Brano: [...]del Partito comunista nelle Marche e dopo T8.9.1943 (insieme a Corina/desi, Pieirangeli, Fastigi, Maderloni, Sarti e Fioravanti) organizzò

il movimento partigiano nella regione. Membro del Triumvirato insurrezionale marchigiano (con Celso

Ghini e Alessandro Vaia) attraversò più volte le linee nemiche per missioni di guerra e fu decorato di medaglia d’argento al valor militare.

Dopo la Liberazione, eletto membro del Comitato centrale dal V Congresso del Partito comunista, per un decennio fu l’amministratore generale del partito. Senatore nella I e nella II legislatura per il collegio di Urbino.

Si veda la voce Cattolica. Generali inglesi a.

Cappellini, Giacomo

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Cerveno (Brescia) ri 24.1.1909, fucilato a Brescia il

24.3.1945. Insegnante, sin dall’8 settembre 1943 partecipò alla Resistenza, organizzando una delle prime formazioni partigiane della vai Camonica e distinguendosi in audaci azioni di guerra.

Comandante di battaglione nella Brigata « Ferruccio Lorenzini » della Divisione Fiam[...]

Brano: [...]irato insurrezionale della Toscana e, dopo la liberazione di Firenze (agosto 1944), fu chiamato a Roma da Togliatti per dirigere la Sezione di organizzazione del P.C.I. nell 'Italia liberata.

Secondo dopoguerra

Nel luglio 1945 Roasio, che rientrando in Italia aveva assunto lo pseudonimo di “Paolo Silvati” per non incorrere nel mandato di cattura emesso a Novara nel 1926, fu cooptato nella Direzione provvisoria del P.C.I., formata prima del V Congresso del Partito (Roma, gennaio 1946). Confermato nella carica in questo e nei successivi congressi fino al 1962, rimarrà poi membro del Comitato centrale.

Prescritta nel 1947 la sentenza di Novara, da quel momento egli potè partecipare alla vita politica con il suo vero nome. Sostituito nell’estate 1945 da Pietro Secchia come responsabile dell'Organizzazione, rimase per qualche tempo responsabile della Sezione Quadri del partito. Poi, dall’estate 1948 al marzo 1955, fu segretario regionale del P.C.I. in Emilia.

Nel 1955 fu inviato come segretario presso la Federazione comunista di Torino (e segretario [...]

Brano: [...]za il consenso di don Sturzo che fu sempre personalmente contrario a qualsiasi collaborazione coi fascisti.

La partecipazione a quel governo fu dettata forse dall’illusione di frenare la forza dirompente del fascismo per « tutelare » come scriverà Stefano Jaeini « quel patrimonio di idee e di istituzioni che avevano superato la bufera bolscevica prima, la bufera fascista poi ».

Il tema della collaborazione col fascismo egemonizzò l'intero IV Congresso del partito, svoltosi a Torino il 1213.4.1923.

Il congresso fu aperto da don Sturzo deciso a liquidare la partecipazione dei popolari al governo. Per raggiungere tale intento, il segretario politico si era negli ultimi mesi appoggiato alle correnti di sinistra del partito (riunite, dal dicembre 1922, intorno alla rivista Domani d'Italia) e aveva apertamente manifestato il proprio dissenso nei confronti del Gruppo parlamentare, in un discorso tenuto a Torino il 20 dello stesso dicembre.

Ora, dalla tribuna del Congresso, uscì con una relazione appassionata che ribadiva in termini definitivi la sua op[...]

[...]alche mese più tardi, dovette lasciare, esule, l’Italia. Dopo l’assassinio di Matteotti i deputati popolari aderirono alla secessione aventiniana (v. Aventino).

« Canto del cigno » del P.P.I. fu la vicenda giudiziaria di Giuseppe Donati (v.) direttore de II popoio, che ebbe il coraggio di denunciare alla magistratura, come mandante del delitto politico, il comandante in capo della polizia EmiJio De Bono. Dal 28 al 30.6.1925 si tenne a Roma il V Congresso del Partito, in un clima di semiclandestinità.

« Qualche cattolico collaborazionista — disse nella relazione introduttiva il segretario politico Alcide De Gasperi — ha tentato in questi giorni di far credere che queste linee teoretiche e pratiche del fascismo rappresentino semplicemente un contrasto coi principi e colla pratica del liberalismo classico [...]. È indiscutibile, invece, che esse contrastano fieramente col concetto di Stato cristiano ».

Il 9.11.1926 il P.P.I., come gli altri partiti antifascisti, fu sciolto d’autorità: dei suoi esponenti più in vista, De Gasperi, accusato di tentato es[...]