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Il segmento testuale Von Papen è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 397

Brano: [...]Turchia, dove dal

1916 ebbe le funzioni di capo di stato maggiore della Quarta armata germanica operante in Palestina e dove lo colse, nel 1918, la disgregazione dell’impero ottomano e l’armistizio della Germania.

Tornato in patria alla fine del 1918, esordì nella vita politica.

Cattolico di destra

Legato da precisi interessi alla proprietà agraria e alla grande industria (aveva sposato la figlia di un grande industriale della Saar), von Papen era istintivamente avverso alla repubblica e, come tanti altri ufficiali dell’esercito imperiale, dopo la sconfitta abbandonò il servizio attivo. Rimase però fedele alla monarchia, non soltanto sentimen

talmente ma anche per ciò che essa significava come istituzione autoritaria. Più che un conservatore era quindi un reazionario e come tale si orientò in campo politico. Avendo interpretato la crisi tedesca del 191819 in chiave unicamente antibolscevica e nazionalistica (la sua critica a Versailles fu in tutto analoga a quella che sarebbe stata sviluppata dall’agitazione nazionalsocialista),[...]

[...] monarchia, non soltanto sentimen

talmente ma anche per ciò che essa significava come istituzione autoritaria. Più che un conservatore era quindi un reazionario e come tale si orientò in campo politico. Avendo interpretato la crisi tedesca del 191819 in chiave unicamente antibolscevica e nazionalistica (la sua critica a Versailles fu in tutto analoga a quella che sarebbe stata sviluppata dall’agitazione nazionalsocialista), la collocazione di von Papen aH'estrema destra sarebbe stata del tutto naturale, ma con il fiuto e l’opportunismo che lo distingueranno in varie occasioni, egli scelse invece il partito cattolico del Centro, nel cui ambito rappresentò sempre l’estrema destra, su posizioni praticamente affini a quelle dei tedesconazionali. Non a caso infatti egli fu contemporaneamente uno de^li esponenti più in vista del reazionario Herrenklub, destinato ben presto a diventare non solo il luogo d’incontro tra i politici reazionari e gli esponenti del capitale finanziario e dei Junker, ma il più influente centro di elaborazione antidemocra[...]

[...]sse, i nemici della repubblica stessa e della democrazia. Papen rappresentò inoltre la Zentrumspartei alla Dieta prussiana tra il 1921 e il 1925, e poi ancora tra il 1930 e il 1932, avversando nel Land della Prussia la linea di collaborazione tra il Centro cattolico e il partito socialdemocratico.

A differenza di altri cattolici (tra i quali Io stesso Konrad Adenauer), i quali avevano accettato la repubblica non per vocazione ma per realismo, von Papen non si sarebbe mai conciliato con il nuovo quadro istituzionale: la sua prospettiva, se non era quella di un impossibile ritorno alla monarchia, era tuttavia pur sempre legata al superamento della repubblica parlamentare e alla restaurazione autoritaria. Prima ancora di dare prova concreta di questi propositi con la sua stessa azione di cancelliere del Reich, von Papen si impegnò attivamente sul fronte dell’estrema destra in occasione delle elezioni presidenziali del 1925, allorché, sfidando la maggioranza del suo stesso partito, sostenne la candidatura del maresciallo Hindenburg, nella quale convergevano gli interessi delle forze militaristiche e combattentistiche e quelle del latifondismo delle province orientali prussiane.

Papen stesso, nelle memorie pubblicate nella Germania Occidentale nel secondo dopoguerra (un vero e proprio capolavoro di cialtroneria politica e falsificazione storica), ha ricordato che cosa rappresentava per lui la figura di Hind[...]

[...] cosa rappresentava per lui la figura di Hindenburg: « l’Occasione di risvegliare talune di quelle tradizioni che erano state abbandonate con il crollo della monarchia ». In altri termini, Hindenburg, l’uomo forte per uno Stato forte, contro i partiti, il Parlamento, la repubblica e soprattutto contro il socialismo, anche nella veste estremamente edulcorata in cui si presentava la socialdemocrazia tedesca.

Questi motivi della sua piattafor

Von Papen (ferzo da destra) con i ministri del suo gabinetto (giugno 1932)

397



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 398

Brano: Papen, Franz von

Von Papen (quinto da sinistra) conversa con il generale Schleicher sulla tribuna d'onore al campo delle corse di Karlshorst

ma politica Papen sostenne autorevolmente in una sede molto impegnativa, nell’organo ufficiale del partito del Centro, il giornale Germania, di cui nel 1923, approfittando delle difficoltà provocate dall’inflazione, divenne il principale azionista. Sotto la sua influenza, questo giornale rappresentò la tendenza più conservatrice del cattolicesimo politico in Germania, sia sul terreno dell’agitazione nazionalista che sotto il profilo delle alleanze interne del Centro, patrocinan[...]

