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Il segmento testuale Special Force è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 7Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 108

Brano: [...]logico supporre che un tale distacco da parte dei governi romani rispetto alle novità emergenti al Nord dovesse alimentare quella diffidenza già insita nell’ottica degli Alleati nei confronti della Resistenza, tanto evidente sia durante che dopo la Liberazione.

I servizi informativi

La gestione operativa dei rapporti fra gli Alleati e le forze della Resistenza venne formalmente affidata a due organizzazioni, appunto create a tale scopo: lo Special Force inglese e VO.S.S. (v.) americano. Nonostante siano trascorsi molti anni e siano stati aperti numerosi archivi angloamericani, le operazioni compiute da queste due organizzazioni restano per molti versi tuttora oscure, soprattutto per quanto riguarda i loro reciproci rapporti, i rapporti con gli altri enti alleati e con altri governi (per esempio, con quello svizzero), le loro fonti di informazione e di contatti, nonché molte operazioni compiute sul campo.

Lo Special Force dipendeva direttamente dallo Special Operations Executive (v. S.O.E.), un’organizzazione che aveva sedi a Londra e al C[...]

[...]. (v.) americano. Nonostante siano trascorsi molti anni e siano stati aperti numerosi archivi angloamericani, le operazioni compiute da queste due organizzazioni restano per molti versi tuttora oscure, soprattutto per quanto riguarda i loro reciproci rapporti, i rapporti con gli altri enti alleati e con altri governi (per esempio, con quello svizzero), le loro fonti di informazione e di contatti, nonché molte operazioni compiute sul campo.

Lo Special Force dipendeva direttamente dallo Special Operations Executive (v. S.O.E.), un’organizzazione che aveva sedi a Londra e al Cairo e la cui attività (oggetto di numerosi studi e discussioni durante questi anni) comunque escludeva l’Italia dalle sue operazioni. Risulta chiaro che, nonostante le sue origini risalissero al 1940, soltanto nel 1943 il S.O.E. riuscì a sfondare in senso militare, passando dalla semplice raccolta di informazioni a una più autentica attività di sostegno delle forze della Resistenza e di coordinamento della loro azione militare. In Italia, il S.O.E. prese contatto con la Resi[...]

[...]za e di coordinamento della loro azione militare. In Italia, il S.O.E. prese contatto con la Resistenza del Nord attraverso la Svizzera e, dal settembre 1943 al maggio 1945, mandò più di 500 agenti: il numero massimo di missioni, composte da uno a quattro agenti e registrato nelle settimane che precedettero la Liberazione, fu di 37 britanniche e 17 italiane (v. Missioni alleate). Indubbiamente, riguardo ai rapporti con la Resistenza italiana, lo Special Force fece la parte del leone nei confronti degli americani e questo fu il risultato di un’esperienza alquanto approfondita (nei Balcani, in Francia e altrove), nonché di un metodo di lavoro ben sviluppato.

Gli obiettivi e le ambizioni degli agenti dell’O.S.S. rimangono tuttora oscuri. È possibile intravvederne tracce in Piemonte, Emilia Romagna,

Toscana e altrove, ma senza alcun coordinamento evidente e con molta libertà di azione. Si può dire con certezza che, mentre lo Special Force fu un’organizzazione con reali capacità militari, l’O.S.S. si limitò il più delle volte a raccogliere inform[...]

[...] confronti degli americani e questo fu il risultato di un’esperienza alquanto approfondita (nei Balcani, in Francia e altrove), nonché di un metodo di lavoro ben sviluppato.

Gli obiettivi e le ambizioni degli agenti dell’O.S.S. rimangono tuttora oscuri. È possibile intravvederne tracce in Piemonte, Emilia Romagna,

Toscana e altrove, ma senza alcun coordinamento evidente e con molta libertà di azione. Si può dire con certezza che, mentre lo Special Force fu un’organizzazione con reali capacità militari, l’O.S.S. si limitò il più delle volte a raccogliere informazioni (anche politiche ed economiche) e a fornire canali di comunicazione. A differenza degli inglesi che si servirono di provati individui anziché di organizzazioni, l’O.S.S. fu disposto a riconoscere l’utilità di organizzazioni di sostegno di origine italiana. L’esempio più significativo a tal riguardo è quello deirOrgfa/7/zzaz/one della Resistenza italiana (v. O.R.I.).

Analizzando i documenti pubblicati da Pietro Secchia e Filippo Frassati nel libro La Resistenza e gli Alleati (M[...]

