Brano: [...]tato d’Intesa, per molti aspetti lontana dal leninismo, si articolava in quattro punti:
a) la concezione del partito inteso come « sintesi », « punto di incontro » di elementi diversi e socialmente lontani, organo di classe piuttosto che reparto di avanguardia della classe. Nella pratica, quella tesi comportava una diversa impostazione dei problemi organizzativi e della tattica del partito. Per l’estrema sinistra — come si espressero poi le « Tesi di Lione » criticando quelle posizioni — la funzione del partito non sarebbe stata quella di guidare in ogni momento la classe, sforzandosi di restare in contatto con essa attraverso qualsiasi mutamento di situazione oggettiva, ma solo di elaborare quadri preparati a guidare la massa quando lo svolgimento delle situazioni l’avesse portata al partito, facendole accettare le posizioni programmatiche e di principio « da esso fissate »;
b) la negazione della validità dell’indicazione delTInternazionale Comunista a costruire l’organizzazione del partito sulla base della produzione e quindi sulla base di[...]
[...] scrisse Longo — rappresenta per Bordiga una deviazione, un compromesso ingiustificabile. Per Bordiga le possibilità rivoluzionarie sono tutte contenute nel Partito comunista; per il leninismo, invece, sono date dagli urti interni del capitalismo, dalle lotte contro l’imperialismo cui sono portati i ceti medi, e, s’intende, in misura prevalente dalla capacità di azione del partito della classe veramente rivoluzionaria, il proletariato ».
Le « Tesi di Lione »
Il Congresso nazionale si sarebbe dovuto tenere verso la metà di settembre o ai primi di ottobre del 1925, ma fu rinviato in seguito a una serie di massicci arresti, tra i quali di maggior rilievo fu quello di Umberto Terracini. Gli stessi congressi provinciali si svolsero tra gravi difficoltà. Quello di Milano fu tenuto in una capanna, a lume di candela, e in generale la stessa consultazione degli iscritti non potè essere totale, anche se superò (secondo le cifre ufficiali) l’80%.
I congressi federali diedero la maggioranza alle tesi della Centrale: la sinistra fu isolata, la destra [...]
[...]esi per il Congresso nazionale. I documenti erano 5 e furono pubblicati a puntate su «l’Unità»: 1) Tesi sulla situazione internazionale; 2) Tesi sulla questione nazionale e coloniale; 3) Tesi sulla questione agraria; 4) Tesi politiche sulla situazione italiana e la bolscevizzazione del partito comunista; 5) Tesi sindacali.
II documento fondamentale era il quarto, elaborato da Gramsci con Togliatti, e che sarebbe poi passato alla storia come « Tesi di Lione »: esso conteneva un’analisi approfondita della situazione italiana, della politica della borghesia nel dopoguerra, della crisi del movimento operaio, del fascismo (di cui dava un giudizio più maturo e meno schematico che nel passato) e si concludeva indicando come
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