Brano: [...]dirigente di partito o di altra organizzazione può essere ritenuto personalmente responsabile di atti commessi da soci o da seguaci dei partiti o delle organizzazioni in questione, quando non ne possa venire provata concretamente la reità [...] Ora mi chiedo: è valida per noi questa giurisprudenza? ».
Poi, di fronte al presidente che gli intimava di « lasciar stare la politica » e di attenersi alla materia della causa, Terracini insistette: « Signor Presidente, io chiedo di poter almeno sul finire di questo processo che trova la sua origine e la sua ragione d’essere esclusivamente in cause e necessità di ordine politico, io chiedo di potere, sia pure per un solo momento, fare quello che per 6 giorni ci è stato proibito: parlare politicamente.
lo dicevo: quale è il significato politico delle conclusioni del Pubblico Accusatore? Niente altro che questo: che il fatto puro e semplice della esistenza del partito comunista è sufficiente, di per se stesso, a porre in pericolo grave e imminente il regime. Oh! Eccolo dunque lo Stato forte,
lo Stato di[...]
[...]liarsi se io dichiaro di fare mie, integralmente, queste conclusioni del Pubblico Accusatore? ».
Presidente: « Adesso basta su questo argomento. Avete altro da dire? »
Terracini: « Avrei finito se non mi sentissi impegnato a seguire il Pubblico Accusatore sul terreno delle previsioni. [...] Non la gioia e il plauso accoglieranno la nostra condanna ma la tristezza e il dolore, io ne sono certo. Ma è una previsione politica (ancora una volta signor Presidente)
quella che io faccio: noi saremo condannati perché riconosciuti colpevoli di eccitamento all’odio fra le classi sociali e di atti incitanti alla guerra civile. Ebbene, non vi sarà alcuno, domani, che leggendo l’elenco pauroso delle nostre condanne non si convinca che questo processo e il verdetto che sta per concluderlo siano essi stessi un episodio di guerra civile, un possente eccitamento all’odio fra le classi sociali ». Il presidente a questo punto lo interruppe di nuovo con energia, ma Terracini proseguì implacabile: « Ma ciò non può dirsi, nevvero? Allora io voglio concludere con un[...]
[...]e, non vi sarà alcuno, domani, che leggendo l’elenco pauroso delle nostre condanne non si convinca che questo processo e il verdetto che sta per concluderlo siano essi stessi un episodio di guerra civile, un possente eccitamento all’odio fra le classi sociali ». Il presidente a questo punto lo interruppe di nuovo con energia, ma Terracini proseguì implacabile: « Ma ciò non può dirsi, nevvero? Allora io voglio concludere con un pensiero più gaio. Signor Presidente, signori giudici, questo dibattimento è stato davvero la più caratteristica e degna commemorazione del l’ottantesimo anniversario dello Statuto, che voi ieri fra salve di cannoni e squilli di fanfare avete solennizzato per le vie di questa capitale! ».
La sentenza
A Terracini, certo anche per punirlo del suo ardire in aula, venne inflitta la maggior pena: 22 anni, 9 mesi e 5 giorni, per una serie di reati che andavano dalla cospirazione all’incitamento alla guerra civile, all’insurrezione, all’odio di classe, all' istigazione ai militari a violare il giuramento, all’offesa al capo del g[...]