Brano: [...]mbe in varie città italiane per determinare stati d’animo ostili al regime fascista, ma in ore inoltrate della notte e in località deserte ». Difatti alcune bombe, fatte scoppiare a Torino e a Genova, non avevano provocato vittima alcuna. Soltanto a Bologna una bomba, pur essendo stata posta in luogo deserto, provocò la morte di un carabiniere che, avvisato da alcuni passanti, aveva raccolto l’ordigno per .trasportarlo in caserma. Lo stesso capo dell'Ovra scriverà: « Disgraziatamente l'intervento prima dello scoppio e l'imperizia dello sventurato carabiniere trasformò in tragedia l'episodio che doveva avere carattere dimostrativo ».

Bozzi, Gino

N. a Firenze il 22.10.1905, caduto in provincia di Pistoia nel giugno 1944; falegname. Membro dell'organizzazione comunista clandestina, nel 1929 fu condannato dal Tribunale speciale a 7 anni e 6 mesi di reclusione. Liberato in seguito a amnistia, riprese la lotta antifascista. Dopo l’8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione e fu tra gli organizzatori della Resistenza in Toscana. Comandante d[...]

Brano: [...]ombattente nella Brigata Garibaldi « Pio Borri » operante nel Casentino.

Iscritto al P.C.I. dal 1944, dopo la Liberazione ha ricoperto vari incarichi politici e sindacali. Assessore del comune di Arezzo (19511960) e della Provincia (19601968), è stato eletto senatore il 19.5.1968.

Del Re, Carlo

N. a Codroipo (Udine) il 18.10.1901; avvocato. Entrato a far parte alla fine del 1929 del movimento « Giustizia e Libertà », si mise al servizio dell'Ovra (v.) e divenne spia fascista. Viene considerato direttamente responsabile dell'arresto di circa 60

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Brano: [...]centi universitari il giuramento di fedeltà, rifiutò di sottomettersi e preferì ritirarsi a vivere di collaborazioni editoriali. Assieme al figlio Renzo (v.) proseguì incessantemente l'attività clandestina, compiendo anche viaggi in Francia per collegarsi con il gruppo giel lista parigino. Già sorvegliato dalla polizia, il 15.5.1935 venne arrestato, unitamente alla maggior parte degli esponenti torinesi del movimento, dietro delazione della spia dell'Ovra Dino Segre, mentre Renzo era nel frattempo emigrato in Francia. Tradotto il 27.2.1936 dinanzi al Tribunale speciale con Augusto Monti, Massimo Mila, il futuro genero Vittorio Foat Alfredo e Giannotto Perelli, Vindice Cavallera e Piero Zanetti, reagì con grande fierezza (nonostante l’angoscia per la sorte della moglie e dei due figlioletti rimasti in condizione di grave indigenza) e fu condannato a

15 anni di carcere.

Mentre scontava la detenzione, tra l'altro afflitto da gravi disturbi alla vista e tuttavia intento a proseguire la compilazione di un’importante opera scientifica, fu ragg[...]

Brano: [...]o distrutti in seguito all’allagamento della pianura attuato dai tedeschi in fuga. L'abitato di Terracina venne semidistrutto dai bombardamenti aerei e terrestri. Le autorità fasciste e tedesche non distribuirono alla popolazione alcuna derrata alimentare. « I tedeschi — prosegue il rapporto — procedevano a saccheggi periodici, mentre i fascisti, per tutto il periodo dell’occupazione, avevano organizzato la corruzione, il ricatto e lo spionaggio dell'Ovra ». A.Av.

Latini, Guido

N. a Montelupone (Macerata) nel 1891, m. nel 1965; avvocato. Militante comunista, per la sua attività antifascista negli anni della dittaturà fu costretto ad espatriare.

Allo scoppio della guerra di Spagna, accorse volontario nelle Brigate Internazionali dall'Argentina e fu nominato ufficiale della Brigata Garibaldi. Rientrato in Francia al termine del conflitto, fu

Brano: [...]izia; infine, se lo riteneva necessario, l’Ovra poteva servirsi di tutti gli altri servizi politici e militari dello Stato.

Alla centrale dell’Ovra in Roma, insediata presso la segreteria del capo della polizia, facevano capo numerose « cellule » a compartimenti stagno l’una rispetto all’altra e dirette da altrettanti « capicellula », da cui si diramava la rete capillare degli informatori. Tra gli esponenti più noti delle varie istanze locali dell'Ovra, si ricordano: il già citato D'Andrea a Bologna; il Nudi, con Per uzzi e Petrillo a Milano; Barletta, Musco, Santorre e Vezzani a Roma; Console a Napoli. Nel Meridione, dato il minor rilievo assunto dai movimento comunista locale e, in genere, dall’organizzazione clandestina antifascista,

il campo dazione dell’Ovra era assai ridotto, salvo i casi in cui essa serviva da copertura a soprusi personali perpetrati da piccoli ras locali.

Per esempio, un fascista di nome Calabresi, giovandosi della sua qualifica, utilizzò l’Ovra per una serie di ricatti ed estorsioni che allarmò le stesse gera[...]

Brano: [...]lsione, se (anche in buona fede) si fosse lasciato carpire qualsivoglia informazione atta a mettere in pericolo la sicurezza del movimento.

