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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 129

Brano: Nimis

Partigiani della Brigata « Picelii » nella Zona libera del Friuli orientale

La Zona libera

La strage diffuse sgomento e orrore fra la popolazione e i maggiorenti di Nimis si recarono presso i Comandi partigiani per chiedere di essere liberati da tedeschi, cosacchi e repubblichini.

Con l’appoggio delle Missioni alleate presenti in zona, che provvidero a far giungere per via aerea armi e munizioni, e con il consenso del C.L.N. provinciale di Udine, il Comando della Divisione « GaribaldiOsoppo » predispose quindi la liberazione dell’intero territorio comunale. Circondato il paese, dopo aver per tre giorni martellato le posizioni nemiche, nel pomeriggio del 30.8.1944 le formazion[...]

[...]rni martellato le posizioni nemiche, nel pomeriggio del 30.8.1944 le formazioni partigiane, disposte su tre linee di penetrazione, condussero l’attacco decisivo: tedeschi e cosacchi furono costretti a ritirarsi da Nimis in fuga disordinata, lasciando sul campo

52 morti e 80 prigionieri.

Insieme ad Attimis e a Faedis già liberate, nonché ai paesi più interni delle colline pedemontane, con la liberazione di Nimis si definì compiutamente la « Zona libera » del Friuli Orientale, seconda dopo quella della Carnia (v.).

« Il paese è esultante perché si sente libero dal triste incubo cosacco; è una festa generale », testimonia il parroco di Nimis, il già citato mons. Beniamino Alessio.

Uno dei primi provvedimenti presi a Nimis dai comandanti della Divisione unificata fu quello di indire l’elezione del Consiglio comunale: in rappresentanza dei vari partiti del C.L.N. vennero eletti 11 consiglieri del centro (Nimis) e 9 delle frazioni. Nella prima seduta del Consiglio fu eletto sindaco Francesco Casati.

Il contrattacco tedesco

L’importan[...]

[...]e », testimonia il parroco di Nimis, il già citato mons. Beniamino Alessio.

Uno dei primi provvedimenti presi a Nimis dai comandanti della Divisione unificata fu quello di indire l’elezione del Consiglio comunale: in rappresentanza dei vari partiti del C.L.N. vennero eletti 11 consiglieri del centro (Nimis) e 9 delle frazioni. Nella prima seduta del Consiglio fu eletto sindaco Francesco Casati.

Il contrattacco tedesco

L’importanza della Zona libera, a pochi chilometri da Udine e a ridosso di due linee di comunicazione ritenute vitali per gli occupatori (la UdineTarvisio e la UdineCividale), in grado di minacciare e paralizzare qualsiasi movimento tedesco nella pianura udinese, spinse il nemico a reagire ben presto in modo massiccio. Esso concentrò nelle località circostanti la Zona libera imponenti mezzi (carri armati, autoblinde, cannoni e mortai, persino un treno blindato posto tra Reana e Tricesimo) e il 27.9.1944, sferrando un’offensiva simultanea da Tarcento, Cividale, Caporetto e dalla pianura, i tedeschi diedero inizio al rastrellamento. Di fronte a tale pressione, le forze partigiane, notevolmente in

feriori per armamento e per numero di combattenti, resisterono tre giorni, ma alla fine furono costrette a ritirarsi, abbandonando Nimis e la Zona libera.

Nimis, dove mai il fascismo era riuscito ad attecchire, posta ai limiti occidentali della Zona libera e in una z[...]

[...]i armati, autoblinde, cannoni e mortai, persino un treno blindato posto tra Reana e Tricesimo) e il 27.9.1944, sferrando un’offensiva simultanea da Tarcento, Cividale, Caporetto e dalla pianura, i tedeschi diedero inizio al rastrellamento. Di fronte a tale pressione, le forze partigiane, notevolmente in

feriori per armamento e per numero di combattenti, resisterono tre giorni, ma alla fine furono costrette a ritirarsi, abbandonando Nimis e la Zona libera.

Nimis, dove mai il fascismo era riuscito ad attecchire, posta ai limiti occidentali della Zona libera e in una zona strategica (da lì si dipartono le strade per la valle del Cornappo, per quella del Cergneu e per il Passo di Montecroce) che si prestava a essere punto di passaggio di tutti i rifornimenti per i partigiani, per prima subì la furia di tedeschi e cosacchi, inferociti dalle gravi perdite subite in combattimento (450 uomini accertati, oltre a centinaia di feriti).

Una strada di Nimis con le case date alle fiamme dai tedeschi

Le formazioni partigiane uscirono comunque dalla morsa (avendo 55 caduti fra garibaldini e sloveni, 50 feriti e un centinaio di prigionieri) e raggiunsero[...]

[...]rnimenti per i partigiani, per prima subì la furia di tedeschi e cosacchi, inferociti dalle gravi perdite subite in combattimento (450 uomini accertati, oltre a centinaia di feriti).

Una strada di Nimis con le case date alle fiamme dai tedeschi

Le formazioni partigiane uscirono comunque dalla morsa (avendo 55 caduti fra garibaldini e sloveni, 50 feriti e un centinaio di prigionieri) e raggiunsero il territorio montuoso settentrionale della Zona libera. Oltre a scatenarsi in saccheggi, razzie e violenze di ogni tipo contro la popolazione civile, il 29 settembre i tedeschi diedero ordine a tutti gli abitanti di abbandonare entro tre ore il paese. Nello stesso tempo vennero rastrellati circa 400 civili fra uomini e donne. Di questi, 27 furono subito fucilati per rappresaglia e 98 verranno deportati in Germania, nei campi di sterminio. Nel pomeriggio del 29 settembre, l’intero paese e le frazioni non bruciate in precedenza furono dati alle fiamme: furono incendiate 452 case più 318 fra stalle e rustici. Furono risparmiate dal fuoco soltanto 20[...]

