Brano: [...]lta Scritti attuali, da cui questa mia comunicazione ha preso le mosse.
12 Segnalazione anonima degli Scritti attuali, in « Gazzetta del Nord », I, n. 6, 24 giugno 1946, p. 1.
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Ho toccato aspetti meno noti dei rapporti fra Gobetti e Calosso. Non ho trattato di proposito il tema alfieriano. Entrambi si erano laureati con una tesi sull'Alfieri, il primo nel 1920, il secondo nel 1922, e ne trassero due libri, L'anarchia di Vittorio Alfieri e La filosofia politica di Vittorio Alfieri, dei quali il secondo fu pubblicato (1923) prima del primo (1924). Il tema alfieriano richiederebbe un ampio discorso sulla fortuna di Alfieri nella tradizione letteraria piemontese che è fuori dal mio tiro. Da ricordare almeno la nota in cui Calosso citò il libro dell'« amico » Gobetti, se non altro perché riprende il tema del gentilianesimo gobettiano in cui ci siamo già imbattuti. La filosofia che Gobetti trova nell'Alfieri sarebbe secondo Calosso la filosofia dell'atto, e la filosofia dell'atto si identifica col liberalismo. Ma se il liberalismo è attivismo e Alfieri è un liberale, sono t[...]
[...]a e profonda vicinanza spirituale con tutte le anime eroiche della religione » (op. cit., p. 128). Ancora, nel breve ritratto di Alfieri che Gobetti traccia nel secondo capitolo di Risorgimento senza eroi: « Il violento rilievo della personalità alfieriana fa pensare piuttosto alle tragiche figure della rivoluzione che alla pacifica calma dell'illusionismo riformatore. I suoi accenti libertari ricordano Stirner e Nietzsche » 15
13 L'anarchia di Vittorio Alfieri, Bari, Laterza, 1924, p. 48.
14 La filosofia politica di Vittorio Alfieri, in Scritti storici, letterari e filosofici, Torino, Einaudi, 1969, p. 118.
15 Risorgimento senza eroi, in Scritti storici, letterari e filosofici, cit., p. 74.
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Non meno artificiosa anche l'altra contrapposizione, fra un Alfieri iniziatore del Risorgimento, quello di Gobetti, e un Alfieri cosmopolita, la cua patria è il mondo, quello di Calosso. Artificiosa, perché la interpretazione di Gobetti non ha niente a che vedere con la tesi di un Alfieri patriottico, tanto da respingere come grossolana l'interpretazione di Gentile che esamina l'Alfieri « solo in relazione a[...]
[...]ette, fosse un po' forzata. L'unica cosa certa è che pur nel diverso modo di avvicinarsi al loro personaggio Gobetti e Calosso furono attratti dallo stesso amore della libertà, e ne resero con la loro vita un'alta testimonianza cui ben si apporrebbe la citazione di uno dei tanti forti versi che l'odiator di tiranni dedicò alla « bella e terribil dea ».
NORBERTO BOBBIO
16 M. FusINI, Saggi e ricordi, MilanoNapoli, 1971, p. 214.
i~ L'anarchia di Vittorio Alfieri, cit., p. 24. Calosso si riferiva probabilmente all'articolo di N. SAPEGNO, Il Piemonte e le province, in « La rivoluzione liberale », i, n. 35, 30 novembre 1922, p. 131.
18 Su Alfieri poeta della libertà, vedi M. BONI, Sull'Alfieri politico, Modena, Soc. tip. editrice modenese, 1963, e autori ivi citati, p. 33 e ss. Ma vedi anche le osservazioni di A. GAROSCI, La critica di Calosso, in « Comunità », xlil, n. 75, dicembre 1959, pp. 97101. Da ultimo ancora W. BINNI, Settecento maggiore, Milano, Garzanti, 1978, p. 363 e ss.