Brano: [...]i del Popolo e fascisti, fu costretto alla latitanza. Arrestato a Cremona il 2.6.1922, venne condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione. Tornato in libertà nel 1924, subì altri arresti e persecuzioni, tanto da essere costretto ad abbandonare la vai Trompia.

Dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste (1926) venne arrestato a Intra (Novara) e confi* nato a Lipari. Arrestato nuovamente mentre si trovava al confino, fu condannato dal Tribunale di Messina a un anno di reclusione. Ritornato dal confino nel febbraio 1930, subì altri arresti e nel febbraio 1934 fu deferito al Tribunale speciale che lo condannò a 7 anni di carcere. Liberato in seguito ad an> nistia, nel 1937 fu confinato a Ventatene e poi a Pisticci ‘ (Matera), subendo così complessivamente, sotto la dittatura fascista, 13 anni tra carcere e confino.

Dopo l’8.9.1943 è stato tra gli orga

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Brano: [...]l’antifascismo forze eterogenee e non avesse svolto una corretta analisi sulla natura di classe del fascismo, costituiva un sintomo inequivocabile di rifiuto di massa del nuovo regime. Tale rifiuto fu espresso ancora più chiaramente in occasione dell’assassinio di Giacomo Matteotti, allorché l’intera città si mobilitò per manifestare la condanna di un sistema politico che annullava le più elementari norme della civile convivenza. Il 17.6.1924 il Tribunale di Messina che, in altri casi, era stato benevolo nei confronti dei fascisti, sospese le udienze in segno di lutto; il 21, gli ex combattenti espressero il loro sdegno e il 28 l’intera cittadinanza sospese ogni attività. Nel gennaio 1925, dopo l’intimidazione dei dirigenti degli ex combattenti (Marotta, Fulci, Mazzullo, A. Martino), l’antifascismo liberale si tirò in disparte. Il Partito comunista, conscio del fatto che la battaglia antifascista era il nodo centrale dello

scontro di classe in Italia, mantenne invece saldi legami con gli interessi reali dei lavoratori nelle campagne e in città, attira[...]