuovo in disastrose condizioni economiche (gli interessi passivi dovuti per il prestito alla Firestone assorbivano da soli metà del bilancio statale), gli Stati Uniti scatenarono una campagna mondiale « contro la schiavitù in Liberia ».
Denunciando la « tratta » dei lavoratori mandati dal governo liberiano a lavorare sotto contratto in altre colonie (particolarmente nell'isola di Fernando Poo), il governo americano mirava in realtà a bloccare un'emigrazione che sottraeva mano d’opera alla Firestone. L’Inghilterra e la Francia, da parte loro, alimentarono lo scandalo, nella speranza di sostituirsi agli americani nel controllo della Liberia. Il presidente King fu costretto a dimettersi e una commissione incaricata dalla Società delle Nazioni riferì che in Liberia veniva praticata non solamente la tratta degli schiavi, ma addirittura la « schiavitù ». In realtà si trattava di rapporti secolari di [...]
[...]litici sorti accanto al governativo True Whig Party (Partito dei veri liberali), al potere dal 1878, e cioè ì'Independent True Whig Party e il Reform Party (quest'ultimo espressione della tribù Kru che si batteva per il graduale superamento dello sfruttamento schiavisticor di quel popolo) e Tubman venne ripetutamente rieletto alla presidenza (nel 1967, per la sesta volta).
In sostanza rimase quindi immutato il carattere oligarchico del regime liberiano a partito unico, così come permane il totale asservimento al capitale straniero (87% deH’investimento totale). Gli organismi sindacali esistenti sono controllati dal governo e il diritto di voto è limitato a quel 15% della popolazione che risulta possidente. Caratteristico della penetrazione del capitale finanziario statunitense in Liberia è l’uso crescentemente invalso di registrare navi straniere (soprattutto nordamericane, inglesi e greche) sotto bandiera liberiana per sottrarre gli armatori e i proprietari alle leggi fiscali dei rispettivi Stati di origine, nonché alle tariffe e ai contra[...]