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Il segmento testuale aventiniano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 51

Brano: [...]ista e organizzatore della Resistenza. Dopo la Liberazione venne eletto segretario della Federazione socialista torinese, membro della Consulta Nazionale e Consigliere comunale di Torino.

Amendola, Giorgio

N. il 21.11.1907 a Roma; figlio di Giovanni Amendola (v.), laureato in legge, giornalista. Attivo antifascista sin dalla gioventù, liberale di sinistra nel 1924, membro dell’Unione Democratica, fu tra i giovani più combattivi nel periodo aventiniano; partecipò alla lotta politica e collaborò a II Mondo; accompagnando il padre, fu più volte aggredito con lui dai fascisti. Iscrittosi nel 1926 all’Università di Napoli, prese contatto con un gruppo di studenti antifascisti già orientati verso il Partito comunista (tra gli altri, Manlio Rossi Doria, Eugenio Reale ed Emilio Sereni). Attraverso una tormentata crisi di coscienza e un serio esame autocritico ebbe inizio il suo avvicinamento al Partito comunista, al quale aderì nel 1929. Espatriato clandestinamente nell'aprile 1931, per partecipare al IV Congresso comunista a Colonia, da quel mome[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 629

Brano: [...]ere il rischio di subire le conseguenze di una vittoria della classe lavoratrice, è fuori discussione. Basterebbe a dimostrarlo lo spavento da cui le opposizioni sono state assalite non appena si è manifestato nel paese un movimento di operai e di contadini ».

Soltanto molti anni dopo, autorevoli esponenti dell’Aventino riconosceranno il grave errore che permise al fascismo di riprendersi e di rinsaldarsi nel suo potere.

Durante il periodo aventiniano il Partito comunista non si limitò d’altra parte a criticare gli altri partiti contrari a fare appello alle, masse,

ma si prodigò per organizzare scioperi parziali, manifestazioni di strada, comizi volanti. Malgrado la loro crescente influenza nel paese, i comunisti non furono tuttavia in grado di portare da soli le masse lavoratrici alla lotta. La forza politica e gli strumenti organizzativi, di propaganda e di collegamento del partito sorto da soli tre anni erano ancora troppo limitatT; gli iscritti, falcidiati dagli eccidi e dalle persecuzioni, non superavano i ventimila; ma, soprattutt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 37

Brano: Decima M.A.S.

e nel 1921, antifascista e aventiniano nel 1924, nel novembre 1926 fu dichiarato decaduto dalla Camera fascista. Rimasto in disparte negli anni del fascismo, dopo la caduta del regime divenne sottosegretario ai Lavori pubblici, e poi ministro, nel primo e nel secondo governo Badoglio (16.9.1943 17.4.1944). Presidente del Partito democratico liberale, dopo la fusione col Partito liberale è stato eletto vicepresidente di questo secondo partito nonché presidente del suo gruppo parlamentare (1953). Deputato all’Assemblea Costituente, rieletto nel

1948, nel 1953 e nel 1958, è stato ministro senza portafoglio nei governi Sceiba (195[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 305

Brano: [...]Congresso decise di continuare la lotta antifascista, cambiando solo il nome della Federazione in quello di Unione spirituale dannunziana.

Quando, dopo il delitto Matteotti (1924), D’Annunzio comunicò la sua decisione di ritirarsi dalla politica attiva, l’Unione stabilì di continuare ugualmente la lotta. Nel luglio 1924 venne tenuto a Firenze un convegno nel quale, alla presenza di 28 delegati, fu decisa l’adesione al blocco delle opposizioni aventiniano e la partecipazione attiva dei legionari ai gruppi Italia Libera (v.) fondati da Raffaele Rossetti.

Nel settembre 1924 si riunì a Milano, sotto la presidenza delTon. Alfredo Morea, il Consiglio nazionale dell’Unione. Fu ribadita la volontà di lotta contro la dittatura e fu decisa la fusione dei legionari con gli Arditi del Popolo. Il Consiglio discusse anche il problema sindacale, riguardo al quale Alceste De Ambris, da Parigi, aveva inviato una lunga relazione citando le violenze subite dai lavoratori e opponendosi all’adesione alle corporazioni fasciste.

Dopo il discorso di Mussolini [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 579

Brano: [...]retario. Esponente della sinistra del partito, ne seguì i Congressi, fu membro dei Consiglio nazionale, nonché assessore al comune di Torino. Diresse inoltre i settimanali locali II pensiero popolare e II popolo piemontese.

Dopo la marcia su Roma fu, nel partito, tra coloro che maggiormente osteggiarono il fascismo: egli fu contrario, ad esempio, all’astensione dei popolari in occasione della votazione sulla legge Acerbo e, durante il periodo aventiniano, fece parte del Comitato delle opposizioni.

Alle elezioni politiche del 1924 si presentò candidato alla Camera nella lista popolare, ma non risultò eletto.

Nel luglio 1924 Piero Gobetti, lodando un articolo di Piccioni che aveva pubblicato su Rivoluzione Liberale, definì il giovane dirigente popolare come « una delle voci perfettamente coscienti delle nuove funzioni che devono assumere i moderni partiti democratici ».

Dopo Io scioglimento del partito si trasferì in Toscana, dove si dedicò esclusivamente alla professione forense a Pistoia e a Firenze, mantenendo contatti politici con [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine aventiniano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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