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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale gentiliana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 67Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 445

Brano: [...]ssistente dell'Opera Nazionale Balilla (1929)

riferico in un vero e proprio “ducette” della scuola, al quale veniva delegato istituzionalmente il giudizio quotidiano e arbitrario sull'operato dei docenti attraverso i rapporti riservati e le note di qualifica, di cui egli era chiamato a rendere conto solo ai superiori (C.M. 23 maggio 1923).

In tale contesto, il significato effettivamente assunto dalla tanto sbandierata « libertà didattica » gentiliana era nient’altro che demagogico, nel senso che l’alleggerimento dei programmi e l'autonomia di movimento all’interno della classe liberavano i docenti dal peso fastidioso di taluni adempimenti (come la compilazione dei piani di lavoro periodici e le rilevazioni sistematiche sui progressi degli alunni), ma non assicuravano certo una maggiore libertà di insegnamento. Tante vero che proprio durante il ministero Gentile (192224) si verificarono i primi casi di licenziamento e prepensionamento a carattere discriminatorio: nel 1925 vennero poi allontanati dall’insegnamento, a vario titolo, più di 50[...]

[...]iù anacronistica. Dovevano essere scuole di contenimento delle masse femminili anche provenienti dalla borghesia, che in ragione del sesso « non hanno e non avranno mai quella animosa originalità del pensiero né quella ferrea vigoria spirituale che sono le forze superiori, intellettuali e morali, della umanità ».

Da qui una politica di “ritocchi” e modifiche parziali che, con il pretesto o la motivazione ufficiale di “perfezionare” la riforma gentiliana, fra il 1925 e il 1932 in realtà ne modificarono abbastanza profondamente l'assetto interno, soprattutto in relazione al peso specifico delle

singole branche dell’istruzione. Su questo terreno si combinarono spinte della borghesia (che, pur apprezzando la chiusura del sistema alle classi meno abbienti, premeva in direzione di una maggiore elasticità e “umanità” di trattamento per gli allievi dei Licei) e « la resistenza silenziosa eppure visibilissima [...] dei genitori di quei ragazzi che la riforma aveva cercato di incanalare a forza nelle scuole di scarico ». Ciò provocò un duplice e pa[...]

[...]a chiusura del sistema alle classi meno abbienti, premeva in direzione di una maggiore elasticità e “umanità” di trattamento per gli allievi dei Licei) e « la resistenza silenziosa eppure visibilissima [...] dei genitori di quei ragazzi che la riforma aveva cercato di incanalare a forza nelle scuole di scarico ». Ciò provocò un duplice e paradossale effetto: da una parte tese a trasformare il Liceo classico, « pupilla degli occhi » della riforma gentiliana, attraverso la concessione di facilitazioni e sessioni riservate di esami, in scuola “omnibus” (nel senso che accoglieva un po’ di tutto e apriva tutte le strade), per di più proliferata soprattutto in periferia, sulla base di sollecitazioni campanilistiche che nulla avevano a che fare con le reali esigenze dello sviluppo del paese; daN’altra, venne a riproporsi con più forza il problema deH’istruzione tecnica e professionale. Di una linea di cauta ma significativa rivalutazione dell'importanza di questo tipo di istruzione si fece carico soprattutto il ministro del l'istruzione Giuseppe Bellu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 444

Brano: [...]fronte.

Il valore centrale della riforma, per cui essa potè essere definita come « la più fascista delle riforme fasciste », consistette soprattutto nella sua capacità di neutralizzare i dissenzienti mobilitando intorno all’obiettivo reazionario la massa apolitica e conformista, in questo caso costituita dalla maggioranza dei docenti e dei funzionari amministrativi della scuola. Il “consenso” fu il principale motivo del successo della riforma gentiliana, attraverso la quale il fascismo penetrò nell’istituzione scolastica. Questa del resto fu la ragione profonda della strenua difesa, compiuta da Gentile, della preminenza della tradizionale cultura classica nei confronti della nuova cultura scientificotecnologica.

La solenne riaffermazione dei valori dello « spiritualismo » contro il materialismo e il positivismo si traduceva, sul piano curricolare, in una gerarchizzazione delle varie scuole e non soltanto colpiva le classi popolari, ma rassicurava la massa dei docenti spaventati non solo di fronte all’irrompere nelle aule scolastiche di un[...]