Esemplare, a questo proposito, quanto è riportato dalla rivista del P.C.I. Stato Operaio, pubblicata in Francia, nell’articolo «Come lavora l'Ovra », (marzo 1933). Riguarda il caso del militante triestino Tlustos che, tratto in inganno dal comportamento benevolo degli agenti del commissario D’Andrea, capo dell'Ovra bolognese, aveva finto di assecondarli, portandoli su piste false e riuscendo poi a fuggire. Ma la segreteria del P.C.I., insospettita dalla sua successiva relazione, lo aveva espulso con questo commento che suonava a monito per tutti i militanti:

« Tlustos ha fatto un compromesso, ha tradito [...]. Ha accettato di discutere con agenti dell’Ovra, ha spiegato il comuniSmo agli ovristi (!!), ha fatto delle ammissioni numerose su questo o quel punto, ha condotto a spasso per Bologna, Milano e Trieste gli agenti dell’Ovra "per ingannarli" ma in realtà ha dato all’Ovra qualche cosa. Ne sappiamo[...]

Brano: [...]eressini, Leone

N. a Spilimbergo (Pordenone) il 2.9.1907; falegname.

Iscritto al P.C.d'I. dal 1924, si distinse come giovane attivista clandestino, attuando una rischiosa opera di collegamento e di propaganda in Carnia, lungo la Pedemontana e nel Medio Friuli.

Nel 193233 fu designato membro del Comitato federale di Udine. Il 2.9.1933 cadde in una retata compiuta dalla polizia fascista nello Spilimberghese. Dopo due mesi di interrogatori dell'Ovra a Udine, fu tradotto al carcere romano di Regina Coeli.

Deferito al Tribunale speciale, il 10.10.1934 fu condannato a 8 anni di reclusione da scontare a Fossano. Respinta la proposta di inoltrare domanda di grazia, continuò nel carcere la sua fervida opera di propagandista. Dopo la scarcerazione,

fu costantemente sorvegliato dal regime fascista.

Dal 1943 al 1945 collaborò attivamente con la Resistenza friulana. L.R.C.

Peretti Griva, Domenico Riccardo

N. nel 1882 a Coassolo, nelle Valli di Lanzo (Torino), m. a Torino I’11. 7.1962; magistrato.

Figlio di un notaio del luogo, se[...]

Brano: [...]ardivo, Mario Blason, Gustavo e Fausto Tambarin, Renato Rigonat, Ondina Peteani, Mario Silvani e Francesco Furlan (ma l’elenco è incompleto) verranno invece con le ultime leve clandestine del 194043. Nel biennio 193234 la vastità raggiunta dal movimento indusse il Centro estero del partito a inviare in questa zona, a varie riprese, cinque funzionari, due dei quali (Aristide Pupazzi ed Ezio Zanelli) vennero arrestati nel 1934 per azione congiunta dell'Ovra (diretta a Milano da Nudi), della polizia, della Milizia e dei carabinieri di Trieste, Udine e Gorizia. Le indagini poliziesche vennero concentrate nelle cinque zone in cui operavano i comitati federali del partito e della F.

G.C. (Cantiere, Monfalcone e frazioni, Ronchi e frazioni; SagradoGradisca e frazioni; CormonsCapriva e frazioni; AurisinaSanta CroceOpcinaComeno; AquileiaT^rzoCervignano) comprese nelle tre province di Trieste, Udine e Gorizia. Nel corso di tali indagini vennero identificati ben 189 comunisti, una gran parte dei quali fu arrestata e deferita al Tribunale speciale che,[...]

Brano: [...]ull’Ebro, a Caspe e sulla Sierra Cabals, alla fine della guerra di Spagna si rifugiò in Francia, mentre pendeva su di lui la condanna a morte per diserzione emessa nel 1938 dal Tribunale militare di Vittoria. Dal 1939 al 1941 fu internato nei campi di SaintCiprien, Gurs e Vernet, poi lungamente ricoverato in ospedale per i postumi delle ferite riportate. Nel 1941 rifiutò di firmare l'atto di sottomissione al regime, richiestogli da un incaricato dell'Ovra espressamente recatosi a Vernet e, con l’aiuto dell’organizzazione antifascista clandestina, evase per entrare a far parte della Resistenza francese, sotto il falso nome di Juan Medinas. Arrestato nel luglio 1943, due mesi do

po fuggì dal carcere di Saint Joseph, a Grenoble.

In Italia

All’inizio del 1944 fu inviato dall’Ufficio estero del P.C.I. clandestinamente in Italia, per partecipare alla lotta partigiana. Designato ispettore regionale della Delegazione lombarda del Comando generale delle Brigate d’assalto Garibaldi, operò in Valtellina al comando di una divisione che prese part[...]

Brano: [...]il commissario politico Alfredo Rigodanzo (Catone)

zona di crescente importanza strategica per i tedeschi che vi concentrarono numerosi organismi: nel giro di pochi mesi si insediarono a Valdagno il Gruppo “Gamma” della Decima Mas (comandato dal tenente di vascello Eugenio Walk), la 4a Compagnia “A. Turcato” della 22a Brigata nera “A. Faggion” di Vicenza, la Direzione generale di polizia del Ministero degli Interni della R.S.I. e la Direzione dell'Ovra, la centrale telefonica delle comunicazioni militari tra Italia e Germania e impianti per intercettazione delle trasmissioni radio. A Spagnago (presso Comedo Vicentino) fu allestito un aeroporto per apparecchi da ricognizione (detti “cicogne”); a Trissino si insediò il Comando della Polizia dell’Africa Italiana (P. A.I.); a Montecchio Maggiore, il sottosegretariato della Marina militare (Decima Mas); infine a Reccaro prenderà sede il Comando generale delle truppe tedesche in Italia, comandate dal Feldmaresciallo KesserUng (v.).

L'1.3.1944 il C.L.N. dell’Alta Italia proclamò Io sciopero gen[...]