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Il segmento testuale U.P.I. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 10Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 252

Brano: U.P.I.

aveva definito gli U.P.I. « una polizia nata dallo squadrismo che, anche dopo la promulgazione delle norme che la legittimavano sotto il profilo giuridico, avrebbe dovuto conservare le caratteristiche di polizia rivoluzionaria nella legge » (Pansa).

Queste caratteristiche emergevano chiaramente dai compiti assegnati agli U.P.I.:

« a) impedire e scoprire organizzazioni, comunque contrarie al Regime;

b) ricercare e denunziare i sovversivi, i disfattisti ed i nemici interni di ogni genere;

c) scoprire i loro criminosi progetti [...] e impedirne l'attuazione, ricercare e catturare gli autori di tali progetti e dei conseguenti delitti consumati;

d) collaborare con i competenti organi locali di PS e di Polizia Militare, eseguendo diligentemente gli eventuali incarichi e riferendo, anche indipendentemente da questi, le notizie loro riguardanti;

e) vigilare e riferire:

— sulla situazione politica ed econom[...]

[...]o, anche indipendentemente da questi, le notizie loro riguardanti;

e) vigilare e riferire:

— sulla situazione politica ed economica locale;

— su tutto ciò che a questa può in alcun modo riferirsi come causa e come effetto;

— sull’orientamento e oscillazione deH'opinione pubblica e sui fatti che vi hanno influenza, ed infine, su tutto ciò che può comunque riguardare i maggiori interessi del Regime ».

Nella Repubblica di Salò

Gli U.P.I. si configuravano come un potente apparato di controllo poliziesco ramificato in tutto il paese, che il rinato fascismo repubblicano si preoccupò di riattivare dopo l’8.9. 1943.

La Guardia nazionale repubblicana, che assorbì la M.V.S.N., ne recuperò le strutture e i quadri (tra questi, il console generale Tommaso Semandini, capo del Servizio politico, che conservò l'incarico).

Gli U.P.I. vennero quindi riorganizzati e potenziati a partire dal dicembre 1943, sulla base delle direttive impartite da Renato Ricci (v.), comandante della G.N.R., con una circolare “riservata” inviata il

23.11.1943 ai Comandi provinciali. Oltre ai compiti di polizia politica “tradizionale”, quali indagini, accertamenti, arresti, interrogatori e denunce, svolti sovente con metodi criminali, agli U.P.I. venne assegnata la funzione di “antenne” ricettive della situazione politica, economica e militare sul territorio di Salò, per conto della G.N.R.. Compito tanto più importante nella disgregazione amministrativa e nella confusione di poteri della Repubblica sociale italiana (v.), in cui il possesso e l’uso di informazioni costituivano una fonte di potere, specialmente rispetto all’invadente presenza deH’alleatonemico tedesco e ai regolamenti di conti fra gerarchi all’interno del regime.

Ricci raccomandava inoltre la massima segretezza e puntualità nell'invio dei rapporti

U.P.I. al comand[...]

[...]della G.N.R.. Compito tanto più importante nella disgregazione amministrativa e nella confusione di poteri della Repubblica sociale italiana (v.), in cui il possesso e l’uso di informazioni costituivano una fonte di potere, specialmente rispetto all’invadente presenza deH’alleatonemico tedesco e ai regolamenti di conti fra gerarchi all’interno del regime.

Ricci raccomandava inoltre la massima segretezza e puntualità nell'invio dei rapporti

U.P.I. al comando generale G.N.R. di Verona e forniva le seguenti direttive di metodo: a) diligenza di osservazione per individuare sintomi di deficienze di uomini e cose; b) obiettività e franchezza; c) verità;

d) evidenziazione di critiche e ostilità; e) particolare attenzione ai piccoli centri, in cui più frequentemente si verificavano assenteismo e dissidi tra autorità e gerarchi.

I rapporti inviati dagli U.P.I. e dai reparti e presidi della G.N.R. venivano elaborati dall 'Ufficio situazione del Servizio politico diretto da Semandini, in notiziari quotidiani di parecchie pagine che finivano sui tavoli di Mussolini, Ricci, Nicchiarelli (capo di stato maggiore della G.N.R.) e di altre alte personalità. Questi rapporti erano redatti con la seguente struttura, suddivisa per provincia: relazioni su “Ordine e spirito pubblico”, “Attività dei ribelli”, “Repressione dell’attività partigiana e antifascista”, “Astensioni dal lavoro”, “Notizie militari”, “Varie”, oltre a notizie pervenute nelle ultime ore, a no[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 251

Brano: U.P.I.

Gigante, Aldo Lambrocchi, Manetti, Rigoletto Martini, Vasco Mattioli, Gino Menconi, Nino Nannetti, Guido Picelli, Raffaele Pieragostini, Reggiani [Cavalli), Riccardo Rohegger, Alessandro Sinigaglia, Mauro Venegoni.

