Brano: Zampar, Ottavio

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente nella 121a Brigata Garibaldi “Arrigo Luppi” operante nel basso Mantovano.

Zamboni, Mammolo

N. il 13.3.1882 a Granarolo Emilia (Bologna); tipografo.

Padre di Anteo Zamboni (v.), subito dopo il linciaggio del ragazzo da parte dei fascisti venne arrestato insieme alla moglie Viola Tabarroni, alla cognata Virginia Tabarroni (v.) e agli altri suoi due figli Ludovico e Assunto, sotto l’imputazione di avere indotto il giovanissimo Anteo a compiere l’attentato contro il “duce”.

Dopo quasi un anno di lavoro, il

26.8.1927 la Sezione istruttoria chiese un supplemento di indagini e, finalmente, il 23.8.1928 deferì al Tribunale speciale Mammolo Zamboni, la quarantenne Virginia Tabarroni e il diciottenne Ludovico per « attentato a Mussolini, complicità in attentato e omessa denuncia di armi ». La madre di Anteo e l’altro suo fratello Assunto, come pure 4 nuovi coimputati (Emo Lenti, Elda Beldberger, Guido Villi, Margherita Villi), furono tutti prosciolti in istruttoria con un « non luogo a procedere ».

Il processo, presieduto da Guido Cristini con relatore Pietro Lanari, si concluse il 7.9.1928 con due con

La famiglia Zamboni al completo. Anteo è al centro, in prima fila, fra la madre Viola Tabarroni e il fratello Assunto. In seconda fila, da sinistra: Ludovico, Virgini[...]

[...]atello Assunto, come pure 4 nuovi coimputati (Emo Lenti, Elda Beldberger, Guido Villi, Margherita Villi), furono tutti prosciolti in istruttoria con un « non luogo a procedere ».

Il processo, presieduto da Guido Cristini con relatore Pietro Lanari, si concluse il 7.9.1928 con due con

La famiglia Zamboni al completo. Anteo è al centro, in prima fila, fra la madre Viola Tabarroni e il fratello Assunto. In seconda fila, da sinistra: Ludovico, Virginia Tabarroni e Mammolo Zamboni

danne a 30 anni di reclusione per Mammolo Zamboni e Virginia Tabarroni, e con l’assoluzione per Ludovico Zamboni (al quale furono peraltro inflitti, pochi giorni più tardi, 5 anni di confino). Gli imputati furono riconosciuti colpevoli di « concerto in attentato, preparazione alla guerra civile e mancato omicidio premeditato nei confronti del capo del governo ».

L’avvocato antifascista Roberto Vighi (v.), difensore degli imputati, presentò un’ampia e documentata memoria che provava l’innocenza dei suoi assistiti. Il documento venne fatto pervenire a Mussolini nel novembre 1932 tramite il “ras” fascista bolognese Leandro Arginati (v.) e le cose dovettero appar[...]

Brano: [...]r la sua cultura e capacità. È di sentimenti ostili al Governo Nazionale e si mantiene in corrispondenza epistolare con altri sovversivi colpiti da provvedimenti di polizia ». Nel 1931 venne catalogato come « socialista massimalista, pericoloso, terza categoria ».

Nel 1932 indirizzò a Benito Mussolini un lungo memoriale per smontare il castello di accuse costruito dal Tribunale speciale per condannare a 30 anni di reclusione Mammolo Zamboni e Virginia Tabarroni, padre e zia di Anteo Zamboni (v.), il giovane ucciso a Bologna nel 1926 perché accusato di avere attentato alla vita del dittatore. In seguito al suo intervento i due furono liberati. Nel 1933 la polizia accertò che riceveva stampa antifascista da Parigi e che aveva promosso una sottoscrizione a favore di Giuseppe Massarenti (v.), costretto dalla polizia a vivere a Roma in stato di estrema indigenza.

Il 3.4.1939, nell’aula della Corte di appello di Bologna, chiese la parola al presidente e commemorò — nel corso di un’udienza — l’avvocato Eugenio Jacchia (v.) deceduto qualche giorno prima.[...]