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Il segmento testuale aventiniani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 50Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 193

Brano: [...]e grazie alla maggiore forza che l’unione dei partiti antifascisti rappresentava in confronto delle iniziative separate, fu possibile svolgere, sul terreno comune della lotta per la riconquista di garanzie di vita democratica, un’azione molto più vivace, con una più attiva partecipazione di base, quale non si vedeva da molto tempo: i comitati delle opposizioni sorti in tutte le principali città, e composti dai rappresentanti non soio dei partiti aventiniani, ma anche di associazioni democratiche apartitiche, ebbero vita più o meno lunga e più o meno intensa, ma in qualche città operarono seriamente e furono un anticipo di quelli che dovevano essere, vent’anni dopo, i C.L.N.. Sorsero nuove organizzazioni antifasciste, fra cui merita di essere ricordata L’Italia libera, organizzazione di combattenti antifascisti, che fu forse l’elemento più attivistico di quel periodo; e anche i Gruppi goliardici per la libertà, che si formarono in numerosi atenei e in qualcuno dei quali, come per esempio in quello milanese,

conquistarono in libere elezioni la [...]

[...] libera, organizzazione di combattenti antifascisti, che fu forse l’elemento più attivistico di quel periodo; e anche i Gruppi goliardici per la libertà, che si formarono in numerosi atenei e in qualcuno dei quali, come per esempio in quello milanese,

conquistarono in libere elezioni la maggioranza dellorganismo universitario.

Le polemiche ai vertici

Ai vertici, invece, nelle direzioni romane, era impossibile mettere d'accordo i partili aventiniani su una azione comune e l’Aventino si riduceva ad una vuota protesta e ad una vana attesa. Alcuni dirigenti per convinzione sincera, altri forse per pavidità, preferivano pensare che un processo irreversibile di dissoluzione della maggioranza fosse in atto e che un intervento delle opposizioni avrebbe potuto rallentarlo od arrestarlo. Naturalmente, carenti di iniziative le opposizioni, le speranze erano affidate alle iniziative altrui, degli oppositori non aventiniani (cioè, praticamente, di Giolitti), dei fiancheggiatori che si staccavano o minacciavano di staccarsi (come Orlando o Salandra o[...]

[...]one comune e l’Aventino si riduceva ad una vuota protesta e ad una vana attesa. Alcuni dirigenti per convinzione sincera, altri forse per pavidità, preferivano pensare che un processo irreversibile di dissoluzione della maggioranza fosse in atto e che un intervento delle opposizioni avrebbe potuto rallentarlo od arrestarlo. Naturalmente, carenti di iniziative le opposizioni, le speranze erano affidate alle iniziative altrui, degli oppositori non aventiniani (cioè, praticamente, di Giolitti), dei fiancheggiatori che si staccavano o minacciavano di staccarsi (come Orlando o Salandra o i combattenti), degli stessi ministri di Mussolini (come Federzoni)

o dei militari, naturalmente per decisione del re.

Fu per cominciare a dare una prospettiva all'Aventino che Turati diede il 1° luglio un’intervista al Popo

lo, organo del Partito popolare, in cui riprendeva il tema di una possibile collaborazione governativa fra socialisti e popolari, intorno alla quale si era già inutilmente discusso in passato. Alla proposta fece eco favorevole De Gasperi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 762

Brano: Molé, Enrico

democrazie, direttore dell’« Ora » di Palermo e infine redattore capo del « Mondo » di Roma, il quotidiano di Giovanni Amendola. Dopo il delitto Matteotti fece parte delVAventino (v.), nella corrente di opposizione costituzionale diretta da Amendola, e fu uno dei 5 segretari parlamentari del Gruppo dei deputati aventiniani.

Nel 1926 fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare per decisione della maggioranza fascista alla Camera, sottoposto a provvedimento di polizia e ammonito. Dopo la instaurazione delle leggi eccezionali si ritirò in Calabria dandosi alla attività forense.

Secondo dopoguerra

A Roma, nei giorni dopo la Liberazione, fondò L’Indipendente (1944). Quindi, entrato nelle file del Partito democratico del lavoro (v.), venne nominato sottosegretario agli Interni nel secondo ministero Bonomi (dicembre 1944giugno 1945), ministro deH’Alimentazione nel governo Farri (giugnodicembre 1945) e min[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 620

Brano: [...]enisse per l'intervento delle masse, in quanto questo avrebbe significato una ripresa del movimento operaio, la sconfitta del piano riformista e l’affermazione di una linea rivoluzionaria che avrebbe spazzato via, insieme ai dirigenti borghesi, gli stessi riformisti.

