Brano: [...]e il principe ereditario Umberto, ma con l’impegno di trasmettergli i poteri solo al momento dell'ingresso delle truppe alleate in Roma.
Il rinvio nella trasmissione dei poteri lasciava supporre che il sovrano cercasse di dilazionare al massimo la sua uscita dalla scena, come infatti era confermato da tutto Il suo comportamento. Tuttavia, liberata Roma, il 5.6.1944 Vittorio Emanuele mantenne l’impegno e finalmente trasferì i poteri al figlio. Umberto di Savoia, per quanto messo in difficoltà dalle condizioni in cui veniva riproposta al paese la guida monarchica, e fortemente isolato nell’opinione pubblica, cercò di condurre ogni tentativo possibile per assicurare la continuità della Corona: il Quirinale divenne così centro di tortuosi intrighi, attraverso i quali il Luogotenente affannosamente cercava di raccogliere uomini e forze del vecchio personale fascista e della classe dirigente economica.
Sopravvenuta la liberazione del Nord e formatosi, sotto la presidenza di Ferruccio Parri, il primo governo democratico, in previsione del referendum is[...]
[...]cogliere uomini e forze del vecchio personale fascista e della classe dirigente economica.
Sopravvenuta la liberazione del Nord e formatosi, sotto la presidenza di Ferruccio Parri, il primo governo democratico, in previsione del referendum istituzionale il Luogotenente si lanciò in una vera e propria campagna personale per scongiurare la disfatta monarchica. Nei mesi precedenti la data del 2. 6.1946, scelta per l’effettuazione del referendum, Umberto di Savoia compì lunghe peregrinazioni attraverso il paese (spesso accolto da manifestazioni di aperta ostilità, come a Genova; o di fredda indifferenza, come a Torino), nominò migliaia di « cavalieri della Corona », distribuì ingenti somme di danaro in « opere di beneficenza », spedì decine di migliaia di fotografie col suo autografo, indifferentemente a esponenti dell’antifasci
smo come a rappresentanti delle correnti più reazionarie e filofasciste. Corse anche voce che il principe avesse in animo di accogliere taluni progetti di colpo di stato, suggeriti da quadri dell’esercito per il caso di una [...]
[...]i dell’antifasci
smo come a rappresentanti delle correnti più reazionarie e filofasciste. Corse anche voce che il principe avesse in animo di accogliere taluni progetti di colpo di stato, suggeriti da quadri dell’esercito per il caso di una vittoria repubblicana. Quantunque, nel restituire al capo del governo i decreti per il referendum (approvati dalla Consulta e trasmessigli per la sanzione luogotenenziale), con la sua lettera del 16.3.1946 Umberto di Savoia si fosse solennemente impegnato a rispettare i risultati della futura consultazione, le manovre monarchiche destavano preoccupazioni negli ambienti del governo stesso.
Il referendum del 2 giugno Il 9 maggio Vittorio Emanuele III, con l’evidente scopo di rafforzare la posizione della Corona, abdicò improvvisamente a favore del figlio, per offrire ai suoi fedeli l’occasione di inscenare grandi manifestazioni per la salita al trono del nuovo re. Il 31 maggio Umberto II, senza preavvisare il governo, indirizzò un provocatorio proclama al paese, incitando gli italiani a garantire largo margine [...]