[...] di sterminio. Nel pomeriggio del 29 settembre, l’intero paese e le frazioni non bruciate in precedenza furono dati alle fiamme: furono incendiate 452 case più 318 fra stalle e rustici. Furono risparmiate dal fuoco soltanto 200 case, destinate a ospitare i cosacchi, ai quali i tedeschi avevano assegnato Nimis come loro colonia.

La popolazione superstite, dopo aver perduto tutto, si rifugiò nei paesi circostanti, evitando quelli della ormai ex Zona libera, che subirono lo stesso martirio di Nimis. Solo dopo 3 mesi, per l’inizio dei lavori nei campi, i tedeschi sospesero parzialmente il veto posto al rientro dei profughi nel territorio del comune, rimasto nel frattempo in completa balia dei cosacchi che, con il loro saccheggio, completarono i’azione devastatrice del fuoco. La comunità di Nimis pagò nel corso della guerra un doloroso tributo: i caduti e le vittime furono 177.

A.Bu.

129



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 440

Brano: [...]ngue pagato dal «Friuli» fu di 242 morti (tra cui 11 ufficiali), 657 feriti (53 ufficiali) e 61 dispersi. Severe le perdite inflitte ai tedeschi, anche se risultò impossibile un accertamento dettagliato; 75 i prigionieri catturati in combattimento assieme a ingenti quantità di materiale bellico. Numerosi furono, nel « Friuli », i volontari partigiani (v.).

Bibliografia: Ministero della Difesa, I Gruppi di combattimento, Roma, 1961.

Friuli, Zona libera del

La parte orientale del Friuli (regione storica corrispondente alla provincia di Udine e compresa tra i fiumi Livenza e Isonzo, le Alpi Carniche e il Mare Adriatico) durante la Guerra di liberazione fu teatro di un’intensa guerriglia che vide i partigiani assestare seri colpi ai nazifascisti e controllare per lunghi periodi di tempo vaste plaghe di territorio, fino a costituire una vera e propria « Zona libera ». Tale zona, con una popolazione complessiva di oltre 20.000 abitanti, comprendeva i 6 comuni di Torreano, Faedis, Attimis, Nimis, Lusevera e Taipana, 3 frazioni di Povoletto e altre 2 frazioni a est di Tarcento. Ai margini della « Zona libera » si estendeva un territorio ancora più vasto e comprendente circa 50.000 abitanti, nel quale l’autorità fascista era scarsa, per non dire del tutto assente, quindi una « terra di nessuno » dove praticamente dominavano indisturbati i partigiani.

La « Zona libera » gravitava militarmente sull’autostrada UdineCividale a sud e, da est, minacciava un tronco della ferrovia Pontebbana, arteria vitale per il traffico tedesco con l’Austria. A nordest premeva sulla

strada BergognaCaporetto. Il raggio operativo delle formazioni partigiane arrivava a ovest sino alle porte di Udine, mentre a est si incontrava con quello dei partigiani sloveni del IX Corpus insediati nell’alto e nel medio Isonzo, nonché sulle alture del Collio (v.) attorno a Gorizia, dove però esisteva anche una formazione garibaldina.

Il settore presentava pertanto aspetti particolari, sia[...]

[...]tore presentava pertanto aspetti particolari, sia dal punto di vista etnico che da quello militare e politico. Ai margini del Friuli Orientale italiani e sloveni erano a contatto, prevalendo nettamente i primi tra i fiumi Natisone e Torre, oltre che nella pianura tra il Tagliamento e l’Isonzo; e i secondi tra il Natisone e il medio Isonzo. A est di quest’ultimo, nell'ambito del IX Corpus sloveno, operava la Brigata Garibaldi « Trieste ».

La « Zona libera » era abitata da popolazione di sentimenti italiani. Nel successivo volgere degli eventi, dopo il trasferimento della « Garibaldi » oltre Isonzo, la brutale occupazione tedescocosacca dei maggiori centri e l’affermarsi di rivendicazioni territoriali da parte slovena, sorsero tra quegli abitanti non poche ansie che furono dissipate soltanto al momento della Liberazione. La situazione economica del Friuli Orientale era migliore di quella della «Zona libera» della Carnia (v.), grazie alle locali culture intensive di frutta, ortaggi e cereali, nonché alla facilità di comunicazioni con i centri della pianura controllati dai partigiani.

La « Zona libera » durò dal luglio

1944 alla fine di settembre, raggiungendo la massima estensione nella seconda metà di questo mese, con la liberazione di Badia, Corno di Rosazzo, Zaga, Povoletto, Vedronza, Molinis, Cesaris.

A differenza di quanto accadde in Carnia, l’ordinamento politico e civile fu qui assicurato direttamente dai partigiani. Sorsero giunte comunali che indissero elezioni, ma non si ebbe una Giunta centrale, sia per la breve durata della « Zona libera » sia per più complessi problemi economici e politici.

Le formazioni

Ai primi di agosto, con la costituzione di una nuova Brigata[...]

