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Il segmento testuale antipartigiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 61

Brano: [...]ell’« alleanza » dell’Asse, che fu il regime di occupazione, fu il pagamento delle spese d’occupazione, chiamate eufemìsticamente « contributo di guerra italiano », in base agli accordi italotedeschi del 21.10.1943, accordi che

i tedeschi violarono ripetutamente sia aumentando arbitrariamente le somme dovute dalla repubblica fascista, sia sottraendosi all’adempimento degli oneri da essi stessi assunti.

Se tuttavìa, nonostante il terrorismo antipartigiano, la repressione violenta delle agitazioni operaie, la deportazione di ebrei e di antifascisti, il piano di depredazione dei tedeschi non fu portato a compimento che in misura soltanto parziale, ciò fu dovuto, principalmente alla resistenza e al sabotaggio opposti da larghi strati della popolazione italiana, e in particolare dalle masse operaie e contadine. Le battaglie in difesa dei raccolti, dei posti di lavoro, dei macchinari e degli

impianti industriali dell’Italia del nord, battaglie che furono un aspetto essenziale di quella fusione tra lotta armata e lotte di massa che costituisce la[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 482

Brano: [...]tare i primitivi criteri offensivi contro le bande, passando dalla fase delle « puntate » di singoli reparti rastrellanti a Operazioni di forze combinate e dirette a investire ciascuna valle alpina con attacchi prolungati da differenti direzioni. Le foj;mazipni di vai Casotto, la cUi dislocrazione insidiava le comunicazioni fra il Piemonte e la Liguria nella piana di LesegnoMondovì e Ceva, furono l'obiettivo del primo esperiménto del nuovo piano antipartigiano.

II 13.3.1944 due divisioni germani

che mossero all'attacco, contrastate valorosamente dai volontari che per 7 giorni consecutivi cercarono di arginare la manovra avversaria. Malgrado la tenace resistenza, il nemico ebbe , ragione di unità male armate e con scarse munizioni è il dispositivo di difesa apprestato dal Comando funzionò in parecchi casi come una trappola. La sconfitta partigiana si mutò in catastrofe: 400 uomini, fra cui quasi tutti gli ufficiali della formazione, caddero negli scontri o vennero catturati e passati per le armi. I nazisti, nelle loro rappresaglie, distrussero[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 516

Brano: [...]andosi a una dura guerriglia, per raggiungere poi nuovamente le loro valli di origine.

Ceriana, Battaglia di

Comune di circa 2.000 abitanti in provincia di Imperia, nella vallata di Sanremo, a 12 km dalla costa, durante la Guerra di liberazione Ceriana fu una delle roccaforti del nazifascismo in Liguria.

Circondato da trincee e terrapieni, il paese era presidiato da una ven

tina di tedeschi e da 150 bersaglieri costituenti il reparto antipartigiano denominato « Volontari della morte », ottimamente armato anche con mortai e cannoni. La galleria all’ingresso del paese, sulla strada di Baiardo, era difesa da sentinelle permanenti e da 4 mitragliatrici pesanti.

Il Comando della II Divisione d’assalto Garibaldi « Felice Cascione », avendo appreso che il 28.9.1944 i tedeschi avevano lasciato Ceriana, decise di tentare un attacco contro le forze fasciste rimaste. L’azione fu affidata al 2° Distaccamento della V Brigata, comandato da Gino Napolitano e composto di 40 uomini decisi, ma insufficientemente armati. Mentre una trentina di partigia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 475

Brano: [...]imi alla valle, furono inviati in congedo temporaneo; ma il nerbo delle forze (alleggerito di quei contingenti di giovani che avevano affollato la valle in agosto ritenendo vicina la scadenza finale del conflitto e che non erano preparati a superare contingenze tanto crude) rimase al proprio posto.

