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Il segmento testuale attesiste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 20Entità Multimediali , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 168

Brano: [...]ati a non interrompere la produzione nelle fabbriche e i relativi profitti. Costoro, già avviati a collaborare con l'invasore, cercavano contemporaneamente di conquistarsi anche qualche merito patriottico; quindi mantenevano contatti con i C.L.N., elargivano qualche sovvenzione, ma sostanzialmente chiedevano, in cambio, la tranquillità necessaria ai loro traffici e una garanzia per il domani.

I casi Operti e Cattaneo Su posizioni praticamente attesiste cadevano spesso anche le correnti antifasciste moderate, particolarmente forti in seno ai partiti liberale e democristiano; queste formazioni politiche non essendo mai state orientate verso la lotta armata, ideologicamente meno preparate a comprendere la situazione politica in atto, meno provviste di quadri e di uomini disposti al combattimento, erano più inclini ad accogliere le argomentazioni attesiste, e a sostenerle all’interno dei C.L.N., ove finivano così per esercitare concretamente una remora allo sviluppo dell'azione di massa e della lotta di liberazione.

Uno dei casi più clamorosi di attesismo fu, agli iriizi, quello del generale Operti. Costui, già capo del l'intendenza della IV Armata, il 9.11.1943 fu designato dalla maggioranza del C.L.N. e del Comitato militare piemontese, nonostante il voto decisamente contrario dei comunisti, ad assumere il Comando regionale dei partigiani, « per la necessità — ha scritto Paolo Greco (v.) nel proprio diario — di assicurare al Comitato i fon[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 60

Brano: [...]perazione e di rivalsa » (Dellavalle) assunto più di una volta dagli uomini della « Nedo » nei confronti dei partigiani di diverso colore politico.

Novembredicembre 1944

Verso la metà di ottobre, le speranze di una rapida conclusione della guerra cominciarono a mostrarsi infondate. I partigiani dovevano prepararsi ad affrontare un altro duro inverno, mentre all’interno dello schieramento resistenziale prendevano sempre più corpo le manovre attesiste delle forze moderate. Fu in quel clima di incertezza (aggravato ai primi di novembre dalla diffusione del proclama Alexander [v.]) che la brigata si trasformò in divisione. II nuovo Comando si riorganizzò sulle colline di Curino, raggruppando i distaccamenti di tre brigate: la 50* « Edis Valle », nella zona compresa fra la vai Sessera e la pianura; la 109a «Tel la roti» e la 110a «Fontanella », con squadre mobili operanti lungo tutta la rete stradale e ferroviaria del Biellese orientale.

La 12a Divisione « Nedo » nasceva per ragioni di ordine militare, come la crescita numerica degli effet[...]

[...]ianura; la 109a «Tel la roti» e la 110a «Fontanella », con squadre mobili operanti lungo tutta la rete stradale e ferroviaria del Biellese orientale.

La 12a Divisione « Nedo » nasceva per ragioni di ordine militare, come la crescita numerica degli effettivi, ma soprattutto (lo si rileva dalle conclusioni del convegno di quadri garibaldini, tenuto a Callabiana verso la fine del mese) per motivi di carattere politico: in risposta alle posizioni attesiste, si andava preparando, oltre a una ripresa militare, un deciso rilancio dei principali temi della lotta progressista al fine di « creare le condizioni per la formazione di una coscienza che rendesse i garibaldini entusiasti e consapevoli per la causa per cui da tempo combattevano » (daH’intervento di Guido Sola al convegno sopra citato).

Come ci segnalano le cronache dei primi mesi della divisione, alla ristrutturazione dei quadri militari non seguirono risultati di rilievo, a causa dello scarso armamento in cui si trovava la maggior parte degli uomini e per la tattica difensiva cui la « N[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 569

