Brano: [...]fflusso di volontari.

L’ordine di trasferimento, che preludeva all'autorizzazione di impiego sul fronte da parte degli Alleati, venne il 15 novembre. Nei giorni successivi l’unità, dotata di circa 700 automezzi, si spostò nella zona di Avellino. Il nome di «Savoia » era ufficiale e nello stesso tempo non lo era, comunque era tendenzioso e derivava dall’oltranzismo monarchico di buona parte dei Comandi superiori.

Tra gli altri il colonnello Valfré di Bonzo, comandante del Reggimento di artiglieria [scrivono Antonio e Giulio Ricchezza): « Aveva fatto dipingere sulle fiancate degli automezzi lo scudetto sabaudo e pretese che i soldati lo' portassero cucito sul petto [...]. Non si conteranno le liti e gli accaniti pugilati suscitati dall’innocente insegna inalberata sulla divisa dei soldati; era sufficiente che comparissero in libera uscita in un locale pubblico perché ne scappasse una frase irriflessiva e ne scaturisse uno scazzottamento generale ».

I soldati erano per lo più settentrionali, soprattutto lombardi ed emiliani, pressoché assenti [...]