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Il segmento testuale Valentino Pittoni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 11Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 287

Brano: [...]imanale.

Dopo il grande sciopero generale del 1902, in un momento di ascesa del movimento operaio, « Il Lavoratore » diretto da Giuseppe Bertelli fu pubblicato tre volte alla settimana. Alla direzione si succedettero il padovano Gino Piva ed Ettore Ciccotti che diede forte impulso al giornale, pur rimanendovi soltanto per un breve periodo (nel 1905 passò alla direzione del Gazzettino di Venezia]. Da quel momento «II lavoratore » fu diretto da Valentino Pittoni con redattore responsabile Carlo Bolle.

Il giornale ebbe negli anni seguenti una serie di alti e bassi e vide avvicendarsi, come principali organizzatori: Angelo Vivante (190709),

sotto la cui direzione uscì quotidianamente, stampato in una tipografia propria; Angelo Lanza (190915); ancora Valentino Pittoni ed Egidio Gennari; e, come redattori, Giuseppe Passigli e Giuseppe Tuntari.

Subito dopo la scissione socialista di Livorno (9.2.1921) divenne organo della Federazione comunista di Trieste e, al tempo stesso, quotidiano nazionale del Partito comunista d’Italia. Da allora passò sotto la direzione di Giuseppe Tuntari e Ottavio Pastore.

La sede del « Lavoratore » fu ripetutamente devastata e incendiata dai fascisti. Il 5.10.1922 il deputato comunista Egidio Gennari, che figurava direttore responsabile, fu aggredito da una ventina di squadristi, bastonato e pugnalato. Dopo le ripetute spediz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 602

Brano: [...]ri navali di Monfalcone (19051908) favorì la concentrazione di ingenti forze operaie, mentre l’adozione del suffragio universale nelle elezioni politiche del 1907 accelerò

il processo di crescita del movimento socialista, trasformandolo in un moderno partito politico. Fra i dirigenti socialisti di quel periodo si distinguevano l’avvocato Tuma per gli sloveni; fra gli italiani, l’operaio Luigi Tonet, vicepresidente delle cooperative operaie, e Valentino Pittoni.

Espressione di interessi e forze popolari cattoliche, in specie contadine, sorse anche il Partito popolare, animato dal suo leader mons. Faidutti, un sacerdote di origine italiana che tuttavia, per il suo iegittimismo asburgico, anazionale, propugnatore della neutralità italiana nella guerra in corso, venne bollato quale austriacante e come tale combattuto fino a proibirgli, nel dopoguerra, il rientro in patria. Sotto la sua direzione il Partito popolare goriziano fu strenuo difensore dei contadini, ne propugnò l’organizzazione economica, dette vita a una forte federazione di consorzi di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 145

Brano: [...] un malcontento e di un disagio sociale largamente diffuso e raccoglieva fermenti ed esigenze di diversa natura. Tale afflusso di masse, che richiedevano risposte nuove e nuove formule organizzative, colse alla sprovvista i vecchi quadri dirigenti già depauperati della presenza di leader prestigiosi come A. Vivante e Michele Susmel (18691924), usciti tragicamente di scena a causa di crisi personali e di profonde delusioni politiche.

Lo stesso Valentino Pittoni, legato alla tradizione migliore deiraustromarxismo e a quella politica riformista che prefigurava profonde trasformazioni della società attraverso una tattica gradualista, restò disorientato di fronte al nuovo linguaggio del radicalismo democratico e rivoluzionario.

« Noi stiamo assistendo — egli affermava nel 1919 — al crollo di un mondo, di quel mondo che abbiamo sempre combattuto, e vediamo sorgere un nuovo mondo di cui noi dobbiamo essere i fattori principali. Difficile compito, compagni, perché una rivoluzione socialeeconomica è infinitamente più complessa e deve essere necessariamen[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 143

Brano: [...]al riguardo da alcuni dei suoi più prestigiosi esponenti: pur alTinterno di uno schema di riferimento ben preciso, che era quello dell'austromarxismo, diverse erano infatti le sfumature d'analisi e diverse le capacità di comprendere la portata e le implicazioni di un tale problema. In questa sede basti ricordare che l’internazionalismo operaio rappresentò l'ideaguida della proposta politica socialista.

« Conviene dunque sostituire — affermava Valentino Pittoni — al nazionalismo ed all’irredentismo borghesi, il vero irredentismo, l’irredentismo proletario che consiste nel coalizzare i popoli oppressi contro il comune oppressore per condurli al l'emancipazione finale ». Se questo può essere considerato l’obiettivo finale di quel programma, non mancava tuttavia la definizione di alcune tappe intermedie: l’unione federativa tra tutti i popoli conviventi nell'alveo dell'Impero e il



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 142

Brano: [...]rò la vasta capacità di mobilitazione raggiunta nel 1902 in occasione dello sciopero dei fuochisti del Lloyd. La sollevazione popolare che, inaspettata e violenta, a quello sciopero si accompagnò e la rabbiosa reazione delle autorità di polizia costituirono, d’altra parte, per il giovane partito un momento cruciale di prova, una verifica decisiva della sua capacità di tenuta.