[...]durò dal luglio

1944 alla fine di settembre, raggiungendo la massima estensione nella seconda metà di questo mese, con la liberazione di Badia, Corno di Rosazzo, Zaga, Povoletto, Vedronza, Molinis, Cesaris.

A differenza di quanto accadde in Carnia, l’ordinamento politico e civile fu qui assicurato direttamente dai partigiani. Sorsero giunte comunali che indissero elezioni, ma non si ebbe una Giunta centrale, sia per la breve durata della « Zona libera » sia per più complessi problemi economici e politici.

Le formazioni

Ai primi di agosto, con la costituzione di una nuova Brigata nacque la Divisione Garibaldi « Natisone » (su 2 Brigate). Ne fu designato co' mandante Mario Fantini [Sasso], con Giovanni Padoan [Vanni] commissario politico, Ferdinando Mautino [Carlino) capo di stato maggiore, Italiano Zuliani (Paride) e Gianni Rizzo [Toro] aiutanti, Attilio Pa

ris responsabile dell’intendenza. Il gruppo di polizia divisionale fu affidato a Gondola (ex maresciallo dei carabinieri); la sezione sanitaria al medico Felice Camillo Davila [[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 441

Brano: Friuli, Zona libera del

Tra Bergogna, Longo e Montemaggiore si trovava un battaglione sloveno comandato da Vodopivez. La Brigata « Osoppo » occupava il comune di Attimis, da Subit (Attimis) a Magredis (Povoletto), al centro della « Zona libera ».

Liberazione della zona

Il 20.7.1944 i tedeschi attaccarono di sorpresa il villaggio di Subit. Gli osovani riuscirono a sottrarsi all'accerchiamento, ma dovettero lasciare molto materiale bellico nelle mani del nemico.

L'1 agosto i partigiani della « Buozzi » e della « Manara », dopo aver bloccato la zona per un raggio di

2 chilometri, fecero saltare 40 piloni della corrente ad alta tensione e circa 1.000 mètri di rotaie sulla UdineTarvisio. Nella seconda metà di agosto, fascisti, tedeschi e cosacchi attaccarono sul Plajul, incontrando tenace resistenza nei partigiani. Non essen[...]

[...]ni, per rappresaglia infierirono sulla popolazione civile, dando alle fiamme Torlano e uccidendo 34 persone tra vecchi, donne e bambini.

Tra il 21 e il 31 agosto si combattè l'aspra battaglia per la liberazione di Nimis. Questa si concluse con la vittoria dei partigiani che, dopo aver messo fuori combattimento numerosi nemici e conquistato grandi quantità d’armi, costrinsero i nazifascisti alla ritirata. Nimis divenne così la capitale della « Zona libera ». Da quel momento, seppure attraverso lunghe discussioni, garibaldini e osovani raggiunsero l’accordo di costituire un Comando unico di tutte le forze partigiane della zona. Nacque così la Divisione GaribaldiOsoppo « Friuli », il cui Comando unificato era composto dal garibaldino Mario Fantini comandante e dallosovano F. De Gregori (Bolla) vicecomandante, con l'osovano A. Berzanti [Paolo) commissario politico e il garibaldino Giovanni Padoan come vicecommissario. Entrarono inoltre a far parte del Comando il garibaldino Ferdinando Mautino come capo di stato maggiore e l’osovano Mario Zulian [[...]

[...]che decine ma ugualmente importante in quanto controllava la strada per Nimis.

Le due operazioni, portate a termi

ne rispettivamente dal « Manara » e dal « Tarcento » (appoggiato dal « Corbatto » e dal « Manin »), riuscirono entrambe con pieno successo: a Povoletto i fascisti ebbero una trentina di morti, 170 prigionieri e subirono inoltre la perdita di grandi quantità di armi e munizioni. Fu quello il momento di massima espansione della « Zona libera ». Al di là dei comuni saldamente occupati dai partigiani, il territorio che i tedeschi qualificavano « Bandengebiet » (zona infestata da bande) arrivava alla periferia di Udine, fino al viale Vat, comprendendo i comuni di Tarcento, Tricesimo, Reana del Roiale, Povoletto, Remanzacco, Buttrio, Manzano, San Giovanni al Natisone, alcune frazioni di Cividale, nonché i comuni delle valli del Natisone e dello Judrio.

Le elezioni della «■ Zona libera »

L’organizzazione della « Zona libera » fu iniziata fin dai primi giorni di luglio e prese sempre maggior

consistenza, via via che venivano liberati nuovi centri abitati. Ancor prima della liberazione di Nimis venne creato una specie di C.L.N. militare con il compito di preparare, d’accordo con i C.L.N. locali, libere elezioni. Facevano parte di questo Comitato: il dottor Giobatta Angeli (Bastian), garibaldino; Gastone Valente [Enea), osovano del Partito d'Azione; un socialista e un democristiano.

La popolazione di Nimis partecipò in gran numero alle elezioni, nelle quali risultarono eletti sindaco il geometra Francesco Cas[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 309

Brano: [...]

I Divisione d’assalto « OsoppoFriuli », strutturata in 5 Brigate su complessivi 15 battaglioni che, in novembre, diventeranno 28. Le sue forze si stendevano dalla pedemontana a est del Torre fino alla vai Cel lina, Carnia compresa.