Si vedano, per molti di loro, le rispettive voci biografiche in questa Enciclopedia.

Gli sviluppi in Italia

[.'“università leninista” non era soltanto un corso di apprendimento specializzato per proletari destinati a occuparsi, come “rivoluzionari professionali ”, di problemi economici, politici e militari; essa fu soprattutto un tirocinio di formazione ideologica e una[...]

[...]onio teorico e ideale ». Da notare che la rinuncia al marxismoleninismo non ha intaccato i criteri organizzativi di cui sì è detto (e che pure ne discendevano).

Bibliografia: Antonio Roasio, Figlio della classe operaia, Milano, 1977; Teresa Noce, Flivoluzionaria professionale, La Pietra, 1974; Amerigo CI occhi atti, Cammina frut, Milano, 1972; Sergio Bertelli, Il gruppo, Milano, 1980; Atti del 15° Congresso dei P.C.I., Roma, 1979.

E.Ni.

U.P.I.

Uffici politici investigativi. Gli U.P.I. furono costituiti con Regio Decreto del 6.11.1926 « nel territorio del Regno [come] servizio speciale di investigazione politica avente per scopo la difesa dell’ordine nazionale dello Stato ». Erano organismi subordinati al ministero degli Interni, articolati « in uffici provinciali istituiti presso le singole Prefetture, alle dirette dipendenze dei rispettivi Prefetti ».

A questi uffici provinciali facevano capo gli uffioi speciali di investigazione politica, che agivano in seno ai Comandi di legione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (v.). Si trattava quindi di una poliz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 162

Brano: [...]rigate Garibaldi); Prete (che, assunto il nome di Devic, comanderà un distaccamento garibaldino nelle Langhe e cadrà in combattimento) ; e Vairo (che sarà successivamente catturato e morirà in campo di deportazione). L’azione fu condotta a termine dai dirigenti dell’organizzazione comunista della città, con la collaborazione di un gruppo di garibaldini delle Langhe e di Virgilio Scioratto, che prestava servizio nell’ufficio Politico Informativo (U.P.I.) della polizia fascista (assunto il nome partigiano di Bigi, egli cadrà combattendo nelle Langhe). L’organizzazione comunista astigiana era allora diretta da Felice Platone, che sarà anche comandante della piazza di Asti; e da Giuseppe Gaeta, ' Giovanni Vogliolo, Giulio Valpreda, Marcello Berneri e Giuseppe Mari etto.

Dopo lo sciopero del marzo 1944 il movimento si allargò rapidamente a tutta la provincia, sempre più attivamente sostenuto dalle popolazioni contadine. La prima formazione partigiana con una vera e propria struttura militare fu la 45a Brigata d’assalto Garibaldi « Atheo Garem[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 288

Brano: [...]o attacco, il nemico disperse la Brigata e occupò i paesi della zona, Ruggeri e i suoi uomini continuarono a combattere a Bore; poi scesero in pianura, operando nel basso Cremonese.

Successivamente Ruggeri fu assegnato al Comando provinciale delle Brigate Garibaldi a Cremona e, in città, organizzò anche una squadra G.A.P. volante, distinguendosi in parecchie azioni. Caduto in mano nemica il 20.9.1944, fu rinchiuso nella Villa Merli, sede dell’U.P.I., e sottoposto a tortura. In seguito all’uccisione del tenente dell’esercito repubblichino Roberto Borelli, avvenuta per mano dei partigiani, Ruggeri fu pubblicamente fucilato per rappresaglia dai fascisti sulla piazla principale di Pozzaglio.

A.Pa.

Ruggì, Amedeo

N. a Imola il 24.12.1920, ivi m. il 30.10.1971; impiegato.

Conseguì il diploma di maestro ele

mentare dopo aver alternato gli studi a Imola e aM’estero, particolarmente in Francia dove era stato costretto a rifugiarsi con la famiglia perseguitata dal fascismo.

Ufficiale dell'esercito italiano dal 1941 al 1943, dopo l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 675

Brano: [...] generali di pubblica sicurezza, i quali avevano alle loro dipendenze sei questori, quattro vice questori, quindici commissaricapo, ventisette commissari, trentuno commissari aggiunti, centosettantasei sottufficiali ed agenti scelti di pubblica sicurezza ».

Con l’O.V.R.A. collaboravano, in condizione di dipendenza, tutti gli uffici politici delle varie questure, gli uffici di pubblica sicurezza di frontiera, gli uffici politici investigativi (U.P.I.) dei vari Comandi di legione della Milizia; e, se richiesti, tutti gli altri servizi politici e militari dello Stato. L’O.V.R.A. infine godeva di assoluta indipendenza nei confronti delle gerarchie provinciali, sia di Stato che del Partito fascista. La novità di questa polizia « speciale » era costituita dalla rete dei confidenti, assai estesa e composte di personaggi spesso insospettabili.

