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Il segmento testuale colonialiste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 90Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 729

Brano: [...]use del conflitto

Per quanto poco fondate sul piano di una seria ricostruzione dei fatti, le ragioni che spinsero il governo francese guidato dal socialdemocratico Guy Mollet (v.) a intervenire contro la Repubblica egiziana vanno ricercate nella convinzione che questa prestasse un sostegno massiccio e decisivo agli insorti algerini e che il regime di Nasser costituisse, con la sua azione politicopropagandistica, una seria sfida alle posizioni colonialiste ancora tenute dalle potenze coloniali nel Vicino Oriente e in tutto il mondo arabo. Specie su quest'ultimo punto convenne il governo conservatore britannico presieduto da Anthony Eden (v.) che, nell’Egitto rivoluzionario (un paese di fatto controllato dall’Inghilterra sino alla fine della Seconda guerra mondiale), paventava una minaccia eversiva per le ultime vestigia dell’impero coloniale britannico a est di Suez e ancora in vaste zone dell’Africa.

Quanto agli israeliani, l’emergere di un orientamento sempre più accanitamente antiegiziano va fatto risalire al ricupero attivistico patrocin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 176

Brano: [...]erra. A Tunisi, a Susa e a Sfax sorsero quartieri abitati prevalentemente da italiani, che si chiamavano “Piccola Sicilia”, “Piccola Calabria” etc., quartieri poveri, ove tra lavoratori italiani e lavoratori tunisini si stabilivano particolari rapporti di solidarietà. Queste caratteristiche della situazione in Tunisia fecero sì che quando il fascismo rivolse la propria attenzione alla politica estera, ispirata alle naturali spinte imperialiste e colonialiste, si trovò bell’e pronta una carta da giocare: l’“ipoteca italiana sulla Tunisia”. In questo quadro, favorì da un lato l'aumento numerico della emigrazione italiana facendovi affluire lavoratori siciliani in cerca di lavoro, dall'altro inviò i óuoi uomini di fiducia, “fascisti della prima ora”, a dirigere gli enti italiani, a cominciare dai Consolati, liquidando in poco tempo Vélite di vecchi borghesi massoni e liberali che fino ad allora avevano occupato tutti i posti dirigenti; nello stesso tempo, dalle antenne della radio di Stato (v. Eiar), i propagandisti del regime cominciarono a rovesci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 184

Brano: [...] restava formalmente in carica il sultano Mehmed V.

Prima guerra mondiale

Allorché, nell’agosto 1914, Francia, Gran Bretagna e Russia entrarono

in conflitto con gli Imperi centrali, il governo turco si schierò con questi ultimi, nella speranza di riprendersi quanto aveva perduto. Il 31. 10.1914 la Turchia scese in campo contro la Russia zarista e il sultano proclamò la “guerra santa” per mobilitare l’intero mondo arabo contro le potenze colonialiste dell’intesa.

I turchi combatterono sul Caucaso, nel mar Nero, a Gallipoli, in Mesopotamia e in Palestina, recando un notevole contributo militare agli Imperi centrali: in Siria e in Palestina l’esercito turco costituì una minaccia per il Canale di Suez e per la presenza britannica in Egitto; il blocco degli Stretti, impedendo il passaggio alle navi russe, non permise che si realizzasse una fattiva collaborazione tra la Russia e i suoi alleati occidentali; inoltre il prestigio di cui la Turchia godeva in tutto il mondo arabo creò problemi nelle colonie francesi e britanniche. Nondimeno, nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 587

Brano: [...] un vero e proprio conflitto, evitato solo dall’intervento dell’O. U.A. (Organizzazione per l’unità africana) , ma scaramucce e scontri continuarono a verificarsi, sia lungo le frontiere con l’Etiopia sia lungo quelle con il Kenya. In quest’ultima zona la situazione fu estremamente tesa tra il 1963 e gli inizi del 1966, quando nella Northern Eastern Region (abitata in prevalenza da popolazioni somale e affidata al Kenya in

base alle frontiere colonialiste) andò estendendosi la guerriglia. Vi fu un inizio di trattative, ma queste fallirono nel dicembre 1965, per riprendere verso la fine del 1967, quando (grazie alla mediazione dell’O.U.A.) i rappresentanti somali e quelli kenyoti si incontrarono ad Arusha e approntarono un documento d’intesa di massima (ottobre 1967). Il 1967 fu l’anno che vide anche un miglioramento dei rapporti somalietiopici: prese infatti avvio un dialogo che portò il premier Egal a visitare Addis Abeba nel 1968 e poi ancora nel 1969.

Intanto all’interno, nonostante vari provvedimenti miranti a impedire tale processo, co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 547

Brano: [...]ence, a fianco delle truppe inglesi comandate dal maresciallo E. Hinman Allenby (futuro alto commissario per l'Egitto e il Sudan), entrarono a Damasco. Nel luglio 1919 il Congresso nazionale siriano, riunito nella Capitale, rivendicò l’indipendenza politica per uno Stato comprendente i territori degli attuali Siria, Libano, Giordania e Israele, da erigersi in unica monarchia costituzionale sotto Faisal, ma tale progetto fu respinto dalle potenze colonialiste che si contendevano il dominio dell’intero settore. In effetti fin dal 1916 (accordo segreto SykesPicot) i governi di Francia e Gran Bretagna avevano deciso di spartirsi tra loro tutta la vasta regione, tradendo le promesse fatte ai nazionalisti arabi per indurli a combattere i turchi: in base al piano segreto già previsto, Iraq, Palestina e Transgiordania passarono così sotto tutela britannica, mentre Siria e Libano furono affidati a un “mandato” francese che praticamente riduceva entrambi i paesi a uno stato di soggezione coloniale.