Intensa fu l’attività militare della I Divisione « OsoppoFriuli », come provato dalla documentazione del tempo. Frutto dell’azione congiunta della « Garibaldi » e della « Osoppo » fu, in quell’estate 1944, la « Zona libera » della Carnia (v.) che per tre mesi attuò forme di governo democratiche in 40 comuni comprendenti una superficie di 2.500 kmq. delle Alpi e Prealpi carniche. Fu creata a fine agosto anche la « Zona libera » del Friuli (v.) (più propriamente, del Friuli nordorientale) comprendente 6 comuni: Torreano, Faedis, Attimis, Nimis, Lusevera, Tarpana, nonché frazioni dei comuni di Tarcento e Povo letto.

II radiomessaggio n. 23, inviato il 9.10.1944 da Nicholson, capo della Missione alleata, così descrive

Cavalleria cosacca a Tarcento nel l'agosto 1944

le forze partigiane della « Zona libera » della Carnia (con esclusione dunque del Friuli Nord Orientale), tra le quali egli si trovava: « L’Osoppo ha in totale 2.010 uomini, un mortaio, 5 piat, 42 mitragliatrici pesanti, 42 beretta, 202 sten e 839 fucili. La Garibaldi ha 2.542 uomini, 62 mitragliere pesanti, 1 piat, 1 cannone 47/32, 320 sten

0 shmeiser e 1.307 fucili. Entrambe le formazioni hanno un gran numero di uomini senz’armi e la forza potrebbe essere raddoppiata se si trovassero armi ».

Contro queste forze, agguerrite unità naziste, fasciste e cosacche attuarono, in ottobre e a fine novembre, un doppio rastrellamento. [...]

[...]uomini senz’armi e la forza potrebbe essere raddoppiata se si trovassero armi ».

Contro queste forze, agguerrite unità naziste, fasciste e cosacche attuarono, in ottobre e a fine novembre, un doppio rastrellamento. Questo non poteva non aver successo, ma non debellò i partigiani; li costrinse a rifugiarsi in pianura o in alta montagna, per prepararsi a tornare in quella primavera che avrebbe finalmente portato all’insurrezione finale.

La « Zona libera » del Friuli nordorientale fu presidiata da garibaldini e osovani, appoggiati a Nordest da partigiani sloveni. I garibaldini erano inquadrati nella « Natisene » (v.) su 2 Brigate che in ottobre divennero 3, di cui la terza dislocata nel Collio goriziano, cioè fuori zona. Secondo Ferdinando Mautino [Carlino), gli 11 battaglioni avevano complessivamente 1.200 uomini circa.

Gli osovani, da parte loro, disponevano di 1 Brigata su 6 (poi 7) battaglioni comprendenti in tutto 600700 uomini o non molto oltre. Anche questa « Zona libera » era sotto il pieno ed esclusivo control

lo dei partigiani[...]

[...]ti a Nordest da partigiani sloveni. I garibaldini erano inquadrati nella « Natisene » (v.) su 2 Brigate che in ottobre divennero 3, di cui la terza dislocata nel Collio goriziano, cioè fuori zona. Secondo Ferdinando Mautino [Carlino), gli 11 battaglioni avevano complessivamente 1.200 uomini circa.

Gli osovani, da parte loro, disponevano di 1 Brigata su 6 (poi 7) battaglioni comprendenti in tutto 600700 uomini o non molto oltre. Anche questa « Zona libera » era sotto il pieno ed esclusivo control

lo dei partigiani che, da lì, potevano controllare a distanza ravvicinata la linea ferroviaria pontebbana e centri nevralgici importanti per il nemico. La loro presenza era quindi estremamente molesta e Kesserling diede l’ordine di intervenire in grande stile contro tutte le forze partigiane del Nord. Quest’ordine fu eseguito in Friuli cominciando proprio da queste parti: il primo paese incendiato fu Torlano di Nimis (20 luglio), dove fu perpetrata anche una strage di 34 civili più 1 partigiano. Il rastrellamento continuò dal 26 al 30 settembre con[...]

[...]arti: il primo paese incendiato fu Torlano di Nimis (20 luglio), dove fu perpetrata anche una strage di 34 civili più 1 partigiano. Il rastrellamento continuò dal 26 al 30 settembre con altre stragi, deportazioni e nuovi incendi.

Grandi furono le sofferenze della popolazione e ancor maggiori le perdite tra i partigiani: 58 furono

1 civili vittime dei nazifascisti e dei cosacchi, mentre 155 partigiani pagarono con la vita quei due mesi di « Zona libera » del Friuli nordorientale.

309



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 559

Brano: [...]on i reparti della montagna, dall’estate si insediò pressoché stabilmente nella casa di Franco Sesenna. Allorché questi venne individuato dalla polizia fascista, il C.L.N. si trasferì a Pianel

lo, in una zona di montagna liberata dalle formazioni partigiane.

Le «■ Zone libere »

Nell’estate 1944, nei territori dell’ Appennino piacentino controllati dalle formazioni partigiane sorsero alcune « Zone libere ». Il 7.6.1944 fu costituita la « Zona libera » di Bobbio (v.), comprendente l’intera vai Trebbia, fino a Torriglia e Rivergaro. La « repubblica » partigiana resse 51 giorni, fino a quando, in seguito a un rastrellamento tedesco, Bobbio cadde (27 agosto), ma nel settembreottobre la zona fu nuovamente liberata.