I comunisti proposero allora che le opposizioni si costituissero in « antiparlamento », sostituendosi all'illegale Parlamento fascista: ma anche questa proposta fu respinta dagli aventiniani.

II 15 agosto, quando il cadavere straziato di Matteotti fu ritrovato nella macchia detta della Quartarella, nel comune di Riano Flaminio, il fascismo aveva definitivamente ripreso fiato, tanto da poter varare un nuovo decreto legge contro la libertà di stampa, il quale dava facoltà alla polizia di sequestrare un giornale « senza che occorra una speciale autorizzazione ».

Nel marzo 1926 si aprì, istruito dai fascisti e a Chieti (per « legittima suspicione »), il processofarsa contro gli assassini di Matteotti. Il principale imputato, Amerigo Dumini, fu difeso dal noto ras fascista Rober[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 300

Brano: [...]iti e dei sodalizi antifascisti. Nella stessa seduta del 9 novembre Mussolini presentò alla Camera i cosiddetti Provvedimenti per la difesa dello Stato, una legge del tutto incostituzionale che, con effetto retroattivo, istituiva il Tribunale speciale (v.) e fissava gravi sanzioni, compresa quella di morte, per le attività rivolte contro il fascismo. Questa legge, approvata dalla Camera il giorno stesso (un’ora dopo la estromissione dei deputati aventiniani), passava il 20 novembre al Senato che, salvo pochi interventi contrari, l’approvava a sua volta.

Le altre misure liberticide (scioglimento dei partiti, delle associazioni ecc.) furono immediatamente introdotte nel nuovo Testo unico delle Leggi di pubblica sicurezza.

La legge per la « difesa dello Stato »

il disegno di legge, che ripristinava la pena di morte per taluni reati politici e istituiva il Tribunale speciale, comprendeva » seguenti 8 articoli:

Art. 1. Chiunque commette un fatto diretto contro la vita, l’integrità o la libertà personale del Re o del Reggente è punito con [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 616

Brano: [...]erreno dell'unità del partito, oltre che sulle questioni di fondo, egli potè persuadere e staccare da Bordiga anche coloro che, fino a quel momento, avevano totalmente o solo in parte condiviso le tesi estremiste.

Nell’estate 1924, dopo l’assassinio di Giacomo Matteottir Gramsci propose aH’Aventino (v.) di proclamare lo sciopero generale contro il fascismo e di lanciare a tutto il paese un appello alla lotta, presentando l'insieme dei partiti aventiniani come il solo e legittimo Parlamento. Le sue proposte furono respinte dagli altri partiti antifascisti che, mentre temevano le masse in lotta, riponevano la loro fiducia nel

la monarchia e nell’azione condotta nel rispetto della legalità costituzionale: ciò che essi volevano, in realtà, era una classe operaia aggiogata ai partiti borghesi del cosiddetto « blocco democratico » e disposta a rinunciare a un’azione autonoma per abbattere il fascismo.

« Alcuni gruppi della borghesia ed i rappresentanti — legati più che non paia alla borghesia — di vasti strati piccoloborghesi sono bensì dispo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 284

Brano: [...]lontanare dal servizio tutti i funzionari statali dissenzienti dal regime.

29.12: Intesa tra Mussolini e il premier britannico Neville Chamberlain a Rapallo.

1926

16.1: I deputati popolari, abbandonato il fronte dell'opposizione aventiniana e rientrati a Montecitorio, ne vengono cacciati con violenza dai fascisti.

17.1: Mussolini dichiara alla Camera che solo dopo un solenne atto di incondizionata sottomissione al fascismo i deputati aventiniani potranno essere riammessi a Montecitorio.

4.2: Il governo abolisce i Consigli comunali nei Comuni con meno di

5.000 abitanti.

19.2: Viene decisa l’imposta personale e progressiva sul celibato.

16.3: Si apre a Chieti il processo contro gli assassini di Matteotti. Difesi dal segretario del P.N.F. Farinacci, tre dei cinque imputati vengono condannati per « omicidio pre

terintenzionale » a 5 anni, 11 mesi e 20 giorni, col condono di 4 anni di pena; tutti tornano/in libertà. 25.3: Viene istituita la Reale Accademia d’Italia.