[...]o che effettivamente era: un tedesconazionale cattolico, destinato nella fase finale della repubblica democratica ad assumere responsabilità politiche di primissimo piano grazie agli stretti legami che

io univano a Hindenburg e al suo entourage, nonché all'ambiente militare, dal quale appunto Papen proveniva e con il quale non aveva mai perduto i contatti.

All’ambiente militare infatti e ai suoi stretti contatti con il generale Schleicher, von Papen dovette la sua nomina a cancelliere del Reich n.6.1932. Chiamato da Hindenburg a succedere al cancelliere Bruning a capo di un ennesimo gabinetto presidenziale, Papen sottolineò immediatamente la sua volontà di governare non solo al di sopra ma anche contro i partiti weimariani, abbandonando anche formalmente la Zentrumspartei.

Ma più importanti di questo gesto, per caratterizzare la sua gestione di governo furono le circostanze nelle quali egli assunse la cancelleria. La sua nomina, nel pieno della dissoluzione della democrazia weimariana lacerata dalla crisi economica e dalle conseguenze[...]

[...]to specifico di Papen era il riassorbimento a livello governativo del partito nazionalsocialista, nel quale si vedeva lo strumento politico circondato da un seguito di massa che poteva dare appoggio e legittimità alla svolta dittatoriale; spettava cioè a Papen il compito di « responsabilizzare », come egli stesso diceva, i nazisti e con essi

gettare le basi di una nuova piattaforma politica.

Nel giro dei pochi mesi nel quale fu al governo, von Papen sciolse ben due volte il Reichstag (nel luglio e nel settembre del 1932) per agevolare l’inserimento dei nazionalsocialisti, con la conseguenza controproducente di provocare il loro rafforzamento elettorale e quindi di stimolare la loro intransigenza a porre condizioni che furono giudicate troppo esose dagli stessi fautori dell’alleanza con i nazisti. Ma ancora più rivelatore delle vere intenzioni del gabinetto dei « baroni » guidato da von Papen fu l’autentico colpo di stato che egli sferrò il 20.7.1932 contro il governo prussiano, composto da socialdemocratici e cattolici del Centro, nel quale primeggiavano due esponenti della socialdemocrazia, Otto Braun e Cari Severing. Con lo scioglimento del tutto arbitrario del governo prussiano, Papen mirava in effetti assai più lontano: era una dichiarazione di guerra ai partiti weimariani, il primo passo verso l’instaurazione della dittatura. La passività con la quale i socialdemocratici si fecero spodestare in Prussia, senza fare alcun appello alle masse contro la prepotenza del potere esec[...]

[...]oluta dalla Reichswehr e dall’estrema destra.

Portato al governo dalla Reichswehr, Papen fu rovesciato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto, nonostante egli fosse deciso a realizzare una completa riforma costituzionale in senso antiparlamentare e autoritario, non intendendo la Reichswehr abdicare al controllo diretto della situazione. Abbandonato dallo stesso Schleicher, che era destinato a prendere la sua successione, il 17.11.1932 von Papen fu costretto a dare le dimissioni.

Nel governo di Hitler

Ma l’uscita dal governo non comportò il ritiro di von Papen dalla scena politica. Tutt’altro: egli rimase tra i protagonisti sullo sfondo e fu tra gli intermediari e gli artefici dell’alleanza tra nazionalsocialisti, conservatori e tedesconazionali (incontro del 4.1.1933 tra Hitler (vj, Papen e il banchiere von Schròder), alleanza che sarebbe sfociata il 30.1.1933 nella nomina di Hitler alla cancelleria del Reich. Papen entrò allora come vicecancelliere nel governo hitleriano.

Nelle sue memorie, von Papen cerca di presentarsi, se non come oppositore, quanto meno come moderatore dell’asprezza della dittatura nazista. In realtà, nonostante gli si offrisse più di una occasione per ritirarsi dalla scena, la sua fatuità e il suo opportunismo lo indussero a continuare a prestare i suoi servigi al Terzo Reich e a farsi corresponsabile di più di un aspetto criminoso della sua politica.

398


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Von Papen, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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