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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 760

Brano: [...]i sindacali, i cui iscritti ricominciarono a crescere a partire dal 1925, cercarono di concludere contratti collettivi nazionali, privilegiando quindi il negoziato e

il ricorso all’arbitraggio. Ciò spinse i sindacati ad arginare e a tenere sotto controllo i movimenti spontanei della base, e anche a opporvisi. Questo tipo di involuzione approdò nel 1927, al congresso di Interlaken, a cancellare dagli statuti sindacali la frase affermante che l'U.S.S. si muoveva « sul terreno della lotta di classe ». Lo stesso congresso escluse il cartello sindacale di Basilea che, contro la volontà del P.S.S. e dell’U.S.S., aveva sostenuto il referendum del P.C.S. contro il nuovo statuto dei funzionari federali.

Questo statuto, accettato dalla stessa organizzazione sindacale dei funzionari, apportava dei sicuri vantaggi materiali, ma in cambio proibiva loro di scioperare (disposizione che si è mantenuta fino ad oggi). Inoltre, i contratti collettivi nazionali potevano essere sfavorevoli a una sezione che godesse di una situazione migliore e di una congiuntura locale più favorevole. Sarà questo, nel 1932, il caso degli installatori di apparecchi da riscaldamento di Zurigo: essi rifiuteranno la leggera diminui[...]

[...]a la “dittatura del proletariato” e riconobbe, non senza vive opposizioni interne, il principio della “difesa nazionale”, al fine di poter difendere la democrazia non soltanto contro il fascismo interno, ma eventualmente anche contro quello di fuori. Il congresso approvò inoltre un “Piano di Lavoro”, ispirandosi a quello del socialista belga Henri de Man (v. Neosocialismo). In seguito, elementi progressisti e democratici membri del P.S.S. e dell’U.S.S. creeranno, con

il capo dei fascisti svizzeri, colonnello Fonjaikiz. inaligara i:\ nuova sede milanese dei Fasci svizzeri in Italia

Il capo dei fascisti svizzeri a Milano mel 1934. Dalla Illustrazione Italiana del 21.10.1934

760

IL



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 752

Brano: [...] di partecipare in forma attiva al processo generale di emancipazione della società e li coinvolge spesso in politiche repressive, di sfruttamento brutale di altri popoli.

Bibliografia: Jean Ziegler, Una Svizzera al di sopra di ogni sospetto, Milano 1976.

E.Ni.

I! movimento operaio svizzero

Il movimento operaio svizzero si organizzò su scala nazionale, in modo stabile e duraturo, soltanto intorno al 1890. L'Unione sindacale svizzera (U.S.S.) si era già costituita fin dal 1880, ma essa iniziò il proprio sviluppo soltanto nel corso degli anni 1890. Dopo parecchi tentativi falliti a cominciare dal 1869, il Partito socialista svizzero (P.S.S.) sorse nel 1888; inseritosi anzitutto a Berna, Basilea, Zurigo e in alcune altre località delle regioni industriali del Nordest, si diffonderà e si rinforzerà nel corso dei sette od otto anni seguenti, prendendo piede nella Svizzera francese, e più tardi nel Ticino, facendosi rappresentare in seno alle assemblee le* gislative, sia a livello comunale che cantonale e anche federale.

Le coopera[...]

[...]o di mestiere al sindacato d’industria si ebbe nella metallurgia dal 1888. Una Federazione svizzera di lavoratori del metallo riunì via via i sindacati e le federazioni dei fabbri, fonditori, stagnai, etc. e, nel 1915, essa si fuse con l’organizzazione dei lavoratori dell’orologio per formare la Federazione svizzera dei lavoratori metalliferi e orologiai (F.O.M.H.), la più forte delle organizzazioni sindacali svizzere. Un analogo processo si produsse nei tessili (19031908), nell’alimentazione (1904) e così via.