Nella nuova situazione, il Congresso nazionale siriano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 85

Brano: [...]olpiti dal provvedimento, il deputato Giuseppe Spataro), « un gruppo di cattolici, pagando di persona, mantenne fede al mandato ricevuto dall’elettorato e, avendo resistito al fascismo per venti anni, potè rispiegare intatta la bandiera con lo scudo crociato ».

Le guerre fasciste

In occasione dei conflitti di Etiopia (v.) e di Spagna, il fascismo riscoprì nel sentimento religioso degli italiani un motivo di sostegno alle mire totalitarie e colonialiste.

Con la guerra italoabissina affiorarono diffusi consensi all’insegna di una romanità cattolica da imporre ai popoli (presunti) pagani, e ciò esplodeva in tante manifestazioni a contenuto religioso, la benedizione di bandiere e soldati inviati a portare in trionfo la Croce e a spianare la strada ai missionari, senza tener conto del sangue innocente e dei reali motivi colonialisti alla base deN’impresa che colpiva una gente già ampiamente evangelizzata.

Lo stato d’animo di molti cattolici, perplessi ma sostanzialmente affascinati dall'operazione, apparve in pieno in uno scritto su una ri[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 92

Brano: [...]o prima, e questa costrinse gli Stati Uniti a subire la nascita della Repubblica democratica del Vietnam del Nord (v.).

La vittoria di Dien bien phu diede un impulso eccezionale a tutta la lotta dei popoli coloniali per l'indi pendenza; èssa dimostrò al mondo intero che era possibile sconfiggere i colonialisti, indebolì notevolìtiente il prestigio della Francia e stimolò i paesi

colonizzati a intraprendere la lotta armata contro le potenze colonialiste.

R.Le.

Dieppe, Sbarco di

La zona di Dieppe, cittadina francese sulla Manica, durante la seconda guerra mondiale fu scelta dagli Alleati per un tentativo di sbarco che si concluse negativamente e con sanguinose perdite. L'operazione, detta Jubilee, ebbe inizio la notte del 18.8.1942. Gli Alleati vi impiegarono una divisione canadese rafforzata da commandos britannici, da rangers americani e da soldati dell’esercito di liberazio: ne francese [France libre), complessivamente circa 6.000 uomini al comando del generale Roberts. Furono impegnate per lo sbarco 252 navi e imponenti forze aer[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 239

Brano: [...]iù tardi ras Kàsà (182068) cercò a sua volta di unire sotto di sé l’intera Etiopia e, dopo anni di aspre lotte, divenne negus con il nome di Teodoro (1855). Successivamente, entrato in conflitto con l’Inghilterra, venne sconfitto a Magdala e si suicidò. Ormai l'interesse delle potenze europee per l’Abissinia si era svegliato. La politica dei successivi sovrani abissini sarà costantemente influenzata dalla presenza e dalle pressioni delle potenze colonialiste,

L'Italia apparve sulla scena abissina con le « missioni » esplorative del frate cappuccino Guglielmo Massaia (180989), inviato dal primo ministro Cavour; quindi con l'acquisto della baia di Assab da parte della compagnia armatoriale genovese Rubattino per farne base di

rifornimento per le proprie linee di navigazione. Nel 1869 subentrò nella proprietà della baia il governo italiano, retto in quegli anni da Agostino Depretis, che ebbe così la sua prima base colonialista in Africa. Nel 1886 due spedizioni, rispettivamente comandate da Giovanni Maria Guidetti e da Gustavo Bianchi, avventu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 49

Brano: [...]anguinosi, Sukarno diede or* dine alla popolazione di non circolare per le strade dopo le otto di sera. La disciplina con cui quest’ordine fu applicato dimostrò tanto palesemente la forza e l’autorità di Sukarno fra le masse popolari, che gli inglesi ne rimasero impressionati. Ma la situazione si era spinta troppo avanti perché si potesse evitare lo scontro: nel mese di novembre, a Surabaja, migliaia di giovani indonesiani affrontarono le truppe colonialiste appoggiate da navi e aerei. L’intera città scese nelle strade e la rivolta dilagò in tutto il paese.

I patrioti indonesiani ebbero migliaia di morti, ma il risultato fu l’intensificarsi della lotta armata nelle foreste. A questo punto gli olandesi cercarono di negoziare, ponendo però condizioni talmente inaccettabili che i nazionalisti preferirono continuare la lotta.

Solo nel 1946 furono avviate trattative che culminarono nell’accordo di Lingadjati. Riconosciuta dagli olandesi l’indipendenza dell’Indonesia, l’accordo prevedeva una federazione di tre Stati (Indonesia, Borneo, Indonesia [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 360

Brano: [...]gli ordini del generale V. Cagni) e di Tobruk (4 ottobre). Il 5.11.1911 Vittorio Emanuele III proclamava la sovranità italiana su quelle terre. Furono successivamente occupate le isole del Dodecaneso (v.) nell’Egeo, teatro di una guerra navale che isolò completamente la Libia dall’impero turco. Mentre la resistenza da parte dei turchi fu piuttosto limitata, decisamente si batterono le popolazioni berbere locali; ogni progressione delle truppe

colonialiste italiane verso l’interno del paese costò vittime e scontri di ampiezza assai maggiore del previsto. Ma alla fine, la schiacciante superiorità di armamento (furono per la prima volta sperimentati anche i bombardamenti aerei) permise allo Stato maggiore italiano di avere la meglio. Il 18.10.

1912, con la pace di Losanna, venne riconosciuta la sovranità italiana sulla Libia e, inoltre, fu accettato dai turchi che l’Italia mantenesse

il possesso del Dodecaneso. Durante il conflitto non erano mancate in Italia manifestazioni di opposizione operaia alla guerra coloniale, nonostante l’acquiesc[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine colonialiste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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