[...]i anziché di organizzazioni, l’O.S.S. fu disposto a riconoscere l’utilità di organizzazioni di sostegno di origine italiana. L’esempio più significativo a tal riguardo è quello deirOrgfa/7/zzaz/one della Resistenza italiana (v. O.R.I.).

Analizzando i documenti pubblicati da Pietro Secchia e Filippo Frassati nel libro La Resistenza e gli Alleati (Milano, 1962), è possibile tracciare con una certa precisione l’atteggiamento e la mentalità dello Special Force.

Ancora prima di scoprire quanto fosse determinante l’apporto comunista alla forza politica e militare del movimento di liberazione, durante una riunione avvenuta a Lugano il 3.11.1943 (v. Certenago) presenti Leo Valiani e Ferruccio Parri, i dirigenti del C.L.N.A.I. vennero informati dall’inglese John McCaffery (v.) che « la Resistenza non doveva essere altro che una attività frazionata in piccoli gruppi di sabotatori e di informatori, controllata dalle missioni angloamericane » (mentre, da parte sua, il C.L.N.A.I. rivendicava la « possibilità e la necessità della formazione di un esercito[...]

[...]itari su vasta scala, con una guida politica militare propria, centralizzata e unitaria »). Nell’ottica britannica, la Resistenza doveva sempre e comunque aspettare gli ordini degli Alleati e soprattutto doveva prepararsi al pericoloso giorno finale dell’insurrezione a fianco delle forze armate alleate in arrivo. Non erano affatto gradite “insurrezioni” preliminari, cioè la liberazione autogestita di intere zone di territorio. I comandanti dello Special Force non volevano sentir parlare di motivazioni politiche, di esponenti di partito o di discussioni sul futuro del paese, poiché credevano che una corretta professionalità militare doveva escludere completamente tali considerazioni.

Né per l’O.S.S. né per lo Special Force esiste ancora una dettagliata documentazione sul piano storiografico per quanto riguarda le loro operazioni in Italia. A livello

108



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 109

Brano: Resistenza e Alleati

di archivio, molto materiale è chiuso ai ricercatori ed è comunque improbabile che esistano archivi completi su queste organizzazioni.

Per quanto riguarda in particolare lo Special Force, è possibile reperire i rapporti, delle sue missioni e i suoi ordini negli archivi A.F.H.Q. conservati a Londra (Public Record Office, serie WO 204). Il materiale di interesse politico è reperibile nell’archivio della Commissione di Controllo Alleata (A.C.C.) conservato al National Archives di Washington (in particolare, nelle sezioni del Chief Commissioner del Politicai Section e del Patriots Branch).

Il lavoro svolto dall’O.S.S. ha lasciato tracce un po’ dovunque negli archivi diplomatici americani (Record Group, RG 59), in quelli dei Comandi militari dell’A.F.H.Q. e soprattutto nell’att[...]

[...]carente di informazioni.

Comunque non ci possono essere dubbi sulla frammentarietà dei rapporti fra le organizzazioni alleate e

i vari esponenti della Resistenza, sulla scarsità sia del sostegno materiale (ufficialmente giustificata dalle condizioni metereologiche che impedivano le operazioni via aerea) che degli aiuti disponibili per quelle (poche) missioni nelle quali operava un ufficiale alleato. Altrettanto chiara è la preferenza dello Special Force inglese (l’O.S.S. è.ancora quasi del tutto assente) per quelle bande nelle quali veniva segnalata la presenza di qualche ufficiale dell’esercito italiano e per coloro che si definivano senza connotazione politica, “autonomi” o “badogliani”.

Fu durante questa prima fase che si stabilì l’importante contatto con YOrganizzazione Franchi (v.) capeggiata da Edgardo Sogno (v.)F il quale, secondo un messaggio interno dello Special Force del 1944, sarebbe divenuto in seguito « il nostro organizzatore capo del Nordovest dell’Italia ». Riguardo alle ambizioni del C.L.N.A.I., la diffidenza era palese e, nonostante la promessa di grandi cose, implicitamente fatta durante la riunione del 3.11.1943, solo il 23 dicembre vi fu un primo lancio (di materiale bastante appena per trenta uomini) alle forze che si riconoscevano nel Comitato di liberazione.

Secondo Secchia e Frassati, si potè constatare un aumento di lanci dopo il fallimento dello sbarco di Anzio (gennaio 1944) e deH’attacco su

Montecassino. Ma fu soltanto a primavera[...]