Tale concentrazione rispondeva alla necessità di trovare mezzi sempre più solidi per resistere e lottare con qualche probabilità di successo contro le associazioni padronali, le quali si rinforzarono considerevolmente a loro volta sul nascere del ventesimo secolo. L’U.S.S. (che nel 1908 si riorganizzerà sulla base delle sole federazioni sindacali) vide i propri effettivi salire da 3.460 nel 1890 a 9.495 nel 1893, a 16.593 nel 1903, a 50.257 nel 1905, raggiungendo gli 89.398 nel 1913. Sul piano locale o cantonale furono create le Unioni operaie che raggruppavano sindacati, società operaie diverse e, spesso, Partito socialista; nelle grandi città esse sosterranno spesso un ruolo importante.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 756

Brano: [...] Uomini come Antonio Vergnanini (v.) e Giacinto Menotti Serrati (v.), per citarne soltanto due, svolsero un ruolo di primo piano in tale sforzo organizzativo. Nel 1895 nacque in Svizzera VUnione socialista di lingua italiana raggruppante sindacati, circoli politici italiani e socialisti ticinesi. Nel 1900 questi ultimi fondarono il loro partito e gli italiani, avendo deciso di separarsi dalle organizzazioni economiche, affiliate in principio all'U.S.S., e da quelle politiche, formarono il Partito socialista italiano in Svizzera, aderente al P.S.I.. Il settimanale II Socialista, divenuto nel 1899 L’Avvenire del Lavoratore, serviva alla propaganda.

Questa non restò senza effetti: l’utilizzazione degli italiani per tener bassi i salari divenne sempre più difficile; meglio informati, gli immigrati non accettarono più condizioni vessatorie e non esitarono affatto, quando occorreva, a scendere in sciopero; spesso le autorità svizzere espulsero gli “agitatori” o coloro che venivano implicati nelle inevitabili risse coi crumiri. Nonostante quest[...]

[...] movimento spontaneo e sconsiderato, si sforzarono di portar soccorso agli scampati, protestando vigorosamente contro l'azione delle autorità svizzere, peraltro ottenendo alle camere federali un voto che suonò biasimo al governo.

Nel 1901, durante lo sciopero degli operai del Sempione, le autorità del Vallese mobilitarono la truppa, vietarono le riunioni ed espulsero dalla Svizzera gli scioperanti che si rifiutavano di riprendere il lavoro. L’U.S.S. intervenne decisamente, organizzando anche una manifestazione nazionale di protesta a Berna. Nondimeno, in altre occasioni i socialisti italiani dovettero rimproverare i compagni svizzeri che non reagivano con sufficiente vigore alle misure repressive e alle espulsioni. Le prese di posizione del Partito socialista italiano in Svizzera a favore dell’ala intransigente e rivoluzionaria del P.S.I. in Italia lo misero spesso in contrasto con l’orientamento riformista di certe Unioni operaie locali. Ciò accadde, per esempio, nel 18991901 a Losanna, dove Serrati entrò in lotta contro il leader socia[...]

[...] locale Aloys Fauquez.

Da aggiungere infine che anche i lavoratori di altre nazionalità avevano le proprie associazioni politiche, co

me l’Organizzazione nazionale socialdemocratica tedesca e austroungarica in Svizzera.

Prima guerra mondiale. L'“unione sacra"

Come negli altri paesi, la Prima guerra mondiale provocò anche in Svizzera un grande scompiglio nel movimento operaio. La versione svizzera della “unione sacra” il 3.8. 1914 condusse 17 dei 19 deputati socialisti a votare i pieni poteri al governo federale. Solo i deputati del cantone francese Charles Naine ed Ernest Paul Graber si astennero. Inoltre, per le elezioni dell'1 ottobre 1914, tutti i partiti conclusero una tregua rinunciando a combattere le candidature dei deputati uscenti. Anche Robert Grimm, il teorico marxista, si appellò alla « solidarietà di tutto il popolo ». Solo qualche anarchico vicino a Bertoni, in parte la Gioventù socialista e alcuni circoli socialisti, religiosi o indipendenti di scarsa importanza si rifiutarono di aderire all'ondata bellicista. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 757

Brano: [...]voratori. Venne sospesa l’applicazione della nuova legge sulle fabbriche e ciò permise il prolungamento della giornata di lavoro; d’altra parte lasciò che i contadini aumentassero i loro prezzi (la politica del governo di fatto mise i contadini contro gli operai). Solo con molto ritardo furono prese misure di razionamento, lasciando in tal modo fiorire un ragguardevole mercato nero. Nell’esercito, l’atteggiamento degli ufficiali (militari alla prussiana), le pessime condizioni di vita del soldato e i lunghi periodi di mobilitazione favorirono la crescita deH’antimilitarismo.

