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Il segmento testuale Umberto di Savoia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 48Entità Multimediali , di cui in selezione 25 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 445

Brano: [...]e il principe ereditario Umberto, ma con l’impegno di trasmettergli i poteri solo al momento dell'ingresso delle truppe alleate in Roma.

Il rinvio nella trasmissione dei poteri lasciava supporre che il sovrano cercasse di dilazionare al massimo la sua uscita dalla scena, come infatti era confermato da tutto Il suo comportamento. Tuttavia, liberata Roma, il 5.6.1944 Vittorio Emanuele mantenne l’impegno e finalmente trasferì i poteri al figlio. Umberto di Savoia, per quanto messo in difficoltà dalle condizioni in cui veniva riproposta al paese la guida monarchica, e fortemente isolato nell’opinione pubblica, cercò di condurre ogni tentativo possibile per assicurare la continuità della Corona: il Quirinale divenne così centro di tortuosi intrighi, attraverso i quali il Luogotenente affannosamente cercava di raccogliere uomini e forze del vecchio personale fascista e della classe dirigente economica.

Sopravvenuta la liberazione del Nord e formatosi, sotto la presidenza di Ferruccio Parri, il primo governo democratico, in previsione del referendum is[...]

[...]cogliere uomini e forze del vecchio personale fascista e della classe dirigente economica.

Sopravvenuta la liberazione del Nord e formatosi, sotto la presidenza di Ferruccio Parri, il primo governo democratico, in previsione del referendum istituzionale il Luogotenente si lanciò in una vera e propria campagna personale per scongiurare la disfatta monarchica. Nei mesi precedenti la data del 2. 6.1946, scelta per l’effettuazione del referendum, Umberto di Savoia compì lunghe peregrinazioni attraverso il paese (spesso accolto da manifestazioni di aperta ostilità, come a Genova; o di fredda indifferenza, come a Torino), nominò migliaia di « cavalieri della Corona », distribuì ingenti somme di danaro in « opere di beneficenza », spedì decine di migliaia di fotografie col suo autografo, indifferentemente a esponenti dell’antifasci

smo come a rappresentanti delle correnti più reazionarie e filofasciste. Corse anche voce che il principe avesse in animo di accogliere taluni progetti di colpo di stato, suggeriti da quadri dell’esercito per il caso di una [...]

[...]i dell’antifasci

smo come a rappresentanti delle correnti più reazionarie e filofasciste. Corse anche voce che il principe avesse in animo di accogliere taluni progetti di colpo di stato, suggeriti da quadri dell’esercito per il caso di una vittoria repubblicana. Quantunque, nel restituire al capo del governo i decreti per il referendum (approvati dalla Consulta e trasmessigli per la sanzione luogotenenziale), con la sua lettera del 16.3.1946 Umberto di Savoia si fosse solennemente impegnato a rispettare i risultati della futura consultazione, le manovre monarchiche destavano preoccupazioni negli ambienti del governo stesso.

Il referendum del 2 giugno Il 9 maggio Vittorio Emanuele III, con l’evidente scopo di rafforzare la posizione della Corona, abdicò improvvisamente a favore del figlio, per offrire ai suoi fedeli l’occasione di inscenare grandi manifestazioni per la salita al trono del nuovo re. Il 31 maggio Umberto II, senza preavvisare il governo, indirizzò un provocatorio proclama al paese, incitando gli italiani a garantire largo margine [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 445

Brano: Fronte Occidentale

Umberto di Savoia durante un’ispezione alle truppe del Fronte Occidentale (giugno 1940)

Occidentale la linea di confine itaiofrancese che, partendo dal Monte Dolent, seguiva la displuviale delle Alpi Graie fino alla Rocca Chardonnet, arrivava al Monte Enciastraia per la displuviale delle Alpi Cozie, giungendo infine al mare attraverso il contrafforte delimitato a occidente dal bacino del Varo e del Paglione e, a oriente, da quello del Roja.

Il 10.6.1940 le forze italiane sul Fronte Occidentale erano costituite dal Gruppo di armate Ovest al comando del Principe di Piemonte Umberto di Savoia e comprendevan[...]

[...]e che, partendo dal Monte Dolent, seguiva la displuviale delle Alpi Graie fino alla Rocca Chardonnet, arrivava al Monte Enciastraia per la displuviale delle Alpi Cozie, giungendo infine al mare attraverso il contrafforte delimitato a occidente dal bacino del Varo e del Paglione e, a oriente, da quello del Roja.

Il 10.6.1940 le forze italiane sul Fronte Occidentale erano costituite dal Gruppo di armate Ovest al comando del Principe di Piemonte Umberto di Savoia e comprendevano precisamente: la IV Armata, al comando del generale Guzzoni, schierata dal Monte Rosa al Monte Granerò; e la I Armata, al comando del generale Pintor, schierata dal Monte Granerò al mare.

In totale si trattava di 22 Divisioni, 3 Raggruppamenti alpini, 1 Reggimento alpino e 2 Raggruppamenti celeri, con una forza complessiva di 130.000 soldati e 12.500 ufficiali. Ma erano truppe raccogliticce, male equipaggiate e con un armamento che, nella maggior parte dei casi, si poteva definire addirittura anacronistico.