3.4: Istituzione dell’Opera Nazionale Balilla « per l’e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 629

Brano: [...]enti organizzativi, di propaganda e di collegamento del partito sorto da soli tre anni erano ancora troppo limitatT; gli iscritti, falcidiati dagli eccidi e dalle persecuzioni, non superavano i ventimila; ma, soprattutto, pesavano sulla maggior parte dei lavoratóri il terrorismo fascista e la sfiducia subentrata alle brucianti sconfitte del 192122.

Se pesanti furono le responsabilità della monarchia, dei liberali, dei cattolici e di tutti gli aventiniani per la nuova sconfitta del 1924, errore non meno grave fu quello dei partiti proletari che, neppure in quel momentoT seppero trovare la unità in una comune piattaforma di lotta.

La lotta nelle officine (192526)

Nel 1925 il Partito comunista si fece promotore di diverse iniziative di lotta antifascista nelle fabbriche. Alcune di esse furono coronate da successi: le elezioni delle Commissioni interne e della Mutua Fiat, che videro in minoranza le liste presentate dai sindacati fascisti; uno sciopero generale dei metallurgici (marzo 1925), estesosi da Torino a Trieste; nello stesso anno, i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 292

Brano: Berlinguer, Mario

191518. Antifascista, eletto deputato nel 1924, dopo l’assassinio di Matteotti partecipò all’Aventino (v.) e fu ripetutamente aggredito dai fascisti a Roma e a Milano. Dichiarato decaduto da! mandato parlamentare insieme agli altri deputati aventiniani nel novembre

1926, durante gli anni della dittatura mussoliniana mantenne contatti con gruppi antifascisti. Un mese prima del 25.7.1943 redasse, stampò e diffuse il giornaletto clandestino Avanti Sardegna (v.), che continuò a pubblicare dopo l’8.

9.1943. Attivo nella Resistenza in Sardegna, aderì al Partito d’Azione operando per estenderne l’organizzazione nell’isola.

Dopo la Liberazione rappresentò la Sardegna al Congresso dei C.L.N. a Bari. Nominato dal governo di Salerno Alto commissario per la punizione dei crimini fascisti, e riconfermato in questa carica dal governo Bonomi, dop[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 211

Brano: [...]del 1924, nelle quali le forze di sinistra disunite si contrapposero al listone liberalfascista, ottenne un notevole successo personale, nonostante il clima di intimidazione e di terrorismo. La violenza fascista colpì la sua stessa famiglia e provocò la morte di un altro candidato suo amico, Antonio Piccinini, la cui figura G.B. non potè nemmeno commemorare a Montecitorio, ormai dominato dagli uomini di Mussolini. Lasciò la Camera con i deputati aventiniani e, con loro, il 9.11.1926, fu dichiarato decaduto dal mandato parlamentare. Ormai stanco e deluso si ritirò a Milano, dove morì meno di due anni dopo, mentre sul paese scendeva la tenebra del fascismo.

B.An.

Socialisti e violenza fascista

In una relazione svolta da Giovanni Bacci, segretario del P.S.I., al XVIII Congresso nazionale del suo partito (Milano, 1015.10. 1922), si trovano esposte nella loro drammatica evidenza la situazione politica italiana di quei giorni e la linea di imbelle rassegnazione adottata dai socialisti nei confronti del fascismo. « E qui viene il periodo più t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 194

Brano: [...]hi fosse vincitore, per volare in suo soccorso. La Chiesa e le alte sfere dello Stato preferivano la normalizzazione fascista al « rischia di un salto nel buio », di una qualsiasi iniziativa delle masse o di un qualsiasi mutamento che implicasse una partecipazione aventiniana.

In novembre la Camera fu riaperta e si potè misurare quanto piccolo fosse il numero dei deputati che osasse prendere posizione: il 12 novembre, assenti naturalmente gli aventiniani, vi furono solo 6 voti contrari, fra cui Gioì itti (che peraltro era stato eletto con liste indipendenti), e 26 astenuti, fra cui Orlando e i combattenti, eletti invece nel listone. In un voto successivo si ebbero 17 contrari e 18 astenuti, mentre al Senato si giunsero a contare 54 contrari e 37 astenuti. Al Senato, soprattutto per merito di Albertini e Sforza, si ebbero in quel momento le voci più coraggiose e più ferme dell’opposizione.

Le opposizioni aventiniane si dibattevano in una via senza uscita: esse si erano precluse l'azione di rottura, ìa lotta aperta nel paese, che d’altra par[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine aventiniani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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