La fine della "unione sacra”

Dal 1915 tutto ciò sfociò in una ripre

sa di lotte salariali e in un processo di radicalizzazione delle masse che fece saltare la unione sacra. L’U.S.S. vide i propri iscritti aumentare dai 65.177 del 1914 ai 177.143 del 1918. AH’interno del P.S.S. la sinistra si riordinò prendendosela coi socialsciovinisti; nel 1916 il Grutli perdeva la sua privilegiata posizione in seno al partito. Le sue sezioni si videro costrette a scegliere tra la fusione totale col P.S.S. oppure l’esclusione dalle sue fila. Il congresso socialista di Berna (89.6.1917) respinse il principio della difesa nazionale e decise il rifiuto di ogni credito militare.

Sul piano internazionale i socialisti svizzeri seguirono un’analoga evoluzione: la conferenza di Lugano del 27[...]

[...]d’accordo col manifesto di Zimmerwald. Ormai la sinistra, solidamente ancorata a Zurigo sotto la direzione di Fritz Platten (18831942), guadagnava sempre più terreno a Basilea e altrove, mentre il centro del partito, rappresentato essenzialmente da R. Grimm e Berne, si portava sempre più verso di essa.

Estensione delle lotte operaie

Fin dal 1915 si erano svolte imponenti manifestazioni contro il caro

vita, organizzate dal P.S.S. e dalla U.S.S.. Il 30.8.1917 queste lotte culminarono in uno sciopero generale di mezza giornata, mentre si moltiplicavano i fermenti per ottenere aumenti salariali.

Gli iscritti del P.S.S. passarono dai 31.303 del 1917 ai 39.765 del 1918 per raggiungere i 52.163 del 1919. La rivoluzione russa del febbraio

1917 risvegliò grandi speranze e quella di ottobre galvanizzò la sinistra socialista.

Il 19.5.1917, a ChauxdeFonds, la folla liberava E. Paul Graber dalla prigione dove espiava una pena di otto giorni a causa d’un articolo che se la prendeva con l’esercito. A Zurigo, dal 15 al 17.11.1917, manifestazioni organizzate da piccoli gruppi in favore della rivoluzione russa d’Ottobre e della pace degenerarono in disordini che si chiusero con 4 morti. I circoli estremisti vennero sconfessati da tutto il P.S.S., sinistra compresa, ma appoggiandosi sullo scontento delle masse essi riuscirono a organizzare altre manifestazioni o a far degenerare in forme violente quelle delle organizzazioni operaie.

Sul piano parlamentare il P.S.S. raccolse 50.000 voti alle elezioni federali dell’autunno 1917, ma dato il sistema elettorale maggioritario non ebbe un numero di seggi corrispondente al suo elettorato. D’altra parte, in regime di pieni poteri, il legislativo aveva po[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 758

Brano: [...]militarizzare la totalità della popolazione civile maschile per un « servizio civile obbligatorio ». Subito le organizzazioni operaie cercarono di dare scacco al governo, al quale l’Unione operaia di Zurigo inviò addirittura un ultimatum.

Scavalcando gli organi dirigenti del partito, Grimm prese l’iniziativa di riunire subito qualche amico politico e, con questi, convocò a Olten, per il 4.2.1918, una conferenza delle Direzioni del P.S.S., deH’U.S.S., della frazione socialista e dei rappresentanti della stampa socialista. La conferenza elesse un comitato d'azione, noto come Comitato di Olten, presieduto da Grimm, sicché i movimenti sindacali e politici si trovavano riuniti sotto un'unica Direzione.

Già nella sua seconda seduta, il Comitato discusse un piano di sciopero generale, elaborato da Grimm e destinato a premere sul potere. Nel frattempo il governo federale aveva ritirato il proprio progetto di militarizzazione, ma gli spiriti non si erano affatto calmati. Nell'aprile

1918 un aumento del prezzo del latte riportò all’ordine del giorno lo sciopero generale; però, dopo aver minacciato di ricorrervi, il Comitato si accontentò delle concessioni fatte dal governo (aumento ridotto della metà).