Un’altra « Zona libera » cominciò a formarsi dal maggio 1944 nell’alta vai Nure e nella vai d'Arda, nei territori controllati dalle Brigate Garibaldi 59a e 60a. Ma fu soprattutto dopo i rastrellamenti del lùglio che questo territorio, nuovamente liberato e ulteriormente esteso dalle formazioni partigiane, si organizzò in « Zona libera ». Nell’agosto fu deciso di insediare a Bettola il Comando della 13a Zona, e qui si trasferì anche il C.L.N. provinciale che nominò, quale commissario civile del territorio liberato, Carlo Cerri. A Bettola fu inoltre costituito un Consiglio comunale provvisorio, con Paolo Belizzi sindaco. Furono costituite anche le amministrazioni comunali democratiche di Ponte dell’ Olio, Farini d’Olmo, Ferriere, Morfasso, Coli, Vernasca* Lugagnano, Pianello e altre ancora,

Il C.L.N. iniziò ufficialmente la propria attività di governo della « Zona libera » il 4 ottobre, emanando due decreti: con il primo [...]

[...]asferì anche il C.L.N. provinciale che nominò, quale commissario civile del territorio liberato, Carlo Cerri. A Bettola fu inoltre costituito un Consiglio comunale provvisorio, con Paolo Belizzi sindaco. Furono costituite anche le amministrazioni comunali democratiche di Ponte dell’ Olio, Farini d’Olmo, Ferriere, Morfasso, Coli, Vernasca* Lugagnano, Pianello e altre ancora,

Il C.L.N. iniziò ufficialmente la propria attività di governo della « Zona libera » il 4 ottobre, emanando due decreti: con il primo dichiarava decaduti i podestà fascisti dei Comuni liberati, definiva i compiti dei commissari civili e dei sindaci, impartiva norme nel campo deH’amministrazione civile; nel secondo fissava criteri di regolamentazione delle requisizioni. Queste potevano essere fatte solo dietro ordine scritto del Comando unico, dei Comandi di divisione e dei Comandi di brigata; le relative ricevute rilasciate nelle requisizioni dovevano essere trasmesse al C.L.N. provinciale che si impegnava a liquidarle con un indennizzo. Quest’ultimo decreto creò malcontent[...]

[...]del Comando unico, dei Comandi di divisione e dei Comandi di brigata; le relative ricevute rilasciate nelle requisizioni dovevano essere trasmesse al C.L.N. provinciale che si impegnava a liquidarle con un indennizzo. Quest’ultimo decreto creò malcontento in alcuni comandanti partigiani che vedevano in tal modo diminuito dalle forze politi

che il loro potere. I contrasti più forti, a questo riguardo, il C.L.N. li ebbe con Cossu.

La vasta « Zona libera », che raggiunse la sua massima espansione in ottobre con l’occupazione di Ponte delI’Qlio, sopravvisse fino ai primi del novembre 1944, quando ebbe inizio il grande rastrellamento

Crisi invernale

L'inverno 194445 si presentò nel Piacentino estremamente difficile. Il mancato sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati e il proclama di Alexander avevano creato il problema di mantenere fino alla primavera un vasto fronte partigiano, forte ormai di 6.000 uomini. Da una parte sorgeva la difficoltà di equipaggiare adeguatamente queste imponenti formazioni per il lungo inverno; dall[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 31

Brano: Natisone, Divisione

namento dei reparti dell'intera Brigata, in un territorio che poteva ormai considerarsi « zona libera ».

Ne fu un esempio il fatto darmi del 29.7.1944, quando due distaccamenti del « Mameli », in azione coordinata col « Manara », respinsero consistenti forze nemiche che, suddivise in tre colonne, salivano verso gli abitati di Clap e Subit. Le varie fasi del combattimento, durato l'intera giornata, videro il fallimento di ripetuti attacchi dei tedeschi, tanto che questi alla fine furono costretti a ritirarsi lasciando sul terreno 59 uomini e una notevole quantità di armi e di altro materiale. I partigiani conservarono le loro posizioni, impedendo al nemico di raggiungere i paesi. Con quel s[...]

[...]ti pressioni esercitate dalla Missione inglese), le due brigate garibaldine contavano su una forza di circa 1.200 uomini, quella osovana su circa 350 uomini. Alle dipendenze della nuova Divisione così costituitasi venne inoltre a porsi un battaglione sloveno, il « Vodopivec ».

Le operazioni militari condotte durante tutto il mese di agosto dalla « Natisone » e poi dalla « GaribaldiOsoppoNatisone », portarono in breve alla costituzione della « Zona libera » del Friuli (v.), chiamata anche « Zona libera di Nimis, Attimis e Faedis », dai nomi dei principali centri del territorio liberato. Questo fu particolarmente il frutto dei combattimenti del 2131 agosto, con l’attacco e la conquista di Nimis: dopo aver respinto nume

rose puntate nemiche, cui i tedeschi e i cosacchi fecero seguire feroci rappresaglie contro la popolazione (eccidio di Torlano: 34 tra donne, vecchi e bambini bruciati in una casa nella quale erano stati rinchiusi), il 31 agosto il Comando di Divisione decise di sferrare l’ultimo attacco su Nimis con i battaglioni « Verucchi », « Tarcento », « Manin », più un reparto della [...]