Come è stato scritto, « ci si imbatte in barbe di antichi democratici, che magari ricoprirono in passato cariche pubbliche, in giornalisti di punta che sembrava avessero nei loro discorsi un fatto perso[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 339

Brano: [...] raggiunse la sua completa strutturazione nel corso degli anni Trenta, quando si trovò diretta da ispettori generali di P.S. che avevano alle loro dipendenze

6 questori, 4 vicequestori, 15 commissari capo, 31 commissari aggiunti, 176 tra sottoufficiali e agenti scelti di P.S.. Essa poteva inoltre giovarsi dell’appoggio operativo degli Uffici politici di tutte le questure, degli uffici di P.S. di frontiera, degli uffici politici investigativi (U.P.I.) della Milizia e degli stessi Comandi di legione della Milizia; infine, se lo riteneva necessario, l’Ovra poteva servirsi di tutti gli altri servizi politici e militari dello Stato.

Alla centrale dell’Ovra in Roma, insediata presso la segreteria del capo della polizia, facevano capo numerose « cellule » a compartimenti stagno l’una rispetto all’altra e dirette da altrettanti « capicellula », da cui si diramava la rete capillare degli informatori. Tra gli esponenti più noti delle varie istanze locali dell'Ovra, si ricordano: il già citato D'Andrea a Bologna; il Nudi, con Per uzzi e Petrillo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 503

Brano: [...] casa né armi né manifestini, i quattro giovani vennero barbaramente seviziati e infine fucilati sul posto e la casa venne saccheggiata.

Il 19 i Manfredi fecero il funerale ad Alfeo, ignari che alcune ore dopo sarebbero stati a loro volta uccisi.

All’alba del 20 dicembre i fascisti tornarono infatti a Villa Sesso in forze (86 militi della compagnia O.P., 30 del Battaglione territoriale della G.N.R., 50 soldati dell’esercito, 20 agenti dell’U.P.I., in tutto 186 uomini comandati dal maggiore Attilio Tesei). Sempre secondo i documenti fascisti, tra le ore 7 e le

16 furono compiuti 251 perquisizioni domiciliari, 432 fermi, 57 arresti e 14 fucilazioni.

In casa Manfredi i fascisti ammanettarono il figlio più giovane, Gino, e lo percossero brutalmente; poi caricarono su un camioncino il padre Virginio con gli altri figli e li portarono alla Cooperativa. La moglie di Aldino, Bianca, fuggì dalla casa portando con sé la bambina di 7 anni e l’altro suo figlio di 3 mesi.

Alla Cooperativa iniziarono gli interrogatori. I fascisti si accani[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 95

Brano: Dimcev, Augusto

Catturato il 19.2.1944, Di Leila fu condotto al Comando della polizia fascista (U.P.I.) di Milano e sottoposto a sevizie. Nel corso della notte, nonostante il suo stato di prostrazione, riuscì a neutralizzare le sentinelle poste a guardia della cella e a fuggire, invano inseguito dai fascisti tra le macerie e le case semidistrutte di via Tonale. In seguito, localizzato il suo rifugio in una località del Pavese, i fascisti vi organizzarono un rastrellamento nel corso del quale, dopo uno scontro a fuoco, furono arrestati alcuni membri della famiglia che lo ospitava. Di Leila, postosi ancora in salvo e rifugiatosi in vai Morea, fu allora assegnato dal Comitato di liberazione nazio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 703

Brano: [...]« Fiume Adda » nella piazza di Vimercate).

I partigiani disarmarono i posti di blocco e la caserma « Colletta ». Unità del Raggruppamento « Ghinaglia » portarono felicemente a termine l’assalto alla caserma degli agenti ausiliari della Questura. La città fu posta sotto assedio: le S.A.P. bloccarono .le principali strade; le « Matteotti » occuparono la caserma « Paolini »; altri reparti presero villa Merli, sede dell'Ufficio politico fascista (U.P.I.) e cercarono di contrastare le colonne tedesche in ritirata. I tedeschi catturarono Percudani e Milanesi. Partigiani delle « Fiamme verdi » attaccarono i tedeschi in un edificio di viale Trento e Trieste: caddero nel combattimento gli studenti patrioti B. Zelioli e A. Barbiari. Combattendo contro i fascisti caddero A. Casa

di Cremona

letti e B. Ghidetti. I nazifascisti, asserragliati tra palazzo Trecchi e piazza Sant’Agata, nella caserma Muti, nel palazzo detto «della Rivoluzione » con il commissario federale Milillo, chiesero di arrendersi e 600 di essi si diedero prigionieri.

I ted[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine U.P.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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