In giugno lo stesso Comitato organizzò manifestazioni contro il carovita che si conclusero, a Basilea, con il saccheggio di un ristorante [...]

[...] di militarizzazione, ma gli spiriti non si erano affatto calmati. Nell'aprile

1918 un aumento del prezzo del latte riportò all’ordine del giorno lo sciopero generale; però, dopo aver minacciato di ricorrervi, il Comitato si accontentò delle concessioni fatte dal governo (aumento ridotto della metà).

In giugno lo stesso Comitato organizzò manifestazioni contro il carovita che si conclusero, a Basilea, con il saccheggio di un ristorante di lusso e altre violenze.

Il 27 e 28.7.1918 si riunì a Basilea il primo Congresso generale operaio svizzero, convocato dal Comitato d’azione e composto da rappresentanti di organizzazioni sindacali e politiche. Ricevuta così la legittimità che gli mancava, il Comitato fece approvare il proprio programma di azione e si fece anche eleggere dai congressisti, ma restò profondamente diviso. Non si poteva brandire continuamente la minaccia d’uno sciopero generale e, d’altronde, il governo faceva di tanto in tanto certe concessioni. Così, fino all’autunno, fu giocata la carta della partecipazione. Grimm[...]

[...]libertà, in ciò sostenuta dai sindacati dell’intero cantone.

Il 10 novembre, nonostante il divieto dell’autorità, una folla notevole si riunì per celebrare l’anniversario della rivoluzione bolscevica di Ottobre; l’esercito la disperse e sparò. Quattro dimostranti rimasero feriti e un soldato fu ucciso. Al termine di quella giornata, i ferrovieri della regione si unirono allo sciopero.

Contemporaneamente, il Comitato d’azione, il P.S.S. e Ì’U.S.S. lanciavano in tutto il Paese un appello allo sciopero generale illimitato, a partire dalla mezzanotte del lunedì

11 novembre. Essi presentarono un elenco di nove rivendicazioni, affrettatamente elaborate, tra cui quelle di indire immediatamente elezioni federali col sistema proporzionale, di sancire la parità tra uomini e donne, la settimana di 48 ore lavorative, di varare leggi per l’assicurazione di invalidità e vecchiaia, di istituire il monopolio statale sul commercio con l’estero.

La parola d’ordine di sciopero generale fu poco ascoltata nel Ticino e nella Svizzera francese, la cui[...]

[...] tornarono al lavoro soltanto il lunedì 18. In realtà si trattava di un grave scacco. I membri del Comitato d’azione furono trascinati davanti al Tribunale militare e condannati: Grimm, il basilese Friedrich Schneider (18861966) e Platten ebbero 6 mesi di fortezza. Numerosi scioperanti dovettero passare davanti ai tribunali e persero

il loro posto di lavoro.

La repressione e la sconfitta del movimento segnarono l’inizio d’un periodo di riflusso, anche se questo non fu immediato: nel 1919 Zurigo

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 759

Brano: [...]71965), di orientamento vicino a quello di Schneider a Basilea, si op

pose alla scissione.

Già nel 1920 Schneider aveva tentato di creare un nuovo tipo di organizzazione unitaria di lotta, mettendo insieme sul piano nazionale le Unioni operaie locali che comprendevano sindacati, varie associazioni operaie e partiti operai. In tal modo i dirigenti delle federazioni, spesso di destra, sarebbero saltati. Malgrado il rifiuto del congresso dell'U.S.S. (Neuchàtel 1920), questo tentativo conobbe qualche successo fino al 1921, ma I inizio della crisi economica ridusse la combattività dei lavoratori, mettendo le sinistre sindacali, socialiste e comuniste in condizioni di non concludere nulla.

D'altra parte, nell’aprile 1921 il P.C.S. lanciò l’appello della costituzione del Fronte unico (v.) di tutte le organizzazioni operaie contro la reazione. Ciò significava, a termine più o meno lungo, l’abbandono del progetto di Unione dei lavoratori svizzeri. Schneider, assai vicino alle posizioni di Paul Levi in Germania, si oppose a questa linea e condannò la politica deH’Internazionale comunista per il modo in cui si era manifestata in Germania e al congresso so[...]