A partire da quella data, sotto la guida di leader prestigiosi come Valentino Pittoni (v.), Carlo Ucekar, Giovanni Oliva e Giuseppina Martinuzzi (v.), il movimento socialista potenziò le proprie strutture organizzative tentando di estendere la propria presenza dai luoghi di lavoro e dalle fabbriche al resto della società: la fondazione di una rete di cooperative di consumo e di lavoro, l'impegno a gestire in prima persona le istituzioni cardine del sistema assicurativo austriaco (come la Cassa distrettuale per ammalati e l'istituto infortuni) rappresentarono scelte significative in tale direzione. A ciò si aggiunga la creazione di un Circolo di Studi sociali che svolgerà un'in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 811

Brano: [...]e Giovi e sul Pratomagno.

Puecher, Edmondo

N. a Rovereto (Trento) il 18.10.1873, m. a Trieste il 25.11.1954; avvocato. Trasferitosi giovanissimo a Trieste con la famiglia, si laureò in Giurisprudenza all'Università di Vienna. Attratto fin dalla giovinezza dagli ideali del socialismo, entrò nel Partito socialista, diventandone, fra l’inizio del secolo e lo scoppio della Prima guerra mondiale, uno dei principali esponenti a Trieste insieme a Valentino Pittoni, deputato socialista al Parlamento austriaco.

Eletto consigliere comunale, Puecher diresse la Cassa distrettuale di malattia amministrata dalla maggioranza socialista. Il 30.10.1918 fu designato vicepresidente del Comitato di salute pubblica creato dai partiti politici triestini nel periodo di transizione fino all’arrivo delle truppe italiane.

Nel primo dopoguerra fu, in seno al P.S.I., il leader della corrente democratica e riformista in contrasto con quella massimalista ed estremista. Dopo l’avvento del fascismo si ritirò dalla vita politica, dedicandosi all’esercizio della profession[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 640

Brano: [...]austromarxista, era ormai superato dagli eventi.

Nel 1919, fusasi l'organizzazione socialista triestina con il P.S.I., Pittoni venne messo in minoranza dalla corrente massimalista. Successivamente si ritirò dalla scena politica e dopo il 1925, perseguitato dai fascisti, fu costretto a emigrare a Vienna, dove lavorò nei suoi ultimi anni come amministratore presso il quotidiano socialista austriaco Arbeitzer Zeitung.

Bibliografia: Elio Apih, Valentino Pittoni, biografia di un socialista triestino, estratto dalla rivista « Trieste », n. 85, a. XV; Carlo Schiffer, La crisi del socialismo triestino nella 1a guerra mondiale, in II movimento nazionale a Trieste nella prima guerra mondiale, Udine 1968; Giuseppe Piemontese, Il movimento operaio a Trieste, Roma 1974,

Più, Antonio

N. a Sassari il 13.1.1905; elettricista.

Emigrato a Genova, aderì giovanissimo ai Partito comunista, operando nella organizzazione clandestina della città.

Quando la polizia scoprì una centrale deiTorganizzazione a Milano,

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 605

Brano: [...]re la pratica ospedaliera. Nuovamente arrestato nel 1928 con l'accusa di essere stato a Trieste fra i promotori del

l'organizzazione clandestina Giovane Italia, insieme al socialista Ermanno Bartei lini e al repubblicano Nino Wodizka, fu diffidato come sovversivo.

Dati gli ostacoli che incontrava in Italia per poter continuare i suoi studi di pediatria, decise di trasferirsi a Vienna. Qui prese contatto con l'esponente socialista triestino Valentino Pittoni e con il concittadino Giuseppe Germani, anch'egli medico ed esule. Quest’ultimo, che progettava l’espatrio della vedova di Matteotti, dietro suggerimento di Pincherle si recò a Parigi da Car

lo Rosselli e successivamente a Roma, dove venne arrestato sotto la falsa accusa di cospirazione contro la vita di Mussolini e condannato a 10 anni di reclusione. Rientrato da Vienna in Italia, Pincherle fu nuovamente arrestato, ma presto rilasciato e, a Trieste, riprese l’attività clandestina. Si considerava socialista e, nel 1934, strinse rapporti con Eugenio Colorni, colà trasferito come insegnante.[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Valentino Pittoni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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