Brano: [...] eppure credetemi eravamo felici.
San costretto ripetere ancora una volta, che per il cuore di mio zio, le cose finanziarie andavano da male in peggio, si era arrivato al punto che tutti i fornitori non volevano farci più credito, centinaia di ferrovieri mangiavano e non pagavano, cambiali che andavano iñ protesto, interessi che si accumulavano, le banche ci chiudevano i sportelli, perché [sul] l'unica casetta vicino a1 Ponte dell'acquedotto di Serino, era ipotecata la dote di mia moglie; ed io vedevo aprire un baratro innanzi a me spaventoso.
Una mattina nel buffet mio zio Sabino con gli occhi fuori dell'orbite e con una rivoltella spianata verso di me, pretendeva una mia firma ad una cambiale, che io non volevo mettere. Per fortuna mio zio fu chiamato dal Capo stazione, ché doveva pagare il canone del buffet scaduto da parecchio tempo. Spaventato presi mia moglie, e mia so rella Mariuccia e scappai in casa, col preciso proposito di non tornare mai più al buffet e piansi amaramente il mio destino. Scrissi allo zio
MEMORIE DEL CAV. ANGEL[...]
[...]una era passata fuori pericolo, però era diventata uno scheletro perfetto. Ero felice che il pericolo era scomparso, quando venne a supporazione una iniezione fatta, e dovette avere un taglio, taglio che fu una fortuna (malgrado prorogasse di molto la sua convalescenza), perché da quel taglio usci tanta materia d'infezione da riempire due catinelle. Occorsero delle forti cure ricostituenti perché cinquanta giorni dovette alimentarsi di acqua del Serino e latte d'asina. Per i cibi a lei adatti durante la convalescenza non me ne mancarono al buffet.
Fortuna, nella sfortuna, sognai un sogno, e siccome non ero stato mai amante del giuoco del lotto, giuocai quattro numeri, che non ricordo, e ne usci fuori un terno, che data la modesta giocata di 30 cen
ANGELO MUSCETTA
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tesimi presi lire 275. Fu la mia salvezza: raggranellai il resto della somma, e riscattai ii pegno mettendo a posto l'oro prezioso, che avevo come un ladro prudentemente trafugato. Credetemi, non esagero, vi sono stati momenti molto umiliativi nella mia vita, ma in c[...]
[...] però mio zio Sahino cercava una soluzione per liberarsi di cinque persone adulti, che da diversi mesi erano a suo carico, incapaci di mettere, o spostare una sedia da un punto all'altro, ma che in sostanza avevano un certo diritto perché dall'America avevano inviato del denaro, per costruirsi o comprare una casa. E tutto questo non era una cosa facile.
Mio zio Sabino possedeva una casa dopo il palazzo Maioli prima del ponte dell'acquedotto del Serino, composta di quattro vani ed accessorii, e su questa casa era stata ipotecata la dote di mia moglie Vincenzina. Ed un giorno, profittando della malattia di mio zio Sabina, gli suggerii che la questione dei parenti brasiliani si poteva risolvere nei modi seguenti: cedere a costoro la casa di quattro vani, su cui era gravata l'ipoteca, facendo passare detta ipoteca alla casa fabricata di recente alla ferrovia, naturalmente con una deliberazione del Tribunale, trattandosi di ipoteca dotale.
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Dopo numerose e difficili pratiche, ottenni tale deliberazione: fu c[...]