La Maira accolse anche unità delle Brigate garibaldine e « gielliste » della Varaita, ove la conformazione del terreno e la attività di un reparto antipartigiano al comando del sottotenente Adriano Adami (Pavan), nonché le maggiori difficoltà di rifornimento, rendevano la permanenza praticamente impossibile. Appoggiandosi alla valle Grana, sgombra di truppe di occupazione, le formazioni usufruirono di un canale di « infiltrazione » di materiali e viveri dalla pianura anche se le corvè, su distanze più che ragguardevoli, erano pesanti e rischiose.

Dal 25 al 28 novembre la Maira subì un nuovo attacco in forze, connesso col piano di accerchiamento tedesco delle posizioni partigiane di valle Grana: aspri combattimenti si svolsero sul versante destro de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 811

Brano: [...]ltro non ebbe effetti al di là di quelli comunemente attribuiti alle offensive di « alleggerimento ».

In Piemonte e in Liguria, l’impiego precipuo dei reparti della « Monte Rosa » consistette nel controllo dei punti dell'arco alpino che, di fatto, erano inaccessibili durante la stagione invernale (in realtà non videro combattimenti, ma solo sporadiche azioni di pattuglia). Il grosso dei reparti fu invece adibito a operazioni di rastrellamento antipartigiano e a presidio dei piccoli centri sulle vie di comunicazione dal confine verso la pianura, attorno ai quali gravitavano le bande alpine. In seno al Battaglione « Bassano » fu creata una apposita « squadra antipartigiana », al comando del tenente Adami (detto Pavan), con incarichi di spionaggio e di incursioni contro le basi partigiane.

Il sopravvenire della primavera del 1945, con la ripresa su vasta scala dell’offensiva partigiana, vide le forze della « Monte Rosa » impegnate a fronteggiare gli attacchi delle formazioni per cercare di contenerne la spinta, non rifuggendo dal mettere in prat[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 697

Brano: [...]bloccare le vie di ritirata dei tedeschi.

Il 28 settembre, forti contingenti di SS tedesche si assestarono nei punti chiave, lungo tutta la strada da Castiglione dei Pepoli fino a Sasso Marconi e, da qui, lungo quella portante a Vergato. Stava per scatenarsi l’operazione più massiccia contro la Brigata partigiana e la popolazione che la fiancheggiava.

L’azione fu condotta secondo uno schema che sarà poi proposto, come modello di intervento antipartigiano, dal manuale pubblicato dai tedeschi per la repressione del ribelli in Italia: GeneraIKommando I. Fallsch. Korps Fùhrungsgruppe le, Bandenbekampfung in Oberitalien, Gef. St. 29.3.1945.

La zona fu completamente accerchiata e a ogni reparto operante fu fissato l’obiettivo di puntare concentricamente sul monte Sole.

Al rastrellamento per annientare la “Stella Rossa” e fare tabula rasa di quando si trovava sul territorio parteciparono almeno 1.500 uomini.

I partigiani trovatisi dentro la morsa assommavano a 400500 unità.

Secondo quanto dichiarerà al processo di Bologna nel l'autunno 1[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 698

Brano: [...]o di Cerpiano, nella botte della canapiera di Pioppe di Saivaro, nel rifugio antiaereo della Quercia, in singoli casolari e lungo strade, mulattiere, ecc.).

Una fonte tedesca (citata da Rudolf Aschenauer, Der Fall Reder, 1978) ricorda che solo nei giorni del rastrellamento « il risultato è stato il seguente: 718 nemici uccisi, dei quali 497 banditi [partigiani] e 221 sostenitori della banda ». Evidentemente si è voluto sottolineare l’aspetto “antipartigiano” dell’azione e diminuire il massacro di civili; ma, come è oggi largamente documen

tata, questi ultimi costituirono in realtà la gran massa dei trucidati. Nel periodo antecedente il 29.9.

1944, sempre nella stessa zona, gli eccidi che avevano coinvolto civili erano stati 9; nel periodo successivo al 5.10.1944 ve ne furono altri 7. Fuori da queM’area, nei tre comuni coinvolti nelle stragi in questione (cioè Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi) e in località viciniori, anteriormente alla fine di settembre fino ai primi giorni di ottobre e anche più tardi si ebbero diversi altri eccidi:[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine antipartigiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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