[...]idio di Torlano: 34 tra donne, vecchi e bambini bruciati in una casa nella quale erano stati rinchiusi), il 31 agosto il Comando di Divisione decise di sferrare l’ultimo attacco su Nimis con i battaglioni « Verucchi », « Tarcento », « Manin », più un reparto della « Osoppo ». Il nemico fu costretto ad abbandonare il paese, lasciando sul terreno numerosi caduti e ingente materiale bellico.

Si veda, per l’estensione e le caratteristiche della « Zona libera »t nonché la sua storia, la relativa voce.

Dopo circa un mese, la « Zona libera » del Friuli dovette essere evacuata. L’attacco nemico in forze ebbe inizio all’alba del 27 settembre, ma i partigiani, già messi in allarme, tennero saldamente le posizioni anche il giorno 28, finché la schiacciante superiorità del nemico, che aveva impegnato circa

30.000 uomini, rese chiaro che la difesa a oltranza sarebbe stata impossibile. Il Comando della divisione predispose allora uno sganciamento che per alcuni reparti iniziò la sera del 28 e, per il grosso delle formazioni, il giorno 29. Mentre la Brigata « Osoppo » si sbandò, le due brigate della « Natisone » ripiegarono secondo [...]

[...]iò la sera del 28 e, per il grosso delle formazioni, il giorno 29. Mentre la Brigata « Osoppo » si sbandò, le due brigate della « Natisone » ripiegarono secondo piani esattamente prestabiliti, tanto che si ritrovarono indenni al di fuori della zona accerchiata. Fu questa una delle migliori operazioni condotte dalla Divisione.

Rapporti con la « Osoppo » La Missione militare inglese con alcuni partigiani della « Na

. ,, . » .1 tisone » nella Zona libera del Friuli neM’agosto 1944. In alto,

m seguito allo spostamento della jg sinistra: il cappellano della divisione don Erino D'Ago

Brigata nella zona fra Cividale e stinis, poi deportato a Dachau; il tenente Red Taylor e il

Tarcento, avvenuto in maggio, gli maggiore Tucker

31



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 134

Brano: [...]rirà in campo di deportazione; Giovanni S pagar ino [Rino], socialista.

A ricordo di quel periodo, dopo la Liberazione venne murata nell’atrio del palazzo municipale di Nizza Monferrato una lapide, riproducente il testo del telegramma inviato il 5.11.1944 dalla Giunta popolare al governo dell’Italia liberata: « Governo democratico di unione nazionale — In nome et per conto cotesto governo et C.d.L.N.A.I. insediasi oggi Giunta popolare governo Zona liberata Provincia di Asti destra Tanaro comprensiva quaranta Comuni stop Zona liberata forze partigiane est presidiata da due mesi stop Giunta et partigiani propongono difendere zona et continuare lotta contro nazifascisti stop Pregano provvedere inviare armi medicinali et mezzi finanziari stop Popolazione entusiasta disposta combattere stop Occorrono armi stop Viva Italia stop. 5 nov. 1944 Giunta popolare governo Astigiano liberato ».

Le battaglie a difesa della Zona libera

Per la sua funzione di sede centrale del movimento di liberazione della zona, Nizza fu presa di mira dal nemico. Le forze nazifasciste cercarono di assalire la città due volte. La prima volta (20.10.1944) furono sconfitte nella battaglia di Bruno (v.), nota anche come battaglia di Nizza Monferrato, che co

strinse tedeschi e fascisti a ritirarsi con notevoli perdite.

Quindici giorni dopo, il 4.11.1944, circa 700 uomini provenienti da Alessandria a bordo di un treno blindato, tentarono per la seconda volta di entrare a Nizza Monferrato. Le forze garibaldine di presidio nella zona, alle[...]

[...]te battaglie ed infliggendo alle stesse gravi perdite. Assoggettato infine da soverchianti forze avversarie, proseguiva nella guerriglia, contribuendo in modo determinante alla liberazione dal nemico invasore. — Nizza Monferrato, settembre 1943 — aprile 1945 ».

Seguì il grande rastrellamento del

2.12.1944, condotto da grandi unità nazifasciste provenienti da Asti, Alessandria, Acqui e Alba. In questi giorni funzionarono pubblicamente nella Zona libera il Fronte della gioventù (in cui confluirono numerosi giovani non direttamente impegnati nella lotta partigiana) per organizzare posti di blocco e assicurare il servizio telefonico, i Gruppi di difesa della donna, con compiti di asistenza sanitaria in ospedale e tra i partigiani, la Camera del lavoro che avviò la discussione di problemi sindacali, e il Comitato di difesa dei contadini. Pre.sero a funzionare anche alcuni partiti e soprattutto il Partito comunista che organizzò tra l’altro assemblee pubbliche.

II contributo in vite umane dato da Nizza Monferrato alla Guerra di liberazione pu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 343

Brano: [...]postale di notevole ampiezza e interesse. Quando nell’estate 1944 numerose zone passarono sotto il controllo più o meno stabile delle formazioni partigiane, queste si preoccuparono di assicurarsi — compatibilmente con le difficoltà del momento — i servizi essenziali per

lo svolgersi della vita civile. È ben noto come in alcune zone si giun

gesse alla costituzione di organismi con veri e propri poteri di governo (Repubblica di Montefiorino, Zona libera dell'Alto Monferrato, Zona di Ampezzo, la zona tra Genova e Piacenza, l’Òltrepò Pavese, la Repubblica dell’Ossola, la Zona della Carnia, ecc.; si vedano le rispettive voci), e tra le funzioni di tali organismi si ebbe il ripristino del servizio postale.