[...]il Times di Londra pubblicò una intervista con il Comandante supremo Alexander (v.), il quale dichiarò che la Resistenza impegnava ben 6 delle 25 divisioni tedesche presenti in Italia e che, in quello stesso periodo, nei circoli alleati si parlava di una cifra di circa 70.000 combattenti: un numero di resistenti che, secondo il Comando generale del C.V.L., si sarebbe potuto raddoppiare qualora fossero state soddisfatte le ripetute richieste allo Special Force, ossia se fosse stato messo a disposizione un rifornimento più ampio e regolare di armi, equipaggiamento e denaro, li 6.6.1944 il generale Alexander invitò, con un noto proclama, le forze della Resistenza a partecipare alla grande campagna militare estiva e annunciò che la fine della guerra era vicina. Ebbe così inizio la stagione più lunga e fruttuosa dei^ rapporti fra Alleati e Resistenza armata. Dai primi di luglio, la Commissione alleata di controllo (v. A.M.G.O.T.) fondò il suo Patriots Branch (Sezione patrioti) al

lo scopo di regolare i rapporti con la Resistenza e, soprattutto, con [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 9

Brano: [...]rotocollo segreto e in copie numerate, porta la data del 2.6.1945 e contiene una argomentata valutazione, dal punto di vista degli Alleati, sull’apporto della Resistenza italiana alla Guerra di liberazione nazionale.

Le «■ missioni » alleate

Il Quartier generale alleato (A.F.

H.Q.) esercitava la sua azione di

controllo sulle operazioni dietro le linee del nemico in Italia mediante speciali organi di osservazione e di collegamento: la Special Force inglese e l’O.S.S. [Office of Strategie Services) americano. Queste due organizzazioni, attraverso agenti paracadutati oltre le linee o sbarcati da sommergibili e poi collegati a formazioni e Comandi partigiani, avevano i compiti di trasmettere informazioni raccolte di prima mano e tenere i contatti operativi con le forze della Resistenza. Nel corso della Guerra di liberazione furono inviate nell'Italia occupata dai tedeschi non meno di 150 missioni, per un complesso di 217 militari britannici (tra cui 59 ufficiali inviati dopo l’1.4.1945) e un numero non inferiore di militari americani (tra [...]

[...]lementi di origine italiana).

Il Rapporto Hewitt, che contiene un bilancio dell’attività svolta dalle sole missioni britanniche, si divide in

10 parti: 1) Introduzione; 2) Linea di condotta e sviluppi della lotta dal gennaio al marzo 1945; 3) Situazione al principio dell’aprile 1945 (schieramento di battaglia dei partigiani, schieramento del nemico, situazione delle missioni); 4) Progressi della campagna; 5) Antisabotaggio; 6) Lavoro della Special Force Staff; 7) Periodo successivo alla liberazione; 8) Operazioni aeree 1945; 9) Risultati conseguiti dai partigiani in collaborazione con le missioni britanniche; 10) Conclusione. Nell’introduzione si fa presente come, al momento della redazione del documento, non fosse stato possibile interrogare tutte le missioni, per cui i dati raccolti non dovevano considerarsi definitivi.

Nella seconda parte si accenna alle ragioni del proclama di Alexander (v.) dell’autunno 1944, inteso a limitare l’attività partigiana in relazione alla dilazione dell'offensiva finale alleata. Vi si trova inoltre rifless[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 257

Brano: [...]i aerei alleati venivano intercettati e abbattuti dai caccia tedeschi.

In altri casi, il materiale erroneamente lanciato su posizioni nemiche finiva in mano ai fascisti o veniva da costoro sottratto con improvvisi attacchi alle formazioni partigiane.

Numero e qualità

Secondo i dati forniti da Max Saivadori (il colonnello inglese che rappresentava il Comando alleato presso il C.L.N. dell’AIta Italia), ne

gli ultimi 4 mesi di guerra la Special Force organizzò per i partigiani italiani 856 lanci, di cui solo i due terzi riuscirono, mentre 305 lanci si persero, finendo per lo più in mano nemica. I 551 lanci riusciti fecero giungere ai partigiani 1.129 tonnellate di materiale bellico e precisamente 566 t di armi e munizioni, 291 t di esplosivo e 272 t di rifornimenti vari. Questi aiuti giunsero quasi esclusivamente per via aerea; attraverso il confine terrestre o per mare ne arrivarono quantità minime (v. Kanneman, Missione) .

Secondo il Rapporto Hewitt (v.), durante 18 mesi di guerra partigiana gli Alleati paracadutarono a nord della Li[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 504

Brano: [...]a, fin dal 1939 militò nell’organizzazione comunista clandestina. Nel 1942 fu arrestato per la sua attività antifascista e deferito al Tribunale speciale.

