Brano: [...]
LAr.
Fuorusciti
Gli esuli antifascisti riparati all'estero durante gli anni della dittatura mussoliniana. Questo termine di origine medioevale, usato al tempo delle lotte di fazione dei Comuni, venne adottato dalla propaganda fascista nei confronti degli oppositori con intenzione denigratoria, sembrando ai fascisti tale qualifica meno dignitosa di quella di « esuli ». La trovata linguistica non ebbe successo. Le parole « fuorusciti » e « fuoruscitismo » si pregnarono del nuovo, reale contenuto storico, trasformandosi in attributi positivi.
L’insieme dei fuorusciti antifascisti costituì, tra le due guerre mondiali, la cosiddetta emigrazione politica.
« Ho sempre ritenuto sbagliato il nome ^cjbe ci si dava: emigrati. Questo vuol dire espatriati. Ma noi non espatriavamo per libéfa elezione scegliendo un altro paese. E tanto meno entravamo in un paese per rimanervi, magari per sempre. No, noi fuggivamo. Siamo cacciati, esuli. E non è una patria, bensì un esilio, la sterra che ci ha accolto » (Bertolt Brecht).
L’emigrazione, l'esilio, [...]
[...]guerre mondiali, la cosiddetta emigrazione politica.
« Ho sempre ritenuto sbagliato il nome ^cjbe ci si dava: emigrati. Questo vuol dire espatriati. Ma noi non espatriavamo per libéfa elezione scegliendo un altro paese. E tanto meno entravamo in un paese per rimanervi, magari per sempre. No, noi fuggivamo. Siamo cacciati, esuli. E non è una patria, bensì un esilio, la sterra che ci ha accolto » (Bertolt Brecht).
L’emigrazione, l'esilio, il fuoruscitismo divennero un aspetto della Resistenza non solo come ambienti geografici, ma in un certo modo anche come sfera politica. La « terra dell’esilio », ricordata da Brecht e sparsa in tutto il mondo, fu la prima forza che attaccò il fascismo dal di fuori; una forza che si formò a partire fin dal 1919, con l’esodo davanti all’infuriare del terrore bianco in Europa, e che crebbe anno per anno.
L’esilio era anche una situazione umana, una condizione esistenziale dell’individuo: di « grandezza e miseria deN’esilio » scrisse il fuoruscito tedesco Lion Feuchtwanger nel 1938. Ma è da considerare un ter[...]
[...]nger nel 1938. Ma è da considerare un terzo aspetto: il fuoruscito, per il fatto stesso di essere drammaticamente costretto a scegliere tra la prigione, la morte o l’esilio, dimostrava qual era il vero volto del fascismo. L’emigrazione politica, scrisse Heinrich Mann, « vale per se stessa, implica valori umani più alti di qualsiasi condizione possa svilupparsi nei paesi oppressi ». In queste parole si può cogliere forse l’essenza di ciò che è il fuoruscitismo: un « contromondo » che si oppone al fascismo.
A differenza degli esuli risorgimen
Un gruppo di fuorusciti italiani a Parigi, tra i quali {in secondo piano, da sinistra) Sandro Pertini, Vera Modigliani e Filippo Turati {seduto)
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