Brano: [...] il massimalista Serrati era stato estromesso dall’“Avanti!”, che costituiva il suo principale punto di forza nel partito. AI contempo, la maggioranza del P.S.I. aveva respinto la fusione con i comunisti e, partecipando all’Aventino, la residua compagine massimalista si era trovata a fianco delle altre forze dell'antifascismo democratico (i riformisti di Turati, i costituzionali di Giovanni Amendola, i popolari e i repubblicani) che su posizioni attesiste avevano fatto della “questione morale” il metodo principale di lotta contro la dittatura. Nel rimescolamento di idee e uomini cui si è accennato (che spiegherà molti degli atteggiamenti assunti dal P.S.I. nel corso della sua opposizione antifascista in Italia e all’estero, e più tardi nel corso della Resistenza), conviene notare: l’indirizzo di intransigenza di cui Matteotti, come segretario del P.S.U., era stato portatore; il sintomatico innesto di Pietro Nenni (v.), in quanto ex repubblicano, sul ceppo del vecchio partito; il fermento di giovani forze intellettuali neH’impegno contro il nas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 683

Brano: [...]ndra attribuiva ai russi il massacro di centinaia di ufficiali polacchi che, secondo i sovietici, erano stati invece trucidati dai nazisti) e l'Operazione Burza non lasciavano ai russi (così dirà in seguito il generale sovietico Zukov) altre soluzioni. Per di più, via via che il fronte si avvicinava alla Germania, nella loro disperazione i tedeschi moltiplicavano gli sforzi difensivi, con energia che sembrava inesauribile. Stanti le sue premesse attesiste, l'Operazione Burza non avrebbe dovuto contemplare l’insurrezione di Varsavia ma, di fronte alla rapida avanzata sovietica, il governo in esilio cambiò opinione: sopravvalutando le proprie forze (circa

15.000 uomini) e certo non avendo messo nel conto neppure la feroce reazione del Comando tedesco, il quale non poteva accettare una sconfitta a Varsavia, il Comando dell'A.K. mutò i propri piani e il generale BorKomorovski (v.) ordinò l'insurrezione in città.

Alcuni giorni dopo, superata la sorpresa iniziale che consentì qualche successo agli insorti, i tedeschi passarono al contrattacco,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 639

Brano: [...]al movimento di « Giustizia e libertà », i cui elementi più attivi, come Vincenzo Nardi (v.), all'indomani della Liberazione confluiranno nelle file socialiste. Vicende più complesse attraversò il gruppo degli anarchici libertari, anche . per l'immatura scomparsa di Silvano Fedi.

Quanto agli esponenti cattolici, che avevano influenza soprattutto fra i contadini, erano quelli che si attardavano di più, anche per motivi ideologici, su posizioni attesiste. Soltanto dopo Io sbarco alleato in Normandia e la liberazione di Roma, la Democrazia cristiana ruppe gli indugi e costituì in provincia tre formazioni dì ispirazione catto

Partigiane e partigiani liberano la città prima dell'arrivo degli Alleati (8,9.1944)

lica. Il clero si inserì nel movimento generale di resistenza passiva, esclusi alcuni sacerdoti che, già distintisi negli anni del regime per il loro indomito spirito antifascista, parteciparono attivamente alla lotta. 11 12.6.1944 si giunse alla costituzione di un Comando militare unificato della XII Zona, che venne affidato di comu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 490

Brano: [...]mata in montagna

L’Appennino pavese stava divenendo una delle zone di guerriglia più calde. I suoi boschi e i suoi villaggi erano frequentati da numerosi ex prigionieri di guerra, da militari sbandati, da giovani renitenti alla leva e da civili costretti a darsi alla macchia perché individuati dalia polizia fascista come cospiratori o sabotatori. Si costituirono così le prime bande armate, con le più varie motivazioni, da quelle semplicemente attesiste alle politiche. Alcuni non miravano che ad attendere nascosti la fine della guerra; altri, animati da ideali genericamente patriottici, non si preoccupavano di stabilire rapporti politici e di collaborazione con la popolazione locale, pur dando a questa l’esempio concreto che era possibile resistere alle autorità nazifasciste; altri ancora, già esplicitamente politicizzati e collegati ai partiti, si distinguevano per un rapporto democratico

con le genti del posto, da cui venivano anche in generale aiutati. Questi diversi rapporti permisero a certe formazioni di prevalere gradualmente sulle[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 415