Liberato con la caduta del fascismo, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partecipando ai combattimenti per la difesa della Capitale. Occupata Roma dai tedeschi, per incarico del Partito comunista attraversò la linea del fronte e raggiunse Bari, dove prese contatto con la Special Force britannica. Seguì un breve corso di addestramento militare e nell’ottobre 1943 fu sbarcato clandestinamente dagli inglesi presso Sabaudia. Da qui riuscì fortunosamente a raggiungere Roma, portando esplosivi che consegnò al Comando dei G.A.P..

Attivamente ricercato dalle S.S., si trasferì nel Viterbese e divenne comandante di formazioni Garibaldi operanti in quella zona. Dopo la liberazione di Viterbo si mise in contatto con l’O.S.S. americano per essere paracadutato nell’Italia del Nord, ma nel giugno 1944 rimase gravemente ferito durante un lancio di addestramento.

Nella Roma liberata [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 550

Brano: [...]Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. nel 1923 a Mahaddei Uen (Somalia), m. a Cavalese (Trento) il 4.5.1945.

Studente di medicina aH’Università di Roma, I'8.9.1943 partecipò ai combattimenti per la difesa della Capitale. Militante nelle file del Partito

d’Azione, si unì successivamente a formazioni partigiane operanti nella zona di Viterbo.

Nel giugno 1944, dopo la liberazione di Roma, si arruolò col grado di tenente nella « Special Force » del Comando alleato per essere paracadutato al Nord. Col nome di battaglia « Giorgio », diresse nel Biellese azioni di sabotaggio e attacchi contro le forze di occupazione nemiche.

Ferito in combattimento e catturato dai tedeschi il 15.1.1945 nei pressi di Salussola, fu destinato alla deportazione in Germania e rinchiuso nel campo di concentramento di Gries, presso Bolzano. Qui venne liberato nei giorni del crollo nazista. Ripresa immediatamente la lotta, continuò a combattere con altri partigiani nei pressi di Cavalese fino al 4 maggio allorché, scontratosi con un reparto di S.S. che av[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Special Force, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---italiana <---C.L.N.A.I. <---O.S.S. <---italiane <---comunista <---fascista <---fascisti <---italiani <---italiano <---C.L.N. <---Linea Gotica <---S.S. <---antifascista <---fascismo <---nazista <---socialista <---A.C.C. <---A.F. <---A.F.H.Q. <---A.M.G.O.T. <---Albino Volpi <---Alleati in Toscana <---Analyses Branch <---Archives di Washington <---Bibliografia <---Brigate Garibaldi nella Commissione <---C.T.L.N. <---C.V.L. <---Campo N <---Carlo di Napoli <---Castel San Giovanni <---Castello di Gode <---Ceka del Viminale <---Chief Commissioner del Politicai Section <---Comitato centrale <---Commissione di Controllo Alleata <---Commissioner del Politicai <---Controllo Alleata <---Cunningham-De <---D.W. <---Denis Mack Smith <---Emilia-Romagna <---Emilio Lexert <---Filippo Fi <---Filosofia <---Fisica <---Foreign Office di Londra <---Giovane Italia <---H.Q. <---Il lavoro <---J.E. <---La Giovane Italia <---La cieca <---M.R.S. <---Ma non <---Mandato da Dio <---Martino di Rio <---Medicina <---National Archives <---O San Manganello <---O.R.I. <---Oddo Marinelli <---P.C.I. <---P.N.F. <---Partito comunista <---Patriarcati Padova <---Patriots Branch <---Pedagogia <---Pietro Secchia <---R.L. <---Radio Londra <---Rapporto Hewitt <---Resistenza del Nord <---Resistenza in Toscana <---Roberto Farinacci <---Rocco Service <---Rudolf Hess <---S.O.E. <---SAN <---San Manganello <---San Marco <---Sir N <---Sir N Charles <---Sistematica <---Special Force Staff <---Special Operations Executive <---Storia <---Teatro San Carlo <---Times di Londra <---U.A.G. <---U.R.S.S. <---U.S.A. <---antifascisti <---arditismo <---artigiano <---badogliani <---comunisti <---cristiani <---d'Azione <---dannunzianesimo <---idealismo <---liberalismo <---marinettismo <---metereologiche <---nazismo <---nell'Italia <---neonazisti <---siano <---simbologia <---socialismo <---socialisti <---spaventiano <---squadrismo <---squadrista <---squadriste <---tigiane