Secondo la testimonianza del generalè Giacomo Lombardi, capo del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 444

Brano: [...]la gli Alleati, il governo Badoglio e soprattutto il monarca, tenacemente abbarbicato al trono.

In questa cornice si fece lentamente strada la proposta elaborata da Benedetto Croce e da Enrico De Nicola già prima del Congresso di Bari e avente lo scopo di aggirare l’ostacolo del contrasto fra fautori e oppositori dell’abdicazione mediante un artificio giuridico: la delega, da parte del sovrano, delle proprie prerogative al principe ereditario Umberto di Savoia, nominato Luogotenente del Regno.

Questo artificio, sosteneva l’avvocato De Nicola (che ne era stato di fatto l’ideatore, venendo così incontro alle preoccupazioni filomonarchiche di Benedetto Croce), aveva un precedente: la delega concessa durante il conflitto 191518 dallo stesso Vittorio Emanuele

III a suo zio Tommaso di SavoiaGenova, nominato appunto « luogotenente » del Regno. Se accettata, la scappatoia avrebbe lasciata impregiudicata la questione istituzionale, venendo incontro alla volontà dei partiti del C.L.N. e, nello stesso tempo, alle preoccupazioni degli Alleati di tutelare[...]

[...]etto Croce), aveva un precedente: la delega concessa durante il conflitto 191518 dallo stesso Vittorio Emanuele

III a suo zio Tommaso di SavoiaGenova, nominato appunto « luogotenente » del Regno. Se accettata, la scappatoia avrebbe lasciata impregiudicata la questione istituzionale, venendo incontro alla volontà dei partiti del C.L.N. e, nello stesso tempo, alle preoccupazioni degli Alleati di tutelare l’istituto monarchico in quanto tale.

Umberto di Savoia lascia per sempre il Quirinale dopo il referendum del 2.6.1946

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 330

Brano: [...]ettersi, pressato dalle critiche che lo investivano — partendo dal seno stesso della coalizione antifascita — per la sua inerzia nell’affròntare i problemi più urgenti del paese e per l’evidente reticenza a risanare dai residui del regftne la burocrazia, i circoli militari, gli ambienti economici e finanziari. Erano ormai espliciti i suoi legami con la Luogotenenza; e determinante per la caduta del suo governo fu l’intervista che il luogotenente Umberto di Savoia rilasciò il 7 novembre al « New York Times », pronunziandosi per un plebiscito che decidesse la questione istituzionale, in pieno contrasto con il decreto legge dello stesso governo Bonomi, approvato a Salerno nella prima riunione del gabinetto, che attribuiva tale decisione alla futura Assemblea Costituente. Inoltre Bonomi stesso aveva nominato, fin dal luglio, di concerto con il luogotenente e alle spalle del ministero, il marchese Tornasi della Torretta presidente del Senato e Vittorio Emanuele Orlando presidente della Camera, come « affermazione della continuità ideale dell’antica Camera [...]

[...]etta », secondo la sua affermazione; in realtà, come sostegno delle prerogative regie e creando un fatto compiuto che contravveniva agli accordi della coalizione del giugno 1944.

In patente violazione del patto stipulato tra i partiti antifascisti e con l’evidente proposito di rendere

al luogotenente quella iniziativa che gli era stata sottratta nel giugno

1944, Bonomi, invece di presentare le proprie dimissioni al C.L.N., le presentò a Umberto di Savoia, aspettando che il luogotenente lo reinvestisse dell’incarico di formare il governo indipendentemente dal parere^ del C.L.N.. Questo allora chiamò a presiedere i suoi lavori il conte Sforza, indicandolo come candidato alla presidenza di un nuovo governo di coalizione. Ma

il sopraggiungere del veto inglese a questa. designazione acuì la crisi del C. L. N., in cui liberali e democristiani già erano all’opera per rompere l’unità delle sinistre, e agevolò il gioco di Bonomi, il quale mirava a trattare con i singoli partiti anche per rendere più celere

10 sfaldamento della coalizione unitari[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 129

Brano: Il “ Reuccio di maggio ” Umberto di Savoia lascia Vltalia: la Repubblica ha vinto (foto 189)

Il Presidente provvisorio della Repubblica, Enrico de Nicola, nominato dall’Assemblea Costituente (foto 190)



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 28

Brano: [...] 1923;

2) di non aver condotta a fondo l’opposizione della riforma elettorale fascista nel luglio 1923.

