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Il segmento testuale demolaburista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 13Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 315

Brano: [...]ortafoglio vennero nominati Benedetto Croce (liberale), Carlo Sforza (indipendente), Paimiro Togliatti (comunista), Pietro Mancini (socialista) e Giulio di Rodino (democratico cristiano).

Ai ministri furono aggiunti numerosi sottosegretari, fra i quali: l’avvocato Renato Morelli alla Presidenza; Attilio Prunas agli Esteri; il socialista Nicola Salerno e l’azionista Filippo Caracciolo agli Interni; il liberale Mario Bergami all'Agricoltura; il demolaburista Nicola Lombardo alla Giustizia; il comunista Mario Palermo (v.) alla Guerra; il socialista Domenico Albergo alla Marina; il democristiano Angelo Raffaele Jervolino all’istruzione; il comunista Antonio Pesenti tv.) alle Finanze; il demolaburista Adolfo Cilento ai Lavori Pubblici; il democristiano Sansonetti all’industria; il generale Di Raimondo alle Comunicazioni.

Il 24 aprile, nella residenza reale di Ravello, i ministri giurarono nelle mani del re.

Il maresciallo Badoglio li presentò a Vittorio Emanuele III con le seguenti parole: « Maestà, ho l'onore di presentarle le loro Eccellenze, i Ministri componenti il nuovo governo. Essi, a eccezione dei Ministri militari e di quello tecnico, provengono dai sei partiti rappresentati nel Comitato di Liberazione. Ognuno di essi ha le sue opinioni politiche alle quali non rinuncia, ma [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 601

Brano: [...]lla Capitale il nome, di modello francese, di Comitato di liberazione nazionale, e presto è seguito in tutt’ltalia dai comitati o fronti locali, che vengono moltiplicandosi in misura rapidamente crescente. I membri del C.L.N. romano, che si chiamerà « centrale » (v. Comitato centrale di liberazione) sono, ancora « politici » dell’antifascismo: i comunisti Scoccimarro e Amendola, i socialisti Nenni e Romita, gli azionisti La Malfa e Fenoaftea, il demolaburista Ruini, il democristiano De Gasperi, il liberale Casati, e Bonomi presidente. E in esso sono rappresentati i sei

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 314

Brano: [...]Consiglio e il ministero degli Esteri. Gli altri ministeri furono così suddivisi: il democristiano Salvatore Aldisio agli Interni; il comunista Fausto Gullo (v.) all’Agricoltura e Foreste, il liberale Vincenzo Arangio Ruiz (v.) alla Giustizia; l’azionista Adolfo 0modeo all’istruzione; il socialista Attilio Di Napoli all’industria, commercio e lavoro; il banchiere Quinto Quintieri alle Finanze; l’azionista Alberto Tarchiani ai Lavori pubblici; il demolaburista Francesco Cerabona (v.) ai Trasporti. Ai dicasteri militari rimasero rispettivamente Taddeo Orlando (v.) (alla Guerra),

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 772

Brano: [...]n vita assai effimera — nacquero come correnti di esplicita connotazione monarchica, ma rimasero alquanto a margine del duro scontro che neH’italia occupata oppose i rinati partiti democratici a tendenza repubblicana e i fedeli della monarchia.

Toccò in effetti a liberali come Benedetto Croce, Vittorio Emanuele Orlando ed Enrico De Nicola, a ex socialriformisti come Ivanoe Bonomi, a esponenti della Democrazia Cristiana e del filiforme Partito demolaburista, recitare il ruolo di protagonisti nel sottile e abile tessuto di trame che, aH’interno e all’esterno del C.L.N. e del governo Badoglio, fu imbastito per trarre a salvamento la monarchia. Se mai, al Sud, la prima manifestazione dei

conati di ribellione monarchica contro l’estendersi appariscente della « zona di vuoto » popolare attorno alla Corona, realizzò la connivenza di taluni di. questi movimenti e partiti d’intonazione sabauda con le sparse e per lo più canagliesche imprese di isolati nuclei fascisti. Ma furono fuochi di paglia, sebbene la causa monarchica andasse sollecitando una so[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 762

Brano: [...]co del lavoro (v.), venne nominato sottosegretario agli Interni nel secondo ministero Bonomi (dicembre 1944giugno 1945), ministro deH’Alimentazione nel governo Farri (giugnodicembre 1945) e ministro della Pubblica istruzione nel primo governo De Gasperi (dicembre 1945lugl io 1946).

Nel 1946 fu eletto alla Costituente nelle liste del Partito democratico del lavoro per la circoscrizione di Catanzaro, e divenne presidente del Gruppo parlamentare demolaburista.

Nominato senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano (1948) e vicepresidente del Senato, nel 1953 abbandonò tale carica per schierarsi con l’opposizione contro la leggetruffa. Nel 1953 fu rieletto senatore indipendente di sinistra nella circoscrizione di Parma e tornò alla vicepresidenza del Senato. Nel 1958 fu nuovamente eletto al Senato, sempre come indipendente, candidato del Partito comunista a Roma.

Il 2.10.1963 fu nominato membro del Consiglio superiore della magistratura. Nei suoi ultimi 10 anni di attività politica fu un attivo fiancheggiatore del P.C.l. nella lotta c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 56

Brano: [...]il momento, su basi più ampie, con la confluenza di altre correnti e partiti di oggi, dopo libera discussione tra gli aderenti ».

Nei diversi ministeri alternatisi dal 1944 al 1946 (gabinetti Badoglio, Bonomi, Parri e primo governo De Gasperi) furono chiamati ad assolvere compiti di governo i demolaburisti Meuccio Ruini, Francesco Cerabona, Mario Cevolotto, Dante Veroni, Luigi Gasparotto, Carlo Scialoja.

All’Assemblea Costituente il gruppo demolaburista risultò costituito da Enrico Molé (presidente), Giovanni Persico (vicepresidente), Costantino Preziosi (segretario), Guido Basile, Carlo Bassano, Mario Cevolotto, Luigi Gasparotto, Virgilio Nasi, Alessandro Scotti e Pasqualino Vassallo. Quasi tutti gli appartenenti al gruppo erano stati però eletti in liste presentate da altre formazioni, e principalmente nella lista delTUnione democratica nazionale (coalizione di liberali, democratici e demolaburisti) che aveva ottenuto complessivamente 1.559.417 voti (6,8 per cento) e l’elezione d.

7 candidati.

Dal 1946 il Partito democratico del lavo[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine demolaburista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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