Varie emissioni si ebbero in Valle d'Aosta: con decreto del 27.10.1944 il C.L.N. di Zona di Aosta autorizzò la sovrastampa di otto francobolli della repubblica di Salò; un successivo decreto del 30.11.1944 autorizzò l’emissione di una serie di francobolli (tra cui un espresso) tratti da un bozzetto appositamente preparato.

In Valle Bormi[...]

[...]ta partigiana dell’AIto Varesotto », etichette che dovrebbero essere state utilizzate a partire dalla fine del 1944.

Nella Val d'Ossola, dopo la liberazione di Domodossola (10.9.1944), fu costituita una Giunta provvisoria di governo che provvide a riattivare prontamente i servizi postali, telefonici e telegrafici; fin dal 3 ottobre ripresero così a funzionare regolarmente i servizi con la Svizzera. La corrispondenza diretta aH’esterno della « Zona libera » era verificata da un ufficio di censura e l'esecuzione di tale operazione è attestata dall'uso di un’etichetta bianca con la dicitura: « Verificato per censura Ossola, Zona liberata » stam

343



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 265

Brano: Lanzo, Zona libera di

mata si manifestò con ampiezza

corale.

fJlGi.

Bibliografia: Massimo Legnani, Politica e amministrazione nelle repubbliche partigiane, 1969.

Langhirano

Comune di oltre 6.000 abitanti in provincia di Parma e centro di antica tradizione socialista, nel 1911 fu teatro di un brutale eccidio compiuto dalla forza pubblica. Il 28 settembre di quell’anno, durante una manifestazione popolare contro la guerra libica, vi furono uccisi 5 lavoratori agricoli, tra cui due donne, rei di aver bloccato la stazione ferroviaria (v. Eccidi in Italia). Data la sua particolare posizione lungo i[...]

[...]ve i tedeschi lo accerchiarono con una parte dei suoi uomini. Invano il colonnello Lanza si assunse di fronte al Comando germanico l’intera responsabilità, chiedendo che fossero risparmiati i soldati. Furono tutti fucilati a Kucj e in altre località nei pressi di Porto Palermo.

« Prima di cadere trucidato in mezzo ai suoi ufficiali — dice la motivazione della medaglia d’oro — ricordava loro che il dovere si compie fino alla morte ».

Lanzo, Zona libera di

Territorio occupato dal giugno al settembre 1944 dalle unità partigiane della II Divisione Garibaldi « Piemonte » e comprendente le valli della Stura di Lanzo (ossia la vai di Ala, la vai Grande e la vai di Viù), situate a una trentina di chilometri da Torino. L’occupazione dei centri di queste valli segnò il culmine di un’attività offensiva intrapresa dalle formazioni partigiane locali subito dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati (6.6.

1944).