Brano: [...]nzialmente presenti neH’attività antifascista: il Partito socialista, che aveva raggiunto il massimo di aderenti nel luglio 1922, con 184 iscritti a Parma e 900 in provincia, pur comprendendo uomini prestigiosi come Guido Albertelli, Biagio Riguzzi e Ferdinando Bernini, a partire dal 1926 scomparve dalla scena politica. Analogo comportamento ebbe il Partito popolare, i cui dirigenti si attestarono, dopo la ripresa fascista del 1925, su posizioni attesiste. Giuseppe Micheli, personaggio di rilievo del mondo politico parmense, già deputato e ministro, si ritirò dalla vita politica per ritornarvi soltanto dopo il 25.7.1943, riproponendosi come leader dei cattolici parmensi. Rimasero invece in vita i circoli cattolici e alcuni gruppi di giovani, raccolti intorno a parroci non fascisti.

Se i due maggiori partiti parmensi

Guido Picelli (a/ centro) nel giorno del suo matrimonio al confino di Lampedusa (1927)

415



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 189

Brano: [...]tura tedesca e datisi alla clandestinità, ma ebbe scarsa consistenza.

I confusi motivi ispiratori dell’organizzazione e soprattutto la sua pretesa impostazione « apolitica » (in realtà chiaramente mirante a una sorta di legittimismo monarchico) la resero subito sospetta alle forze del C.L.N.. Per di più, gli esponenti del N.R.I. cominciarono a svolgere nei loro contatti con le formazioni partigiane un’azione disgregatrice, secondo le tendenze attesiste. Essi teorizzavano infatti l’esigenza di rinviare l’inizio della lotta armata al momento in cui si fossero raggiunte determinate condizioni ottimali di inquadramento e di potenziale bellico, peraltro astratte dalla realtà della guerra partigiana.

Benché di fatto limitata a quest'attività di propaganda, l’iniziativa del N.R.I. costituiva una remora allo sviluppo della lotta partigiana che, nella primavera del 1944, nel periodo cioè più delicato di sistemazione e organizzazione delle bande, era ancora agli inizi. Questa azione di freno convergeva con le manovre fasciste miranti a dividere il[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 696

Brano: [...]che (191213) e alla Prima guerra mondiale. Rimase poi nei quadri dell’esercito jugoslavo, facendo carriera militare.

La Resistenza monarchica jugoslava

Nell’aprile 1941, al momento dell’aggressione tedesca contro la Jugoslavia (v.), il colonnello Mihailovic si trovava in Bosnia, come capo di stato maggiore di un’unità motorizzata. Sfuggendo alla cattura, rientrò in Serbia, raccolse attorno a sé un gruppo di ex ufficiali e assunse posizioni attesiste, rifiutandosi di combattere i tedeschi ma anche di aderire al governo fantoccio di M. Nedic instaurato nella Serbia occupata (agosto

1941).

Ben presto, di fronte ai successi ottenuti in varie zone della Serbia dal movimento partigiano collegato a Tito, fu indotto però a cambiare tattica: messosi alla testa della Resistenza monarchica proclamò in Serbia una mobilitazione popolare in nome del re in esilio a Londra e organizzò distaccamenti di cetnici (v.) che furono subito largamente sostenuti con mezzi finanziari dagli inglesi. Successivamente Mihailovic ebbe due incontri con Tito. Il co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 349

Brano: [...] trasparire i suoi contenuti largamente innovatori, quanto più essa dava vita a forme di partecipazione dal basso agli organismi democratici e di massa, tanto più aumentavano le preoccupazioni dei moderati; i loro tentativi di ostacolare la diffusione di questi organismi popolari si facevano insistenti, le pregiudiziali frenanti verso l’autogoverno delle forze in campo si infittivano.

Alle manovre a Roma e nel Sud per incrementare le tendenze attesiste di fronte agli opposti appelli delle sinistre per uno sforzo sempre più accentuato nella guerra contro il

nazifascismo, faceva riscontro al Nord una linea del P,L.l. incentrata

— da un lato — sull’appoggio alle formazioni partigiane cosiddette « apolitiche », nelle quali prevalevano indirizzi di nostalgie prefasciste e, comunque, legami assai stretti con le cerehie monarchiche e conservatrici e con i Comandi alleati; e dall’altro, su un sistematico impegno per evitare appunto che l’articolazione periferica dei C.L.N. e degli organismi di massa facesse nascere esperimenti di autogoverno [...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine attesiste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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