[...] manto filosofico, dissolveva le « pseudocategorie » e giustificava il declassamento degli istituti tecnici, la ghettizzazione dell’istruzione professionale e sostanziali modifiche nelle materie di insegnamento, fino agli “abbinamenti” più discutibili sotto l’aspetto didattico (matematicafisica, storiafilosofia, ecc.). Strettamente connesse a tale politica pedagogica erano l’organizzazione didattica e la formazione dei docenti. Qui la dialettica gentiliana conseguì il massimo dei consensi, rimettendo “sulla testa” quella scuola che la pedagogia attivistica aveva cominciato a rovesciare attraverso una sottolineatura della centralità delTallievo nel processo educativo.

Già nel suo Sommario di Pedagogia generale Gentile aveva sostenuto la concezione, secondo la quale il maestro andava considerato come incarnazione dello spirito, (« principio, fonte e norma ideale, nonché modello vivente del pensare e dell'operare, immanente alla personalità dell’alunno stesso ») e allo stesso tempo a essa sovraordinato. In modo tale che quella singolare giustif[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 448

Brano: [...]mo) essi siano passati a una più concreta critica, salvo i casi rari e tanto più meritevoli di antifascismo individuale (v. Scuola e Resistenza). Non è comunque privo di significato il fatto che nel febbraio 1943 Bottai (che, del resto, tramava con Galeazzo Ciano e altri gerarchi contro il dittatore), venisse defenestrato da Mussolini e sostituito, come ministro dell'Educazione Nazionale,

da Carlo Alberto Biggini, assai vicino alla tradizione gentiliana e quindi ben lontano dalle ambizioni del suo predecessore.

Secondo dopoguerra

In che misura il crollo del regime abbia rappresentato un’occasione per voltare pagina anche nel campo della scuola o come questo sia invece da considerare uno dei tanti esempi in cui è prevalsa la linea di “continuità” dello Stato, è questione tutt'altro che chiarita. Se una certa rottura ovviamente si verificò, nel senso di una rapida “debottaizzazione” per quanto riguardava gli aspetti più vistosi della propaganda fascista nei manuali e nei programmi, assai azzardato è affermare che nei primi decenni del do[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 447

Brano: [...]la Carta della scuola che tracciava le linee della noova riforma scolastica proposta da Bottai. Articolata sui postulati di un « umanesimo integrale » che avrebbe dovuto conciliare il rispetto della tradizione con le nuove esigenze emergenti dall’organizzazione corporativa, la riforma confermava nella sostanza, sia pure in forma semplificata, quella gerarchizzazione fra scuole più o meno “nobili” che era stata la struttura portante della riforma gentiliana.

Tra le argomentazioni svolte dal ministro, nel suo discorso del 3.5.1939 alla Camera del Fasci e delle Corporazioni, fu quella che la realtà corporativa deH’economia richiedeva infatti che ciascun ceto avesse la sua scuola, coerente con gli obiettivi assegnatigli nella gerarchia sociale. Una scuola unica per tutti sarebbe stata inutile, in quanto adatta a nessuno, e dannosa in quanto avrebbe alimentato « ambizioni sbagliate » da parte dei ceti inferiori.

Coerentemente con tale impostazione, il Bottai proponeva, aggiornando solo la terminologia, la distinzione in tre gradini (scuola art[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 446

Brano: [...]cista, dalla celebrazione degli anniversari della storia patria a quelle delle nuove tappe delibera fascista”, dalla visita del federale alla consacrazione delle aule ai “martiri della Rivoluzione”. Naturalmente, quanto a serietà e rigore negli studi, lungo questa linea non si poteva pretendere gran che, perciò sotto la gestione De Vecchi vennero restaurati i programmi d’insegnamento a cadenza annuale, al posto degli assurdi programmi d’esame di gentiliana

memoria (R.D. 7 maggio 1936, n. 762), furono fatte concessioni notevoli al bignamismo e al nozionismo, venne ridotta la severità delle prove di esame. Nella scuola fascista occorreva per di più far posto a più recenti “novità”, consone alle esigenze del regime: l’insegnamento della cultura militare (R.D. 17 ottobre 1935), l’organizzazione di grandi saggi ginnici e sportivi, le competizioni culturali (gli « agonali » per le scuole secondarie, i « Littoriali della cultura e dell’arte » per le Università).

In tutte o nella maggior parte di queste occasioni, in cui la scuola fu trasformata [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 443

Brano: [...]ssivi, come l'autoritarismo gentlliano fosse fin troppo drastico rispetto alle esigenze del regime. Facendo appello all’antiburocratismo e alla velleità di restaurazione di un regime di libera concorrenza, al posto della « indolenza e della passività, della vigliaccheria che l’attuale regime burocratico e monopolistico promuove e favorisce in ogni modo» (E. Codignola), nel tentativo di dare una struttura organica della scuola italiana la riforma gentiliana proponeva una sostanziale equiparazione tra scuola pubblica e

443


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine gentiliana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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