[Verbale di una riunione di cattolici del Partito popolare in esilio, stesa da Giuseppe Donati]

L’attività del nucleo estero di “Giustizia e libertà

Abbiamo già indicato che, poco dopo l’arrivo in Francia di Rosselli e di Lussu nell’agosto del 1929, si ebbe a Bruxelles (24 ottobre) l’attentato di Fernando De Rosa contro il principe Umberto di Savoia, che si era recato nel Belgio per le nozze con la figlia di quel re. De Rosa, iscritto al partito socialista (e precisamente alTamassimilista) era già stato, prima che si costituisse “ G.L. ”, in collaborazione con Eugenio Chiesa e con altri capi antifascisti per guidare l’azione contro quei collaboratori el regime che si facessero vedere all’estero. Giacché proprio attorno a quell’eppca, stabilizzato il regime all’interno con le leggi speciali, i dirigenti fascisti cominciavano a mostrarsi all’estero, per reclamare un posto legittimo tra le nazioni d’Europa al regime che essi rappresentavano[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 574

Brano: [...]ra che dietro sollecitazione di Mario Neri, recatosi appositamente a Napoli nei primi mesi del 1927, avesse dato la sua adesione all’iniziativa anche Benedetto Croce. Nel

1928 Mario Neri fu inviato a Parigi per stabilire contatti con Francesco Saverio Nitti, Filippo Turati e altri esponenti antifascisti. Contatti con l’organizzazione ebbe anche Fernando De Rosa (v.), prima del suo espatrio e dell’attentato dell'ottobre 1929 contro il principe Umberto di Savoia.

L'associazione pubblicava un perio

574

dico clandestino, VAltoparlante, ciclostilato su un solo foglio di carta velina. Il giornaletto, che usciva puntualmente ogni mercoledì, con notizie provenienti da diverse parti d’Italia, veniva diffuso attraverso triadi, i cui membri erano tenuti a ricopiarlo e a spedirlo poi ad.xamici e a conoscenti. Alcune copie erano destinate ai capi della Chiesa, ai membri del governo e ad autorità minori. L'associazione aveva inoltre escogitato un particolare metodo per introdurlo clandestinamente nelle carceri: il foglio veniva ridotto in strisce leggib[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 289

Brano: [...]posito del rital ia di risolvere con le armi la questione etiopica.

16.6: Il Consiglio dei ministri istituisce il « sabato fascista » (da dedicare all’educazione militare e politica) .

24.6: Giunge a Roma il ministro degli Esteri inglese Eden per indurre Mussolini a una soluzione pacifica in Etiopia.

25.6: Il sottosegretariato alla Stampa e propaganda viene elevato al rango di ministero, e Galeazzo Ciano a ministro.

25.7: Il principe Umberto di Savoia passa in rivista reparti della Milizia universitaria in partenza per l’A.O.I..

31.7: Mussolini scrive sul quotidiano del Partito che l’Italia procederà in Etiopia « con Ginevra, senza Ginevra, contro Ginevra ».

3.8: La Società delle nazioni nomina una commissione di arbitrato sull’incidente di UalUal.

4.8: Mussolini pronuncia un bellicoso discorso a Eboli durante le grandi manovre militari (« Andremo contro chiunque, di qualsiasi colore, tentasse di traversarci la strada »).

« Opere del regime »: fontanella a forma di fascio littorio inaugurata in un villaggio dell’Italia meridion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 286

Brano: [...]timo anniversario della marcia su Roma è solennemente inaugurata l’Accademia d’Italia istituita il 25.3.1926.

31.12: In polemica col fascismo sulla questione dell'educazione dei giovani il Papa pubblica l'Enciclica « Rappresentante in terra ».

Bilancio di attività del Tribunale speciale nel corso dell'anno: 159 antifascisti condannati complessivamente a 930 anni di reclusione. Una condanna a morte (eseguita).

1930

8.1: Matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio. Viene concessa un’amnistia, da cui sono esclusi i reati politici.

I.2: Risultano iscritti alle varie organizzazioni fasciste (Partito, Opera Balilla, sindacati, ecc.) circa 10 milioni di italiani (su una popolazione di 40 milioni).

22.4: Mussolini inaugura il Consiglio nazionale delle Corporazioni.

24.4: Edda Mussolini, primogenita del duce, va sposa a Galeazzo Ciano.

II.5: A Livorno, Mussolini parla contro le proposte del premier francese Aristide Briand per una federazione europea.

286



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 140

Brano: [...]atografici) ed esecuzioni per

lo più squallide.

Tra le manifestazioni più caratteristiche dell’epoca furono anche certe attività folcloristiche che avrebbero dovuto rinverdire la tradizione popolare inculcando o rafforzando negli italiani il senso della « stirpe ». Eccezionale rilievo assunse nel gennaio 1930 l'adunata dei gruppi, folcloristici di tutta Italia e delle Colonie, indetta a Roma per festeggiare le nozze del principe ereditario Umberto di Savoia con Maria José del Belgio, e aila quale parteciparono sfilando oltre 6.000 dopolavoristi in costume, in un grande corteo svoltosi « sotto la di

rezione artistica di G.A. Sartorio ». Tra i più tenaci tentativi fascisti di strumentalizzare autentiche tradizioni popolari si possono ricordare anche quelli rivolti a fascistizzare il Palio di Siena, la festa di Piedigrotta a Napoli e la Festa de Noantri a Roma, tentativi sistematicamente caduti nel vuoto dell'indifferenza o accolti addirittura da ostilità popolare.

Gli anni di guerra

Durante la seconda guerra mondiale il fascismo cercò di [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Umberto di Savoia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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