[...]zione si abbassò notevolmente: la popolazione straniera residente, già diminuita nel corso della guerra, proporzionatamente passò dal 10,4% del

1920 al 8,7% del 1930 e al 5,2% del 1941.

I nuovi orientamenti sindacali

La crisi degli anni Venti e la disoccupazione provocarono un forte abbassamento degli iscritti ai sindacati: la F.O.M.H., per esempio, passò dagli 82.699 aderenti nel 1920 ai 41.669 del 1923, mentre gli iscritti totali dell’U.S.S. crollarono da 223.572 a 151.401 (pressappoco quelli della fine del 1917).

Le lotte contro le diminuizioni dei salari e contro l’abolizione della settimana di 48 ore assunsero aspetti

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 761

Brano: [...]torali sperati: dal 28,7% dei voti del 1931, percentuale che non sarà mai più raggiunta, il P.S.S. passò al 28% del 1935 e al 25,9% del 1939.

La “pace del lavoro”

Parallelamente, i sindacati perseguivano una analoga evoluzione. Meno toccati dalla crisi degli anni Trenta di quanto lo fossero stati dal

1921 al 1925, grazie anche all'esistenza della assicurazione contro la disoccupazione essi conservarono sostanzialmente i loro iscritti. L’U.S.S., che aveva oltrepassato la cifra dei 200.000 aderenti nel 1931, ne contava 223.427 nel 1934 e riuscì, salvo piccole fluttuazioni, a conservarli fino al 1939. Questa forza numerica assicurava un buon potere di negoziazione alle federazioni.

I metallurgici, i cui salari erano stati diminuiti durante la crisi, approfittarono della congiuntura più favorevole del 1936 per ottenere degli aumenti. Il padronato, desideroso di imporsi sui mercati stranieri, avrebbe volentieri respinto tali richieste, ma poiché voleva soprattutto evitare scioperi che avrebbero intralciato le esportazioni, si dimostr[...]

[...]ioni cantonali, conquistando 4 dei 7 seggi del governo.

Vittoria equivoca, perché il nuovo governo non disponeva di alcuna maggioranza parlamentare, ereditava una situazione finanziaria disastrosa nel momento più difficile della crisi economica e doveva scontrarsi con una duplice opposizione, delle banche e del governo federale. Privato dei mezzi necessari a realizzare la politica che avrebbe desiderato portare avanti, il governo Nicole si ridusse a vivere alla giornata, tanto da deludere il proprio elettorato. Non fu quindi una sorpresa se, alle elezioni del 1936,

il Partito socialista ginevrino perdette 5 deputati e si vide soppiantato nell'esecutivo cantonale dalla compatta lista sostenuta dall’insieme dei partiti borghesi.

Queste lotte esacerbate non fecero altro che accentuare i caratteri originari del socialismo ginevrino che si mise sempre più in contrasto con il resto del socialismo svizzero: per la sua intransigenza, il suo appello alle masse e alle manifestazioni di piazza, sia per questioni di politica locale che per [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine U.S.S., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---P.S.S. <---socialista <---socialisti <---comunisti <---socialiste <---Chimica <---F.O.M.H. <---Il P <---P.C.S. <---P.S.I. <---Pratica <---Seconda Internazionale <---fascismo <---italiani <---italiano <---socialismo <---A.S.U.A.G. <---Berner Tagwacht <---Bibliografia <---Comitato di Olten <---Ernest Paul Graber <---Friedrich Schneider <---Geografia <---Henri de Man <---Il P C <---Il P C S <---Il P S <---Illustrazione Italiana <---La pace <---La rivoluzione russa <---Levi in Germania <---P.C. <---Partito comunista <---Schneider a Basilea <---Sigg a Ginevra <---Storia <---U.R.S.S. <---Umanitaria di Milano <---Un anno dopo <---Unione nazionale <---Volksrecht di Zurigo <---antifascismo <---antimilitarismo <---bellicista <---calisti <---capitalismo <---classista <---comunista <---comuniste <---estremisti <---fascista <---fascisti <---federalista <---italiana <---italiane <---lista <---marxista <---nazismo <---nazisti <---ostracismo <---parlamentarismo <---progressisti <---prussiana <---rativista <---riformista <---sciovinisti <---sindacalismo <---sindacalisti <---tecnologico