265



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 16Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]ni, Guido; Dorso, Guido; Dulles, Alien; Dunchi, Nardo; Durruti, Buenaventura; Edison, Società; Einaudi, Luigi; Evola, Giulio; Farbenindustrie; FIAT; Foa, Vittorio; Galimberti, Carlo Enrico; Galimberti, Tancredi; Garibaldi, Giuseppe; Giua, Michele; Giua, Renzo; "Giustizia e Libertà”; "Giustizia e Libertà” (settimanale) ; Grazi ani, Angelo; Gruppo mobile operativo; Guglielmi, Gino; Guinea; Guinea Portoghese; Ceva; Juvénal, Max; KuKluxKlan; Langhe, Zona libera delle; Lanzo, Zona libera di; Lega Musulmana; Lerda, Giuseppe Vittorio; in Liberale Italiano, Partito: I liberali nella Resistenza; Luglio, 25; Luogotenenza del Regno; Lussu, Emilio; Maccartismo; Macciarauti, Amilcare; Maira, Valle; Malan, Roberto; Marcellin, Maggiorino; Marcia su Roma; Mautino, Felice Giovanni; Minetto, Lorenzo; Monarchico, Partito; "Monte Rosa”, Divisione; Monti, Augusto; Montoso; Mussa Ivaldi Vercelli, Carlo; Nitti, Francesco Saverio; Non intervento; Nuovo Risorgimento Italiano; Omodeo, Adolfo; Operti, Raffaello; Oriani, Alfredo; Ormea; Paletta, Gaspare; Parri, Ferruccio; Piceli}, Guido; Rapelli, G[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Zona libera, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---C.L.N. <---comunista <---fascista <---fascisti <---fascismo <---nazifascisti <---P.C.I. <---fasciste <---italiana <---socialista <---antifascista <---italiani <---Bibliografia <---comunisti <---italiano <---nazisti <---Storia <---antifascisti <---Friuli Orientale <---G.L. <---collaborazionisti <---nazifascista <---D.C. <---Il C <---Il C L <---P.S.I. <---Partito comunista <---nazifasciste <---Diritto <---antifasciste <---democristiano <---italiane <---Comitato centrale <---Pratica <---S.S. <---Storia della Resistenza <---azionista <---nazista <---A.N.P.I. <---C.L.N.A.I. <---G.A.P. <---Mario M <---Martini Mauri <---Massimo Legnani <---Monte Rosa <---X Divisione Garibaldi <---antifascismo <---d'Azione <---eroismo <---ideologia <---liste <---socialisti <---Antonio Gramsci <---Brigate nere <---Comitato di Liberazione <---Egidio Zoratti <---Enrico Martini Mauri <---Faustino Barbina <---G.N.R. <---La lotta <---La nostra lotta <---La prima <---La terra <---Legione G <---Legione G N <---Liberazione Nazionale <---Linea Gotica <---Lino Argenton <---Osoppo-Friuli <---Osoppo-Natisone <---P.L.I. <---P.S.I.U.P. <---Popolo del Friuli <---Ruggero R <---Spartaco Lavagnini <---Udine-Tarvisio <---Zona liberata <---azionisti <---comuniste <---cristiana <---filonazista <---gappisti <---giellisti <---lista <---mortaisti <---nazionalismo <---nazismo <---naziste <---propagandista <---reggiana <---socialiste <---squadristi <---A Torreano del Cividale <---A.B. <---A.C. <---A.N.P.L <---A.Z.D. <---A.Z.D.B. <---Ada Piccoli <---Adriano Corà <---Agostino A Z <---Al C <---Al C L <---Alan Clark <---Alarico Imerito <---Alberto Nobili <---Alceo Balsadella <---Aldo Col Hard <---Alessandro Siniga <---Alessio Boccalatte <---Alfonso Broncia <---Alfredo Berzanti <---Aligi Cossio <---Alpi Carniche <---Amato Vittorio <---Anatolij M <---Andrej Hlinka <---Anna Bordon <---Annamaria Enriques Aqnoletti <---Antonino La Rosa <---Antonio A Gi <---Antonio A Gib <---Antonio Giuria <---Antonio Zuliani <---Archivio del Centro <---Argeo Onofrio <---Arrigo Secco <---Arturo Benedetto <---Autocentro di Bari <---Autonoma Friuli <---Azione Cattolica <---Banda di Camagna <---Bandiera Rossa <---Baraggia di Rovasenda <---Battaglione del Fronte <---Battista G <---Battista G B <---Battista G B G <---Bocchetta di Sant <---Borgo San Lorenzo <---Borgo Villin di Sedilis <---Bormida di Spigno <---Brigata G <---Brigata G L <---Brigate G <---Brigate G A P <---Brigate Garibaldi del Biellese <---Brigate Garibaldi in Friuli <---Bruno Cortese <---Bruno Paliavisini <---Buoni di Liberazione <---Buono di Liberazione <---C.G. <---C.N.L. <---C.T.L.N. <---C.V.L. <---Cacciatori degli Appennini <---Canal di Grivò <---Canti Pisani <---Carità a Firenze <---Carlo Alberto <---Carlo Bologni <---Carlo C <---Carlo C Fa <---Carlo Cerri <---Carlo Comessatti <---Carlo Enrico <---Carlo G <---Carlo G C <---Cascina Brignola <---Cattedrale di Massa <---Cecilia Deganutti <---Centro Iniziative Culturali <---Centro Studi Achille Pellizzari <---Centro interno <---Cercivento di Sotto <---Cergneu Inferiore <---Cesare Maria De Vecchi <---Chimica <---Cigno di Civitella <---Cittadella di Casale Monferrato <---Città di Castel <---Cividale del Friuli <---Civiltà Fascista <---Clemente C <---Clemente C Fe <---Clifford Hugh Douglas <---Comandi di Martini Mauri <---Comando Gruppo Brigate Osoppo <---Comando a Marsaglia <---Comando di Divisione <---Comando di Gruppo <---Comando di Martini Mauri <---Comitato Ermanno Zuiani <---Comitato Toscano di Liberazione Nazionale <---Comitato di Liberazione Nazionale <---Comitato di Udine <---Comune di Firenze <---Comune di Nizza Monferrato <---Comune di Udine <---Comunità Montana Valli del Torre <---Conservatorio Musicale di Pesaro <---Corno di Rosazzo <---Cronologia <---D'Agostini <---D.E.W. <---Dal Bo Agostino <---Dante Livio <---Dario Barazza <---David W <---David W D E <---De Silva a Torino <---Didattica <---Dino Saccenti <---Diritto civile <---Diritto internazionale 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<---Fiore G <---Fisica <---Flavio F <---Flavio F Za <---Flavio FI <---Foa Vittorio V Fo <---Foce di Giovo <---Fogar Galliano <---Fogar Galliano G Fo <---Fontanelli Mario <---Fontanelli Mario M Fo <---Ford Madox Ford <---Forgaria nel Friuli <---Forni di Sopra <---Forni di Sotto <---Francesco De Gregori <---Francesco F <---Francesco F Fe <---Francesco Saverio <---Francesco Toffoletti <---Franco Casoli <---Franco Franchini <---Frequentò a Torino <---Friuli Nord Orientale <---Friuli-Venezia <---G.B. <---G.B.G. <---G.M.O. <---Galliano G <---Garibaldi di Nanni <---Garibaldi di Rocca <---Garibaldi-Osoppo <---Garibaldine Mario Lizzerò <---Giacinto Calligaris <---Giacinto Menotti <---Giacomini Ruggero <---Giacomini Ruggero R Gi <---Giacomo G <---Giacomo G Fe <---Giacomo di Crollalanza <---Gian Angelo <---Gianni Rizzo <---Gianquinto Giov <---Gildo Bartolucci <---Gino Lizzerò <---Gino Moscatelli <---Giobatta Angeli <---Giorgio G <---Giovana Mario M Gi <---Giovanna Prato Ratto <---Giovanni Balbo 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