Brano: [...]in quest’opera la presenza di Boito sia stata più autorevole e minore la partecipazione di Verdi alla stesura del libretto, vuoi che Boito si fosse ormai totalmente immedesimato nella mentalità del compositore, vuoi che questi, per la grave età, cominciasse a mostrare minor lena, soprattutto in una operazione letteraria così complessa coL’ANTICO E IL PROGRESSO NEL CARTEGGIO TRA VERDI E BOITO
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m’era la mescolanza delle Allegre comari di Windsor con le altre apparizioni di Falstaff nei drammi storici shakespeariani.
Se Verdi individuò subito la debolezza del terz’Atto (che non ci fu mai verso di sanare totalmente), accettò primo e secondo in blocco. « Nei primi due Atti non vi è nulla da modificare all’infuori, forse, del Monologo del marito geloso che starebbe meglio alla fine della Prima Parte, che al Principio della Seconda. Avrebbe più calore ed efficacia » (Lettera 122). Strana idea, che Boito fece benissimo a non accogliere. Verdi pensava qui ancora in termini di opera tradizionale. Nel monologo delle corna vedeva l’occasion[...]
[...]le, e due volte sole, forse per un lapsus, firmò solamente Arrigo, senza il cognome.)L’ANTICO E IL PROGRESSO NEL CARTEGGIO TRA VERDI E BOITO
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È curioso sentire Verdi che, a opera quasi ultimata, s’informa da Boito se Falstaff vuole l’accento sulla prima sillaba o sulla seconda, e poco dopo rinnova la domanda per « Vindsor ». Le risposte di Boito (« Falstaff come tutti i nomi inglesi bisillabi è accentato sulla prima», Lettera 143; e: « Windsor. Cosi: Gàje comàri di Windsor è l’òra ecc... », Lettera 162) gli offriranno il destro d’una precisazione:
E qui devo confessare che una volta, nel suo libretto, ho trasgredito a questa regola, una volta sola ed è in un verso non molto distante da quello citato ed è là dove Falstaff dice: «... quand’ero paggio / Del Duca di Norfolk ero sottile sottile » ecc. ecc. L’indole di questo verso porterebbe l’accento sulla sesta mentre la parola Norfolk va accentuata sulla prima sillaba come Windsor e Falstaff ecc.
Mi sono provato varie volte di correggere questo verso ma se aggiustavo l’accento guastavo il verso ed ho prefer[...]
[...]c... », Lettera 162) gli offriranno il destro d’una precisazione:
E qui devo confessare che una volta, nel suo libretto, ho trasgredito a questa regola, una volta sola ed è in un verso non molto distante da quello citato ed è là dove Falstaff dice: «... quand’ero paggio / Del Duca di Norfolk ero sottile sottile » ecc. ecc. L’indole di questo verso porterebbe l’accento sulla sesta mentre la parola Norfolk va accentuata sulla prima sillaba come Windsor e Falstaff ecc.
Mi sono provato varie volte di correggere questo verso ma se aggiustavo l’accento guastavo il verso ed ho preferito fra i due mali falsare l’accento della parola.
Il gargantuesco personaggio era entrato come una realtà concreta nella vita dei due autori. « Il pancione è sulla strada che conduce alla pazzia », informava Verdi il 12 giugno 1891. «Vi sono dei giorni che non si muove, dorme ed è di cattivo umore; altre volte grida, corre salta, fà il diavolo a quattro... » (Lettera 173). E Boito di rimando: « Evviva! Lo lasci fare, lo lasci correre, romperà tutti i vetri e t[...]
[...]ia d’un pezzo concertato ». Ossia, d’una forma chiusa, magari rossiniana. Ecco un caso in cui Verdi aveva imparato bene la lezione boitiana.l’antico e il progresso nel carteggio tra verdi e boito
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Difatti l’opera, andata in scena alla Scala il 9 febbraio, lasciò molti ascoltatori perplessi, anche se un mese dopo Boito si affannava ad assicurare il maestro del contrario. « I nostri buoni Milanesi sono diventati oramai tutti cittadini di Windsor e passano la loro vita all’albergo della Giarrettiera (...). Io non ricordo e credo che non si sia visto mai, un’opera la quale abbia saputo penetrare come questa nello spirito e nel sangue d’una popolazione » (Lettera 203).
In realtà, invece, Boito doveva rendersi conto ch’era penetrata ben poco e che s’era trattato d’un successo di stima, soprattutto di ammirazione per la tarda età del maestro. Di qui la sua insistenza, nella medesima lettera, perché Verdi presenzi alla rappresentazione di Roma (per Otello non ci era andato). « Una forma d’arte novissima com’è questa del Falstaff non dev[...]